Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 16 - 31 agosto 1909

438 RIVISTA POPOLARE « L'azione delle cause che influiscono sul numero delle se parazioni e dei divorzi può essere meglio valutata mercè l'a• nalisi dei dati relativi alle diverse parti dei singoli Stati. Troppo lungo sarebbe il seguire l' A. nell'accurata indagine: basti avvertire che le differenze tra regh.ne e regione sono spesso più considerevoli di quelli esistenti tra paesi diversi : così in Italia, la frequenza delle separazioni personali, da 0,30 per 1000 coppie in Liguria discende a 0,02 in Basilicata, è dunque ben quindici volte minore nella seconda regione che nella prima. Le differenze tra le regioni corrispondono spesso a differenze tra le regioni corrispondono spesso a differenze nella distribu zione e cell' agglomeramento ddla popolazione ». « In tutti gli Stati prevalgono i divorzi e le separazioni nelle popolazioni urbane, in confronto a quelle rurali, e quanto più le condizioni delle prime e quanto meno intenso e rapido è lo scambio di correnti migratorie tra le une e le altn:, tanto più considerevole è il distacco nel ou nero delle dissoluzioni giu - diziali d<!l matrimonio. In Italia la frequenza delle separazioni è. in generale, più alta nelle grandi città che nel resto delle corrispondenti regioni, per Milano si può calcolare che 250 su 10,000 matrimoni che vengono contratti siano seguiti da lieparazione. Anche in Ven ~zia , Torino e Roma l.; separazioni sono frequenti. Negli ultimi anni (V. Annuario statistico, 1905-1907) si osserva sopratutto nelle regioni meridionali un aumento relativamente notevole nella frequenza delle separa• zioni. Pare probabile che a facilitare sempre più la diffusione di quest' istituto nelle anzidette regioni concorra il contatto degli emigrati da esse provenienti - dei quali molti tornano poi in patria -- con popolazioni ove è minima la stabilità dei vin. coli matrimoniali, come quella degli Stati Uniti. Ma tale effetto delle emigrazioni non poteva rilevare il Bosco, non disponend0 di dati sulle separazioni avvenute posteriormente al 1900 n. I( Dopo avere studiato a parte separazione e divorzio, l' A. indaga le connessioni tra la frequenza dei ricorsi all' uno e all'altro istituto, giungendo alla conclusione i.:he, là dove essi coesistono, la preferenza data al secondo varia in ragione diretta dell'inclinazione a disciogliere il vincolo matrimoniale:. Se, accanto al divorzio, fu mantenute la separazione affinchè fosse lasciata ai coniugi la possibilità di non spezzare par sem pre, insieme col nodo che li avvince, ogni speranza di ritorno alla convivenza familiare, pare che questo intento del legislatore sia raggiunto solo in scarsa misura •· « L'esame delle statistiche mostra come in ogni Stato - e nell' interno di ogni Stato, in ciascuna regione, o meglio in ciascun gruppo sociale - si abbia una speciale tendeni.a, variabilisaima da gruppo a gruppo, allo scioglimento del macrimonio, ma insieme con la diversità nello spazio appare chiara ed univoca una caratteristica della tendenza stessa in rapporto al tempo: la continua ascensione, più o meno rapida. Sembra quindi probabile che in tutti i paesi studiati prevalga l'azione di cause analoghe •. « Intorno alla n!ltura •di queste cause può dar lume l'indagine delle circostanze nelle quali avvengono i divorzi e le Sè • parazioni. Perciò la seconda parte del hbro è dedicata allo studio delle domande di divorzio e di separazione in rapporto al coniuge che le presenta e all'esito dei procedimenti giudiziari iniziati in base ad esse. Le domande provengono piu spesso dalle mogli che dai mariti: in Italia, su I oo domande di separazione 53 sono rresenta te da Ila moglie, di fronte a 19 presentate dal marito (le altre 28 sono presentate da entrambi i coniugi). « Entro certi limiti, è da ritenere che la maggiore frequenze di istanze provenier;ti da donne dimostri come esse più spesso degli uomini si· trovino, nel matrimonio, in condizioni gravi e difficili a tollerare. Se la donna, più dell'uomo affezionata alla casa, meglio riparata nella famiglia dalle tempeljte della vita, più timorosa delle incertezze di una nuova esistenza e meno idonea a vincere le difficoltà, invoca tutta via più spesso del• l'uomo il divorzio o la separazione, si deve ritenere che sovente l'allontanamento dal coniuge le appaia unica via di sai vezza contro gli abusi del potere maritale ; via cui divien sempre meno esitante ad affidarsi di mano in mano che aoqui. sta sicura conoscenza dei diritti concedutile da1la legge 11. 11 Esaminando l'esito dei procedimenti, si trova e he in molti casi non è coronata da successo la conciliazione, pure in tanti modi promossa dal legislatore. Anche l'abbandono della do manda non appare frequente, tranne in Italia. In quasi tutti i paesi, le domande di separazione o di divorzio ottengono quasi sempre favorevole accoglimento. Pare che i giudici siano persuasi della maggiore utilità di assecondare il desiderio dei coniugi - o di uno dei coniugi - anzi che di opporvisi, e ciò fornisce indizio che in generale si ricorra ai tribunali soltantonei casi di molto gravi dissidi, nei quali sia difficile al giudice pisconoscere il peso delle ragioni presentate. Non sembra che la frequenza delle domande di divorzio o di separazione stia in rapporto con la propensione e riluttanza dei giudici ad accoglierle. L'azione dell'autorità giudiziaria, quale si esplica nei singoii paesi, appare fauore quasi trascurabile nelle variazioni di frequenza delle sepnrazioni e dei divorzi n. 11 Su tal frequenza influiscono invece notevolmente tslune condizioni del matrimonio, quali la durata, e la presenza , o mancanza ci· figli. Assai bassa nel primo anno di convivenza coniugale, la tendenza ttlla dissoluzione volontaria del matrimonio aembra tocehi iI massim0 fra il quinto e il decimo anno. Discende poi lentamente, di mano in mano che il tra• scorrere degli anni di vita comune vale a sopire le cause di dissidio o far prevalere la forza del!' abitudine sulle altre che agiscono a turbare la coesione. Forte influsso esercita la presenza dd tigli; mentre i connubi infecondi, anche dove sono numerosi, giungono ap?ena a uno o al massimo a due decimi del totale; ì coniugi senza prole che divorziano 0 si separano costituiscono in molti paei.. più di metà dei divorziati o dei separati; in llalia 45 per 100; in Francia pare che la probabilità di divorzio sia in meJia quattro volte maggiore per le coppie senza prole che per quelle con prole •. , Nei paesi ove insieme col divorzio vige anche la separa• zione, si uova che la proporzione dei coniugi con prole è più alta tra coloro che ricorrono al secondo rimedio; il che appare spiegabile quando si considerano le più gravi conseguenze del primo per la figliuolanza. La frequenza delle dissoluzioni giu · diziali del matrimonio varia anche secondo il numero dei figli si suole, infatti, conchiudere dalla minor frequenza corrispon - dente al maggior numero dei figli che la prole più numerosa costituisce un vincolo più saldo tra i genitori ed uno più validi ostacolo alla loro separazione ; ma sarebbe necessario tener conto della durata del matrimonio. Più interessante è un altro risultato dell'osservazione statistica: quello che, coli' estendersi del divorzio e della secarazione cresce tra coloro che vi ricor · rono la percentuale dei coniugi aventi prole,. « Insieme con l'analisi dei dati sulla durata dei matrimoni .seguiti da divorzio e da separazione e aull' influsso della presenza di figli, il terzo libro ccntient: un'ampia indagine sui mo• tivi addotti a sostegno delle domande. Per quanto non sempre manifestino le vere ragioni della desiderata dissoluzione dd matrimonio, tali motivi ne forniscono, in qualche misura, indizio. Più difficile riesce il risalire dai moti vi della domanda alle reali cause di essa là dove è ammesso il mutuo consenso quale mo tivo di divorzio o di separazione, giacchè si tende sempre più a preferire questo ad ogni aitro (in Italia per esempio, 68 su 100 separazioni avvengono per mutuo consenso). Seguono, per frequenza, le sevizie e ingiurie gravi, l'abbandono o l'aasenza i'adulterio, I' alcoolismo, la condanna a certe pene. In com· plesso, per quasi tutte le cagioni di divorzio appare più spesso responsabile l'uomo che la donna n. 11 La parte quarta è dedicata allo studio delle condizioni personali dei coniugi che si separano o divorziano. Le disso · luzioni giudiziali del matrimonio appaiono sopratutto frequenti nei primi anni della maturità, qUando, svanito il primo ardore della passione e aggravatosi il carico e la responsabilità della famiglia, i coniugi si devono adattare sempre più l'uno all'altro. Con l'inoltrarsi degli anni, scompaiono poi molte cause di di· scordia, altre si attenuano , tuttavia le dissoluzioni giudiziali del matrimonio non sono rare, forse perchè l' intolleranza va crescendo con l'età ». « E interessante vedere come quei matrimoni che anche la comune opinione considera più anormali, i matrimoni, cioè, nei quali, lo sposo è molto più giovane della sposa, debbano essere con maggiore facilità degli altri disciolti giudizia !mente; meno marcata è la tendenza alla dissoluzione nei matrimoni in cui il marito è di età molto più avanzata, nè è difficile ·scorgere una ragione di tal differenza nella diversa durata per i due sessi, del periodo di attitudine aìla procreazione , . « Sulla frequenza dello scioglimento del matrimonio e~ercitò notevole influsso la confessione religiosa dei coniugi. E però difficilissimo scev..:rare l'azione di tal fattore da quella di altri concomitanti. La :iivorzialità dei cattolici sembra in generale inferiore a quella dei protestanti, intermedia tra le due quella degli israeliti ; ma pare che le differenze tra le varie confessioni debbano andarsi attenuando col diminuire di imyortanza dcli 'elemento religioso nella vita sociale ». « Gravi difficoltà si oppongono anche a,la ricerca dell' influsso esercitato dalla professione e condizione sociale dei coniugi. Comune a tutti i pat!si apµare tuttavia la scarsa frequenza dei divorzi e delle separazioni tra gli agricoltori, l'alta frequenza tra gli occupati nei traffici o nel commercio e in professioni liberali. Negli Stati in cui il divorzio e separazione sono ancora scarsamente diffusi, progrediscono sopratutto nelle -classi soci~lmente più elevate, che già se ne valgono in men 0 .

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