428 RIVISTA POPOLARE insegnamento laico spera che il pericolo clericale la risveglierà, anche per lo spirito di conservazione, per lo interesse proprio nei suoi membri di conservare i collegi insidiati dai clericali. Noi, invece, che conosciamo molti di questi Sinistri storici pensiamo che essi si acconceranno al clericalismo o confideranno nella bontà dei metodi del ministero che farà le elezioni. Per noi la degenerazione Jella Sinistra storica, la sua bassezza viene misurata da questo fatto: essa non si vergogna di riconoscere, se uon come capo, certamente come Whip instancabile ed accorto, il deputato per Gioil del Colle. Perciò noi disperiamo dello avvenire prossimo della lotta parlamenteri e crediamo doveroso dirlo apertamente. Illudersi ed illudere ci sembra un vero delitto politico, che servirebbe assai di più che la confessione esplicita della verità, a far durare indefinitivamente una situazione indecorosa. + Nelle rassegna delle forze parlamentari non abbiamo fatto menzione del gruppo che s'intitola partito democratico costituzionale italiano e di cui si è fatto interprete l'on. Gallini colla sua lettera alla Vita e colla sua polemica nella 7{_agione coll'amieo Comandini. Abbiamo creduto opportuno dirne separatamente perchè viene considerato come un fatto nuovo ed un indice delle disgregazione che s'inizia nella compagine della Sinistra storica. Numericamente non è un gran che, anzi le sue forze fanno il paio con quelle del gruppo Sonnino. Non è un fatto nuovo, se dobbiamo badare più alle cose che ai nomi: questi signori democratici costituzionali, - sia ric,)rdato a loro onore - quasi tutti hanno votato contro Giolitti nelle quistioni, che si riferiscono al pericolo clericale. Come gruppo nuovo significano meno di nulla. Essi non hanno nn programma; se ne hanno uno è quello stesso del gruppo radicale. E noi non abbiamo mai saputo quale sia il programma specifico nemmeno del gruppo radicale, che valga a difl.tren- ,darlo dalla Sinistra storica. Nessuno vorrà dire di trovare quel programma nella venerazi~ne verso la memoria di Zanardelli, nelle ridicole frecciate contro la pregiudiziale repubblicana, e nella grande scoverta del passo di Tacito sulla associabiiità - associabilità ritenuta come cosa eccezionale nel la person1 di Nerva dello storico latino - del principato colla libertà, che sono i tre capisaldi della epistola dell' on. Gallini. La separazione, la distinzione, tra radicali e democratici costituzionali sembra assolutamente artifi-· dosa in quanto al programma di governo ed inveo tata a bella posta per dare diritto alla richiesta. di qualche portafoglio in una eventuale crisi ministeriale. E' doveroso però il constatare che, se nel pro-· gramma teorico non c'è difl:erenza tra quello dei democratici e dei radicali, come non ne scorgiamo tra quello dei radicali e della sinistra storica, c' è n'è qualcuna, e notevole, nella tattica. I radicali hanno avuto il coraggio di rimanere fedeli al blocco popolare e di votare o pei socialisti o pei repubblicani, afl:rontando le ire e lo sdegno del bigottismo n_1<?narchico,di coloro che sono servi ddla pregiud1z1alemonarchica - la esistenza di quest'altra pregiudiziale, piu vera e nuggtore di qudL1 L:!pllb3:icana o collettivista, vorremmo che venisse illustrata da Mirabelli o da Comandini -, che li rende più preoccupati della sorte della dinastia e delle istitutuzioni attuali anzicchè degli interessi nazionali. I radicali, inoltre, hanno preso posizione netta e precisa contro l'on. Giolitti; mentre• l'on. Gallini lascia chiara men te intendere che egli vuole la conversione e non la morte - morte ministeriale - del peccatore. Ai democratici costituzionali invece riuscirebbe forse assai gradito che Giolitti ripetesse a loro il vieni meco ! col quaie Crispi attrasse a sè Alessandro Fortis. Della loro fede c'è da sospettare sopratutto per quella grave accusa che venne a loro da Ottorino Raimondi sull'opportunismo indegno rivelato negandosi alla costituzione del gruppo prima delle dezioni e che Comandini ha rinfacciato al Gallini sulle colonne della Ragione. + Ed eccoci a dire dell'azione dell'Estrema sinistra per dissentire profondamente da Luigi Lodi, che, di ordinario misurato ed equanime, l'ha fatta segno ad accuse ingiuste -ed infondate ; accuse, che, con no.stra sorpresa, sono state quasi, implicitamente se non esplicitamente, riconosciute per buone, da Barzilai. Luigi Lodi in una lettera aperta al Deputato per Trastevere, ha affermato che: « l'Estrema è stata per la massima parte, compiacente e passiva, e questo per 4 o 5 anni della legislatura passata, e anche nei recenti comizi generali. Ci fu l'inaugurazione di una vera politica reazionaria; ma i diversi gruppi, salvo l'istante io cui dall'autorità materiata di simpatia del Bissolati furono condotti a una bella battaglia di idee, rimasero, diciamo cosi, con le armi al piede, quando non aìlungarono una mano soccorritrice. » « La moltitudine sentenzia sulle situazioni, sul complesso dei fatti. Ora in questo complesso afferma che l'Estrema anche in presenza di una politica di reazione, attuata perseverantemente alla luce del sole, è rimasta inattiva. Anzi ha veduto di più la moltitudine: ha veduto quella parte delll' Estrema che doveva essere nel pensiero dei suoi uomini combattiva, adottare metodi assolutamente conciliativi: poichè all'ultima riunione del part1to socialista si è deciso di in viare una commissione all' on. Giolitti per chiedere provvedimenti contro le malattie del lavoro ». La lettera conclude affermando « che è indispensabile un sistema nuovo per l'Estrema, col fine di rielevare l'istituto parlamentare, che può esser~ fattivo soltanto a patto che ciascuno eserciti la funzione assegnatagli dai convinci men ti proprii e di quelli che onestamente gli diedero il proprio voto. E' una vera questione di vita per la demoerazia. Essa non puo consentire di apparire <lavanti al Paese indiflerente dinanzi alle minacce della vera reazione avanzante ». Ora in questa requisitoria non ci pare che ci sia una sola parola corrispondente a verità , almeno .stando ai fatti ed alle. manifestazioni esteriori. 1n •quanto alle intenzioni non faremo il loro processo e non cercheremo di scrutare se que·sto o quel membro -della Estrema sinistra abbia avuto o abbia ancora delle simpatie per Giovanni Giolitti e per tal uno <lei suoi atti. Chiunque non ha perduto la memoria degli avvenimenti, del resto non troppo remoti, sa che se
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