\, ! \ I ~ T .\ i' U P U L A 1, t può dirsi a proposito quello che il Carducci scriveva di una certa famiglia di critici, e, se non erro, di critici giovani, quali appunto son quelii della classe magistrale che urlano d\ più: - Sono gente quella da inferocire e m:mgiare I' un dell'altro in famiglia, per disperazione. - E purè, favorevoli a quel voto erano stati akuni veri e propri classicisti, e dei migliori o certo non ultimi fra i c:1pi di scuole cbssiche. Al coro dei maledicenti, insorti alLi riscuss:1, si unì, invocat:t e raccolt:1 da un diario politico a cui non sfugge mai l' occ:isione d' import;1rc qu:tlc1)S:1di diverso e di nuovo e di vivo su l'arido carnpo della politica quotidi;111:1, b voce grave e severa dei professori universit:1ri e ài :tlcuni illustri s..:rittori, i quali, quando ebbero a di re le lorn buone ragioni, non furono, nèmme11u c:ssi, profo1ida111c11teconcordi. Il d'Annunzio, per esempio, interpellato disse che queste non erano che << ciance »: e sdegnò,- il « maestro legittimo )), di dire il. suo gr;ive pMere ai discepoli, i quali, come tutti sanno, sono, pet bocca dellu stessl/ « m:1estro >>, schiavi ubriachi, ladruncoli e poveracci... Ma i' irn11zagini_fico e tardo emulo di Eui:ipiJe, il recente tragediografo di Fellra non aveva tutt' i wrti: ciance sono pur troppo i congressi e relHivi diverbi. + Or:1 i due -::1:npi :-io110 imme11,;:1me1ne 01v1s1: lì so1H) i (< tecnici » -:he per ora tacciono (e ucciano pure per lunga stagione: e il meglio che si possa fare); qui sono i classicisti, che pieni la mente di progetti fotti e di riforme da fare, gridano a gran voce: Non abbiamo a che fare con voi: intanto noi facciamo per conto nostro, e vogliamo essere soli. E soli veramente furono al Congresso di Pisa, il quale fu fatto per reazione a quel famiger::no voto dei « tecnici», imperdonabili autori dello scandalo. Ma se i:icco o meglio copi0so di argomenti e di proposte, il Congresso iu magro anzi che no d'interveuuti, i quali non superarono la quarantina. D'insegnanti mrdi superiori ve ne furono sì pochi da contarli su le dita d'una mano sola: i « tecnici », anche della stessa Pisa, mancarono quasi tutti; ma del solo Ateneo Pisano non mancarouo gli << universitari >), i pezzi grossi della cultura: i quali anzi presero parte molto viva e un tantino invadente alla discussione delle due giornate cosi pregne di ordini e discorsi, e, quello eh' e più, parteciparono al voto. Devo aggi ungere che proprio un professore universitario fece tutto il Congresso, o almc:no, per dirlo figuratamente, << lanciò la nave all'onda », che, sott'altra guida, chi sa in quali acque o quali secche sarebbe andata a finire. E questo professore, il quale - perche non dirlo? - fu il Mancini ·del-- I' Ateneo pisano, diresse da par suo il Congresso: lo inaugurò con un magnifico discorso, tutto pieno di fini osservazioni e di pratiche vedute, e, quelio che fu il meglio, raddrizzò idee, ravviò discussioni, die mano anche agli ordini del giorno: ne fu l' aoima insomma, e a lui si <leve - e questa la verità che non vollero dir tutta i giorn,ali - se alcune questioni troppo arditamente avanza te da qualche altro illustre, non ebbero corso o non presero una brutta piega, e se alfi.ne si apprndò alla riva coll'accoglimento di alcune savie proposte. Di fatti nel primo giorno la discusione si era avviata male verso la soluzione di argomenti di troppo sper.ifico valore didattico, e il Mancini Jovè durare fatic:1 pa richiamarla accortamente e opportunamente su la più pratica via Jei generali problemi, comuui in gran parte a tutte le scuole secondarie minori. M,1 se il Mancini, profondo conoscitore della scuola e vecchio milite di essa in tanti altri congressi, fece tanto di bene anche in quest'ultimo di Pisa, non deve diventare metodico l'intervento a tutt'i congressi degl'Insegnanti secondarii, dei professori di università i qu:di - vo' dirlo Ct>n tutta la venerazione che in gc:nerale ho di essi - non tutti sono ne il Mancini ne il Salvemini ne qualche altra rara avis di questa superiore famiglia di volatili, che dalle altissime cime µossa o voglia discendere fino a noi per guardar più da vicino le cose della terra e L1 più obliata di esse eh' è la scuola seco:1da ria. + Fu detto anche a Pisa che i congressi scolastici é bene se li facciano in tutto e per tutto gl'iusegnanti, e degl'insegn:rnti sol.o quelli che conoscono direttamente quella cosa o quell:l parte di cosa che si vorrebbe rin uova ta. E, sotto q nesto aspetto, il Congresso di Pisa iniziò una cosa nuova e in fondo uì:.ilissima, ma un tantino pericolosa: per-:hè ivi, per esempio, si dierono convegno i soli professori di ginnasio inferiore, e non :litri. E pure, dovendosi discutere principii di generale interesse, non avrebbe guastato l'intervento degl'insegnanti di tutte le altre scuole secondarie minori. Non pensarono i promotori del Congresso che una co·11piuta riforma della istruzione secondaria, non può riguardarè e interessare il solo ginnasio: non pensarono che in fatto di problemi generali o di principii comuni a più ordini di scuole, queste devono intendersi e accordarsi tutte intorno alla soluzione di quelii: nemmeno pensarono che la « scuola unica », se pericolosamente istituita con o senza il latino, potrebbe mandare a picco parecchie se non pure lél più parte delle approvate proposte. Queste divisioni menano pur troppo alle piccole o grandi risse: di famiglia, la quale, pur ramificata in tanti ordini di scuole, dovrebbe sentini e affermarsi una nel supremo intendimento educativo eh' e appunto quello di formare specialmente. l'animo e il carattere dell'uomo e del cittadino, intendimento che, natnralmente esplicato con mezzi diversi, è e dev'essere comune a tutti indistintamente gl' instituti secondari. Dovendosi nei congressi e forse meglio nella pubblica stampa di cui il giornale politico è il più spedito veicolo di libera e feconda discussione, preparare un piano di riforme di cui possa valersi il legislatore, oisogna sopra tutto considerare che, si tratti di ginnasi o di scuole tecniche o professionali, -i tratti di licei o d'istituti tecnici, un nucleo d'idee comuni, un ganglio di principii generali, volere o non volere ha dél esserci sempre:. E il Congresso appunto di Pisa lo ha dimostrato 'fino all'evidenza. Per esempio, l'abolizione dei famigerati esami di maturitd e quant'altro si attiene alla riforma di tutti gli esami, la ragione e metodo nell' inseguamento delle lingue moderne e la istituzione delle relative facoltà universitarie, il carattere e contenuto essenzialmente grammaticale e letterario in sostituzione del c9sì detto « metodo diretto >> per l'insegnamento det francese, ciò che si riferisce alla n atura ed estensione dell' insegnamento della mate-
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