Il Socialismo - Anno I - n. 5 - 25 aprile 1902

IL SOCIALISMO 69 L'evoluzione si afferma in questo senso. L' i'stituto del servizio obbligatorio, la necessità di un continuo aumento ciel contigentc militare, data dalla rivalit.:'l fra le grandi potenze, la limitazione che nello stesso tempo va imponendosi alla permanenza del soldato sotto le armi, appunto per non rendere insopportabile alle po– polazioni il peso del militarismo e finalmente il fatto che col diffondersi delle idee socialiste fra la classe lavo– ratrice, aumenta anche fra i soldati il numero di co– loro che la pensano come noi, sottraendo così poco a poco l'esercito allo spirito rigido che attualmente lo in– forma - tutto ciò faciliterà il c6mpito nostro, che l'azione dei rappresentanti parlamentari del proletariato è chiamata a dirigere. Tanto i mezzi politici di dominazione capitalistica quanto· quelli economici seguono la stessa legge imma– nente di sviluppo, per cui tendono ad espandersi al di là della funzione loro assegnata, rendendo possibile un nuovo ordine di cose pilt giusto ed umano, che è forse più vicino ... a realizzarsi cli quanto molti non credano. A. Bebel. Militarismo e Tripoli. Avete mai notato come fa la furba massaia per di– fendere il suo appartamento da\11invasione dei topi, quando le trappole, i veleni e i gatti non giovano più? Lascia qua e là, pei pianerottoli, pei mobili, delle bri– ciole e dei pezzetti di formaggio, di pane, di lardo per– chè i topi si contentino di quei povçri avanzi ; cd intanto non intacchino le morbide tele, le ricche trine e il Sancta Sn11clor11m della casa. Cosi mi pare che abbia fatto, con singolare furberia, il Governo coi partiti liberali e in ispecie coi socialisti. Non ha violato, come i suoi antecessori, la legge sugli scioperi, e questo si deve riconoscere a tutto suo onore; ma bisogna che siamo ridotti a mal partito se dobbiamo riconoscere come un gran merito il non avere mancato alla legge! Poi ha dato loro in pascolo quei frusti di progetti e di leggi sul sale, sul divorzio e sul lavoro dei fanciulli e delle donne, leggi anodine che lasciano il tempo che trovano, e non fanno, bontà loro, nemmeno del male. Ma intanto le vere, le grandi piaghe sanguinanti, quelle che più rodooo a fondo il nostro paese, quelle dei dazi sui grani, la cui soppressione soltanto può sol– levare le grandi masse danneggiando pochi individui, quelle furono mantenute; e cosi si va facendo purtroppo sempre maggiore lo scandalo di una giustizia divenuta impl:lcabile strumento di classe. Finalmente l'enorme ed inutile poncio delle spese militari che come un'immensa pompa aspiran gettandola nel vuoto ogni traccia di ric• chezza del nostro paese.. quelle sono mantenute ed anche accresciute dandosene per non inteso il Parla– mento, e facendovi lo gnorri perfino l'Estrema Sinistra.' Fermandoci solo sulle spese militari, esse non hanno solamente il torto di colare a fondo ogai ricchezza na– zionale, ma, quello che è ancor peggio, di polarizzare verso le direzioni opposte alla libertà la mente di una gran parte delle classi dirigenti. Dopo gli esempi troppo parlanti dei corpi cli Gari– baldi, e di quelli di Dewett, è evidente che la sicurezza di un paese, e anche in gran parte la sua gloria, non dipendono da quelle schiere automatiche, che marciano all'indietro e all'avanti nei pacifici campi di ì\forte fa– cendo una quantità di esercizi in completo antagonismo di quelli che capita di fare nella guerra vera; ma sì bene nella vigoria e nel benessere dei popoli che quando 1 Solo cb. pochi giorni ::;ichiedono 3 nuovi milioni per spese milit:ui, B b otec 1 Gir o Bianco si Sentono felici del Governo che li regge, sono disposti a qualunque resislenza, a qualunque sagrificio. 1lolti, troppi pur troppo fra coloro che appartengono alle classi dirigenti in fondo se prediligono tante le armi è che per loro la suprema 1-atio è quella delle baionette. L'avete visto a Molinella; come erano felici quelle classi di veder trasformati i soldati in falciatori; e cosi avrebbero voluto vederli diventare ferrovieri, fornai, gazisti, caricatori di carbone, e meglio ancora giudici sommari uso '98. Ora non è solo in que– sta dire;,;ione che il militarismo è gravemente dan– noso, e non lo è solo neW enorme quantità di lavoro perduto dal fiore delle popolazioni, non solo in inutili esercizi, ma anche in esercizi dannosi alla libertà e al benessere pubblico. Vi ha di peggio! Un corpo così grandioso, così ri– spettato in alto che forma un vero Stato nello Stato, non può trovarsi soddisfatto dei comuni sterili esercizi, o delle aspirazioni lontane (e io sono certo non dc• sidcrate) cli reprimere con le armi qualche sommossa, o prevenirla colla militarizzazione; ma deve pure pensare a qualche altro ideale. Ed ecco sorgere degli enormi mac– chinari, delle fortezze che costano centinaia di milioni, e magari dopo qualche anno devono essere abbattute per ragioni analoghe a quelle per cui vennero erette. Così abbiamo visto essersi, per mano del più prudente, del più economo fra gli uomini cli guerra italiani, il generale Ricotti, di colui che voleva risparmiarci due o tre corpi cl' armata, spesi più di 60 milioni, per una cinta forti– ficata nella Spezia che ora si tratta di abbattere come inutile. E cosi si dica delle fortificazioni di Cremona, di Pavia, ccc. E cosi uno certo dei pili grandi ingegni militari della nostra epoca, il colonnello Barone, propone di re– cente nella l\Tuova Aulologia cli spendere un'altra ot• tantina di milioni per raddoppiare le fortificazione di Genova, onde salvaguardare la valle del Po: non pen– sando che non solo quei milioni sono sangue del nostro sangue, ma che aggiunti ali' enorme serie cli milioni, che ci farebbero perdere con l'impedire sotto la raddop– piata cerchia di ferro, 1 1 immenso incremento cli Genova, costituirebbero una causa cli tali serie di danni e di odi popolari, da essere un pericolo ben maggiore del pericolo strategico, poichè la storia ci dimostra che la migliore difesa del popolo sta, il ripeto, nel benessere e ncll' amore di questo. Ma vi ha ben peggio. Appunto per non stare in ozio quando guerre intestine od estere non ci sono in prospettiva, vengono a buon punto le conquiste colo– niali; ed ora si fa evidente che noi procediamo a passi precipitati purtroppo, e insieme insidiosi, verso la con• quista di Tripoli. Se ne vedon già da una parte preparare sotto mano le carte topografiche per gli ufficiali, e la raccolta delle navi; e dall'altra i vestiari, gli elmetti, ecc., e prepa– rarsi lentamente per vie diplomatiche con accordi con la Francia, con l'Inghilterra e pare ora con la Ger– mania. Quanto al prepararsi, è una cosa che va lodata, per– chè più assurdo era fare come nel!' Eritrea una spe– dizione con la testa nel sacco, con quelle famose co– gni;,;ioni geografiche di cui si mostrò adatto il Mancini, che voleva fare una punta da Massaua su Kartum. 1 Ma in nome del cielo, si è pensato che una spe– dizione di 25-30 mila uomini (e non ci vuol meno} 1 E, triste :i dirsi, il giorn:ilismo, in parte, si presta all' opcrn di questi tristi colonizz:itori con le infonn:izioni piì1 false di prc• tesi 4000 ltali:ini dimoranti :i Tripoli, dove ne sono appen:i 400; di ascetismi platonici dei Senussi, che sono invece dei fanatici in• domabili; di fertilità strnbocche,·ole della term, ccc., ecc.

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