Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 15 - 15 agosto 1909

RIVISTA POPOLARE 401 ma nel senso del determinismo - come ammetto di accordo col Fahlbeck, da questa genesi del feno• meno sorge il pericolo intravvisto d~ll.o stesso d~- moorafo svedese· poichè la n1ortahta ha un hmit~ al disotto d~l quale non si può scendere: c'è la morte necessaria di Chadwigk; la natalità, invece, perchè dipendente dalla ~olontà degli uomini può discendere a zero (Op. ctt. pag. 381). Scendendo a zero il voto di certi pessimisti sarebbe realiz~ato e l'umanità cesserebbe di esistere nel nostro pianeta. Questa possibilità, se non esplicitamente, implicitamente ammette il Fahlbeck; egli esclude, però, che i popoli possano nascere, crescere , invec~h_i~re e morire come gl' individui. E questa pos~1b1htà esclusi nel Socialismo combattendo le analogie, che alcuni fanatici darviniani ammettono tra la biologia e la sociologia. . . In qualche modo il Fahlbeck s1 contradd1ce. a~ermando che il mondo antico soccombette, v1tt1ma della estinzione delle classi superiori e dello spopolamento generale. (La decadence cc. p._369) ..Quand? si pensa alla poca importanza numerica dei barbari, che abbatterono l' Impero Romano e all' aumento della popolazione che si ebbe in Europa da. allora in poi, si deve ammettere che all_ora.non c1 fu la scomparsa la morte delle popolaz10m, che componevano l'I~11pero,ma la loro trasfonn_azio~e politi_cosociale (Vedi: Latini e Anglo-sassoni). S1. p~ò ritenere che siano morti i popoli che costltmrono la potenza deoli Assiri, di Cartagine ecc. ? Se ciò fisse stato non si dovrebbe ritenere come possibile se non probabile, la ripetizione nel mondo modernd del fenomeno pauroso del mondo antico, poichè è cessata. o si ~ ridotta, e.normemente l'azione delle cause di d1struz1one ed e 111versamente aumentata quella dei fattori di conservazione. Inducendo dal passato non remotissimo, in base alla probabilita statistica , durante l' era cristiana non essendo avvenuta la scompar~a di alcun popolo, di alcuna collettività, si dovrebbe, nel tirare l'oroscopo dell'umanità, escludere la tendenza alla morte ed alla scomparsa dei popoli. Solamente l' Irlanda nella Gran Brettaona da sessant'anni in quà presenta la continua dimi~uizione della popolazione , che si è già ridotta del 50 °/0 • Fra alcuni secoli, se la tendenza non mutasse l' Irlanda sarebbe scomparsa. ' . Ma è subito da avvertire che il fenomeno non s1 dovrebbe alla scomparsa natalità; poichè per quant~ le nascite siano già ridotte ad un numero assai vicino a quello della Francia, danno sulle morti un eccedenza del 5 °/0 circa. E questa ecce~enz~ sarebbe stata sufficiente dagli 8,175,124 abitanti del 1841 a portare la popolazione col solo aumento aritmetico a circa 11 milioni invece dei 4,386,0R5 quanti ne aveva nel 1906. La per?ita _è avvenut_a, come si sa esclusivamente per enngrazione. Perciò non ci pot~ebbe essere che morte dell'I:landa come oroanismo politico; ma vivrebbero assa1 più numero~i ol'Irlandesi al di Jà dell'Atlantico. La t, probabilita statisti~a . poggiat~ tra _i popoli civili sulla osservazione d1 circa venti secoli esclude, dunque, la tendenza alla morte dei _Popoli.. . La morte dell' umanità per cessaz10ne d1 nascite non è, dunque, una ipotesi _c~e abbia ~ualsiasi probabilità. Invece in un remotissimo avvenire sembrerebbe più probabile che il melanconico fenor_n~n~ si verifichi quando la Terra, secondo le previs1001 di Perciwal Lowell, sarà divenuta arida come >l pianeta Marte. , + Nella vita intima degli stessi popoli avvengon~ altri fenomeni interessanti, cui si connettono altn gravi problemi antropologici , economici , intellettuali e sociali. I popoli non muoiono; ma muoiono o scompariscono le loro aristocrazie, cioè quelle che dovrebbero essere gli elementi migliori, le classi superiori per eccellenza ? (1 ). La scomparsa per d·egenerazione delle famiglie aristocratiche storicamente è dimostrata da tempo da Jacobi in poi; e si è ;Jotuta constatar~ nell'a?- tichità - a Sparta, ad Atene, a Roma-rn Inghilterra in Francia, in Austria in Isvezia ecc. (2). H~ spiegato nel Socialismo perchè avviene nelle aristocrazie la degenerazione morale e intellettuale? e la mia spiegazione, in sostanza, è quell~ che da il Fahlbeck. Questi osserva che ~a nobiltà svedese la diminuizione , che si avvia alla ~comparsa deriva da cause intime di natura fisiologica , oltre che dal celibato e dalla sterililà occasionale; cause di natura fisiologica che danno diminuizione di natalità ed aumento di mortalità (3). Oltre che l'abuso di certe funzioni , insito nella natura stessa delle aristocrazie, come fattore di deoenerazione si deve ricordare il matrii onio tra b . : consangmne1. Contro la scomparsa delle famiglie aristocratiche o almeno contro la generalizzazione del fenomeno stà il fatto osservato da Moiheau , Benoiston de Chateuneuf: Passy, Kleine, Fahlbeck, della nobiltà campagnuola che resist~ e si p~opaga ..Ciò ~he po~ trebbe derivare dalla minore az10ne d1 quei fattori di degenerazione dianzi accennati ; e ciò spie~herebbe, senza ipotesi misteri.ose e~ ~ntropologi~he, la maggiore distruzione de1 superiori , che avviene nelle città, su cui insistette l' Hansen e che Ammon elevò a romanzo antropologico. Nelle città infatti crescono i bisogni, cresce l'azione della civiltà più che nelle campag?e e si limitan~ maggiormente le nascite per previdenza, per egmsmo, perchè al matrimonio si arriva in età avanzata, blasés. ( 1) Sulla degenerazione e scomparsa delle erist?crazi~ s_i riscontri la mia opera: Il Socialismo (Cap. VHI), m cm c1 sono raccolti molti precedenti; e poi Fahlbeck : TJa noblesse. en Suede. Rtude demOl(raphique. ( Nel Bulletin de l' Inst int. de 5tat. Tome XU 1.er livr.) Renda: Il destino delle dinastie (Torino, Bocca, 1904 ); Brachet: Pathologie mentale des Rois de France. Louis XI et ses ascendants (Paris , Hachette 1903) ecc. Il lato strettamente demografico è stato bene esaminato da Cini: Il diverso accrescimento delle classi sociali e la concentrarione della riccheHa (Roma, 1909). In questa monografia c'è una larga bibliogr~fia. (2) Mentre dalla prim~ ~onografìa del F_sh_lbe~~rimontando a due secoli fa in lsvez1a risulterebbe la d1minu1z1one assoluta e relativa dei nobili; dalla seconda nel secolo XIX risulterebbe la semplice diminuizione relativa. I nobili in lsvezia e_rano 9681 nel 1815 e rappresentavano 0.39 °lo della popolazione; aumentarono a 13,105 nel 1895, ma raporesentavano 0,27 °lo della popolazione totale. . . . . Giustino Fortunato nella sua Béld·a d1 Mont1cch10 (pagina 96) ricorda che degli otto figli di Tancredi di Hauteville venuto nel mezzogiorno non ne sopravisse un_o dopo I.a quart~ generazione; si estinsero pure rapidamente I francesi venuti cogli Angioini. ,. . (3) Il Fahlbeck si contraddice limitando la d~ge_ne~az1one biologica delle famiglie nobili sve~esi alla sola d1mrnmta fecondità. E l'aumento della mortalità?

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