Il Socialismo - Anno I - n. 5 - 25 aprile 1902

So IL SOCIALISMO ficiali, se costoro mangiano al Circolo .J Pcrchè fanno i facchini se il signor tenente ha bisogno di c.1.mbiarccaS."l., e si fanno reclutare a cinl'.{UC1 a sci, a dieci, per trasport:uc il letto, le c:1ssc, i mobili tutti del signor ufficiale? Non basta il cuoco, lo scfaequapialli e il '.\'lcrcurio. li cittadino che è str:ippato alla famiglb. dur.rntc tre anni per difmden la b<m• diera: deve difendere la b:mdiera facendo :mchc il portiere, il lacchè, il garzone di caffè, il c.·unericre di nstaura11I, il facchino. Pcrchè? Pcrchè si deve difendere la bandiera con tali mezzi ? Si dice che lo Stato vuole favorire la posizione degli ufficiali del suo c~rcito - che sono male p:1gati- col fornire loro questa specie di pagnmcnto in natura, che è I:\ merce-schiavo. Perchè questa ragione non sussiste anche per gli altri ufficiali dello Stato? Ne sono forse gli ufficbli militari piì1 meritevoli? Niente affatto. Al contrario, anzi. Confrontate la posizione sociale, intellet– tuale e economica dell'ufficiale civile e quella dell'ufficiale militare. Tizio vuole impiegarsi in un ~liuistero. C.,io "uole diventa,e un ufficiale. Tizio, per presentarsi a un concorso di Min·stcro ha bisogno di una laurea. Caio, per entrare alla scuohl.degli ufficiali stnza csamt non ha bisogno che della licenza tecnic:l, liceale, o di un cs:unuccio ridicolo. Dopo due :lnni di scuola egli è nomi– . nato uffiliale. Tizio, laureato, subisce un concorso - uno di quei concorsi o"e uno solo riesce su cento concorrenti. Egli ottiene la sua no– mina. Tizio e Caio sono ugualmente pagati: con la differenza che Tizio - l'impiegato civile - è paSS.'110 attraverso un insegnamento universitario e un concorso - e Caio, c01npletamentc sprovvisto d'insegnamento superiore, non ha neppure fatto un concorso. La posizione sociale e intelletluale dcli' impiegato ci\'ilc è dunque eminentemente superiore alla posizione sociale e intellettuale del– rufficiale militare: ma essi sono pagati ugualmente. TutLwia, colui che vale di meno - l'ufficiale - gode di tulle le facilit:i.zioni possibili, che vanno dal 75 per cento di rib:i.sS ()nei percorsi fcr– rovi:tri -- all'uso e abuso dei sen•itori gmtuiti. ~la non ba.sta ancora. Servo, g'!l-N:One, facchino, lacc!tè, c.,mc– ricrc, tuuo ciò non b:ist:t per servire :t dovere I:\ b:tndiera. Tra i mestieri vergognosi e ridicoli, il cui insieme costilllisce per t:tnta gente il servizio militare, ce ne è uno ancora che è il piì1 repu– gn~ntc: ogni soldato può, e deve essere obblig:lto a fucil:lre un suo compagno condannato eia un lribunale militare. La fucilmiionc è la base del Codice milit.arc. Sono gli uffici:tli che - con discutibile competcnz:t tccniC!l.e giuridic., - la pronun– ciano; ma il boia non esiste. E allora - colore, che sono chiam:tti a. di/emlere !t1 /,amlitrn, sono obbligati a fore le funzioni di boia. Gli ufficiali cond:tnnano alla fucilazione. Che compiano essi stessi e con le loro m:mi le loro se11lenze,se ne sono c.,paci ! Non si obbli– gano uomini che sono forzali :t fare il militare, :t fucilare per non essere fucilati. L'ufficiale ha scelto liberamente la sua c.,rriera; egli s.-i che, tra gl' incerti di ess., 1 vi è l'esecuzione materiale della fucilazione. Che compia egli stesso dunque t:1\e funzione che è sempre repugn:mte, :i.nchc contro un vero crimin:i.le ! Ma lo Stato capitalista non ci sente da questo orecchio. Esso h:i. bisogno degli ufficiali, e per questo si dà come base il pio- tone di esecuzione dcll:t pena di morte. Tu/la la socittà capitalistica riposa sul militarismo. Tu(to il militarismo riposa sul Codice militare. 'Jitlto il Còdiee militare riposa sul plotone di tsecuziom:. .Dunque: tu/la la sodtlà capitalistica riposa sul plolont di eu- c11zio11e. Noi dom:lndiamo che - oltre tuuo - il soldato cessi di essere sen•o, bv:i.piatti, cocchiere, mercurio ed altro dei signori ufficiali, e cessi di far parte dei plotoni di esecuzione della. pena di morte. Nix. R b otec 1 Giro Bianco UNA DICHIARAZIONE Per Tripoli e per altro. 1~stato cd è nostro pensiero, nel fare questa Rivista, di non perdere mai la serenità della forma e la cordia.lità delle discus– sioni, pur sostenendo irremovibilmente le nostre idee, di fronte ai compagni che h:rnno a.ltro indirizzo politico e di pa.rtito. Viceversa, da parte di qualche compagno, siamo :i .ttacc:i.ti in forma altretrnnto isterica quanto poco fra.terna. Si p:u la, con suf– ficiente acredine o derisione cli • poltroni • o di • ri\'oluzionari verbnli •; mentre noi non stiamo certamente in ozio per la prop:i.– ganda socialista e :i.hrettanto parliamo di spirito rivvlu.'.ion'.l.riodel Par1ito socialista (pcrchè esso non è e non può essere che partito rivo– luzionario) per <1uantoa.bbiamo viceversa poca simpatia. per gli aggel– ti,•i e i p:i.roloni com•ulsionari o dispregi:i.tivi , che piacciono tanto :i. certi comp.-igniriformisti. E questi scambi:i.ndo I' i~terismo con la cncr– gi:i, vorrebbero fai- passare la serenità della noslrn pa.rola - riflesso della. tranquillit:l. dei nostri nen·i - per debolezz'.l. e peggio. Nel m:i.ggio '98, qu:i.ndo io diressi l' Ava11ti, per esempio, mi tro\'a.i d'accordo col Pmmpolini nel bandire gli aggetti"i cunvul– sionari, pur riafferm:i.ndo aperta.mente la dottrina socialista - pro– prietà colldliva e lolla di classe - senz:l ripiegare mai un lembo della nostra. bandiera, come tulti ricorda.no. Ma c'è qu:i.lche com– pagno che con ripetute insinuazionce\le, vorrebbe gabellare questo contegno di Pr:-tmpolini e mio come esempio di « soverchia mo– derazione • ... senz:i. ricordare la ver.unente soverchi:\ modera.zionc che altri socia.listi - suoi :lmici - in quel tempo, us3rono, per esempio ne' Tribun:i.li militari. E così per la mia iniziativa di una. riunione dcll'Estrcm!l contro I:\ conquista di Tripoli, si trova contr:i.ddittorio il mio contegno - e quest:i. è libertà di discussione, utile e nccess:i.ria. ~rchè nessuno è infallibile - ma lo si fa con fmsi di scherno, che sanno poco di cordi:i.li 1 àsoci:i.lista . Gli è che l'uomo opera come sente e non come pensa: cd uno può avere idee soci:i.liste e sentimenti individualisti; <:omcchi pre– dica, in astratto, la. solid:i.rietb. e poi nel par~ito dà prove conti\!ue di indisciplina. Io ho sempre detto che l'unione dei p:i.rtiti popolari - come nonna di vita quotidiana - non la credo nè possibile nè utile, pcr– chè inevitabilmente port:i. al confusionismo, essendo inconciliabili le dilTerem.cdi interessi economici e di metodo politico e di org:1nizza– zionc, che sono la b :i.se natur:i.le dei divcrsipartiti popolari. Ma ho anche sempre detto che, per eca=ione -- sopra qucs1ioni concrc1c e precise - la separ:i.ta propag:mda. e organizzazione di ciascun p!trtito non dovc:,·a impcd;re l'3ccordo transitorio - se pos– sibile - dei p:i.rtiti popol:lri. Cosl sostengo che il nostro :-tnti -ministcri:i.lismonon deve im– ~ire, in casi ueezio11,1li, di VOl:treper \ID Ministero nell'interesse supremo del prolc1ariato, contro i cosidctti riformisti che pensano si debba invece essere dei quotidiani ministeriali ortodossi e zelanti. E' \' Cnut:i.la min:i.cciadi una spedizione militare a Tripoli. Tutti i p:i.rtiti popolari s::mo pili o meno contr:i.ri ad essa e concordi nel preserva.re il paese. Che cos.-i c'è di contraddittorio nell:i. mi:i. ini– ziativ:i.di un :i.ccordo dei pa.rtiti popolari - non per il confusionismu quotidi:i.no , 111:l f>trq:usta speciale t co11crdaq11tslù111t - sopra il ter– reno naturnle di interessi comuni? A che dunque, non la libera critica frntcrna, ma le fr:isi pun– genti e provocatrici da parte ... di qualche p,,polarista accanito? Ricordiamo. Il compagno Bissolati, il 21 fcbbr:1io, propose, lui, anche prima di ogni discus~ione, l'ordine del giorno antimimsteri:-t– listn, che, :i.ppro\'ato rial gruppo e dal\:\ direzione, provocò l:i.crisi presidenziale e ministcri:i.lc . Lln mese dopo, egli, per il voto pro o contro il Ministero, in ventiquauro ore c!'lmhiò diametralmente di opinione. Abbiamo noi « rivoluziona.ii verbali • m:i.i detto o scritto una. µa.raia, men che cordi:i.lmellle fratcrn!l, su questi bruschi c:i.mhiamcnti? E perchè, a.llora. da parte cl.ialtri, si tiene verso di noi un con– tegno irrita.nte e che si direbbe quasi pro,·oc:i.torio? Si dcsidcr:i. forse cli venire :tllc scand::ilose dissensioni person:i.li del p:trtito so– cialista in Fr:i.ncia? Pèr p:i.rte noslra, dichiariamo che - I' intercs'¼: del partito \'alendo infinitamente pili del nostro amor proprio per– son!'lle - si :i.mo decisi :i. sopport:"tre da codesti compngni poco se– reni quegli scherni e :i.nche quelle ingiurie che non permetteremmo ad altri. Vedranno i compngni tutti l'uno e l':i.ltro contegno e giudi– chera.nno d::i quale parte ~tia l'esempio del s.-igrificio agli interessi supremi del partito. Enrico Ferri. ENRICO FERR.f, direllore-respomabile. Rom:i., 1902. - Tipografia Cooper:i.tiv :i.Sociale, via Barbieri, 6.

RkJQdWJsaXNoZXIy