Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 16 - 31 agosto 1909

' J~stretta ::dsura; dove invece ÌI divorzio è entrato nei costumi tende a diffondersi sbmpre più largamente nelle classi po• polari t 1 « Àllo studio delle condizioni personali dei coniugi che si separano o divorziano, l'autore fa seguire, nella quinta parte l' analisi delle condizioni demografiche e sociali dei ctivor :-iati, dalla quale si traggono dati e indizi suite conseguenz del!' istituto in eS&tné ll. « In tutti i gruppi di età, i divorziati mostrano maggior inclinaztone al matrimonio che i celibi, o le nubili, e tale alta frequenta si 01servll cosi in paesi dì bassa come in paèsi di alta divortialità. In confronto ai vedovi , i divorziati mttscbi sembrano meno inchini a nuo~e nòzze ; in confronto alle vedove, invece , le divorziate appaiono più ricercate in nuovi éonnubi. Si può osservare che la più frequente presenza di prole è sprone, per i vedovi , ma os·acoio rer le vedove , a ~uove nozze, inehtte ai divorziati più di rado occorre una se- ~ohda madre· pei propri figli, alle divorziate la mancanza di figli facilita un nuovo connubio._ « Quanto alla mortalità. è arduo stabilire le differenze che intercedono tra i divorziati e le altre class: di stato civile. Pare che i primi si debbano ritenere più gravemente colpiti dei coniugati; è incerta invece la loro condizione in confronto ai celibi ed ai vedovi. Però l'alta mortalità dei divorziati, al pari di quella dei vedovi, è spiegata in parte dal fatto che i meglio dotati fisicamente ed economicamente possono con maggiore facilità contrarre nuove nozze; restano così ih quelle due ciassi di statt> civile tutti gli scarti di. tale selezione, cioè i ineno atti a vÌncere le difficoltà della vita. Studiando in particolare la mortalità per suicidio, I' A. trova che in ogni gruppo di età i <iivorziati sono più pr0pensi dei celi' i, dei coni1.1gati ed anche dei vedovi, a darsi mnrte volontaria. Sarebbe tutta• vià erroneo attribuire allo stato di divorzio, in sè, l'alta frequenza dei suicidii , della quale sono causa piuttosto le condizioni che condussero al divorzio, sussistenti anche dove la le~g~ non àminette quel rimedio ». « La delinquenza dei divorziati appare alta ; ma non è lecito affermare che lo sia per effetto della loro nuova condidi.tione; è probabile invece che le tendenze criminose di uno dei due coniugi siano da annoverare tra le più efficaci cause di divorzio , . • La sesta parte del volume è dedicata allo studio delle reiezioni esistenti tra i divorzi ed altri fatti demografici e sociali •. • Non si può attribuire ad effetto di divorzio la diminuzione della nuzialità; ma nemmeno si hanno prove che esso concorra ad aumentare il numero dei matrimoni , inducendo al gran passo persone che se ne asterrebbero quando sapessero di non poter ricorrere, in casi estremi, allo scioglimento giu. diziale ». • Il divorzio può recare lieve aumento nella nuzialità , per effetto del passaggio dei divorziati a nuove nozze ; ma tali noue formano minima parte del totale. Più notevole è l' in •flusso delle condizioni in cui viene contratto il matrimonio sulla frequenza dei divorzi; a render questi più facili concorrere la soTerchia precocità dei connubi nelle classi operaie, l'occupazione fuori casa della donna maritata, la crescente frequenza dei connubi misti per religione, per nazionalità , per classe sociale, per luogo di nascita •. • In modo indiretto l'incremento della divorzialità ha atti - nenza con la diminuzione della natalità. Entrambi i fenomeni si manifest1:1.nosopratutto nelle popolazioni urbane e nelle classi superiori; e, in generale, si trova un certo parallelismo nella loro distribuzione. Ma concomitanza non sempre significa cor - relazione; e un'accurata analisi dei dati onde è possibile disporre mostra che sarebbe avventato ritenere sensibile l' influsso del diffondersi del divorzio sulla diminuzione delle na• scite. • t « Molti connubi legalmen e disciolti erano , come fu detto infecondi, e sarebbero forse rimasti tali ; mentre molti divor ziati passano a nuove nozze, spei:so feconde. E' piuttosto da ritenere che la debole natalità concorra a facilitare i divorzi, in quanto la mancanza dei figli elimina un ostacolo morale alla dissoluzione legale del matrimonio. Per quanto riguarda, i~ particolare, la nata /ilà illegittima, dalle indagini del Bosco risulta che non v'è, o almeno non si .può rilevare. rapporto diretto tra la frequenza dei divorzi e quella delle nascite fuori matrimonio •. • Neppure la correlazione tra divorzio e suicidio è così evidente come a taluno la fece apparire la concomitanza delle variazioni dei due fenomeni. La distribuzione per sesso e per età dei suicidi presenta differenze fondamentali da quella dei divorziati. Anche le caratteristiche che si osservano comuni uella diffusione ~el divorzio e del suicidio, in rapporto ali.-: re• POPOLARE . . - 439 ligione predominante, sembrano dovute, più che ad altra causa a differenze di ci viltà e di vita sociale ii. « E' dunque da ritenere che cause comuni - principali tra esse l'individualismo, la vita urbana, l'instabilità economica e sociale, l'alcoolismo - detPrminino l'incremento parallelo dei divorzi e dei suicidi. E' probabile aqti che il divorzio; pet· metten \o ad uno dei coniugi di porre fine ad una ton vivenza talora intollerabile, lo rattengo, in certa misura, da disperate risoluzioni. In Francia . dopo il ristabilimento del divorzio, il numero assoluto dei suicidii per dispiaceri domestici è· rimasto press;a poco stazionario, tnèntte_ è notevolmente diminuito il rapp!)i'to di esso alla somma dei suicidii >1. « Pocbt; relazioni di d;pendenza sussistbno anche ttl! divotzio r criminalit~. Infondate appai_onb le asserzioni di coloro che ri • ten{?'bnb il divorzio cagione di aumento dei delitti, e sopratutto della delinquenza dei minorenni. In Francia, negli ultimi anni, nonostante l' incremento della divorzialità, la criminalità giovariile tende a diminuire ». « ba aitra parte non è lecito ritenere che jl_divorzio abbia grande: efficacia quale impedimento al delitto. Concorre soto à diminuire la frequenza di taluni reati che poco pesano nella delinquenza totale : bigamia , uccisioni , ferimenti e percosse del coniuge - . 11 Nel!' indagine intorno alle cause che influiscono sui divorzi e sulle separazioni - oggetto del!' uLtima parte del libro - il Bosco prendé a considerare anzitutto l'azione che esercitano le leggi e la procedura. Conchiude che, se è esagerato attribuire a tali fattori eccessiva importanza, non è meno erroneo negarne lorb alcunà ». « E vero che col dare espressione leg11Je ed aperta a fatti I quali prima rimanevano latenti, la legislazione può farne sp • parire maggiore il numerp, pur non essendo variate le condi- ?:ioni m0rali_ della vita ~ocialè ; ma è vero anche che leggi indulgenti circa i divorzi e le separazioni possono aument.arne real~ente la, frequenza in confro11to a paesi di più rigida te gislazione. Tenuto c0ntr, di ciò, è tuttavia da avvertire che, nonostante i freni legislativi, le dissoluzioni di connubi mal riusciti tendono n divenire pii. frequenti , per cause d'indole sociH!e ,i. i Anzitutto per cause demografiche: variazioni n1!lla fecon - dità. nella distribuzione e hell'agglomeramento della popola zione, nell'età del matrimonio. nella differenze di età tra gli spo~i. Poi per cause economiche, i matrimoni si r< mpono corì maggior frequenza dove pulsa con maggiore intensità la vita industriale e commerciale. Con l'agiatezza e con la cultura. la inciustrialirzazione introduce nuovi bisogni, distrugge l' ant:ca tolleranza, A llent" le tradì zioni, trasforma i costumi; con la scarsa sicurezza dei guadagni e con la disoccupazione de· termina nuove couse di dissidii domestici; con l'occupazione delle donne fuori casa concorre a indebolire i vincoli familiari. Anche determinando la diffusione dell'alcoolismv essa favori· sce quella del divorzio ». « Grande importanza per la facilità di scioglimento dei con - nubi ha la religione. Dove proibisce il divorzio, qnesto è più raro, non solo per l'astensione dei credenti, ma anche per lo inAusso che essi esercitano sulla pubblica opinione. Tuttavia la çotenza della religione si va continuamente indebelendo nelle popolazioni urbane e nelle classi operaie. Col modificarsi del concetto del matrimonio , il quale assume sempre più carattere esclusivamente civile, e col propagarsi del sentimento :!ella necessità di una rif~rma che vi porti maggior libertà cado.no altri ostacoli alla diffusione del divorzio; ed una parte della opinione pubblica comincia a ritenerlo un mezzo per rendere più libero il matrimonio e per trasformarne l'ordinamento. La cr scente indipendenza giuridica della donna concorre nel tempo stesso a sviluppare in lei quella coscienza della propria individualità che è potente fattore della risoluzione a chiedere il divorzio o la separazione; coscienza che viene resa sempre più chiara anche per effetto del movimento femminista esteso ormai a tutti i paesi ll. « In conclusione, il divorzio non appare soltanro manifestazione di perturbamenti nella vita coniugale e famigliare , ma anche indice di più libera reazione contro di essi. La sua diffusione si collega con taluni caratteri dell'attuale incivilimento la tendenza al rigetto dei dogmi e delle prescrizioni religiose; l'estendersi della civiltà indu'>triale, causa di continui sposta· menti di popolazione e quindi di rottura delle antiche famiglie e di allentamento dei vincoli famigliari, la più larga parte che la donna prende alla vita sociale e intellettuale, acquistando più chiara coscienza dei propri diritti ». • , Fin qui il nostro autore. Ma da ogni pagina dell' interese sante volume scaturisce çhiara e precisa un 'altra conclusione!

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