Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 16 - 31 agosto 1909

RIVISTA POPOLARE 447 rebbero il peso del contribuente sono neglette. Il bilancio attuale aggrava il male , aggiungendo alte tasse, alle dirette da un lato, e dall' altro aggiungendo nuove tasse indirette di un immoderato carattere, pur negligendo numerosi moderati dazi che sono a portata di mano, supponendo che questo aumento di imposizioni fosse veramente necessario. La tassa sul suolo deve essere francamente ripudiata, poi - chè essa ha tutto il carattere di sodisfare la gelosia di classe: al tempo ti-tesso che di trovare un facile provento accoppiato alÌa buona finanza. Dato che il suolo urbano è cresciuto di valore , anche le terre agricole e no sono in possesso delle stesse persone. L' accertamento annuale della terra in Inghilterra è diminuito dal 1843 di più che cinque milioni. Le tasse municipali sono cresciute, e pesano tanto su i proprietari quanto su gli altri. L' aumento , se misurato in moneta , può essere puramente nominale, dovendo essere. accresciuto in valore monetario; di modo che il proprietario il cui capitale è aumt:ntato di valore da 5000 a 10000 sterline può non stare punto_ meglio. Il grido per tassare il suolo è stato in verità un'errore. Siccome uno dei possessori intert:ssati nella proprietà reale, sembrava ottenere un grande vantaggio per niente, i filantropi politici lo hanno attaccato , dimenticando che la proprietà fondiaria non aumenta sempre di valore; e ehe dove c' è un vero aumento questo non sfugge alla tassazione; mentre non e' è mezzo di sfuggire alla manomissione del)' intero ordine sociale, e senza gravare duramente su i contribuenti sotto la forma di valutazioni, e stime. Ogni graduazione di tassa su 1~ rendita è un' attentato ai diritti individuali, che sono una de1le principali funzioni che lo Stato deve sostenere. Ma i Lords non devono rigettare il bi!ancio. Il paese è solirlo è può anche sopportare una cattiva amministrazione. È possibile con un nuovo governo corrt"ggen: parecchi degli spropositi fatti ora. Ciò cui bisogna ora guar• dare attentamente e cui provvedere è 1° una attenzione severa su le_spese ; 2° una riduzione della tassa su la rendita e la eredità ; 3° e l' imposizione di un numero suffkiente di tasse indirette, per mantenere il bilancio. C'è. molta ragione d'ansietà dunque-• dinanzi a questo bilancio - per i libero scambisti , con un rartito Radicale che presenta misure finanziarie contrarie ai princ1pii del libero scambio; e I' opposizione intenta a portare aumenti con altro lotto di -misure finanziarie egualmente avverse a questi principii. (Quarterly Review, luglio 1906). RECENSIONI ENRICO BARONE - Principi di Economia Politica - Voi. I, Roma. Tipografia Berteri, pag. 136, lire 2,50. Chi sa valutare la difficoltà di scrivere un breve compendio di EC0nomia Politica , vorrà subito porgere una calda lode all' A., che si è accinto fiduciosamente all'arduo compito e lo ha assolto in buona parte. Con questo volume, il Barone, già noto per le sue prece - denti rubblicazioni , ci presenta un compendio, in cui espone i principii di economia politica, come sono intesi dalla scuola matematica, alla quale egli appartiene. Un primo merito di ques•.o lavoro è una relativa chiarezza di esposizione, per cui può essere compreso anche da chi della matematica non conosca che gli elementi. Tuttavia sono di avviso che i Principi del Barone sieno ancora troppo difficili, come libro di testo per gli alunni degli Istituti Tecnici o delle scuole medie di commercio e, per quella certa pratica che oramai ho della i;cuola, ritengo per fermo che non più di un terzo dei nostri alunni (gravati dallo studio di altre nove materie; le più eterogenee fra di loro), sarebbe capace di soste· nere lo sforzo mentale necessario per far proprie le teorie eco nomiche, come s-ono esposte dall' A. Anzichè un libro elementare, io credo quindi che questa 1del B. sia un'eccellente esposizione per chi abbia già imparato gli elementi dell'economia, sul testo, per esempio , del Naz zani, e voglia coordinare in una sintesi vigorosa le. cogn:·,ioni a cui è giunto. Per parte mia, mi propongo anzi di profi (are degli appunti del B. per integrare le mie lezioni, fondate sul class:co compendio del Nazzani, con alcune importanti oi;ser• vazioni dell' A. stesso. Molto felice mi sembra l'esposizione che I' A. fa dell'equilibrio economico (capit. I); assai giuste sono le considerazioni del B. circa il lato dinamico dei fenomeni economici, e l'ap - plicazione di questa concezione dinamica alla teoria degli s:ambi interna~ionali (pagg. 94 97); ma badi l'A. che le stesse consi derazioni si possono ripetere ad esempio , a proposito della protezione del lavoro nazionale di fronte ad una immigrazione non desiderabile, o anche in favore dt:lla legislazione operaia; eri allora che valore hanno le sue parole contro la pretesa di regolare una parte sola del fenomeno economico , lasciando che la concorrenza agisca in tutto il resto (pag. 45)? Sono pure geniali le considerazicni çirca la carta -moneta ed il ritiro di essa (pag. r 2 2 r 2 3) ed in massima tutto il lavoro è condotto con grande precisione di metodo e senza che l'analisi dei singoli fenomeni faccia perder di vista la teoria generale. Ma se il libro ha molti pregi , non vi mancano certamente i difetti. E' erronea, per esempio l'affermazione che il vocabolo « valore, non ha senso preciso, per cui converebbe so stituirgli la nozione precisa di « ragione di scambio, o quella di prezzo, addirittura •, che hanno un significato concreto (i:iagina 30). Del puri non è vero che, nella dottrina del valore, si sieno presentate in modo molto confuso dagli economisti della scuola che il Barone, bontà sua, chiama letteraria, le teoric.·.,e del costo di produzione, delle utilità marginali, o quella de,,a d·) manda ad offerta, e che per di più, tali dottrine sieno state enunciate in modo più o meno inafferrabile e vago (pa - gina 31). O che prima del Walras, del Pareto e del Barone, nessun:) abbia saputo enunciare in modo determinato e preciso, la teù• -ria del valore ? Basta porre la questione, per aver diritto di biasimare un mulo di esprimersi , per cui si chiama letteraria persino la scuola classi.a inglese che correttamente si dovrebbe dire: lo gico - deduttiva. E che altro è, alla sua volta, la materna• matica, se non una forma di lo~ica? A proposito di scuola letteraria sarebbe invece da raccomandflre all' A. un maggior rispetto per la forma letteraria, perchè egli troppo spesso adopera uno s~ile duro e sciatto. Malgrado queste ed altre deficienze di minor rilievo i prin - cipii del Barone , per il vigore del metodo , la coo~dinaz;rne dei vari fenomeni e la vigoria della sintesi , costituiscono il migliore fra i compendi pubblicati in questi ultimi anni , e fanno attendere con imp'lzienza il secondo volume, che l' A. dichiara « di prossima pubblicazione;,,. Iacopo Tivaroni PROF. Lu1G1FoNTANARusso: La marina mercantile e i suoi problemi economici. Roma. Unione Coop. EJ. 1904. Lucidissima esposizione· di questi aspetti della importante questione: 1. La volontà economica; 2. traspo,·to dei viaggia - tod; 3. La uguaglian,ra della bandiera ; 4. Il tonnellaggio medio e lo accentramento del cavitale. L' A. i problemi li studia sopràtutto del punto di vista pratico italiano e dell'attualità. Notevoli queste conclusioni : a) è antieconomica la grunde velocità operosa: non si possono sorpassare le 18 miglia allora; b) furono inutili le sovvenzioni - 100 milioni in 20 anni, - invece il trasporto degli emigranti fece risorgere la nostra marina; c) l'uguaglianza della bandiera è stata di nocum~nto alla nostra marina senza giovare alla nostra industria e al r.ostro commercio; d) si corre troppo nello stabilire leggi economiche e specialmente quelle sulla uguaglianza dei profitti nell'impiego di capitali. S. V. Noi speriamo che I' A. vorrà riassumere il suo lavoro per la Rivista. Dirigere lettere e vaglia al Direttore On. Napoleone Colajannl Castrogiovanni Oott. Napoleone Cola)anni, proprietario , dlrettore ..responsabl I:• Napoli, R. Tipografia Pansini in S. Loren 1 o

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