Il Socialismo - Anno I - n. 5 - 25 aprile 1902

Bb Anno I. Roma, 25 Aprile 1902. N. 5. IL SOCIALISMO ~ Rivista qaioòicinale òiretta da ENRICO FERRI ~ ABBONAMENTI. - ITALIA: A11110 L. 5 - Semestre L. 2,50 I SI PUBBLICA I Per la Direzione e Redazione rivolgersi a\l'on. prof. ENRICO EsTRRo: A~:o n~:;;: ~e!~m:ste L. 3,25. il 10 ed il 25 d'ogni mese :;:::;~;:~;&,::.:,:::::e:;~ ~:~~~~!:~:~os~~ ATTUALITÀ POLITICA Guerra e lavoro. Guerra e lavoro rappresentano i due grandi stru– menti e propulsori dell'evoluzione umana. Il problema fondamentale nell' umanit:\ primitiva è stato quello di spingere, abituare, educare gr in– dividui componenti ciascun gruppo collettivo (clan, tribù, orda, ecc.) alla disciplina del vivere sociale: ali' adattamento cioè di ogni attivit:I individuale a quelle reciproche restrizioni e concessioni per le quali soltanto è possibile vivere in societa. La guerra fu il primo strumento di questa educa– zione alla disciplina sociale, perchè sotto il pericolo delle aggressioni armate - che erano quotidiane nel– l'umanità primitiva - gli individui impararono a sottomettersi ai comandi dei capi, ad agire d'ac~ordo con altri individui, a coordinare la propria attività con quella del gruppo collettivo e degli altri suoi componenti. Ma )a guerra portava e porta in sè stessa la propria negazione: perchè avendo essa « il furto come scopo e l'omicidio come mez.z.o, >> mentre ec– cita all'uccisione de' << nemici >> non può non sof– focare cd eliminare nei combattenti - e nell'umanita primitiva rutti sono combattenti - il sentimento del rispetto alla vita umana. Quegli stessi uomini che sono premiati e glorificati per quanto maggior nu– mero di omicidii commettono sul campo di battaglia, non possono, per un miracolo, acquistare il senti– mento del rispetto alla vfra umana e ai diritti altrui (di pudore, di libertà, di proprietà, di famiglia, ecc.) sol perchè, invece del campo di battaglia, si tro,·ino in tempo e in luogo di pace. La psicologia del militare - fatta di violenza e di prepotenza - è stata unanimemente descritta - anche da osservatori ortodossi quali Spencer - come necessariamente plasmata di questa mancanza di rispetto ai diritti altrui, che è il portato inevita– bile della vita di guerra: perchè ogni professione do ali' esistenza di ciascun uomo speciali e caratte• ristiche abitudini, tendenze, sentimenti. E la storia antica, medievale e moderna - delle guerre di conquista e delle spedizioni coloniali - non fa pur troppo che accumulare i documenti ob– brobriosi di questa dolorosa verità. Gli Inglesi che erano al sommo della civiltà contemporanea, nella guerra del Transvaal, coi campi di concentrazione per lo sterminio delle donne e dei fanciulli, con le masserie incendiate, coi prigionieri di guerra fuci– lati... ne danno il più recente e doloroso esempio. La guerra quindi ha in sè un'anima anti-socialc ed :uni-umana, che la rende ben presto contraria e nociva al vero progresso civile, dopo la sua fun– zione grossolanamente disciplinatrice compiuta nei millennii della vita preistorica. Per questo le guerre diventano sempre meno frequenti - da quotidiane che erano - e sempre piè, sollevano contro di sè la pubblica coscienza, per la perfezione terribile degli strumenti di uccisione e per la partecipazione uni• versale del popolo al serYizio militare, dopo il si– stema medievale degli eserciti di mestiere. Invano i militaristi mett0no in luce la psicologia meno inumana della guerra (spirito di sacrifizio, CO· raggio fisico, sentimento del dovere). La guerra non è meno per questo la reversione atavica verso la vita selvaggia e cannibalesca dell'umanità primitiva: - il furto come scopo, l'omicidio come mezzo! Nell'umanitù primitiva un'altra forza si aggiunse alla educazione della disciplina sociale: il lavoro. Massime in quel periodo decisivo della vita prei– storica, in cui il lavoro assunse forma associata, come documentano gli avanzi delle primitive oflicinc scoperti negli scavi geologici e appartenentiall'epoca neo-litica, quando gli uomini non avevano altri stru– menti ( Ji guerra e di lavoro) che pietre levigate; parecchi millennii prima che essi scoprissero l'uso dei metalli. Anche il lavoro compie la stessa funzione di di– sciplinare e coordinare le attività individuali nello stesso gruppo collettivo. Ma esso ha sulla guerra quest'immensa superiorità, destinata a giganteggiare nei secoli sino a resrnre l'unica energia di progresso umano: che il lavoro - cioè la traslocazione e la trasformazione della materia-forza, per produrre il necessario all'esistenza materiale e morale dell'uomo - ha in sè un'anima di solidarier.ìumana, di aiuto ed accordo vicendevole, che è dunque in pieno ac– cordo con le necessità del vivere civile e fecondo, al contrario della guerra. Ed è per questo che, per forza irresistibile delle cose, il la\·oro tende ad aggregare, unire, fraterniz– zare gl'individui, i gruppi sociali, i popoli - mentre

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