598 RIVISTA POPOLARE senta il valore dei nuovi beni a.ggiunti al demanio dello Bta to. Nel secondo e nel terzo c~so la spesa complessiva rappresenta il soprapprezzo pagato pcl rima!:lto demanio dello Stato. Per q 11este considerazioni le spe8e saddette debbono essere tutto a carico del movimento dei capitali, per la medesima ragi~ne che alla sua entrata compariscono i debiti contratti pel medesimo scopo. Ogn_i esercizio fa già abbastanza, quando sopporta il peso degli interessi annuali del debito pubblico consolidato, contratto per le suddette finalità. E poichè noi tutte q neste spese le abbiamo caricato sulla prima categoria; la relativa doverosa correzione ne jmpcne il discPrico, che non può essere minore di due miliardi, se le sole spese per la colonia africana superano già i seicento milioni, che sin'oggi ne rappresentano il prezzo di costo. Ciò premesso, la prima categoria, anziché disa va11zo, per lo meno, darehhe il pareggio; ed invece pareggio, anziché avanzo, darebbe la categoria del movimento dei capitali. Qnanto ciò fosse giusto, lo dimost.ra il fatto, che, malgrado l' elevatezza massima dei nostri tril)ljti e malgrado gli sforzi massimi dell'economia nazionale , noi abbiamo ancora nella- 1a categoria un ingente disavanzo, che dimostra essere impossibile che questa categoria sopporti tutto il sopraccarico infl.itttole, che spetta invece all'altra categoria, che di fatto vi ha riparato con l'indebito suo avanzo, che, inversamente e matematicamente, equivale a q.iel disavanzo. Concludendo, abbiamo dunque che se nel passato le categorie del bilancio fosse:-o state tenute, come dovrebbero essere in avvenire; noi oggi avremmo, par lo meno, non solo il pareggio finanziario complessivo; ma anche il pareggio finanziario effettivo, che dovrebbe servire di norma sicura nel governo dell'azienda pubblica dello Stato e in ispecie nei periodi delle grandi riforme finanziarie, a cui ci avviamo sotto la pressione dell' universale consenso del paese. Laonde l' ora delle riforme finaziarie in genere, e delle tributarie in ispecie, è suonata, da qualunque aspetto si considerino le nostre finanze in quest'ultimo cinquantennio. Att.endiamo che il bilancio sia migliore nella sua struttura, secondo i concetti suesposti , e seoondo le logiche riforme dell'esercizio di stato delle ferrovie. Ed allora. poi certamente vedremo molto migliorata e corretta una nuova edizione del Riass ..n to dei bilanci dal 1862 al. ...... Sic in votis nell' interesse della riforma finanziaria tanto caldeggiata! EMANUELE PISA~! Versuo~arivoluzion~ inl nilt~rra I letttori della Rivista popolare sono assai bene al corrente delle canse che stanno preparando di là dallil. Manica la viù grande rivuluzione dopo quella del 1688, una rivoluzione che, assieme con quella del 1688 e quella del 1832, equivarrà per l'Inghilterra, alla rivoluzione trancese. Noi stessi ci siamo già in queste stesse colonne intrattenuti intorno ai punti forti ed ai deboli del bilancio di Lloyd George, e su questo riguardo non abbiam da soggiungere se non che cinque mesi di di:1cussione hanno d'assai aumentatati i primi e diminuiti i secondi: ogni possibile ripercussione sul l'agricoltura è stata prevenuta; ogni ragionevole concessioue ai proprietari è stata fatta; solo in riguado alla income tax, per ragioni imprescindibili di bilancio, è rimasto un trattamento ancora troppo duro per le piccole fortune: ad es., un commerciante su 10,000 lire all'anno di guadagno paga 90 cente.:-imi per sterlina; una vedova che non abbia che la. medesima entrata. in reddito fisso (case o stabili) pagherebbe 1,20 per steriioa, e cosi pnre dicasi per chi viva su risparmi duramente accumulati. Questa cosa può certo riservar a1 liberali qualche sorpresa. Ma checchè sia di ciò1 resta il fatto che ciuque mesi di discussione nel Padamento e fuori hanno servito a rendere il bilancio immensamente pop)lare; in ogni club, in ogni _famiglia, nei restaurants, nelle public houses le discussioni sull'unearned increment, sulle imposte terriere, sulla distribuz~one della ricchezza, sulla incidenza delle imposte, sui programmi di riforma fiscale o di riforma sociale, sono all'ordine del giorno. Non sa.ranno tenute con rigore anche solo lontanamen te scientifico, ma son tenute in guisa. da lasciar Ca.pire che si sa che il paese è gi11P.toin uno dei grandi svolti della sua storia e sta per ·prendere una deci- _sione che peaerà gravemente su tutto il suo avvenire. I di3corsi di Lloyd Georga, Winstou Churchill e di Asquith sono stati distribuiti a milioni di copie e ripetute centinaia di migliaia di volte da centinaia di fonografi; il bilancio nella sua ultima edizione è stato or ora edito pure a milioni di copie; e si può esser certi che, a rigore statis~ico, non vi potrebbe essere un solo cittadino inglese non edotto della questione su cni tra breve sarà chiamato a dare il suo voto. Questa que8tione è stata ridotta ai più semplici termini pubblici: il paese si trova costretto a cre6centi spese militari e navali, e sente il dovere di crescenti spese per riforme sociali; queste sono state promesse non solo da liberali ma p,ire da conservatori e nessun partito può governare col mero programma dello statu quo; ebbene chi deve sopportare il peso di queste spese cresèenti? Certo anche il popolo deve contribuire ad esse sopratutto rinunziando a bere alcool e. ad usare tabacco; ma chi; fatta. questa. deduzione; può trovare ingiusto che tale peso prema di più- sulle spalle più ·atte a sopportarlo? O far contribuire di più i ricchi 1\lle spese pel benessere nazionale, o tassare il pane dei lavoratori e le materie prime delle industrie e dei commerci. O colpire i monopolii od esserne predati; o tassare i Lords od esserr.e tassati, o dare :e riforme o affrontare la rivoluzione; o spendere per migliorare l'educazione e la razza o lasciare che questa deperisca e soffra nella concorrenza internazionale: ecco una serie di dilemmi èfficacissimi che formano la piattaforma radico-liberale e che
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==