612 1'.IVISTA POPOLARE nelte e sulle bocche dei cannoni la libe,rtà entro il muro chinese dell'Europa centrale, non vollero vedere il significato dell'avvenimento di Racconigi. Parlarono di un successo apparente di Iswolski citando in appoggio. i commenti degli ufficiosi romani che riconoscevano graziosamente l'esistenza della Triplice e si accontentarono di fare dell'ironia sulle straordinarie misure poliziesche e di aprire ancora una volta il libro dei peccati dello Czar. E' vero che imperando Nic0la I[ scorre sangue e si compiono vergognose gesta di polizia più che sotto qualsiasi suo predecessore. E' altrettanto vero che la più antica nazione civile s'è attaccato al suo carro di trionfo, che gli implacabili repubblicani italiani anco:-a fumanti d'in - dignazione per la morte di Ferrer hanno fatto omaggio allo assassino coronato, che la repubblica francese si stimò for" tunata dr poter salutarlo nel suo viaggio di ritorno e che la stampa inglese sempre pronta a sfruttare affaristicamente ogni errore, s'intonò al coro dell'amicizia Italo russa. Le forche di Varsavia, OJessa e Siberia e le fucilazioni amministrative aembr:a non commovano troppo la civiltà occidèntale, spesso pronta ali' indignazione. Ciò non toglie che si continui a chiamare il tedesco, malgrado i 3 1/4 milioni di socialisti ed il Semplicissimus, un popolo di sudditi e che i fogli repubblicani ·d' Italia fra i di• tirambi di Nicola I[ scrivano della mano di Francesco Giuseppe stanca di firmare condanne di morte come se v:vessimo nel 1849 invece che nel 1909 ed il suffragio uguale e diritto e le t:lezioni sottratte all'io flusso governativo avessero stanza t1ell' Italia meridionale ed in Sicilia invece che in Austria. Da due decenni l'albero francese della libertà s' è piantato accanto alla forca russa; v'è qualcuno che·· ~bbia diminuito la fede nella sua forza rivendicatrice ? I giorni di Rcconigi pure non svegliarono gl'interessati. Non portarono del resto nulla da meravigliarsi. Da oltre dieci· anni la Triplice è una menzogna convenzionale. Ovunque una questione internazionale divide i Gabinetti europei, l'Italia prende posizione contro le potenze cc ntrali, a Creta come al AlgesiraR, nella ferrovia del Sangiaccato. come nei" conflitto serbo. La quadruplice Alleanza si disegnò già nella questione di Creta. Dal giorno che Visconti Venosta ·ristabilì ' intesa amichevole colla Francia nessuno crede più che l'l• talia in caso di conflitto armato compaia al fianco degli alleati; 1 da quattro anni è evidente che gli armamenti d'Italia sono diretti contro l'Austria. Gli italiani non nascondono neppure i loro sentimenti. Da un pezzo non soltannto gli italianissimi pariano dei/rate/li irredenti del Tirolo italiano e di Triestl!, della signoria sul mare nostro e della presa di possesso politico ed economico dell'altra riva e precisamente dell'Albania. I fogli go vernativi tengono in forma più prudente lo stesso linguaggio. Fra i ministri degli Esteri degli ultimi 10 anni , si trovano uomini , come Prinetti, De Martino, Guicciardini, San Giu. liana che prepararono la via. La maggior parte conservarono la correttezza della forma; più di tutti Tittoni che tenne un discorso in difesa della Tri plice nei giorni burrascosi dell'annessione di Bosnia ed Erze - govina, quando Fortis parlò cosi forte e minaccioso. Ora questo ultimo amico della Triplice concordò con Iswolsk il viag. gio dello Czar. La scena avvenuta ad Udine 5 anni fa quando i gitanti triestini si recarono a dimostrare sotto il balcone di Vittorio Emanuele che uscì a salutarli, parlano già altrettanto chiaramente. Il gabinetto romano aspetta l'ora; esso sa che la minore preparazione delle truppe italiane ;mò essere controbilanciata soltanto dal sentimento collettivo di un grande scopo nazionale. Il che è quasi raggiunto. L'Ausfriaco, il Tedesco è il nemico. Se si dovrà partire in guerra certo sara contro di loro. Certo il viaggio dello Czar non può rimeJiare agli insufficienti armamenti d'Italia e alla disorgnizzazione ctell' esercito Russo. Ma il viaggio ha soltar:to scopo di preparazione. Il viaggio dello Czar incoraggia le tendenze antitriplicista. E' questo è ancora il meno. E' già di magj!"iore importanza il fatto che facilita il giuoco dell' 0 Iiatia nei Balcani, importanza massima il completamento del!' opera della politica inglese. Gli intc:ressi del!' Italia, le aspirazioni russe e degli slavi del Sud trovano nuovi punti di appoggio. Inoltre la Francia è indotta a lasciare la posizione riservata assunta dopo Tschusima. E non si può dunque psrlare d' un successo apparente di Iswolwj. Il più strano è che il contrasto italo austriaco vien considerato come inevitabile e come minaccia di guerra per l'avvenire, ancor più che il contrasto tedesco-francese e tedescoinglese. Le simpatie sono quasi senza eccezione dalla parte del!' Italia. Non per. sentimento di giust;zia e per riconosci• mento d1 nazionalità. In Corsica, in Mo.lt!! anche nell'Alsazia questa concordia è ben lungi dal verificarsi. Gli italiani gri• dano da anni uniti, instancabili ai loro diritti su Trento e su Trieste e sull'altra sponda e la loro causa è guadagnata presso l'opinione pubblica franco. inglese-russa. Eppure uno sguardo sulla carta mostra che l'Adriatico è I' unicq via aperta verso il Sud per i popoli dell'Europa centrale o che lo sviluppo delle coste ed il corso della vita economica ipingono I' Italia verso il bacino mediterraneo occidentale. Ai tedeschi si addebitano fantast;ci pian.i di Draug nach Asten,· francesi, italiani, inglesi non conquistano, non opprimono, essi penetrano pacificamente per diffondere la civiltà. Gli italiani in Corsica e a Nizza vengono francesizzati; a Malta i! governo inglese nega ogni diritto alla lingua italiana; gli italiani non si commuovono; al più qualche giornale rimprovera, Gli in·edenti sono esclusivamente gli italiani dell' Austria , se anche furono rispettati i diritti della loro lingua e se fu loro riconosciuta, a T1·ieste , Go1·i{ia , Gradisca , una posi· zione preponderante, come ai Tedeschi in Moravia. Specialmente in Trieste la signoria degli italiani è per quanto si può prevedern garantita dal suffragio elettorale malgrado I' immigrazione slava. Invece a Tunisi la •lingua iialiana dominante prima della occupazione mm fu dai francesi rispettata. Con tutto ciò gii italiani d'Austria figurano in tutto il mondo come oppressi. Colpa di tutto ciò e l'insufficiente sentimento nazionale dei tedeschi e degli austriaci. Nessuno può pensare in Francia , Inghilterra o Italia, a distaccarsi dalla compagine statale; invece l'Alsazia Lorena per i francesi, la Prussia orientale per i Russi, anche la tedes:a Danziga per il futuro Stato Polacco son oggetto di sogni di conquista. E' naturale che questi si sfrenino più liberi sulla variopinta costituzione dello Stato austriaco. In Italia il rapido fiorire di una potente industria nelle re· gioni nord-ovest, il moltiplicarsi delle vie di comunicazioni attraverso la Svizzera, Genova che è per superare Marsiglia tutti i porti .occidentali che aumentano celermente il loro traf fico, l'amigrazione e l'esportazione che da essi diramano, sono in grande contrasto collo stagnare di Venezia, Brindisi,· Rimini e colla politica che converge la sua attenzione sul mare Adriatico. Questo assurdo contrasto si spiega collo scacco di Tripoli. Dopo il 70 l' Italia poteva partecipare al dominio del Mediterraneo. Operai e commercianti siciliani emigrali a Tunisi avean preparato la base economica. Il momento consiglia va, A ndroissy e Bismarck al Congresso di Berlino suggerivano, la Francia non si sarebbe opposta per tema delle potenze centrali vittoriose. Non si osò. Il caso de la storia, la tradizione savoiarda-piemontese avevan lasciato il senso di una superiorità francese. Cavour non trovò un
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