Il Socialismo - Anno I - n. 3 - 25 marzo 1902

IL SOCIALISMO un piccolo moto di stupore, e gli altri due lo gu,tr– darono con una curiositii evidente di saper con che scopo fosse venuto. Gli passò sul viso un leggeris– simo rossore, che quelli notarono, e, rapid:nnenre, guardando un busto di Carlo Marx che era nel mezzo d'una parete, cercò un altro pretesto alla vi– sita. Ma non ce n'era altri che non dovesse pareri! anche piè, finto di quello. Espresse il suo desiderio. Allora quei tre lo fissarono con uno sguardo anche pili intenso, col quale egli incrociò il suo, curiosa– mente, indovinando il pensiero di tutti e tre. Uno sguardo gli bastò per capire chi fossero l'uomo e la donna che vedeva per la prima volta. La donna era certo quella Maria Zara, della quale si parlava da un anno a Torino, dilaniandola, a causa della propagamb che faceva tra le operaie, per racco– glierle in associazioni, con articoli e conferenze, che si mettevano in ridicolo: una specie di Luisa Michcl, come la defini,·ano. li suo aspetto non corrispon– deva punto all'immagine che il Bianchini se n'era fatta, udendone dire gli orrori che ne dice,·ano. Di– mostrava un trentasei o trentasett' a.nni: ern alta di statura e pallida, e aveva gli occhi scuri e profondi, con due grandi sopracciglia nere, da cui le risali,·a fino a mezza la fronte una ruga sottile e diritta, che le da\·a un'aria di energia Yirile, e s,·iava l'atten– zione delb grazia originale, benchi! un po' appassita e quasi stanca, del suo viso pensieroso. Era vestita di nero, col collo nudo, semplice, e pettinata sem– plicemente: parev:1 una monaca che avesse buttato il velo, e il contrasto del suo viso spirituale e triste con le belle forme del suo corpo robusto e fermo nell'atteggiamento risoluto d'una donna abituata a parlare in pubblico, aveva non so che di strano e seducente, da cui il Bianchini fu scosso. L'operaio, meno alto di lei, un tipo di giovane russo, di viso fine ed aperto, contornato d'una barba rosskcia, e vestito di panni logori, ma pulitissimi, che lo guar– dava con gli occhi socchiusi d'un miope, gli pan·c che <lovess' essere - e non s'ingannava - un tal Mario Barra, del quale la Queslio11esociale pubbli– cava certi articoli intorno ali' <<organizzazione della classe operaia, » ,·eri torrenti di parole e di pensieri monchi e disordin:ni, in cui si sentiva il b:tlbettìo im– paziente d'una intelligenza affollata d'idee, che per la ditlìcoltà d'uscire s' ingorga,·ai10, come il liquido nel collo troppo stretto d'una bottiglia capovolta. Il Bi:mchini notò una diversa espressione nei tre sguardi che lo fissarono: in quello del Rateri una fredda curiosit:\, come davanti al semplice enunciato d'un problema aritmetico; in quello dcli' operaio una l<lea di simpatia, che s'avvicinava :ti sorriso; in quello della donna il senso d'una interrogazione: severa e quasi diffidente, ma in cui gli pan·e pure di scor– gc!re qu:tkhc cos'altro, come l'ombra d'una rimem– ~ra1~za. E capi che tuui e tre gli :1,·e,·ano letto 1~cl– l arnma. Il direttore gli rispose lentamente, come distratto, che non essendo pront:1 1111:t raci:olta intcr:1, :wrehbc ccrc:uo di farb mettere insieme, e che, se anche fossero mancati dei numeri, siccome era stabilito che i manc:tnti si ristampassero, egli sarebbe stato sod– disfatto presto o tardi: frattanto, gli avrebbe mandato a casa i fogli che c'erano. Parlando, s'era alzato egli pure, e sta,·a in 1nezzo agli altri due, immobile, formando con essi come un gruppo statuario in fondo alla stanza nuda; da– vanti al quale il Bianchini ebbe un pensiero che gli scosse l'animo, e gli rimase impresso dentro inde– lebilmente insieme con l'immagine di quelle tre per– sone aggruppate. Erano le tre grandi forze del so· cialismo: un borghese disertato dalla sua classe, b scienza; un Oferaio, l'azione; un:t donna, la grande ausiliatrice invocata ed attesa, senza la quale nulla si sarebbe compiuto, -quella che doveva infonder la costanza :ti valorosi, e suscitare gli inerti, e svergo– gnare i codardi, e solleYare, soffiando nell'oceano umano, l'onda che avrebbe sepolto il vecchio mondo. Erano il simbolo vivente della rivoluzione futura. E con questo pensiero gli s'affacciò alla mente, quasi ,·i– sibile come una realtà, l'abusata immagine del!'« alba d'un'eta. nuova» e gli parve uo momento che quelle tre figure immobili e ardite si disegnassero sulla bianchezza di quell'orizzonte ideale. Fu tentato di dire una 'parola; ma lo trattenne un senso di dignità, di cui non avrebbe saputo dar piena ragione. Si ristrinse a ringrazi:tre, ed usci, fa– cendo un saluto senza sorriso, a cui 11011 risposero che i due uomini, con un cenno dd capo. Usd soci:1lista... Edmondo De Amicis. VITA PROLETARIA INTERNAZIONAL La situazione socialista in Francia. P:irigi, 15 marzo. La confusione non è mai stata tanto grande quanto ora nel Partito socialista francese e non si deplorerà mai abbastanza i perchè queste divisioni, nefaste in tutte le circostanze, sono ancor più pericolose all'apertura del periodo elettorale legislativo. La situazione si offre tuttavia bellissima per il nostro Partito in Francia. Dopo la terribile crisi dell'affare Drcyfus, il Partito socialista appare come il solo della << sinistra » il cui atteggiamento sia stato chiaro e che non abbia sacrificato i suoi principi alla demagogia pa– triottarda. Le sue possibilità di successo elettorale sono, d'altra parte, molto accresciute, in un gran numero di circoscrizioni della regione parigina, in seguito al pas– saggio d'una parte non indifferente delle antiche truppe radicali alla reazione nazionalista. In queste condizioni i nostri candidati, purchè però l'unione sì faccia su i loro nomi, potrebbero essere sovente i primi fra i can– didati repubblicani, ciò che obbligherebbe i candidati radicali, relegati cosi al terzo rango, a decidersi per loro: al secondo scrutinio il loro successo sarebbe allora evidente. Sfortunatamente in un certo numero di col– legi le nostre divisioni avranno il risultato di suscitare due candidature socialiste, preoccupate quasi tanto cli combattersi fra loro, quanto di lottare contro i loro av– vers.'\ri borghesi. Il male che Millerand ha fatto al nostro partito è incalcolabile e i benefici che noi avremmo potuto cavare

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