Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

464 KIVISTA POPOLARE solo i tedeschi , ma tutti i popoli del mondo ( anche noi italiani?) dovrebbero venerare Arminio come loro benefattore. Poichè - asserisce l'illustre storico-se il principe dei cheruschi non avesse vinto la battaglia, non vi sarebbero oggi nè francesi , nè inglesi , nè..... americani degli Stati Uniti. E' Arminio che con la sua vittoria, ha dato loro la possibilità di assurgere a nMione. Graziosa, nevvero ? C'è qnasi da deplorare che Fallière , Edoardo VII e Taft non abbiano mandato telegrammi d'occasione al successore più o meno legittimo di Arminio: a Guglielmo II. + L'essere latini non c'impedisce di considerar le cose da un punto di vista tutto tedesco e di trovar naturale, giusto, nobilissimo l'entusiasmo che è divampato nella Germania in questi giorni per il centenario della battaglia di Teutoburgo. Riconosciamo anche noi che quella vittoria, oltre che liberare la Germania dalla dominazione romana, assicurò ad essa l' integrità. della sua lingua e dei suoi costumi. Resta a vedere se la sua sottrazione dall' influenza diretta di Roma sia stata poi tanto straordinariamente benefica come gli storici tedeschi affermano. - Chi può dire-esclama con. orrore Ludwig Frankel nelle Munchner Neueste Nachrichten-cbi può dire che cosa sarebbe divenuto della Germania se i roruani non fossero stati respinti, se i nostri padri avessero dovuto subire la sorte dei Gal li ? Si sarebLe quasi tentati di credere che .la Francia consideri come una grande sventura l' aver subito la civiltà e la lingua di Roma. Che noi sappiamo , essa si è sempre mostrata orgogliosa della sua origine latina. Comunque, se ai tedesc!ii piace d'esser rimasti tedeschi e di esaltare perciò le gesta di Arminio , noi ci guardiamo bene dal turbare la loro gioia. Ma per carità, non si esageri, non si tirino in ballo i francesi, gl' inglesi, gl' americani e forse anche gl' australiani. Tutta· questa brava gente non deve proprio nulla alla battaglia di Teutoburgo. E' pericoloso, o illustri storici, il far servire qnella vittoria teutonica a scopo di propaganda pangermanista. I maligni invece di ammirare anch'essi esteticamente almeno, la maschia figura del vostro Eroe, potrebbero rievocare i versi sarcastici d'un grande poeta e tedesco per giunta. Ricordate ciò che dice quel birichino di Enrico H eine nella sna e Germania > 'J e Se Arminio con le sue bionde orde non avesse vinto la battaglia, noi saremmo diventati romani ed avremmo un Nerone invece che uu paio di dozzine di Padri della Patria, Arminio ha vinto, grazie a Dio; noi siam rimasti tedeschi e parliamo il tedesco. L' asino si chiama « asino > e non asinus > •... Oh Arminio quanto vi dobbiamo! Ecco perchè ti s'innalza un monumento, come ben ti meriti, a Detmold. Anch' io ho sottoscritto.... per cinque pfeninge » • E' un pò' forte, non è vero? Ma non per niente Heine non ha statue nella sua patria ...... Tu l'as vòultt, George Dandin ..... GUGLIELMO SPAZlANI Sperrimentalismo soeiale Distribuzionedelle ricchezzee delle classi sociali L'ultima sessione dell'Istituto internazionale di statistica tonutosi in Luglio scorso a Parigi ha dato luogo e discussioni ed ha provocato comunicazioni interessantissime di ogni sorta. Fra le più importanti sono sta te quelle dei progressi della ricchezza. nel mondo, delle sue diverse forme, della sua distribuzione o delle classificazioni sociali, di cui il denaro è oggi l'arbitro principale. Neymarck, I. Bertillon, Kiaer, Fahlbeck ce ne souo successiva .n. ente intrattenuti. Neyma.rck è lo specialista autorevole della storia e della statistica dei valori mobiliari, la cui importanza cresce continuamente nei paesi civili. Ecco le sue concl11siooi: 1.0 Alla fine del 1908 l'insieme dei vR.loridi borsa, compresi i titoli di Stato negoziabili nei diversi mercati mendiali si valuta a 770 miliardi. 2.0 Deducendo le partite che figurano in maniera doppia la cifra sorpassa sempre i 525 miliardi. 3.0 In questi 525 miliardi, 155 costituiscono l'ama montare dei debiti pubblici europei; gl'interessi e gli ammortamenti esigono da 6 miliardi e 000 milioni a 7 miliardi all'anno; che arrivano a 14 o 15 miliardi colle spese mi] i tari. 4.0 Gl'interessi dei debiti pubblici e delle spese militari crescono annualmente e in proporzioni che si possono misurare da questo dato: il capitale dei debiti pubblici europei era di 66 miliardi nel 1866 ed è cresciuto d'allora in poi di 89 miliardi, cioè di oltre due miliardi all'anno (ma l'accrescimento nei primi anni di tutto il periodo era lento ed è divenuto sempre più rapido negli ultimi. La Rivista). 5.0 Oggi l'oro e l'argento nelle casse delle grandi Banche di emissione si eleva a 16 miliardi ; a 19 miliardi i biglietti di banca: in tutto 35 miliardi. 6.0 Risulta da queste costatazioni che tutti i governi hanno bisogno di credito e che si deve evitare di attentare con misure legislative, commerciali, finanziarie e fiscali a questo credito ch'è la base su Ila quale si appoggia q~esto formidabile sviluppo dei valori mobiliari De Foville fa questo notevoli osservazioni alla comunicazione del Neymar<'k: non si deve considerare la progressione dei valori mobiliari come misura vera dello sviluppo della ricchezza. Quando un governo o una società fa un prestito di cento milioni, si h11nno 100 milioni in più di titoii negoziabili; ma il paese non è più ricco di prima. La stessa osservazione può applicarsi alle intraprese che in un date momento sono messe in azione dal suo proprietàrio. La dove anche c'è reale continuo incremento dei valori mobiliari c'è un certo compenso colla depreziazione dei valori immobiliari. Bertillon come criterio della ricchezza dei popoli crede meno alle statistiche di borsa che a qnelle delle successioni e vorrebbe che dapertutto si facessero delle valutazioni, emme quelle divenute usuali in Francia, (1) Dal terzo ed ultimo articolo di A. De Foville nell'Economiste Jrançais del 14 Agosto 1909.

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