622 RIVISTA POPOLA RE follia, la ferocia di pochi politicanti posso~o s~at~nare la guerra civile. E queste sono le comphcaz10m che si preparano nell'America del Nord e del Sud, e ne vedremo a breve scadenza gli effetti. • La lotta contro la m.alarla.-I ricchi signori del Mezzogiorno , ad eccezione di Giustino_ Fo_rtunato hanno poco aiutato la Società contro la ma.lana ~1Homa! a cui presiede l'on. Celli; e ciò con danno proprio e degh uomini, che lavorano e vivono grami e malaticci sulle loro terre. Contro di loro sono inutili le rampogne: essi non sentono che l'incendio, la distruzione , le jacqueries; e ne sono meritevoli. Altrove si ris~ontrano cittadini che sanno fare ben altro uso della ricchezza, quantunque non vi siano stimolati da alcun interesse personale , diretto. A ciò abbiamo pensato leggendo che il Conte Giuseppe Visconti di Modrone, compreso della Importanza del problema malarico , ha stabilit~ che la e lstit,uzione Visconti di Modrone •, da lui stesso fondata e mantenuta, abbia a portare il proprio contributo nella lotta contro la malaria. Ha perciò istituita una Cattedra Ambulante cont1-o la malaria avente per ìscopo di concorrere in una o più zone malariche : a) alla diffusione delle norme igieniche e dei mezzi meccanici preventivi ; b) 8:lla distribuzione gratuita di chinino preventivo e curati:v:o ai poveri ; e) alla intensificazione delle culture bomficanti. La Cattedrà volgerà l' opera propria ove crederà meglio, e tutte le spese saranno sostenute dal Fondatore. Il direttore della Cattedra nel dare di ciò notizia ha invitato le Autorità, gli Istituti di beneficenza,. le Società e i privati risiedenti in luoghi malarici a dire se sono disposti ad aiutare la Cattedra nell'opera b~- nefica, richiamando inoltre l'attenzione di essa sui bisogni speciali della loro plaga. Noi lodiamo altamente la nobile iniziativa. e non c'illudiamo che essa trovi imitazione nel canagliume dorato, che le ricchezze profonde nelle case da giuoco e colle cocottes; ma ci affrettiamo a dare P indirizzo della Istituzione a coloro che volessero trarne giovamento. Si rivolgan-o alla Direzione dell'Istituzione Visconti di Mod1·one a Grazzano-Visconti (Piacenza) o a Milano, Via Cerva 44. + I sulofdl In Russia. - Il dott. Ibankow nella Crnnaca russa della Biblioteque Universelle dà delle notizie veramente allarmanti sull' incremento del suicidio in Russia , quale risulta dalle cifre delle sue maggiori città : 1904 1905 1908 Pietroburgo . . . . 427 354 969 Mosca . . . . . 210 200 576 Odessa . . . . . 224 256 642 861 810 2,187 Ciò che impressiona maggiormente è l' età dei suicidi. Sono numerosi i ragazzi e le ragazze di 15 a 16 anni , che stanchi della vita si suicidano. Il fenomeno si attribuisce all'alcoolismo; perciò in un recente congresso monastico l'Arei vescovo Nickon propose che agli altri voti i novizi dovevano aggiungere quello di astenersi dagli alcoolici. Il superiore di un convento dichiarò che tutti i suoi monaci si ubbriacavano e quando egli consigliò di sostituire il the alla vodtkala bevanda alcoolica nazionale russa-non venne ascoltato. Venne del pari respinta la proposta dell'arcivescovo Nickon. NOI + Alessandro Fortls. - Poche parole diremo di lui perché la stampa quotidian3: ne ha. lun~ame?t~ parlato. Non abbiamo vcdu_to rw?rdato 1 ~uoi pr1m~ passi nella politica: fo fra 1 pochi studenti moderati nell'Università di Pisa. Ma Men tana e l'ambiente repubblicano di Forlì lo frasformò; sicchè nel 1875 lo troviamo nel famoso convegno di Villa R11ffi, dove con Saffi e parecchi altri venne arrestato. . . Da repubblicano non militò tra gli intrans1gent1 ; perciò nel convegno di Genova nel 1876 sostenne la partecipazione dei repubblicani alle urne e. al Parlamento e si distaccò dalla maggioranza che d1 tale partecipazione non volle saperne. . .. Entrò alla Camera nel 1880 e fu da pnnc1 pio tra i repubblicani che ancora non si erano distinti in gruppo separato. Qualche suo discorso fu taglient~ contro la monarchia e di lui Giovanni Bovio in Uomini e tempi, se la memoritt _nonmi tradisce, ricordò il profilo di Cassio. . . Poscia a poco a poco si intiepidi sino al gior_no m cui rispose al Vieni meco ! di Crispi accettando il posto di Sottosegretario di Stato de gl'Intemi. Fu opera sua il _viaggio di Re Umberto nelle Romagne, dove_le accoglienze furono cortesi e non turbate da alcuno 1_ncidente in compenso della grazia accordata ad Amilcare Cipriani. . . Allora in quelle cortese accoglienze e nel passagg10 di Fortis alla fede monarchica si volle vedere la conversione nello stesso senso dellfl Romagne; ma queste restarono repubblicane o si accentuarono_ in senso ~ocialista. La miglior risposta la dette 1_1suo antrno Collea-io di Forlì che lo abbandonò sostituendolo con Anto~io Fratti rimasto di fede repubblicana mazziniana incrollablie sino alla morte eroica sui campi di Domokos. Il sentimento monarchico in quindici anni cancellò talmente l'antica fede repubblica, che quando uccis? Cavallotti in questa Rivista pubblicai una lettera di quest'ulti~o, che provava le sue inti_me relazio_ni con Di Rudini, fu tra quelli che maggiormente s1 sca?- dalizzarono pel fatto che un ministro della monarchia se la intendesse con un repubblicano, dimenticando che Crispi se la intese con lui ch'era stato tanto repubblicano quanto Cavallotti... . . Durante le lotta della Banca romana fu tra 1 più fedeli a Giolitti ; e , fu ministro di agricoltura e commercio sotto Pelloux; divenne presidente del Consiglio dopo ~e ~lez_ionidel :904 q ~a~d~ la nevroastenia ... ferrov1ana indusse l on. G1ohtti a dare spontaneamente le dimissioni. Cadde in seguito alla presentazione del modus vivendi commerciale colla Spagna. Da sottosegretario di Stato, da ministro e da Presidente del Consiglio l'opera sua fu as1:iolutamente negativa e servì soltanto a mettere in evidenza schiacciante la propria impreparazione tecnica e la s~a profonda ignoranza nelle qu..estioni economiche. 81_ ?eve ricordare però la sincera promessa fatta da m1111stro , ' d . dell'interno d'indagare scrupolosamente su 1 un eccidio avvenuto in provincia. di Lecce e di punire severamente i responsabili. . Come or~tore politico, però, fu sempre emmente. Alessandro Fortis veniva alla Camera, ascoltava attentamente gli oratori; assimilava, cr_iticaya e in ~ul fi1;1ire della discussione parlava breve, smtetico, lumdo, snnpaticissimo ed ascoIta to. Scosse profoudamen te la Camera la ravvivò l'eccitò come con una iniezione ad alta dose 1 di caffeina' col suo discorso sulla politica estera del 3 dicembre 1908. Quel discorso vibrante di patriottismo veramente sentito si chiama oramai il canto del cigno di Alessandro Fortis. Peccato che i~ _su~ voto in contraddizione col discerso e le sue restnz10m mentali de11'indomani gli tolsero il valore ed ogni efficacia come fn ricordato in un articolo della. Rivista
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