Il Socialismo - Anno I - n. 2 - 10 marzo 1902

lL SòCIALlSMO 1' --------------------- gran servizio dei trasporti ha un carattere unitario è perchè la legge dei g;rancli numc,·i ha potuto applicarsi su pili vasta scala cli ciò che non si sia potuto nelle intraprese di prodtnionc diretta: agricola, industrale commerciale, bancaria, ccc. Adunque non esiste se non nella sofistica fantasia del giornalismo ufficioso il cri– terio di pubblica utilità che ingiungerebbe al potere un trattamento agli operai cieli' industria ferroviaria o po– stale, ecc., affatto diverso dalle comuni nonne che ri– guardano il lavoro di operai addetti ad altre/orme in– dustriali. Il liberalismo non concede transazioni su questo terreno. Un altro criterio più grettamente empirico è quello molto ripetuto che: gli addetti ai pubblici servigi rive– stono una condizione giuridica parlicolare che li mette in una condizione cli quasi-pubblici ufficiali. E unari– prova grossolana di questo principio la si vorrebbe tro– vare nella sistemazione più logica dei rapporti tra i! personale e l'ente intrapresa, di quello che non lo sia tra gli operai e gl' imprenditori privati. Gli addetti ai pubblici servigi hanno infatti una serie di guarentigie: continuità di stipendio, irremovibilità, pensioni. L'argomento a primo tratto può impressionare. Il contr?tto, sistemato sul principio di continuità nella pub– blica impresa, mette gl' impiegati di essa in condizione cli obblighi morali-giuridici che gli operai privati, sog– getti ad un contratto aleatorio e al licenziamento vo– lontario, non hanno. Ora - si dice - data la continuità del contratto nel primo caso, discende l' inibizione dello sciopero, che è un iritto spettante ai soli operai privati. Ma - diciamo noi - non è possibiles:1 stenere !' im– mutabilità del contratto di lavoro nel pubblico servizio, senza negare quel carattere di voLoularielà immanente ad ogni intrapresa economica. Nè vale il dire - come sostengono molti teorici di diritto amministrativo ri– spetto alla condizione di tutti gl'imjJiegali in genere - che la volontarietà sta appunto nell'avere accettato l'ir– rescinclibilità del contratto. È come dire che la volontà sta nella sua rinunzia. Dopo I' abolizioue della schiavitù in America, molti schiavi misoneisticamente rifiutavano di abbandonare il loro ergastolo. Applicando il principio cli questi teorici, la schia– vitù sarebbe stata ugualmente abolita, ove si fosse esau– dita per tutti la volontà di rimanere schiavi! f...: una logica un po' bambina .. li diritto di rimutare il contratto cli lavoro nei la– voratori addetti al pubblico servizio, è un diritto in– tangibile, come è intangibiie il miglioramento della classe che è una varietà del miglioramento della specie umana, ragione e palpito irrefrenabile della vita. Ma poi - la tesi è proprio disgraziata! - la premessa è del tutto erronea. Perchè non è affatto vero che la stabilità del contratto di lavoro pubblico sia il prodotto delle guarentigie di pensione, di sovvenzione per in– fermità, ecc. In effetti, la legislazione sociale va esten– dendo questi medesi 111 i benefici anche agi i operai pri– vati: e non per questo l'indole volontaria dell' intra– presa privata rimane soppressa. Le guarentigie degli impiegati dei pubblici servizi sono un'anticipazione di una legislazione sociale che si va già estendendo a fui/e le sfere d'industrie, sotto la crescente pressione pro– letaria. Questa anticipazione è del resto spiega.bile so– ciologicamente; e forse causa non ultima fu appunto il bisogno, denunciato dal Loria, che lo Stato sente di servirsi cli una massa d'impiegati meglio guar.entiti per diminuire le cause cli erosione rivoluzionaria del sistema capitalistico. Da ogni lato dunque che si gu:1rdi la questione, il diritto di sciopero, sia nelle private che nelle pubbli– che imprese, rimane sacro e incrollabile. Nessun as– sioma legulejo può distruggere le ragioni economiche e sociali su cui esso poggia la sua inattaccabile base positiva. Enrico Leone. Associazioni agricole e socialismo. ' L'Italia è, ancor più che 1:1 Francia, un grande paese agricolo, e si dimentic:1 troppo spesso che l'agri– coltura vale ben per qualche cosa nell'economia delle nazioni. lo credo che il socialismo, nella sua evolu– zione, dovra sentire fortemente l'influsso di quei si– stemi rurali che trent'anni or sono erano pressochè ignoti. Le Associazioni agricole hanno preso in Francia uno straordinario sviluppo. Si è avuta la saggezza di l:1- sciarle funzionare a !or modo, e di contentarsi delle formalità ch'esse compiono all'atto della loro costitu– zione sotto la forma sindacale. Gli autori della legge del 1884 non s'immaginavano per nulla le applicazioni che l'agricoltura sarebbe stata per avere: quando si pensa alla enorme conÌplessità dei rapporti che avreb– bero dovuto essere regolati eia una legge completa sulla materia, c'è da felicitarsi dell'errore commesso nel 1884; l'esperienza ha dimostrato una volta di più, contro i socialisti della cattedra e i professori di diritto, come il miglior modo di proteggere le Associazioni sia quello cli lasciarle tranquille. I socialisti non sembrano ancora bene orientati sul– l'avvenire e sulla portata di queste Società; qualche anno fa taluni le consideravano come un mezzo per realizzare il socialismo. « Noi non crediamo che per elevarsi alla proprietà collettiva i proprietari contadini siano fatalmente, ine– luttabilmente condannaii a discendere il ponte che con– duce al proletariato e ad ascendere poi il Calvario doloroso della espropriazione capitalista. Spetta loro, invece, di arrivare per altra strada, evitando la fase della proletarizzazione, associando le loro forze.» 2 E nello stesso libro, Vandcrve!de dice ancora, a proposito della fondazione delle numerose cooperative: « L' irresi!'ìtibile azione dello sviluppo tecnico e capita– listico clell' agricoltura determinera, in un avvenire prossimo, delle trasformazioni morali e intellettuali favorevoli allo sviluppo delle idee socialiste.» Oggi, Vandervelde sembra esser molto meno ottimista; questo cambiamento d'attitudine si spiega facilmente in seguito a qualche mezzo risultato ottenuto dai socialisti belgi; i successi delle cooperative rurali cattoliche li inquie– tano con ragione. 3 I socialisti belgi non sono in buona condizione per sviluppare la teoria della cooperazione rurale, perchè essi pigliano per misura del valore cli una riforma la influenza che essa può esercitare sulla p1·osperità delle loro Case del popolo. 4 Queste ultime istituzioni appaio:10, in ultima :ma– lisi, un Comitato di uomini politici che, aprendo un 1 Il 15 marzo esce a Parigi (editori Giard et Brihc, prezzo fr. 3. 50) la traduzione del volume di C. Gatti: Agricoltura e N· eia/umo (P:1\ermo, edit. Srmclron, 1900), G. Sorel h::i scritto per l'edizione france:;e un::i lung::i. inti·odu– zionc sui vari :itteggiamenti del partito socialista nei diversi p::ie!-i. Di ess:1 pubblichirm10 h parte che riguarda I' lt:-11:a. (N. d. D). 2 VANDERVEI.DE e DJ.:STRÉE, Le H! (ùdi.WU: C/Jlld1:,r-iq1u:. Pari!- 1900, p:1g. 320. 3 Jlfouvemmlsocioliste, 15 e 1 :1prile 1901, J)'ìg.473,388 e 393. 4 V. not:1 1 :1 pag. seguen:e.

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