Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 24 - 31 dicembre 1909

RIVISTA POPOLARE 647 rivista gratis da oggi a tutto Dicembre 1909 a quanti pagheranno anticipatamente l' abbonamento per l' anno 1910. Concedian10 pure degli abbonamenti di saggio bin1estraJi per lira una. + Parole fiere e f'attl remissivi del Miniate• ro Sonnino. - La Camera si chiuse senza che il nuovo Ministero abbia chiesto un voto per chiarire la propria situazione. Chiarirla era necessario dopo le dichiarazioni degli onorevoli Lacava e Ciuffelli sulla proposta Pantano di rinvio agli Uffici anzichè alla. Giunta del bilancio del disegno di legge sul rimaneggiamento dei ministeri, mercè cui la marina mercantile dal ministero delle Poste e Telegrafi è passata sotto il dominio della Marina da guerra. Era necessario chia• rirla perchè le parole dei rappresentanti della maggioranza giolittiana , specialmente quelle dell'ex ministro delle Finanze, suonavano umiliante protezione e tutela. L' on. Sonnino ha creduto di potersi contentare di un discorso che per la sua sincerità e per una certa fierezza produsse una eccellente impressione nella Camera su tutti i settori, compreso o meglio sopratutto. in q~ello della Estrema Sinisfra. Le parole, però, restano sempre parole e sono femmine , mentre i fatti sono maschi. Ora se le parole dell'on. Sonnino furono fiere i fatti le smentirono; poichè egli invece di armonizzare questi con quelle chiedendo un voto esplicito, preferl rimanere nel limbo si!lo alla riapertura della Camera, cioè al 10 febbraio. Ma allora sarà forse mutata la situazione? Creiere di poterla mutare collu presentazione di qualche buon disegno di legge è una vera ingenuità, perchè la. maggioranza. giolittiana rimane qual'è e l'attitudine della Est,rema sinistra e della Sinistra democratica non può mutare. Spera forse convertire quest'ultima assegnandole il portafoglio di nuova creazione? L'ipotesi non è seria, dopo che essa ne respinse parecchi durante la formazione del ministero. Quello che pensi la maggioranza giolittiana, essa lo ha fatto comprendere coll'ostentata e insolita dimostrazione fatta al suo Capo nello allontanarsi da Roma. In un modo solo potrebbe ridurla a migliori propositi: facendo balenare agli ascari la prospettiva delle nuove elezioni e facendo comprendere loro con particolarità che Sonnino persevererà nei metodi elettorali di Giolitti. Ma nessuno crede alla possibilità di ele~ zfoni J.,rossime essendo noto che il Re non vuol saperne; é noi, che dell'attuale ministro dell'interno abbiamo molta stima. per la sua rettitudine personale, ci rifiutiamo a crederlo capace di continuare nel sistema dei mazzieri. RestR perciò il ministero nuovo nella situazione definita. dall' on. Coma.udini nella Ragione col paragone del commerciante, che domanda la moratoria. Questa non poteva negarsi; la. giustificazione, che si dava nei corridoi della convenienza di non negarla. era. già un offesa atroce: uessuno, si diceva, vuole macchiarsi di un infanticidio, · Noi reputiamo che se l' on. Sonnino, possedesse il fiuto delle situazioni politiche dopo il suo discorso avrebbe potuto riuscire e ra0lmolare una maggioranza tra gli onesti di tutti i banchi; e moltissimi ne avrebbe raccolti anche nell' Esfrema sinisfra tra coloro che vogliono purgarsi dt1.ll'accusa di segreto giolittismo su cui tanto insiste l'on. Ferri; e non gli sarebbero mancati quelli dei deputati , che ad ogni costo vogliono evitare la possibilità di un ritorno dell' on. Giolitti. Ma l' on. Sonnino per evitare l' errore commesso nel 1906 provocando un voto intempestivo su di una minuscola quistione di procedura, ne ha commesso uno in senso opposto contentandosi di rimanere nella umiliante condizione di ministero protetto o tollerato dai propri avversari , senza nemmeno la prospettiva di poter mutare le proprie sorti c0n un grande avvenimento quale sarebbe stata la conversione della rendita preparata. già dall'on. Luzzatti nel mini'!tero dei Cento giorni. In ogni modo noi che riteniamo oggi come lo rite• nevamo nel 1906 , l' on. Sonnino dotato di non roche buone qualità; noi che restiamo al di fuori delle scherma.glie tra destra, centri, e sinistre di ogni sfumatura da quella dell' on. De Bellis ali' altra più rispettabile degli onor. Martini e Finocchi aro-Aprile, auguriamo al ministero , che durante le vacanze possa sapersi meritare la fiducia di tutti gli onesti, facendo il bene del paese e che al!a riapertura della Camera trovi il coraggio .e l'occasione di provocare un voto chiaro ed esplicito. Tale voto gli auguriamo favorevole. + Ancora contro gli Italiani e l'Italia lo Austria. - La Zeit, pochi giorni fa, a proposito del nuovo gabinetto che si prevede di carattere slavo, annunziava con dolore che la importanza della nazicnalità tedesca ne[l' Impero è finita : a quest:,o e grido di dolore ,. della Zeit fanno riscontro il seguente manifesto pubblicato dalla Direzione della e Associazione Patria di Trieste ,. e la mancata adesione dell' Austria alla Esposizione pel cinquantenario del nostro risorgimento. Questo, il manifesto: « L'ombra dell'interdetto politico aggela. la vita degli italiani sotto tutte le forme: inutile il commento dove i fatti dimostrano. e Non ci è dato di scrutar con certezza nella mente dei governanti l' intenzione occulta che i molteplici fatti coordina in un solo disegno. · e Forse con l' afilizione degli italiani soggetti ali' impero si risponde per vie oblique a qualche movimento dell'anima italiana; forse si risponde ai riottosi parlamentari slavi di Vienna, che diffidano delle promesse e chiedono la prova e l'ostaggio. e E' d'uopo cercare al preseute rigore cause remote poichè non certo fummo noi a provocarlo. e Dalla coscienza di ciò o cittadini , nasca in voi una forza serena, che vinca lo stupore di quanto avviene e si prepari ad affrontare il disagio di una lotta civile in circostanze più a.spre. e Sopra di noi e sopra la politica, che vigila, proibisce reprime spegne, si irradia, nel consenso spirituale di tutti gli uomini, la civiltà dùll'epoca nostra. e Non vi sono per essa popoli picco I i e grandi, po• poli da afiliggere e popoli da esa}tare, vi è soltanto il diritto di tutti a godere nguaglianz L di libedà. « Chi di questa non è assicurato, lotta per e3sa con tutte le energie del suo pensiero; e lotta fino- a che ottenga. e E le sue lotte si consegnano alla storia. e Memori delle inascoltate proteste che di qoi mossero nel passato, noi non parliamo ai potenti; noi volgiamo una parola di fermezza e di conforto al popolo italiano di queste terre , che uei rinnovati dolori non si accascia, ma guarda, di là dal nembo, alla ci viltà dei tempi e comprenda che la sua nazionalità e indistruttibile e la sua libertà è sacra •. Quanto alla Esposizione, festa della nostra Nazione, i nostri cari alleati osservano che non hanno quattrini per costruit·e il Padiglione austrhco, e che quindi la adesione fatta tempo fa dall'Impero di ·FrcJ.ucescoGiuseppe, sarà puramente platonica ; come è, del resto, più che platonica l'amicizia austriaca per gli Italiani. E si capisce: fedeli e devoti figli del papa e di preti essi non possono amare sinceramente l'Italia fatta una e nazione a dispetto di papi e di preti. Soltanto s~ rebbe bene che , alla Consulta , si faces➔e tesor· questi piccoli significantissimi fatti.

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