Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 16 - 31 agosto 1909

RIVISTA POPOLARE 437 .Ma disprezzo no. Se gl' inglesi sono temuti perchè ha.uno il mestolo della finanza , noi diamo all' Argentina - e li sanno gli argentini, i miracoli del nostro lavoro - le braccia che fecondano la terra. Nè sono tutti rozzi agricoltori gl' italiani dell' Argentina e al corrispondente della Perseveranza dovrebbe esser facile compilare una statisticà. dei professionisti e degl' industriali italiani che in quel lontano paese, aperto a tutte le feconde onergie del lavoro, onorano la Patria. GIACOMO p AVON i Spe11imentalistno seiale Divorzi e separazioni Da molto tempo avevamo in animo di occuparci di una relrzione del compianto prof. Bosco alla Commissione di Statistica giudiziaria sui divorzi e sulle separazioni, eh' è uscita anche in volume a parte (Roma Bertoro 1908). Ma ce ne m1rncò il tempo. Ciò che volevamo far noi l'ha fatto un giovane e valoroso statistico nell'ultimo numero del Giornale degli Economisti,· e noi che non sapremmo fare di meglio, riproduciamo quasi integralmente il suo studio. « Mentre, scrive il Mortara, appaiono sopite le vivaci dispute, che a lungo si agitarono , intorno ali' opportunità di introdurre l'istituto del divorzio nella legislazione italiana, sem pre •più frequenti e più gravi si manifestano i, sintomi di quello allentamento dei vincoli familiari , che tanti si lusingano di impedire col mantenerli indisaolubili. Insieme col numero delle separazioni di coniugi (aumentato da cirea 400 verso il 1870 a 859 nel 1904), cresce rapidamente quello delle condanne per adulterio {da 268 condannati nel 1891 a 856 nel 1900); l'una e l'altra variazione attesta che ormai la supina tassegnazione a certe condizioni di vita familiare venga gradatimente sosti tuita dalla tendenza a vdersi dei mezzi forniti dalla legge per renderle meno intollerabili o per ottenere la punizione del coniuge colpevole. Da altra parte , nelle regioni che danno maggiore contributo all'emigrazione permanente sono numerosissimi i casi di completo abbandono della famiglia da parte degli emigrati, nè meno frequenti sono i casi di adulterio da parte delle mogli di assenti ,. • Se il numero dei condannati per infrazioni alla fede coniugale può apparire ancora. abbestanza esiguo , è da avvertire però che esso rappresenta soltanto una piccola parte dei casi portati a cognizione dell'autorità giudiziaria. Nel quinquennio 1896-1900 fu provveduto per 12,635 imputati di adulterio, cioè in media per 2527 all'anno; ne furono condannati soltanto 3485 poco più di un querto 11. • E interessante osservare che mentre cresce il numero -iegli adulterii giudicati, diminuisce la quota dei casi di proscioglimento per remissione della parte lesa. Dal quinquennio 1891 95 al succe•sivo, mentre il numero degli imputati giudicati aumentò di 59 per 100 e quello dei c'mdannati crebbe di 72 per 100, il numero del prosciolti per remissione aumentò appen11.di 38 per 100. Sempre più fermamente risoluti appaiono dunque, i coniugi traditi, a far valere i propri diritti. Si noti che l'incremento assoluto nel numero degli adulteri giudicati è molto maggiore che nelle altre regioni in quelle meridionali dove pur si auole ritenere più salda la compagine familiare. Il numero degli imputati di adulterio giudicati aumentò , dal primo al secondo dei quinquenni anzidetti, soltanto di 548 (da 8:n a 1370) nell'Italia settentrionale e centrale; ma 2233 (da 3877 a 6110 nelle regioni meridionali ed insulari ». • Per fornire al lettore chiara idea dello stato del fenomeno nelle varie parti d' Italia, ho calcolato la probabilità che un matrimonio dia luogo, nel auo corso, ad un giudizio di adulterio. Tale probabilità è eguale, per l'Italia, a 0,00294; ciò significa che di 100,000 coppie che si formano, 294 daranno luogo a giudi 1io di adulterio. La proporzione di queste disgraziate coppie è masaima in Sicilia (744 pe1· 1001000) , Calabria (rzo), Puglia (7 18); meno elevata, ma tutta via considere•ole, in Sardegna (551), Basilicata (508), Campania (473), Lazio (422), Abruzzi (364). In Liguria (145), Toscana (136)1 Marche ed Umbria (102) la quota è abbastanz1 bassa; mintma poi è nel Piemonte e nell'Emilia (58), nel Venete (50), in Lom• bardia (43). L~ quota delle coppie che danno luogo a denun zia di adulterio può ottenersi, per l' Italia, aumentando di due terzi la cifra dianzi indicata 11. i Nè l'incremento nel numero dei giudizi di adulterio è limitato alle classi sociali più elevate. E anzi più rapido che nelle altre classi in quell~ dei aalariati, i quali costituivano nel 18901891, 60 per 100 dei giudicati (maschi); nel 1898-1900, 75 per 100. • Oltre che dai precedenti dati , la gravità della crisi che tra vaglia la istituzione familiare risulta dalle notizie che si hanno intorno ai coniugicidii. Nell' ultimo quinquennio del se. colo XIX, il numero degli imputati di tal delitto ascese a 370 (in media 74 all'anno), dei. quali vennero bensì prosciolti 141 nell' istruttoria e 70 nel giudizio, ma vennero condannati 159 (in media 32 all'anno, di fronte a 26 nel quinquennio precedente). In complesso il numero dei coniugicidi giudicati aumentò di oltre un quarto (26 per 100) dal quinquennio 18911895 al successivo. Più significante appare l'incremento di fronte all'evidente e considerevo'e diminuzione osservata nelle altre categorie di omicidi (il numero complessivo dei condannati pe.1omicidio volontario e oltre::l' intenzione esclusi j coniugicidi, diminuì di 9,6 per 100, da 9732 a 8809). • • Con la partecipazione sempre più larga del nostro paeae alla vita economica internazionale e con l' incremento dell' emigrazione maschile: si moltiplicano rapidamente le cause favovoli alla creazione di quelle anormali condizioni familiari cui solo vale a porre fine il divorzio; ma la legge, rigida conser - vatrice di dogmi nati in altri tempi e da altri tempi, non vuol piegare a seconda delle nuove esigenze. Non so se debba tale rigidità fornire motivo di lamento o di conforto; osteggiando il divorzio, si vuole combattere una trasformazione dei rapporti familiari , che potrà strappare la donna alla cieca fede nel dogma e nei suoi conservatori ; ma ogni ostacolo non può che accelerare un movimento il quale è risultato di secolare evoluzione. Se qualche osservatore superficiale , vedendo la facciata ancora integra dell' edifirio familiare, proclama la saldezza della fondamenta e dell'interno, ogni serio ·indagatore, figgendo lo sguardo oltre le mura eaterne , scorge spesso un mucchio di rovine, nè osa unirsi al trionfale osanna. Augura, piuttosto, che il nostro paese possa superare più rapidamente degli altri quello stadio transitorio di acutissima crisi, che dipinge, con mirabile intuizione delle cause comuni agenti su tutti i popoli, Augusto Bosco •. ♦ Ecco ora Ùn riassunto fedele del libro del Bosco: • Nella prima parte vengono esaminate le notizie statistiche intorno al numero dei divorzi e delle separazioni personali di coniugi, in generale. Dai dati raccolti appare conttnuo e rapido nella maggior parte degli Stati civili l'aumento sia degli uni che delle altre. In Francia, il numero nei divorzi , dopo che nel 1884 fu ivi ristabilito quell'istituto, è più che rad. doppiato. Con eguale o maggiore rapidità è cresciuto il numero dei divorzi in Inghilterra, in Svezia, in Finlandia , in ~omania, in Olanda, nel Belgio, in Scozia, in Norvegia. Solo in Danimarca ed in Svizzera l' incremento fu meno rapido, tuttavia negli ultimi anni è stato anche in queati paesi notevole •. 11 Ove non e ammesso il divorzio cresce il numero delle separazioni : in Italia negli ultimi trent'anni è raddoppiato. Lo stesso fenomeno si osserva anche là dove le aeparazione vige insieme col divorzio : in Austria, Belgio, Olanda, Inghilterra, Francia». • In rapporto alla popolazione coniugata , la massima frequenza di divorzi si osserva in Svizzera (2 per 1000 coppie esistenti), in Francia, Germania, Romania, Danimarca ( 1 per 1000); la minima in Inghilterra, Norvegia, Austria. Le separazioni sono più frequenti in Austria e in Francia (0,27 per 1000 coppie); il loro numero è relativamente scarso in Italia (o, r5 per I ooo coppie). Le precedenti cifre possono sembrare tutte assai basse, ma è da avvertire che indicano solo la frequenza media annua dei divorzi o delle aeparazioni. Per ottenerne in modo semplice un indice facilmente interpretabile, ma solo grossolanamente aprrossimato, è conveniente moltiplicarle per il numero di anni esprimente la durata media del matrimonio. Risulterebbe così, per I' Italia, che di diecimila matrimoni avvenuti quarantacinque dànno luogo a separazione ; per la Francia e per la Germania , di egual numero di matrimoni clrca trecento vengono sciolti per divorzio, per la Svizzera, la proporzione sarebbe di circa seicento. Percentuali per quanto alte, ancora lontane da queae che si osservano in taluni degli Stati Uniti di America, dove si calcola che più di un seato dei matrimoni contratti ai sciolgano per divorzio •.

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