Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 20 - 31 ottobre 1909

536 RIVISTA POPOLARE riato si pagherebbe più cara di quella della Comune parigina; perciò consiglia di agire in modo che la battaglia futura si rh,olva in una sua vittoria, Come prepararvisi? apprendenò.o ciò che si dovrà fare per sostituire la organizzazione presente con altra ~o~ietà. Ma gli anarchici, egli dice nei Temps Noitverr.ux del 17 ottobre, 8Ì sono preoccupati sinora dell'azione - cioè: della distruzione I - ed hanno trascurato la ricostruzione. Combattere, lottare, criticare non è una ri voiuzione; ma è polvere nogìi occhi per gl'imbecill i. E la parola imbecilli l'aggiungiamo noi; il resto. è di Jèan Grave. « Per e:,sere compresi bisogna sapere ciò che si'. vnole; per trascinare gli altri si deve conoscere dove si. v11ole andare e che cosa· sostituire alle istituzioni\ presenti. Non basta che ci siano degli anarchici colti; ; è necessario ed11care le masse e prepara:-le alla grande: rivol11zione 3. Come? Ecco la ricetta dell'anarchico parigino. « Occorrono atti negativi e atti positivi per far trionfa.re l'anarchia >. « I negativi. Neutralizzare (chambarder) l'autorità e i suoi agenti; bruciare lo stato ci vile, il catasto, gli atti notarili; distrurre i confini tra le proprietà .... Ma tutto questo non basterebbe. Occorrono gli atti positivi; rioè: impadronirsi delle officine industriali e delle proprietà agricole, che non sono sfruttate dal solo lavoro di colui che le occupa; fare emigrare quelli che abitano case insalubri in case salubri vacanti e distrurre ogni immobile malsano; organizzare il funzionamento delle officine; mandare in regalo ai contadini tntti i mobili dei magazzini per interessarli alla causa del.l'ana1chia e dar loro tutti gli utensili meccanici necessari; stabilire dei rapporti tra i gruppi per un equa ripartizione dei prodotti ..... > Che cosa c'è di chiaro in tutto ciò? Qnesto tra gli atti cosidetti positivi: sarà rispettata la piccola proprietà privata - piccola cosa? - e saranno occupate le case sane, ma vuote..... Cioè: gli anarchici che avranno distrutto gli immobili antiigienici andranno a dormire alla belle ètoile I In quanto alla ripartizione dei prodotti con equità ne riparleremo q 11&11dosa premo come sarà org;-1nizza ta la produzione e che cosa s'intende per equità in anarchia. Di veramente chiaro nella ricetta di Iean Grave, c'è solo la parte che egli dichiara insufficiente: la demoliz10:10, l'incendio ..... e le bombe e l'assassinio inutile. Due amminnicoli di cui egli non parla e che sono la caratteristica degli anarchici di sola azione , che egli - sia detto a suo onore - non ammira ! + Le Università commerciali deUa Germania e l' Uuiverslta di l\lessina. -- Rr1ccomandiarno vivamente a1 nostri amic; la lettura dell'artfrolo del Me1·cure de P,rance sulle U ui versità commerciali della Germania e sulla grande e benefica inflt1enza che esse han.no esercitato sullo sviluppo commerciale di q nel la grande, nazione. Oggi più che mai desidereremmo che l'attenzione degli Italiani si ft•rmasi:ie sngli insegnRmenti pratiGi, di cose, che ci vengono di là dalle Alpi; oggi più che mai vorremmo che gli Italiani, che già vedo.no sorgere mo!te, forse tropre, 8Cuole commerciali secondarie, facessero tesoro dei consigli che i consoli francesi e lo s~rittore del Mercure de 'France danno ai propri concittadini ; e oggi più che mai sentiamo il bisogno di dare i I nostro giudizio su di un provvedimento recente, mercè il quale tra poco si riaprirà in Messina .... l'Università I Ora questo pnvvedimento che vorrebbe essere e potrebbe sembrare un simbolo della risnrrezione tanto desiderata della sventurata e nobilissima città, a noi è sembrato un errore. In Sicilia ci sono già due grandi e complete Università: quelle di Palermo e di Catania. Era di troppo, e viveva vita grama quella di Messina q11aodo la catastrofe del 28 dicembre 1908 non l'aveva colpita. tremendamente. Noi comprendiamo l' atto del Ministro Rava; egli non avrà -Voluto mostrarsi crudele ven,o i cittadini snperstiti di Messina, che reclamavano l' Univerdìtà; ma egli meglio avrebbe fatto se invece di accontentarli su qnesto punto aves:;e rièlpo-,to che prendeva impegno di farvi sorgere una grande Università com· ~merciaie , che tanto bene si sarebbe attagliata alla. ! posizione geografica di MPs~ina, alle sne tradizioni, all'indole dei suoi abitanti e che potrebbe essere di ),)vantaggio economico e di lustro non alla sola Messina, r ma a tutta Italia. i Con queste parole noi sappiamo ài addolorare non pochi amici nostri carissimi di Mes~ina.. che ei fraintenderanno; e noi non le avremmo scritto ora , dopo la immane sventura, se chi le ha dettate, non le avesse cento volte dette quando Messina bella, industre, generosa, ricca non era stata ancor1:1,colpita. Se fosse vivo Antonino Di Leo invocheremmo la sua testimonianza; per fortuna sono an ~ora vi vi Ludovico Fulci, Giuseppe Bonfiglio, l' avv. Ponz de Leon, Francesco La Maei;tra; ed essi tutti possono dire che la nostra idea è antica. La coltiviamo anche oggi , dopo la catastrofe, perchè sinceramente convinti, che una ~rande Università commerciale potrebbe contrib1ire , più cile una fabbrica: a getto continuo di avvocati, a fare ritornare Messina ciò che fu: una città ricca, industre, generosa e bella. + La concentrazione dei capitali. -Nell'otto bre scorso, tra le tante e ordiuarie geremiadi della Société d' Economie politique di Parigi avvenne una interes~rnnte discussione sulla concentrazione dei capitali. Neymarck vi affermò che quando si parla di concentrazione dei capitali nella Società di credito bisogna pensare al grande numero di persone , che pos~iedono tutti qnesti milioni e che le Società di crelit0 tendono colla democratizzazione dei valori mobiliari; Vidal difese come legittimi i monopoli che sono la con,1eg11enza delle con'lizioni economiche di un paese ; Guyot aggiunse che se si volesse impedire che i capitaii francesi s'impiegassero all'estero lo Stato incorrerebbe in una grave responsabilità e si farebbe abba~sare di molto il tasso dell'interesse; Ullmann dimostrò i grandi servizi che le Società di credito rendono al cornrnercio prendendo denaro in prestito e ridandolo anche in prestito; Manchez; infine, disse che se le Società di credito r,r0vocano le ingordigie del fisco esse non ne sono responsabili e che esse hanno il dovere di difendere il risparmio che a loro viene confidato, Il lato veramf'nte interessante della discussione sta nei dati comllnicati da Noymarck sulla divisione delle azioni e sulla ripartizione del credito accordato. e La concPntrazione dei capi tali non appartiene a porhi individui >, egli osservò. Alla fine del 1908 le 182 5GO i.>zioni della Banca di Francia erano possedute da 31.219 azionisti; dei q u;,.li 10,381 avevano una sola azione. Il Credito fondiario aveva 411216 azionisti, dei quali 8.973 possedevano una sola azione e 4,553 da 2 a 10 azioni. La Società Generale per 800,000 aziuni ha 100,000 azioni1:1ti.E non è minore la divisione delle azioni pel Credito Lyoucais. L'ammontare totale degli sconti nei grandi Istituti di credito è considerevole: 15 miliardi al Credit Lyonnais per 20,166,000 effetti; 30 miliardi per 62,449,000 effetti alla Società generale; 14 milioni 473 mila effetti al Comptoir d'escompte Nationa! ecc. Sooo cifr~ che indicano la grandiosità del movimento economico moderno; e le prime dimostrano che real-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==