RIVISTA POPOLARE 445 lentà del rifiuto di marciare o di lasciar marciare se sia giusto o no il conflito. Taluni dicono : che gindizio possono formarsi le moltitudini delle complicate questioni di politica estera e delle ragioni palesi o nascoste, attuali o future per cui è consigliabile la guerra? Quanti errori non si commetteranno quando si lasciasse alle moltitudini decidere sopra cosi ardue questioni? Ed il ragionamento sarebbe ottimo, se la storia non fosse là a dimostrare coi suoi inesorabili giudizi, quanti e quanti errori in sifatta materia sono da imputarsi alle classi dirigenti. Le quali classi dirigenti han o passioni, capricci leggerezze nè più ne meno, per quanto di ordine diverso, delle moltitudini ; con questo però che mentre talvolta ie classi dirigenti sono spinte da interessi personali o d{ esigui gruppi, è molto difficile che le moltitudini sieno mosse dall'interesse; in esse anzi, se vi è un pericolo, è quello che predomini H sentimento tumultuario che però è meno condannabile del raffinato freddo calcolo dell' interesse materiale dal quale spesso sono mosse le classi dirigenti. Certo non è approvabile la forma violenta colla quale avvengono tali manifestazioni del giudizio popolare, ma anche questo, come tanti altri sentimenri, a poco a poco si disciplineranno e si troveranno o nasceranno spontanee le forme pacifiche colle quali le moltitudini faranno intendere il loro pensiero in simile materia. Nel caso concreto che si verifica ora in Ispagna, è evidente che due cause hanno determinata la manifestazione popolare contraria alla guerra: la prima sta nella quasi repugnanza con cui la Spagna ha veduta sorgere e svilupparsi la questione del Marocco. Nella stessa Francia dove pure gli interessi del Marocco sono maggiori e più minacciati, la guerra mossa a quel paese non ha mai destato entusiasmo per quanto le classi dirigenti cercassero di sollevare il sentimento patriottico e per quanto ne sia fatto anche una questione internazionale e quasi un conflitto colla Germania. Nella Spagna il non entusiasmo francese era invece qualche cosa di più della indifferenza, qualche cosa cioè che rasentava la repugnanza o la contraril!tà. In fondo il popolo spagnuolo come quello francese comprendono benissimo che tutta questa storia marocchina non è che un pretesto per la sottomissione di un popolo libero , per la conquista di un paese indipendente. E se le due nazioni non hanno sentito prima il bisogno di ribellarsi contro quesro tentativo di conquista, egli è perchè la coscienza spagnuola non h-:Jancora il mezzo di manifestarsi pacificamente e l'ultima ratio della violenza è sempre repugnante. Sarebbe desiderabile che l'avvenimento servisse di efficacia lezione e che le classi dirigenti imparassero ·a non scherzare col fuoco. Un nuovo diritto, diremo così di fatto, va formandosi lentamente, ma saldamente; 1~ classi dirigenti, molto in causa dei loro errori riportati, e molto in causa del sorgere di nuove forze di cui non tengono abbastanza conto , hanno perduto gran parte dell'ascendente che esercitavano e dell'autorità di cui non fecero buon uso. Bisogna tornar indietro, o meglio andare avanti e indirizzare lo Stato per una via che sta in relazione coi nuovi tempi, nel nuovo assetto sociale, colle nuove esigenze. Sopratutto è necessario che nemmeno nella apparenza, gli interessi di pochi valgono ad impegnare quelli della nazione intera. Coloro che dir~ono lo Stato debbono couvincersi essere necessario che lo Stato ne incarni il mag1ior numero non soltanto nelle formule più o meno complicate delle leggi elettorali, ma nella tutela degli intimi interessi di tutte le classi. Questa solta'lto è gius•i 1 ia. (L' Economìsta, 15 agosto). + 'R._udolf Breitscheid: • La lotta soctale In Svezia. Promettendo alla Rivista , nel punto di partire per la Sve • zia, un articolo sullo sciopero generale svedese , io movevo da due aupposizioni : che dopo una settimana circa la lotta arrivasse alla conclusione od almeno lasciasse prevedere il termine ed il modo dello scioglimento e che il grande spie• gamento di forze assumesse forme che pure ali' osservatore straniero dessero materia per ·un'ampia relazione. Mi sono sbagliato in ambo i sensi. Questa è appunto la ca• ratteristica, questo sciopero generale , l' indirizzo diverso da quello che non solo all'estero, ma anche in Svezia da molti si aspettasse. Secondo le esperienze fattesi sopratutto da i paesi latini noi leghiamo il concetto di sciopero generale l' imagine di una lotta delle masse operaie contro la sicurezza pubblica e di una tensione di tutte le forze del proletariato concentrato in pochi giorni o in poche ore, nella quale appaiono addirittura inevitabili scontri sanguinosi coi rappresentanti degli intereasi capitalistici e coli 'ordinamento troppo spesso con questi identificate. Che anche qui negli ambienti borghesi ai sia formata queta concezione è ·dimostrata dal fatto che alla vigilia dello sciopero: i negozi d'armi furono assediati e che la provvista di revolver non bastò a saziare il bisogno de' paurosi. Si formò inoltre una specie di guardia civica, nelle cui liste ai iscrissero numerosi uomini e donne pronte all'azione ed al sacri ficiol Si chiusl!ro le filiali delle banche , si posero le sedi princ• cipali setto speciale tutela, si inviarono a Stoccolma rinforzi di truppe, si spedirono cannoniere verso i centri industriali, in breve si allestirono armamenti per schiacciare la rivolu• zione sociale. Ma almeno finora nulla, pro?rio nulla accadde che potesse giustificare questi vasti preparativi. Alla capitale come nelle provincie domina una tranquillità completa, la polizia ha meno da fare che quando non si sciopera. Questo dipende certament~ in gran parte dalla più degna di lode e di imitazione fra tutte le misure di pubbtica sicurezza, dal divieto di vendita delle bevande spiritose. Ma il vanto va in prima linea agli scioperanti che osservano una calma ed una disciplina che io, malgrado la convinzione che la maggior parte dei conflitti in simili casi vengono provocati da difensori professionali e pagati dall'ordine pubblico - francamente confesso non credevo possibile. Anche dal campo nemico, dai datori di lavoro e dai partiti politici conservatori che ne rappresentano gl' interessi non si può a meno di riconoscere ed ammirare il contegno degli operai. Se ancora la guardia civica invitata sui giornali volontari ad iscriversi, questo non può che apparire un cattivo scher - zo. Anche alla Polizia va tributata una parola. E vero che si lagnano e non soltanto dal campo degli scioperanti, del suo contegno non abbastanza riservato, ma se lo misuriamo col regolo prussiano , esso ci appare straordinariamente dolce. Se alla Casa dd popolo dei socialisti si raduna qualche dozzina di uomini non appare nessun elmato che intimi lo scioglimento. Le vedette degli scioperanti non vengono accusate di ostacolare la circolazione in una parola la Polizia ai sforza di serbare almeno l'apparenza della neutralità e questo per il noatro modo di vedere tedesco è già gran cosa. L' avvedutezza della direzione dello sciopero ha impedito che l'ostilità dell'opinione pubblica, in gran parte dovuta alla borghesia, si allafgasse, ed in tal modo le sorti degli scioperanti non son certo peggiorate. I proletari di ogni paese devono imparare dai loro compagni svedesi. Non sarebbe giusto pretendere che il tempera-
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