346 RIVISTA POPO'LA RE ~ di tassa.re di più i ricchi od adotta.re la protezione, tassando il pane dei più e le industrie. Lord A vebory credette di poter raccogliere la sfida e di abbozzare una diversa solnzione del problema. Ma Lord George lo mise a posto subito mostrando cbe l'illustre banchiere aveva commesso un errore di 100 milioni nel suo calcolo. Tutta.via non è certo che il bilancio abbia. a passar per la Camera. dei Lords. I conservatori sostengono che anzitutto la clausola che concerne l'obbligo di procedere alla valutazione della proprietà terriera. non è materia finanziaria ma legislativa, che i Lords sono competenti a respingere. In secondo luogo, e ciò contrariamente alla lettera dell'Atto del 1678 ed altri atti successivi, al parere di tutti i costituzionalisti più illustri dello stesso Lord Salisbury (1894) e dello stesso Balfour, nel 1906, essi sostengono che è vero che i Lords non possono imporre nuove tasse, ma che possono impedire che se ne impongano di nuove. In fondo a tutto ciò v'è per altro solo la segreta speranza che i Lords osino respingere le clausole sulla « tand-taoo > dichiarandole non necessarie_ a coprire le spese dell'annata, e che il colpo riesca bene. Essi calcolano che possa riuscir bene perchè sperano di poter avere con se tutte le forze colpite nel!' attuale bilancio e di poter gridare allu politica socialistica.- mente spogliatrice del Governo. ~J certo da solo il gruppo dei finanzieri e dei fabbricatori e spacciatori di alcool è formidabile as~ai: ed esso si troverebbe accanto a tutte le forze dal la high-life e perfino della borghesia modesta, che si vede aumentare di venti centesimi per sterlina il peso dell' income-ta~. Se poi il colpo avesse a riuscire si sarebbe compiuta una grande rivoJuzione costituzionale; si sarebbe stabilito il precedente della competenza della Camera dei Lords anche in materia finanziaria e la Camr ~ dei Lords si presenterebbe come custode degli in. ~essi dei contribuenti (sic) contro la Camera elettiva sperperatrice, tirannica, giacobina, nemica della discussione e assetata solo di nuove tasse e nuova burocrazia. Sicuro: in fondo a tutto questa campagna v'è la secreta sperapza di far della Camera dei Lords la barriera contro il radico-socialismo della Camera dei Comuni. Si insiste su tutti i toni che l' essere elettiva non è per una assemblea la stessa cosa che essere rappresentativa; e che una assemblea può essere rappresentativa anche senza essere elettiva pel solo fatto di riuscire a schierare dalla propria parte l'opinione pubblica più influente; si insiste su tutti i toni che la Camera dei Comnni ha troppo lavoro da fare, che deve compierle troppo in fretta, che Ia discussione vi è subito troncata dalla mozione di chiusura (la ghigliottina) e non vi è più che una farsa e che quindi è, nella sua stessa procedura la miglior giustificazione d'un'altra Camera di revisione. E' vero che la Camera dei Lords è anomala e difettosa; ma, si dice, meglio una, qualunqne esRa sia, che nessuna; e dopo tutto i Radicali devono essere grati a Dio dell'esistenza d'una Camera dei Lords cosi anomala e difettosa, perchè una Camera dei Lords informata rlemocraticamente sarebbe più autorevole e più conservatrice I E cosi si spera di obbligare il governo ad appellarsi al paese e di ottenAre il con9enso degli elettori per inaugurare il governo della plutocrazia. lo credo però che sulla questione ferriera è possibile ehe la nazione sia d'opposto parere e riserbi dolorose sorprese a chi intrattiene di queste speranze. ANGELO CRESPI Le gioie della deputazione Eppure •vi si rimane Eppure, a dispetto di tutte le noie e le delusioni che il mandato politico largi<::ce a' suoi fedeli (quelle da me accenriate negli articoli precedenti non sono che un minimo saggio), a dispetto dei sacrifizi. oer la massima parte inutili, che esso impone, è difficile che un uomo, eletto una volta deputato, sappia trovar la forza di rinunziare spontaneamente alla deputazione e ritirarsi. Non parlo di quelli (e, per dire il vero, non sono molti) che della deputazione si servono per i loro afl:1ri o per gli affari dei loro clienti. Bisogna anche escludere coloro (e questi sono invece parecchi) i quali stanno a Montecitorio con la speranza e l'attesa quotidiana del sottosegretariato (che può capitare indifferentemente a un valentuomo o ad un imbecille) o del portafogli di Ministro. Per essi la preoccupazione della permanenza nel luogo d'(mde soltanto si può salire a più alte vette (chiamiamole cosi) si comprende e si giustifica pienamente. Ma per gli altri! Per coloro che dal!' atteggiamento politico assunto, dall'indole intellettuale o morale, della modestia anche dei titoli o dalla assoluta riconosciuta insufficienza a procedere più oltre, sono tratti a non p0otere o non dovere svolgere nella vita parlamentare che il solito filo della discussione quotidiana senza apprezzabili risultati concreti, per tutti costoro la contradizione diventa a prima aspetto quasi inesplicabile. Ebbene, come riflettendo bene non v'è nulla eh e non si spieghi, proviamoci a spiegare anche questa contradizione. .. Anzitutto, un gran fascino esercita il fatto elettorale. Si vuol bene alle idee professate, .si vuol bene agli amid, si vuol bene anche..... a sè stessi. Ora, indette le elezioni, l'invito è ad un combattimento. L'uomo può avere nella sua concezione pratica della esistenza rigettato per sempre del.la propria attività quel genere di contese, ed allora è a suo agio perfetto se per tutta la vita si limita alla funzione di spettatore. Ben diversa è la posizione di chi già altra volta si cimentò alla lotta. Il guaio è appunto li, nell'errore iniziale di non aver saputo guardarsi da un primo invito ! Si tratta allora di vedere quanto l'individuo sèppe conservare della stima e della fiducia altrui, quanto seppe conoscere delle virtt1 e defle debolezze individuali umane, quanto seppe piegare la propria
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