Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 22 - 30 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE 597 nanziario complessivo di . il quale diminuito dall'avanzo figurarativo delle Partite di gire in. riducesi a Queto proviene dai dati seguenti: L. 191,030,850 • 190,850 L. 190,840,000 Avanzo della categoria dal ml)vimento dei capitali, propriamente dette . L. 3,938,090,000 disavanzo della categoria omogenea ddle costruzioni ferroviarie . • 628,590,000 avanzo del complessivo movimento dei caoitali. . . . . . . . . disa va~zo effettivo della categoria delle entrate e Fpese effetti ve Avanzo finanziario complessivo " 3,309,500,000 • 3,118,660,000 le suddette . L. 190,840,000 Come scorgesi, questo avanzo complessivo proviene · dall'ingente avanzo del movimento dei capitali; e perciò dobbiamo ritenere che effettivamente abbiamo invece, come risultato fiuale, un ingente disavanzo, cbe dovrebbeessere appunto quello della categoria delle entrate e spese effettivf', accertato in lire 3,118,660,000. Diciamo dovi·ebbe essere, perchè, analizzando severamente, effetti var:nente non è quello che sembra essere stato accertato. Imperor,chè questo deriva dal grave errore di avere compt·eso fra le spese effettive molte uscite, cl.te appartengono invece alla categoria del movimento dei capitali, la quale normalmente, secondo l'indole sua, dovrebbe chiuderdi al pareggio, e non già coli' ingente avanzo suddetto. Discutiamo questa grnvc circostanza. Spese effettive deli' esercizio non pòssono considera1·si, che q nelle soltanto, che riguardano i bisogni del solo eserc!zio, cui riferiscesi il bilancio, come del pari praticasi per le entrate effettive, che sono appunto le rendite, che provengono dalla dinamica di quel solo eserc1z10. Le spese, che riguardano anche, od unicamente, i bisogni di alcuni esercizi successivi, o di tutti gli esercizi futuri, non possono attribuirsi a quell'esercizio soltanto. Nel primo caso· si deve contrarre un debito redimibile ; e ad ogni esercizio interessato si deve attribuire la quota di ammortamento coi relativi interessi. Nel secondo caso si deve 0ontrarre un debito perpetuo; e ad ogni esercizio si deve attribuire la somma annuale dei relativi intereisi complessivi. Sì nell'uno, che nell'altro caso, q ueRte spese devono comparire nella categoria del movimento dei capitali, pe1·cbè questa dovrebbe, razionalmente, intendersi la Categoria delle Entrate e delle [!scite per gli esercizi futw·i; ~d appunto in questa categoria compariscono fra le entrate i relativi debiti contratti, unicamente e precisamente, nell'intere3se dEigli esercizi futuri. Ammesso che i debiti redimibili del primo caso fossero stati già estinti nel periodo 1862-1908, le relative quote di ammortamento, spettanti alla 1a categoria, sarebbero state quelle stesse, che già anticipatamente .furono comprese fra le spese effetti ve dei suddetti esercizi. E perciò questi debiti non influiscono più sull'avanzo o disavenzo finale già accertato per l'e~erèizio generale, ossia. per la somma degli esercizi precedenti· Fermiamoci perciò, soltanto, al secondo caso. Le spese, che pur riguardando tutti gli esercizi, sono state comprese fra le spese effetti ve dei rispetti vi esercizi, in cui sono state fatte, sono quelle degli a_cquisti e delle costruzioni immobiliari, e quelle delle guerre g11erreggiate. Dovrebbe essere indiscutibile che tutto ciò, che va ad aumentare comunque il patrimonio dello Stato, non debba comprendersi fra le spese effettive dell'esercizio in cui avvengono. E per lo Stato dovrebbe com1iderarsi, (senza distinzioni di specie ài demanio) che costituisca il patrimonio tutto ciò che lo Stato possiede, per rica.va.rne una rendita, ovvero un comodo, che pei pubblici servizi spesso eqnivale a più che una rendita; e ciò anche indipendentemente della considerazione che spesso il comodo rende un servizio più utile che la rendita. È vero che ogni esercizio consuma una parte di alcuni di questi beni; ma ciò significa, che ad ogni esercizio debba attribuirsi, oltre gl' interessi del denaro procuratosi, le manntenzioni e le rifazioui necessarie al mantenimento del primitivo valore dei rispettivi elementi patrimoniali. Oggi si ritiene che le uscite riguardanti gl' immobili èello Stato, producenti comodo e non rendita, (ancorchè formino parte dei relativi inventari) si debbano comprendere fra le spese effettive. Ciò è ingiusto; e le conseguenze finan:t;iarie aono gravissime, se si considera, che cosi si possono impiegare miliardi e miliardi, tutti a carico degli esercizi, che meno li abbiano goduti. Questo grave errore ammini1.-:1tratvio dovrebbe -correggersi nell'avvenire. Intanto deve farsene una correzione sommaria, ed approssimativa a favore degli esercizi già trascorsi. Questa cerrezione diminuirebbe di un miliardo, per lo meno, il carico e perciò il disavanzo della ia categoria del Bilancio, la quale inoltre è stata privata del provento delle somme ricavate dalle rivendite di materie, che da esse erano sta te acquista te. E veniamo adesso ad un altro immenso aggravio dato indebitamente alle 1a categoria medesima, in rapporto alle spese fatte nell'io teresse di tutti gli esercizi. Discorriamo dèlle spese straordinarie per le guerre, nazionali guerreggiate, e per le colonie. Le guerre guerreggiate e le colonizzazioni 11011 possono sostenersi a carico dei soli esercizii, in cui si avverino, mentrechè del relativo beneficio, o danno nazionale, se ne risentono anche gli esercizi futuri. La fine di queste imprese può es~ere: a) aggiunzione di nuove provincie, con o senza · indennità dovute al nemico; b) perdita di alcune provincie con o senza inden- , nità proveniente dal nemico; e) conservazione· dello statu quo, con o senza indennità pecuniarie da pagarsi o da l'iccver:ii. Nel primo caso la spesa netta complea~iva rappre•

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