412 RIVISTA POPOLARE bontà squisita di un dolce, e facciamogli vedere nna réclame che rapprnsenta un bambino con un pezzo di quel dolce in mano, un bambino sul cui volto si dipinge un'espressione di beatitudine , e snbito vi si persuaderà della maggiore forza che ha nel suo cervello questa seconda réc]a me. Ogni sensazione si riflette infatti nella nostra fisouomia producendo speciali atteggiamenti dei nostri muscoli facciali, atteggiamenti che s'impongono con faciltà a chi su essi porti con intensità la sua attenzione, provocando uno stimolo intercerebrale analogo. a1lo stimolo esterno a cui si deve la sensazione primitiva e con tale potenza da poter produrre dei movimenti spontanei del nostro organismo che accompagnano quella speciale sensazione, come p. e~. una più abbandante secrezione di saliva. + Se la réclamfl deve diventare rappresentativa nelle infime classi sociali, deve invece semplificarsi fino ad un semplice annunzio in quelle più alte cbe formano I' èlite della famiglia umana. Noi potremmo stabilire infatti una- legge generale che ci darebbe piena ragione di questa diversità: la réclame dev' essere uno stimolo che perde d' intensità mano, mano che cresce il c,Jefficiente che può dare la mentalità dell'individuo su cui agisce. Ed il coefficiente individuale di pende non solo dalla maggiore evoluzione psichica, ma dall'esperif\nza 111aggiore che permette una facile riprod11zione di sensazioni già avute, od un semplice processo di produzione d'immagini per differenziazioni o per analogia. Colui che conosce nn prodotto, che se n' è già servito troverà sufficiente un semplice annunziò per sapere quanto fa al caso suo, e se anche non conosce quella speciale aura, con un semplice lavoro mentale di differenziazione, riferendosi a prodotti somiglianti, potrà immaginare quello annnnziato. La rappresentazione mentale non è in fondo che una composizione delle diverse percezioni che per il processo mnemonico si sono fissate nella nostra cerebralità; si capisce quindi che quanto piu ricco è questo materiale percepito, tanto più facile è questa riproduzione. Ora gli appartenenti alle classi sociali superiori hanno immagazzinato un ricchissimo materiale di percezioni, per cui possono rappresentarsi il nuovo prodotto con una straordinaria faciltà. Ma da q11esta ricchezza di percezioni ne consegue che la réclame ritorni alla sua primitiva forma e lungi dall'avere la potenza suggestiva di creare novelli bisogni si limita al compito più modesto di mettere in comunicazione il produttore col consumatore. E la forma più utile di réclame non è più l'articolo apologetico che capziosamente, attraverso un aneddoto piccante, incatena l'attenzione del lettore, non il cartello murale, ma il catalogo, la nuda elencazione dei prodotti. + Tra questi due estremi vi è poi la. classe media, quella che più subisce la sug~estione della réclame: ad essa però uon basta di conoscere l'esistenza d'una merce, ma deve sentirla descrivere e decantare per essere facilitata nella riproduzione mentale di essa che può poi suscitarne il bisogno. La maggiore forza della réclame nelle classi medie, ha finche un'altra spiegazione psicologica. Le alte classi sociali rappresentano una condizione statica, per cui, pnr subendo la suggestione della moda, non hanno poi modelli a c11iadattare· il proprio posto; le classi m~die, invece, sono in un continuo stato ascensionale verso le prime: e la réclame in tanto ha valore in quanto indica i mezzi di livellazione, e si sferza di creare in una classe sociale dei bi,mgni propri di un'altra classe più elevata. Diremo, terminando, col Tarde: e le cascate della imitazione si propagano in getti sempre più ampii dalle classi superiori, alle agiate, alle medie :.. + Siamo noi riusciti ad aggiungere niente di nuovo ad uno dei più bei capitoli del prof. Cassola? non abbiamo questa illusione: noi abbiamo voluto soltant0, uscire dalle dighe d'una semplice recensione, solo per far conoscere lo speciale interesse di questo volume. Avv. ENRICO ALTAVILLA 1'1Vl5T /t DELLE ~IVI.STE Sardegna e Corsica.( 1 )-Tutto è relativo. Qualche volta si parla del necessario, qualche altra, per rafforzare l'espres. sione del concetto . si dice il puro necessario. ·~bbene, non c' è nulla di più relativo al mondo, di quel necessario che sembra un termine assoluto. Questo esempio è prova del re• lativismo. La Sardegna si è quasi sempre creduta e detta la più mi sera, la più abbandonata, la più dimenticata fra tutte le re gioni italiane. Poca popolazione , pochi lavori pubblici , poca iniziativa privata , poche sollecitudini da parte dello Stato: epperò terre incolte , ricchezze naturali ignorate o discono sciute , scarsi mezz:i di comunicazione , commercio languiJo, malaria, ogni sorta di guai. Ms ecco che una sua comp;i.gna, coinquilina nello stesso mare e molto prossima, la Corsica, dopo una lunga rassegnazione indolente, emette lagnanze ana - leghe e sotto alcuni rispetti, anche più giustificate. La Corsica sarebbe italiana geograficamente ed etnograficamente; politicamente no, ma questo fatto rende anzi più strana la sua pre sente condizione poco florida, giacchè essa appartiene a uno Stato che è solito profondere milioni , anche senza trovarci sempre griin vantaggio economico , per tutte le sue colonie;: vicine e lontane. Qui poi non si tratta d' una colonia , ma d'una parte integrante del territorio nazionale Francese. Uno scrittore, che dal nome app1trisce còrso od oriundo di Corsica, il signor Alessandro Guasco, descrive in poche pagine lo stato di quell'isola (1) e acce:rna ad alcune cause dei suoi mali. Anche là si deplora lo spopolamento; la decadenza del1' agricoltura, la scarsa viabilità, le poche strade ferrate, le poche linee marittime. Non mancano i paragoni con 1-t Sardegna , specie riguardo al diverso grado di sollecitudine con cui i due Governi italiano e francese , prendon cura del ri spetti vo territorio insulare tirreno. , Alcune parti della Corsica sono interamente incolte , e perchè tali, hanno una bellezza selvaggia che è commov~nte. (1) Questa interessante rivista delle riviste non potè trovar posto nel numero prece,fonte. _ La reda 1 io11e (2) Nelle Questions diplomatiques et colonia/es. Maggio, 1909.
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