Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 23 - 15 dicembre 1909

RIVISTA POPOLARE 625 numerosa sinistra, lasciando da parte i vari De Bellis ed acquistando solidità - preferì in ultimo di acconciarsi coi gioli ttiani contro i quali aveva furiosamente battagliato e dai quali era stato sbalzato crudelmente di sella in maggio 1906. Egli che godeva fama di fierezza oggi non è che il protetto dell'on. Giolitti, non potendo contare nè sull' Estrema, nè sulla sinistra democratica; non gli restano che la Destra e il Centro che non sono abbastanza nume rose da fronteggiare le Sirtistre riunite. E al Centro siedono i Cornaggia e C.i che del resto possono perdonargli di avere esclusa la puntarella del Tittoni in grazia della marcata sua fobia verso l'anticlericalismo. Ci sembra che ce ne sìa abbastanza pèr conchiudere che l'on. Sonnino esce diminuito moralmente e politicamente da una crisi che egli ha risoluto materialmente e politicamente da vincitore. Ma a nostro avviso temiamo che ci sarà di peggio se il programma che esporrà il nuovo ministero il giorno 18 conterrà le dichiarazioni che sono state anticipate dal Giornale d'Italia. Ivi (N.0 dell' 11 dicembre) si legge che nel programma sulla politica speciale del nuovo ministero ci sarà la riforma tributada; cioè si ritenterà quella commedia, di cui i contribuenti pagheranno le spese, se si permetterà la rappresentazione sino all'ultimo atto. Ma ci potrà essere di peggio , ripetiamo: in tale programma è detto, infatti , che nella politica ecclesiastica si difenderà la laicità dello Stato per arrivare alla netta dijferenz.ione fra liberali e clericali. E questo sarebbe troppo. Ricadremmo nell'equivoco, nella ipocrisia , nella menzogna. Se tali dichiarazioni cl saranno nel programma ufficioso del nuovo ministero non potranno essere che menzogna, equivoco ed ipocrisia. In verità si crede che a distanza di pochi giorni si sia dimenticato che ogni trattativa coll'onorevole Martini e coll'on. Finocchiaro Aprile venne rotta precisamente perchè non si volle esplicitamente assumere il compito di difendere la laicità dello Stato e di differenziare nettamente liberali da clericali r + 4° A noi non piace fare i profeti; e la professione di profeta è poi assai incerta quando la si deve esercitare nella politica parlamentare italiana. Noi, perciò , non arrischieremo previsioni sulla durata del nuovo ministero Sonnino. Alcuni lo dicono nato-morto; altri predicono vita lunga e abbastanza tranquilla. Noi non riteniamo improbabile, che esso viva molto di più che non credano i pratici di Montecitorio e che esso viva pei timori e per le speranze di moìti. Qualche frazione dell'Estrema sinisl'ra temerà il ritorno del giolittismo; i clericali temeranno l'avvento di un ministero sinceramente anticlericale; l'antica maggioranza giolittiana non vorrà perdere, con qualche imprudenza, l'opportunità di riassumere il potere. Per tutti il secondo ministero Sonnino potrà essere un comodo pis aller. Pei conservatori è e dovrebbe rimanere l'ideale; ad essi infatti con Sonnino, Salandra, Arlotta, Rubini, Guicciardini è stata assicurata la fetta più ghiotta dalla torta ministeriale. Ma sia breve o lunga la vita dell'attuale gabinetto noi siamo sicuri, che l'on. Sonnino ad una cosa sola non verrà meno : alla corretta amministraz.ione ddl' in terno promessa come un punto del programma di politica generale del Ministero. Questa corretta amministrazione è il deside1·atum capitale per la Sicilia e pel Mezzogiorno. Sidney Sonnino nell'insuperato libro sui Contadini in Sicilia nel 1876 scrisse: « Quel che trovammo nel 1860 dura tuttora. La « Sicilia lasciata a sè troverebbe il rimedio : stanno « a dimostrarlo molti fatti particolari e ce ne as « sicurarono l' intelligenza e l' inerzia della sua « popolazione, e la immensa ricchezza delle sue « risorse. Una trasformazione- sociale accadrebbe « necessariamente, sia col prud.c::it~ concorso della <e classe agiata, sia per effetto di una violenta ri- <c voluzione. Jvia noi, italiani delle alt1·e provincie , cc impediamo che tutto ciò avvenga; abbiamo legalinato e /' oppressione esistente ed assicuriamo l' impunità e all'oppressione >. « Nella società moderna ogni tirannia de_lla le- <c galità è contenuta dal timore di una reazione « all'infuori delle vie legali. Orbene in Sicilia, colle <e nostre istituzioni, modellate spesso sopra un for- « malismo liberale anzichè informate ad un vero « spirito di libertà, noi abbiamo fornito un mezzo « alla classe opprimente per meglio rivestire di <e forme legali l'oppressione di fatto che già prima « esisteva, coll'accaparrarsi tutti i poteri mediante <e l'uso e l'abuso della forza, che tutta era ed è in <e mano sua; ed ora le prestiamo mano forte per cc assicurarla che, a qualunque eccesso spinga la « sua oppressione, noi non permetteremo alcuna « specie di reazione illegale, mentre di reazione legale << non ve ne può essere, poiche la legalità l'ha in mano « la classe, che la domina ». Ciò che allora scriveva Sonnino per la Sicilia si applicava a capello a tutto il mezzogiorno d'Italia. Non noi affermeremo che trentatre anni siano passati invano e che non si siano attenuate le tinte di quel quadro: le esplosioni dei Fasci; tanti tumulti scoppiati quà e là nel mezzogiorno e in Sicilia e le relative consecutive inchieste e discussioni parlamentari; le organizzazioni socialiste per quanto improntate spesso ad un socialismo bastardo; l'emigrazione che ha reso ricercata e preziosa la forza di lavoro; tutti questi fattori hanno migliorato di molto la situazione. Ma into resta ancora a fare è molto rispetto alle am ,i.strazioni locali e ai metodi elettorali. che si seguono ·uttavia nel mezzogiorno e in Sicilia, come se fossero paesi di conquista da sfruttare politicamente senza ritegno e senza pudore. L'interpellanza di Ettore Ciccotti sulla solidarietà tra Giolitti, Schanzer e Peppuccio Romano; le cpndanne dei Delegati di Pubblica Sicurezza di Caltagirone, Bari e Girgenti per le elezioni di Militello, Licata e Gioia del Colle, per attenerci soltanto a fatti recentissimi, di palpitante attualità, bastano a giustificare pienamente le nostre affermazioni. Ora su questo terreno noi siamo fermamente convinti. che l' on. Sonnino non verrà meno alla sua grande rettitudine personale, ai suoi precedenti - anche recenti, ed a noi noti, del suo ministero dei cento giorni-, al grande in:eresse italiano di ordine veramente superiore, di vedere stabilir~ nel mezzogiorno e in Sicilia quell'ordine vero, che deve avere per base fondamentale la legalità sostanziale - non quella denunziata da lui stesso come una laida e pericolosa contraffazione-, che può condurre ad una sana educazione politica. L'on. Sonnino può senza alcun pericolo assolvere questo compito perchè, fortu ~atamente, esso sino a questo momento non implica nè il clericalismo, nè l'anticlericalismo, che sono le sue bestie nere del presente quarto d'ora. Il risanamento politico-amministrativo della Sicilia e del Mezzogiorno, se non iscompagnati dagli aiuti economici - che spesso non sono altro che doverose restituzioni - che incominciarono sotto il ministero Zanardelli, che continuarono sotto i due ministeri Giolitti - e sarebbe ingiustizia e ingratitudine dimenticare sopratutto la legge per Napoli del 1904; - l'accoppiamento di questi due or-

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