Il Socialismo - Anno I - n. 2 - 10 marzo 1902

IL SOCIALISMO menrj, che fanno perdere il tempo e distraggono dalla visione della mèta finale. La sola abilitù, forte e feconda, nella politica contemporanea è di andare diritti per la propria strada, col .:oraggio della li– bertà, con la fede del!' ideale. I ministeri passano: il proletariato resta. E il proletariato cammina, a qualuuque costo, con gli strumenti della stessa civiltà bor~hese che lo ha generato, e per la forza incoercibile che gli ,·iene così dallo spasmodico calvario secolare dei com– piuti doveri, come dall'acquistata coscienza moderna dei suoi disconosciuti diritti. Enrico Ferri PROBLEMI SOCIALI Il diritto di sciopero nei pubblici servizi. (La mititari=.za::io11ed,·i ferrovieri). L'ultimo atto di violenza, commesso dal potere po– litico contro la gran massa proletaria degli addetti al servizio ferroviario italiano ha ispirato la solita baldanza giornalistica nel maneggiare il contorto sofisma leguleio della giustificazione. Eppure il provvedimento della mobilitazione dei ferrovieri italiani è cli tal natura da non prestarsi a nessun audace tentativo di giustificazione, nè politica, nè economica, nè sociale, nè giuridica. L'indole incostituzionale ciel decreto si appalesa così innegabile, da far conressare ali' istesso c,:ornale d'Italia che esso, malgrado l'imminenza del pericolo, è un provvedimento di Governo non espressamente consen– tito dalla legg-e, nato piuttosto dal « torcere e vio– lentare lo spirito e la lettera di disposizioni legali emanate per tutt'altro sccpo. » t perciò che l 1 organo sonniniano invoca - con una dirittura logica assai sor– prendente - la codificazione.. dell' /ncosliluzio11alità .' Che sia incostituzionale la inibizione del diritto cli sciopero negli addetti al servizio rerroviario diviene questione pacifica, non appena si facciano le seguenti considerazioni critiche sul decreto reale del 24 reb– braio decorso. Esso è viziato da eccesso di potere, perchè I' in– tervento statale, nella forma preventiva assai pili che nella repressiva, riveste un carattere legittimo solo se il fatto che lo provoca riveste gli estremi della violenza. Ora, il fatto dello sciopero - che nel caso dei ferro– vieri restava nella sfera i11te11::io11aie, sottratto ad ogni sanzione positiva - non soltanto non assume la figura criminosa, ma è atto esplicitamente consentito, conforme a quel principio della libertà di sciopero che dopo la legge inglese del 1824 fu ritenuto in tutte le legisla– zioni dei paesi capitalistici. Il diritto d'intervento dello Stato, nelle maniresta– zioni degli scioperi, è determinato non già dal fatto legale dello sciopero in sè stesso, che non può essere legittimamente impedito, ma dai motivi del tutto este– riori dell'ordine pubblico, e cioè dalla violenza e dalla perturbazione dei rapporti sociali. È cristallinamente chiaro che la sfora di questi motivi esteriori non può in nessuna guisa - come ru invece violentemente ope– rato col decreto qui censurato - estendersi fino al punto da investire e da menomare l'esercizio del diritto cli sciopero. In tal caso la legge viene calpestata. Ma il decreto pecca ancora per due altri capitali diretti. Esso viola la legge cli reclutamento (art. 131-132) che dispone il richiamo militare soltanto per classi, ca~ tegoric, arma, corpo o per distretto, e ad ogni modo sempre per la lola!ilà. Il decreto invece richiama ille– galmente, per ordine proressionale, ossia per parzialità. Lo strappo è innegabile. Esso, infine, contraddice alla dizione statutaria (ar– ticolo 71) che stabilisce che nessuno possa essere sot– tratto ai suoi giudici naturali. Invece nella militariz– zazione del corpo ferro\·iario, permanendo l'organismo gerarchico professiounle, rimane completamente sovver– tito l 1 ordine gerarchico militare! . li decreto è per tal guisa il prodotto incostituzionale della violazione della legge, cli incompetenza e di ec– cesso cli potere, onde, come bene osservava nel Corriere di 1Vapo!i l'avv. Marone, se venisse prodotto avverso cli esso reclamo dagl' interessati, la IV Sezione elci Con– siglio cli Stato cloyrebbe dichiararlo nullo cd ineflicacc. Ma la quistione, cui dù luogo il provvedimento di militarizzazione, ha caratteri assai pili generali e profondi di quelli che riveste la sua critica Politico-legale. La possibilità della soppressione del diritto cli sciopero nei rerrovieri, e. in generale cli tutli gli addetti ai pubblici servizii, viene esclusa da ragioni superiori, di ordine economico-sociale. L'indole storica dell'attuale guisa di produzione so– ciale delle ricchezze è quasi completamenle racchiusa nel carattere ,.,0/011/ario della gestione economica. La scuola ortodos~a cli economia, quella stessa che ha ten– tato di dare carattere scientifico alla apologia degli at– tuali ordinamenti sociali. ha semp1·e insistito su questo carattere fondamentale dell'odierno sistema economico. La scuoia individualistica-liberale, alla quale sono ascritti i conservatori pili illuminati e i più moderni uomini di Stato, ha dovuto perseguire una politica economica in– fonnata all'automatismo più spontaneo della vita indu– striale. Il vecchio intervenzionismo feudale contraddiceva con lo spirito liberista del capitalismo moderno. La li– bertà cl' intrapresa segnava col suo trionfo il consoli– darsi stesso della moderna economia capitalistica. Se– nonchè il principio della libertà industriale, una volta proclamato, non poteva essere attentato in pratica senza snaturare la spontaneità tanto decantata degli atluali or– dinamenti « 'llalurali » ed «immutabili» della società. Di qui la concordia generale degli economisti teorici nel ritenere come corollario fatale della libertà cl' intrapresa il principio della libertà cli sciopero. E in effetti la connessione economica che stringe questi due principii è veramente rerrea. Attenta1·e a questa connessione è come pronunciare la condanna della economia presente e il denunciarne ufficialmente il carattere di classe. Che cosa è la libertà cieli' intraprenditore se non il diritto di far valere i propri servigi nel modo più conveniente? E che _cosa è altro la libertà cli sciopero se non il corrispondente diritto di far valere nel modo pili conveniente quella particolare forma di servigio eco– nomico che è il lavoro? Libertà cl' int1·apresa e libertà di coalizione e di sciopero sono filiazione cl' un'unica premessa. La società attuale - dicono gli economisti ortodossi - è tutto un processo cli liberazione. Infatti, aggiunge,·a Marx con sarcasmo, la classe operaia si è liberala ... dei mezzi di produzione; e la sua unica merce da far valere è il lavoro. Orbene. al pari di tutte le

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