290 RIVISTA POPOLARE e che se si guarda al commercio internazionale (cioè quello che interessa specialmente in questa materia) solo la ventiquattresima parte è servita daìle navi susAidiate (1). b) che dal 1897 al 1905 , mentre il traffico complessivo delle linee libere ba avuto un incremento del 34 °/ 0 , quello delle linee sovvenzionate è in vece aumentato soltanto del 20 °/ 0 • E ciò mostra che le sovvenzioni, più che a.intare il commercio , lo danneggiano; e) che la spesa di L. 12,066,925, Rostenuta dallo Stato per sovvenzioni, serve per un traffico complessivo di tonnellate 1,677,547, di cui sole 564,:>52 in commercio internazion,de. Vuol dire che le sovvenzioni importano una spesa di circa L. 7,50 per tonnellata di merci. E dato lo sviluppo e le tariffe delle reti marittime e ferroviarie mondiali, una spesa assai minore servirebbe a fare arrivare ogni tonnellata di merci a qualsiasi destinazione, anche a que\le non toccate dalla marina libera che frequenta i nostri porti. Il regime attuale delle sovvenzioni dunque non giova alla marina e tanto meno al commercio. Nessuno osa più di dire l'amenità che esso giovi alla posta, la quale ha bisogno di ben altri mezzi di trasporto, che 1100 siano le logore carcasse delle nostre linee sovvenzionate. Comunque basta pensare che per tutto il nostro movimento di trasporti postali (ferroviari e marittimi) .oel bilancio 1909-1910 è prevista una spesa di Lire 3,436,000, la quale comprende anche remunerazioni al personale. E certamente, per trasportare gli effetti postali relativamente scarsa che verrebbero affidati alle linee sovvenzionate, occorrerebbe una piccola. parte dei tre milioni e mezzo stanziati in bilancio. + La nessuna utilità del sistema delle sovvenz1om rende ancora più grave e ceasurabile il progetto di nuove convenzioni proposte dal Governo , che nel suo complesso importerÀ una spesa totale oscillante dai 500 ai 600 milioni. Questo progetto rimarrà memorabile anche per n.no Stato come il nostro, che pure in materia di contratti rovinosi non è alle sue prime armi. La Società (ci limitiamo al contratto col Lloyd Italiano, che è il più impùrtante ed il più oneroso) s'impegna a esercitare per venticinque anni una determinata rete di linee, impiegandovi materiale di certe carntteristichee di una data velucità. Però pel primo quinqueunio el:lsa può adibirvi materiale inferiore a quello richiesto; nel caso la sovvenzione sarà ridotta, ma in misura inadeguata. Lo Stato controlla i risultati dell'esercizio, e se la Società non arriva a guadagnare nel quinquennio il 5 °/ 0 , l' erario integra la differenza fino a circa 20 milioni. In base alle risultanze del qninq nounio, si fa la media delle spese e delle entrate, e la sovvenzione pel successivo ventennio deve essere tale, da co::upletare lo sbilancio e da assicurare alla compagnia : (1) Per avere un'idea del'a comparativamente s<.arsa importama delle sovvenzioni nei riguardi del commercio , giova anche rilevare che le nostre ferrovie trasportano una quantità di merci auperiore a qut'l!a trasportata da tutta la marina ''>ovvenzionata e libera). n) un profitto del 5,264 per cento che va intieramen te agli azionisti ; b) una quota dell'l.25 per cento a titolo di grandi ripan1zioni. Ma poichè alle riparazioni ordinarie, al deperimento ed anche ai miglioramenti , vi provvede con le spes8 annuali di esercizio, questa quota destinata al rinnovameuto del materiale, aumenta il valore dei pirosea fi , cioè il capitale della Società , e quindi anche tale quota rappresenta una parte di profitto; c) un'altra quota - il c11i meccanismo di determinazione sarebbe lungo spiegare-ma che rappresenterà probabilmente il 0.25 per cento. In conclusione si viene ad assicurare al Lloyd un \profitto di circa il 7 °/ 0 • Inoltre lo Stato garantisce completamente 60 milioni di obbligazioni che emetterà la Compagnia. In conipenl:lo lo Stato par tee iperà nella misura del 35 °/o _alla quota di utili che eccedesse la misura ~rnindicata. + Il controllo dello Stato sull'azienda e la partecipazione agli utili ernno prnvii;ti nella legge del 1908. Ma allora passarono quasi inosservati. Oggi che sono riprodntti suscitanv l'entusiasmo di uomini di buo!).a fede e di facile slancio - cbe in queste innocue armi a pietra focaia vedono una marca quasi socialista del contratto, un avviamento all'esercizio di Stato e cosi via. E Feotusiasmo per questi giocarelli e cosi grande, che non si vedono il vizio fondamentale e tntti i dift>tti del congegno. Un ci:tpitalista che as::!nme un servizio deve trna certa parte di rischi; diversamente il suo intervento non ha ragion d'essere. Qui invece i rischi sono an1,ullati ; ed anzi lo Stato appronta ali' assuntore I con la. sua garanzi1:1, i tre quarti del capitale. La Società si vede aH::;icurato ii suo capitale da ogni perdita, se ne garantisce l'ammortamento in venticinque anni, e di più godrà circa il 7 °/ 0 di p·rofi.tti. Q11esto meccanismo :r,uò portare, nel primo quinquennio, ad una maggior azione delle spese e ad un assottigliamento dtgli introiti, e ciò anche senza alcuna ;nalizia dell'assuntore, ma per quella trascuratezza che dipende dalla mancanza d'interesse. l\1i si dice, c' è il controllo e la partecipazione agli interessi, da parte dello Stato. Questa, giova ripetere, IJOll è una novità, non è una graziosa concessione del Lloyd, ma è uno dei patti già sanciti dalla legge del 1908 e da cui nessuno avrebbe potuto prei:Jcindere. Comunque, anche se fosse la cosa più 01 iginale del mondo, non può essere giudicata con entusitiSmo che da coloro i quali si vogliono ubbriacare di frasi. Il controllo è puramente contabile , cioè si fa sui libri, e serve ad accertare quali sono state le spese e quali i redditi. Sulla realtà e ~mila sostauza delle spese e delle entrate il controllo uon pnò investigare. Se ad esempio, a un impiegato si volesse dare uno stiµendio ecc_ezionalmente lauto, il controllo non avrebbe nulla da ved·ervi. Se 1a Società, garantita com'è dalla sovvenzione, sostenesse spese eccessi ve per forniture poco caute, per larghe senserie, per numero:,i impie-
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