Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 10 - 31 maggio 1909

l~IVIST A po POLARE 01 Politica, Lettere e Scienze Sociali Birettore: Prof. NAPOLEONI~ COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Italia; a11110 lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. ao Amministrazione: Corso Vitt01·io Emanuele, n. 0 115 - NAPOLI A 11110 XV - N um. 10 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 31 Maggio 1H09 SOMMARIO: GII avvenimenti e gll uomini: Noi: C<me si fanno le elezioni - L'az:one della Estrema sinistra - Per uno dei tanti eccidi del mezzogiorno - I nostri amici e alleati - I socialisti italiani rientrano nella realtà in fatto di politica doganale -- J\ fallimento dello sciopero dei funzionari francesi - Salonicco' e Abd-ul-Hamid - La Rivista: ta politica ecclesiastica -- Luigi E"naudie Dott. N. Colajanni: Sulla tendenza all'aumento del prt:zzo del grano - Amy A. Bernardy: Emigrazione bslcanica - Sperimentalismo sociale (l fattori sociali del movimento postale) -Luigi Campolonghl: Il valore dell'esempio nel mov\memo operaio - M. Pilo: Stelloncini letterarii - RI vista delle lUviste: Sull'aumento riel prezzo dei prodotti e sul modo di fronteggiarlo (Economista)-La nuova Europa (Contemporary Review)-La strage industriale in America :Mac Clures's Magarine) - li Madagascar sotto il dominio francese (Journal of African Society) - I delitti della giovinezza (Neue Rundschau) - Contro i demagoghi agrari (Preussische Jahrbucher) -- La pubertà causa della Criminalità giovanile (Zeitschrift ft'tr Kinderforschung) - Recenstonl. Pr VVENiftlENTI e GLI UOMINI Ai nostri abbonati che non ancora sono in regola coi pagamenti , facciamo caldissin1a preghiera di volercì mandare con cortese sollecitudine l' importo dell' abbonamento. 11 ritardo nei pagamenti per una pubblicazione come la nostra che vive esclusivamente con mezzi propri, senza sussidi di enti e di an1ici, danneggia graven1ente l'An1ministrazione. • Esortiamo dunque a pagare la mjnima somn1a che costituisce l'a1Jbonan1ento ed il cui mancato invio si deve non alla cattiva volontà n1a a din1enticanza degli abbonati , anche per risparmiarci la noia e la non lieve spesa della riscossione a mezzo della Posta. + Come si fanno le elezioni. -La discussione del bilancio degli interni è stata elevata ed interessantissima per opera esclué.iva della Esti-emri sinistra. I discorsi degli on. De Felice, Mirabelli e Oulajanni, e la sintesi dell'on. Barzilai, hanno documentato ampiamente e senza che ci sia stato neppure il tentativo della difesa da parte dell'on. Giolitti e dei suoi ascari, i metcdi riprovevolissimi seguiti nelle elezioni generali ultime e le deficienze del nostro regime elettorale. Mai come ora la cosidetta maggioranza mostrò la propria impotenza morale e intellettuale limitandosi a prendere parte alla discnssione coi soli urli e colle sghignazzate provocate dalle barzellette dell'Onorevole Giolitti e rispondendo ai fatti formidabili che accusano il governo coi voti senza coscienza e senza vera libertà. • A proposito di barzellette notiamo che in risposta ad una colla quale il Presidente del Consiglio tentò interrompere l'on. Colajannì, ebbe da questi tale meritata rampogna da fargli as~umere rapidamente un a~petto funerario. La stessa maggioranza, ministeriale a prova di bombe, rimase impressionata ed umiliata dai fatti narrati dagli on. De Felice e Colajanni sulle violenze inandite esercitate dagli agenti del governo o dagli amici dei candid~ti governativi. I casi violenti di Militcllo ; la lettera Tedesco confessante la corruzione collettiva esercitata ad Ortona a Mare ; il telegramma circolare del Sotto-prefetto di S. Angelo dei Lombardi che con modi più ridicoli e più sfacciati di quelli adoperati sotto il 2°· Impero, introduceva in Italia le candidature ufficiali; la sentenza che riassumeva le violenze inaudite, premeditate e a tempo denunziate preventivamente dall'on. Colajanni all' on. Giolitti nelle ele- . zioni amministrative di Andria; la proclamazione del piccolo stato di ascedio a Maddaloni; l'ammessa esistenza del famoso Trattato di T1·apani, che inizia la elezione di Castel vet.rano colle relati va crocefissione di un delinquente e:ettorale, col voto degli analfabeti, colla tentata corruzione di un sottoprefetto , cogli schiaffi assestati da un delegato ad un cittadino, colle violenze di ogni genere commesse dai sostenitori dell'on. Saporito nel collegio di Ctlstel vetrano ec. ec. disonorano qual11nque governo e spiegano come si formino le maggioranze ciecamente, abbiettamene servili. Tutti questi fatti denunziati dai deputati per Catania e Castrogiovanni acquistarono importanza specialissima per la circostanza che l'ou. Giolitti - caso veramente unico ed eccezion~le - non li smentì e non li corresse. Il Presidente del Consiglio si limitò ad osservare che erano pochi e che egli a Catania e nella provincil\ di Caltanissetta aveva favorito gli elementi sani senza preoccuparsi se essi erano a lui favorevoli o avversi. Ciò che è vero e cbe era stato dichiarato lealmente ron ammirata equanimità dall'on. Colajanni. Tenendo conto, per lo appunto di questa ci1;c0stanza e dall'altra dell'appoggio accordato quà ai liberali e là ai clericali l'on. Colajanni avverti eh.e il Presidente del Consig:io è un uomo multiforme, che fa iaghio ttire ptllole liberali ai clericali e pillole clericali ai liberal i;

254 RIVISTA POPOLARE un uom01 che avrehbe posto in gran1fo imbarazzo lo di Vallelonga. L'ultima vivace diAcuAsione alla Came1·a stesso Linneo se aveRse dovuto classificarlo. coi battibecchi interessantissimi del trio Fera BnJcnniIn quanto ali' essere pochi i casi di violenza. e di Squitti e colla rampogna dell' Est1·ema contro l'ultimo, corruzione denunziati da De Felice e Colajanni è un e il voto del Consiglio Provinciale di Catanzaro sul altro paio di maniche. doloroso episodio ci offrono il destro di dire una paL' on. Barzilai per un verso spiegò perchè erano rola in proposito. pochi. Si deve aggiungere che quelli denunziitti erano Non ripeteremo per la centesima volta tutte le osi casi più tipici e dei quali fu pos,iibile dare la pre- servazioni che in varie occasioni abbia.mo fatto s11lle cisa documentazione. Questi casi pochi, ma buoni, comelcondizioni generali, sulla struttura economico-sociale evidenza della loro enormità , cioè pessimi , lasciano del mezzogiorno, s1illa vac11ità di certe proposte e di comprendere che cosa sia il resto delle elezioni. . certi rimedi, che vorrebbero trasformare in un anno + 'ft'7 uno stato di CO"le,che è il prodotto storico di venti "'' secoli; ma ci fermeremo sulle re,1pnmiabilità immediate L'azione della Est:rema slnlst:ra. - Luigi e dirette di questa Atrnge di Vallelonga. Lodi nella Vita ha pubblicato uno dei s11oi i;inliti sr• Lon. Fera con parola calrr.a, e forte, qnale può veticoli materi11ti di bnoo senso per difandere l'Estrema nire dalla sincera convinzionA di eRRere nel vero e siuistra da alcune accuse ed anche pèr darle qualche l'on. Bocconi in 11nb forma più saltnaria. ma n0n con•dglio. meno energica, affermarono che la reRpnn~abilità dello Ha modo di rilevare che l'osfruzionismo del 1899-900 eccidio risale ag-li amici p1litici (?) ò.ell' on. Sqnitti. trionfò pnchè ci fo la cooperazione della opposizione QnAsti con una violenza insolita. non solo respinse le costituzionale capitanata da Zanardelli. Ed ha ragione; accuse, ma cercò tener testa a tutta la Estrema, che come l'ba in parte quando osserva: e ha torto chi lo inveRU forio"lamente. ~ chiede I' E.c;tr,ma dell'ostruzionismo, perchè tutte le Da q nal parte stava la ragione, tra 0hi negava e e condizioni dell' ust,·uzionismo non si presentano; ma chi affermava senza esitazioni? < ha pure torto l'Estrema di non attuare quello che i Il dubbio sarebbe possibile se non ci fossero le ma- -e comizi generali hanno !]etto>, nifestazioni del Con!=!iglioprovinciale di Catanzaro. In Ma qui vorremmo saptre qa L11igi Lodi: cosa banno quel consesso amministrativo fo portata nna prima detto i Comizi gennai i? volta la q uistio11J3,;e il Prefetto in nome della lettera Noi crPdiamo chA una sola indicazione vera ci sia della legge impedl la calorosa disc11s~ione iniziata Rulstata nell'ultima lntta elettorale: quAllo dell'anticleri- l'atto di accu"la contro il governo e contro gli amici caliHmo; e noi siamo sicuri, che l'Estrema non verrà dell'on. Squitti, Ficiogliendo brnscamAnte la sed11ta. Ma meno al ano dovere s11 questo terreno; tanto più che egli non potè impedire che in seguito a r.umeroRi cosu questo punto l'accodo tra tutte le frazioni del- mizi di protesta e a m}\nifestazioni eRplicite di biasimo l'Esfrema è completo. contro il suo operato venis8e riconvocato il consiglio Quella parta del\' Estrema - ed è la parte più bat- provinciale per rioccuparsi della q11ist,ione. tagliera composta da. repubblicani e sor.ialisti - che Il Prefetto Sansone e il Presidente del Consiglio non aspira alle gioie ed alle responsabilità del potere provinciale De Seta non poterono fare altro, che astesotto la monarchia, però pnò Apera.re· di vedere c'.:>ro- nersi dalla seduta, riuscita solenne, forse, per l' asnato dal successo politico immediato, cioè dalla caduta senza dei mede.simi, noncbè dell'on. Squitti. del ministero attuale, l'azione sua? Sino a questo mo- Ora il Consiglio provinciale di Catanzaro collo inmento non pare che l'avvenimento des:dera.to sia rea- tervento di ben 30 consiglieri votò alla unanimità il lizza.bile prossimamente. Ora la ragione della scarsa seguente ordine <lei giorno: e Il C.>nsiglio convinto probabilità di tali eventi l' ha indicata chiaramente . e r.he l'eccidio di Vallelongl'l. sia un episodio doloroso Luip.;i Lodi: e C'è deficienza, egli dice, di un uomo che « delle misere condizioni politiche e moridi in balia delle e conduca gli altri e li trascini ... L'opposizione costi- < quali è lasciata la nostra sventnra.tissima regione; e tuzionalA non è oggi, per molte ragioni, quella del- e ritenuto che una paro!~ energica di protesta ammo- « l'epoca. dell'ostruzionismo, che usciva dall'aula. se- • nitrice s'impone perchè uu' opera di vivo rinnovae guendo Giuseppe Zanardelli. Il che importa: manca « mento venga liberamento svolto e la giustizia abbia « l<t visione del ministero di domrmi, cond;zione essen- • completo trionfo; riaffermando la sua libertà di die ziale per infondere combattivitd in un assemblea « scussione di fronte alla inconsulta proroga della sesc politica>. e sione e contro qualnnque sopraffazione; deµlorn. alOra data q110sta deficienza, che !:;a, una importanza e tamente i;1:li ecciclii che con fatale ritorno conturhano capitale e che potrebbe essere ancora. lurneg!!;iata dal e e insanguinano le nostre cont1·ade e reclama ehe la direttore della Vita, gli errori di metodi , le piccole • giustizia colpisca inesorabi I men te tn tti i colpevoli del intemperanze di qualche repubblicano e di q11alche e sangue cittadino sparso a Vallelonga >. socialista non contano. Non sono i partiti anticostitu- Quest'ordine del giorno è una fiera requisitoria. contro zionali che devono trovare l'argomento che deve pro- il governo e contro l'on. Sqnitti; è la piena e comvocare la crisi ministeriale; non sono i repubblicani e pleta ginstificazione delle accuse dAgli on. Fera -Bocconi. i socialisti, che devono andare in cerca col lanternino Og~i non potrebbe più l' on. Sqnitti risponrlere loro di Diogene dell'uomo che deve impersonare il mmistero che essi ignorano i fatti e che hanno attinto noti1:ie a di domani. Questo è il compito precipuò della. oppo- fonti partigiane. Ab! no. I 30 consiglieri provinciali, sizione costituzionale; sue sono le deficienze; sue Bono di Catanzaro non sono tutti di un colore , sono tutti le responsabilità della ditta.tura dell'Onorevole Gio- calabresi, conoscono i fatti e condannano il governo e litti; sua l'opera neutralizzatrice dell'azione dell' E- ]'on, Sq11itti. strema. Ora Ja condanna di un uomo o di un ministero Data questa deficienza e data questa responsabilità quando si parla del mezzogiorno è poca cosa-è trandell' opposizi0ne cnstitnzionale - quat.tro noci in un sitoria. sacco I - l'Estrema anticostituzionale se ha. una colpa L'essenziale, il grave è questo: l'opera del Ministero è quella di non essere abba:;tanza teorica, abbastanza Giolitti, l'opera di Squitti è la continuazione di quella dottrinaria. del governo italiano da quarantanove anni in q11a ! + + Per uno del tanti eocldl de~ mezzoglo:r no -A suo tempo, !Jer motivi van, non potemmo occuparci, nemmeno brevemente, del cosidetto eccidio I nostri amici e alleati - Francamente biso - gna creàere e dire che il buoo senso abbia completamente esulato dalle alte sfere austriache. Non vogliamo

RIVISTA POPULARE 255 discutere il valore della triplice, nè quanto convenga ora a noi l'alleanza con l'Austria, ove si dichiara esser ad Ala il confine italiano, nè se convenga mantenerla. Queste sono opinioni delle q nali non è ora il caso, nè il momento di discutere: verrà il tempo opportnoo ed allora sarà logico vagliare il pro e eontro della situazione. Ma quella che, alleanla o no, triplice o no, ci sembra opport,mo considerare è la condotta dei nostri vi~ini, nonchè amici ed alleliti, gli austriaci,f a proposito di alcune questioncellA, che potrehbero an- • che essere hizantine, se non ne andasse di mezzo qualche brandello della nostra dignità, nel lasciarle pas-, sare senz9, commento. D'altra parte è, ci semhra,' interessante anche per l'Anstria che l'alleanza non sia troppo antipatica, e non la diventi di più in più fra noi. Alla corte degli Absburgo dovrebbero persuadersi che in fondo in fondo chi guadagna bene e tira vantaggi positivi dalla alleanza è l'Austria; noi, ora, e da lungo tempo, non più. In. Anstria si dovrebbe pur tener conto che la Bosnia e l'Erzflgovina non avrebbero potnto essere annesse se l'Italia avesse tenuta una condotta diversa da quella tenuta - se fu buona o cattiva quella condotta, non è, ora, il easo di disquisire. Si dovrebbe tener conto, in A11stria che un milione 700 mila nomini sono per qualche rosa anche armati come Dio vuole , e comandati alla peggio; italiani rn,l loro territorio qualche cosa valgono non solo, ma possono essere egualmente utili amici, o nemici terribili. Ma nelle alte sfere austriache, dove con la influenza del bigottissimo arciduca Francesco Ferdinando è in auge il gretto e reazionario potere pretesco, pare che la nou si intenda cosi. E ciò è male: tanto male che i giornali austriaci seri e ponderati , come la. « Zeit e la Neue Frei Presse» per esempio, biasimano apertamente la condotta del governo, il quale non sembra persuaso che le sconfitte toccate all'Austria nelle guerre del nostro risorgimento hanno modificato non solo la storia d'Amitria e la carta geografica d'Europa, ma altresi , e forse anche più radicalmente, il pensiero moderno. Sua Santità, poveraccio, giace su la paglia, prigioniero e vittima del!' Unità italiana, ha pt-rdnto il potere tem1-1orale come l'Austria ha perduto la Lombardia, il Veneto e l' egemonia su le altre regioni italiane , e questo l'uno e l'altro per sempre, e non c'è rimedio. Sua Santità piange e prote~ta dolorando nel suo umido giacigl,o di paglia, nel Vaticano abbellito però da Raffaello; e pare che l'Austria non si raHsegni , da bravo nemico vinto ma sempre forte, a pigliare in santa pace il risultato degli eventi. Che Sua Santità pianga e protesti è logico: porta la sottana, indice di inferiorità, e bisogna lasciare libertà all'innocente suo sfogo. Ma che l'Austria eerchi di non sgarrare una occasione per far capire che il 59 e le susseguenti sconfitte le dolgono aueora, è cosa da un lato ridicola, dall'altro pericolosa poicbè l'Austl'ia ha-checchè faccia o dica - serio e grande bisogno dell'alleanza italiana. Ora le si predentarono due occasioni di fare bella figura, di dimostrare il nero ani rno amico a noi alleati e le ha bocciate tutt'e dne. L'Uuiversità a Triest1c1che avrebbe fatto piacere in Italia, ed agli Italiani dell'Austria, non si è concessa; ma si è voluti arrivare alla dimostrazione chiara che le botte ricevute cinquanta anni fa prudono ancora; e l'Austria ha rifiutato di partecipare uffieial111ente alle feste per il nostro plebiscito. Atto stupido sotto ogni aspetto. Noi certamente, uon desideriamo che l'Italia risponda con qulcue r::1catto,anche percbè consideriamo che raggiunto lo scopo di cacciare l'Austria dal suolo italiano, è inutile andare a cercare di più; ma consideriamo però - e ci piace dichiararlo-che l'Au~tria si guadagnerebbe molte maggiori simpatie, e sarebbe più dignitosa se tenesse ·un po' meno bordone a Sua Santità che piange. Che diavolo: il coro dei lacrimanti diventa ridicolo. Nota - Era composto questo stelloncino quando ci pervenne la notizia che l'Austria aveva mesrn un pò di giudizio di fronte alle proteste della sua stampa liberale, di qudle di Berlino e del l'Ungheria; pur troppo, lo spirito reazionario dell'Arciduca Francesco Ferdinando lo rende sempre opportuno. + I socialisti Italiani :rlentJtauo nella :realtà In fatto di polltlo~ doganale.-Discntendo della protflzione accordata agli zucc~erieri e che la mozione Samoggiri vorrebbe attenuare, l' Avanti I (23 maggio) ba fq,tto questa prPziosa confessione: e II partito sociali8ta, partito di azione , non può e e~sere - come Marx dir,eva - nè assolutamente libec rista nè assol11tarnente protezionista. Pure tenendo "l'occhio agli interessi della collettività com1umatrice, « e combattendo per esslt contro l'artificio del sistema e protezionistico, non deve, in qtwsto combattimento. e dimenticare quella misura che gli è imposta dagli « interessi di numerose falangi operaie che sarebbero « alle prese colla famE\ He il 1iberi8mo economico avesse e di colpo 1:1. trionfare. ~ Abbiamo bisogno di dire che noi ne siamo arei che soddisfatti? Anche uoi in un altro numero abbiamo ricordato agli ignorantelli l'opinione di Marx. Se l'interesse di poche migliaia di operai preoccupa l'Avanti e lo induce a temperato protezionismo a fortiori dovrà ugualmente ragionare di fron1.e ali' interesse dei milioni di la.voratori che coltivano il grano. + Il fallimento dello •solope:ro del funzlo- :rl francesi. - Era previsto e proviamo sincero compiacim1-nto perchè sia fallito. Noi non c'illudiamo sull'avvenire e temiamo forte che i Pataud, i Grangier e simili sindacalisti, - che se non sono agenti provocatori agli sti peodi dei monarchici sono degli anarchici, che trionfando porterebbero a rovina la Francia - vorranno qua.ndo che sia la loro rivincita. Ad allontanarla qnanto più si può, se non a renderla asHolutamente impossibile, serviranno da un lato la corretta condotta dflllo Stato e dei Slloi organi, che devono rendt>re giustizia a tutti i funzionari, e non ai soli postelegrafici, e procederP a tutti i miglioramenti economici e morali possibili; dall' altro lo intervento attivo della pubbli0a opinione, che deve essere illuminata sulle consegue,,.ze della tirrannide dei funzionari e sull'anarchia disastrosa cui andrebbe incontro la società col trionfo dei sindacati egoisticamente corporativiste. Informati a senso pratico ed abbastanza equanimi sono stati due art-icoli pubblicati dal Campanozzi nella Riformrt, (16 e 23 Marzo) sullo scivpero dei postelegrafici sn quello generale, fallito ancora più miseramente. ~1;li che certamente noo pnò essere sospettato di tiepidezza per la causa dei funzionari, ha tratto argomento da qnesto follimento per dare savi conaigli e ammouimenti ai ferrovieri ed ai funzionari tutti d'Italia, il cui spirito è proclive ai falliti tentativi di sc10pero. N,,tiamo intanto con vera soddisfazione che Le Socialisme (N .' 0 del 29 Maggio), l'organo di Guesde e del Marxismo più purò in Francia, rimprovera aspramente a J aurès e agli altri socialisti unificati la loro inerzia di fronte allo aeiopero \ inerzia che incoraggiò i rivo- !uzionari. Tale inerzia in mo!te occasioni noi abbiamo rimproverato ai deputati socialisti italiani E cogliamo volentieri questa occasione per ricordare che delle pretese e dei tentativi dei pubblici funzionari italiani si è occupato con rara competenza l'on. Giustino Fortunato nell'ultima relazione ai suoi antichi elettori di Melfi. •

,, 256 RIVISTA POPOLARE + in tale senso si sia allogato l'on. Ministro Orlando, pel quale nutriamo tanta stima e tanta simpatia. Salonicco e Habd ul-Hamfd. - Il vecchio La discus~ione non fu affatto rettorica, perchè criminale, che vile come t 11tti i crudeli, accolse tre- risponde alla situazione reale e, si aggirò sui fatti mante di y~ura, livid~ di spavento .la. notizia della più che sulle astrazioni e sulle teorie; non fu retsna depos1z10ne, che s1 raccomandò v1ghaccamente che torica perchè risponde al pericolo del clericalismo gli fosse se~bato alme~o la vita,. a lui che l'ha ~olta invad~nte. e fatta to~li~re a t_anti, è s~a~omtern.ato a S~lomc~?· Potè essere giacobina, se colla parola giacobiLa mera~iglrnsa Vill_a Allat~m. splendida su1l azzm/o .. nismo « s'intende con Rastignac, come giustamente mare, ~ circondata d, meravighos~ camp~g.na accogi1ef losservò un giornale di Roma, la dottrina del1a lila bestia ~~roce, messa,. per ora,/n cond~zione da ~0?1 bertà spirituale e dell'energia politica, la disciplina mordere P1?· ~a Salomcco, dov è la Villa Allatim, ~ rig_ida di un_a idea che diventi impulso e stimolo e non, vuole il tir~nno. ?ecaduto. . . . gmJa all'azione. E se questo s' rntende con tale E un f~tto ps1Cologicon.otevo~e. G~neralmente 1 vmti parola noi affrettiamo coi voti l'avvento in Italia ?estano_ prntà e 8?ven_te si~patia; 81 ~ente spesso pe~ di una politica giacobina, che abbia pure le sue 1 cadnti una sp~c,e .d1 cantà che conl'l~st e. nel non .f~r violenze le sue insofferenze le sue. intolleranze loro troppo sentir~ il pes~ della loro m1ser1a, ~ la g10rn ma che 'dia nervi e sangue a' questo corpo flaccid~ dell~ fort11na negh avversi. Per Hl!-bd-ul-~am1d ~11est~ e catalettico eh' è il parlamentarismo italico! ma se?-t,me!lt.o' che .è natu.rale nel cuore d1 quasi t~tt1 che apra sbocchi e segni vie e immetta aspre corgh uom101, semb,a. bandito dal c11ore deI!a u~an.1t~. renti nel seno di questa palude livida e smorta Se un altro eh~ lm fosse cadnto. alla esplos1o~e d1 g101!"' ch'è la nostra vita pubblica». ' P?r la sua. rovma Sltre?~e .s11cce?uta la ca~•tà per 11 Due furono i problemi che dettero occasione alyrnt?; Bre~no ha pochi imitat~n. nella ~toria. Ma per l'elevata discussione: quello della precedenza del 11 b,e?o t1rann~ della Turchi~ il sent1men~o uma_no matrimonio civile su quello relio-ioso e l'altro delle non s1 è fi1tto vivo. Al contrar10.: )a sua rapidi\ e v10- corporazioni religiose. 0 lenta caduta deAtò sorpr~sa ? gioia: la sua_ sfortuna Di entrambi diremo colle parole degli oratori è stata esultanza ed ora il vinto non che 10contrare • d • l h ' · tà t l h 1. t t· . 1 1 bb . t cu1 occorren o, aggiungeremo qua c e nostra osserp10 , rova q ne e e g 1 appeA a 1 e 1 e rosi ro- . varono nel Medio Evo nelle vie della città. I sassi e vazwne. l'urla di riprovazione della folla. Salonicco non vuole ospitare il vinto; Salonicco non ha pietà per il caduto. E' giustizia. L'uomo che non ebbe mai pietà, l'uomo che fo due volte fedigrafo, l'uomo che non esitò mai dinanzi alla strage ed al delitto, non può sperare di trnvare pietà fra gli uomini. Salonicco non lo vuole : le città ove egli potrebbe essere internato, come Salonicco non lo vogliono: non pnò essere lasciato fibero; non può essere internato in quell'Asia che è tutt'ora un mistero donde, di tratto in tratto, giungono all'Europa esterrefatta bagliori d'incendio e notizie .di massacri atroci (i massacri ordinati da lui, in suo nome perpetrati e che gli piacevano e gli erano utili); insomma non può trovare campo e scampo in nessun luogo. I giovani Turchi per un fine loro politico lo vogliono lasciare vivere: questo è il grande inciampo alla loro politica. Tutti gli odiatori del nuovo regime di libertà banno gli occhi fissi su lui; che egli o'li fare un gesto - e niente dice che egli, salva ormai la vita non voglia farlo - ch'egli faccia un ge~to, e l'Asia misteriosa e buia Ai rovescerà contro la Turchia di Europa. Habd-ul-Hamid è un pericolo permanente: Salonicco e nessuna città libera lo vuole, i giovani Turchi cominciano ora a trovarsi di fronte il dilemma. Sarà interessante vedere-se un giorno Habd-ul-Hamid non sarà suicidato - sarà iutere<isante vedere come riuscìra11no a sciogliere il nodo gordiano, che Salonicco ha presentato con tanta franchezza: Fate del caduto Rultano quel che vi pare: ma toglietelo di .qua. E dove metterlo? That is the question. NOI La politicaecclesiastica Nella discussione del bilancio di grazia e giustizia quest'anno si è sollevata la quistione della politica ecclesiastica. I reazionari, che non hanno il coraggio di dirsi apertamente tali, insinuanochegli oratori che l'hanno sollevata, hanno voluto ricorrere alla rettorica an ti cleri ca le e giacobina; ed essi hanno avanzata la pretesa di dirsi liberali, ponendosi di contro al clericalismo e all'anticlericalismo. A noi duole che tra i liberali, + . L'on. Angelo Muratod, riaffermando la sua buona fama di oratore e dì cittadino che si preoccupa delle gravi conseguenze di un istituto, intrattenne la Camera della necessità di rendere obbligatoria la precedenza del matrimonio civile su quello religioso. Questa necessità vien fuori evidente dal fatto che essend:::. stato dichiarato nullo il solo matrimonio religioso dalla legge del 1865, molti o per ignoranza o per inganno di seduttori sceller1ri, contraggono il solo matrimonio religioso, credendo e facendo credere che col medesimo si contragga un matrimonio valido e legale. Le conseguenze sono gravissime e di ordine giuridico, morale e sociale. Una donna che si crede moglie legittima un brutto giorno viene abbandonata da chi la godette e la sedusse e vede correre quello che credette essere suo marito nelle braccia di un altra donna. Muore improvvisamehte il padre e i Ggli nati dal matrimonio religioso non possono ereditarne nè il nome, nè i beni. Arriva il momento di dover prestare il servizio militare, e il padre che credeva di vedere esentato il figlio apprende con dolore che suo Gglio è considerato come un bastardo, come un illegittimo, che non può godere della esenzione, che la legge accorda ai figli legittimi. L'on. Muratori propugnando un'altra innovazione legislativa, di cui si occupò quì siesso l' avv. Fr. Mariani, la ricerca della paternità, lesse queste parole pronunziate dal Rivet nella Camera francese per mostrare le tristi conseguenze della negata ricerca: « irrefponsabilità del' uomo, rovina della do,,na a cui s'impone l'onere per le, sola intollerabile di allevare i figliuolì, abbandono dell'infante alla corruzione, alla miseria, al delitto ed alla prostituzione, così che egli diviene .perciò una minaccia per la società. Crimini abominevoli di infanti• cidio e Ji, abbandono d' infanti più rari dove la ~·iceri:a della paternità è ammessa e assoluzioni da parte dei giurati che gìudicano inique le leggi sociali. Il revolver e il vetriolo che tengon luogo della legge, e le donne che si fanno giustizia con le loro mani fra gli applausi della folla; ecco gli effetti del dinit>god~lla ricerca della paternità ». Ora queste conseguenze della negata ricerca della paternità sono su per giù quelle del matrimonio religioso. E l'episodio tragico, in cui il coltello affilato si sostituì al revolver ed al vetriolo,

RIVISTA POPOLARE 257 che illustrò colle triste realtà la parola del deputato francese si verifìcò in questi ultimi giorni in Roma; dove una donna sedotta colla illusione del matrimonio religioso, ed abbandonata in una ad una povera figlia malaticcia, uccise il seduttore. Il popolo l'acclamò, i giurati l'assolveranno; e si mostrerebbero senza cuore, degni successori dei Farisei ch'erano fedeli alla lettera della legge, se non assolvessero la omicida vinJice dell'onore proprio e della miseria che trarrà a morte una innocente creatura. Se condannassero, un matrimonio religioso avrebbe fatto tre vittime in una volta: il seJuttore ucciso, la tradì ta in galera e la fìglia morta d'inedia o, se sopravvivente, dannata alla miseri:1 morale e materiale di (hi deve crescere senza l' assistenza della madre I Gl'inconvenieuti della legislazione attuale furono avvertiti da tempo; e l' on. Muratori ricordò che dal 1874 in poi, da Vigliani, da Conforti, da Bonacci, da Finocchiaro-Aprile furono presentati disegni di legge che imponevano la precedenza del matrimonio civile. E quei ministri di grazia e giustizia per l' on. Orlando non sarebbero stati liberali; per altri sarebbero stati fior fiore. di g:acobini ! Lasciamo da parte gli eunL1chi della politica, come l'on. Emilio Bianchi, che per contentare il Papa e lo Stato italiano, dichiarò che in teoria accettava la proposta Muratori; ma in pratica la respingeva e vediamo che cosa rispose l'on. Orlando - che pur dette torto al precedente oratore - in nome ... della libertà. Il ministro di grazia e giustizia respinse la proposta Muratori: 1° perchè credendo al solo matrimonio laico non vuole conferire alcun riconoscimento al matrimonio religioso, in una legge civile; 2° perchè si dovrebbe punire non solo il prete, che celebra il matrimonio religioso senza il previo matrimonio religioso, ma anche gli sposi, che dettero occasione al suo reato, riuscendo cosi all'assurdo di mandare impune l'uomo che abbandona la moglie presa col rito ci vile e di mandare in carcere chi l'abbandona prendendola col solo rito religioso; 3° perchè limita la libertà di coscienza. Queste ragio•1i nella Camera giustamente furono c~iamate _sofismi; e nemmeno eleganti e sottili, diciamo no1. Se avesse qualche valore il primo motivo ragio 0 - nando ad absu1-dum se ne dovrebbe conchi udere che il Codice penale punendo l'omicidio riconosce il diritto di ammazzare il prossimo ...... Nè occorre aggiungere altro. In quanto al secondo non è necessario arrivare sino alla punizione degli sposi che chiedono il matrimonio religioso prima di avere contratto quello civile, come non si puniscono coloro che chiedono a chi ha il dovere di saperlo, di compiere un atto illecito. Si punirebbe il solo prete, come nel progetto Vigliani , che sarebbe davvero il solo colpevole del reato. Si potrebbe colpire uno dei candidati-sposi a richiesta dell • altro, se venisse provato che si tentò il matrimonio religioso per ingannare e sedurre. La punizione, se si volesse estenderla ai neo-sposi, del rene, come avvertì il Mur::>.tori con una opportuna interruzione, non si applicherebbe per l' abbandono della sposa, che spessissimo non avviene , ma per la violazione della legge sulla precedenza del matrimonio civile. L' ultimo motivo non é degno di discussione. Tutte le leggi sono limitative delle libertà; perciò gli anarchici , sempre logici , non ne vogliono di alcuna sorta ..... E lo stesso Orlando si accorse di averla detta grossa e dichiarò che lo Stato ha il diritto d'intervenire nelle quistioni di libertà di coscienza, quando vi sia un alta ragione sociale. Per convincersi se questa alta ragione sociale ci sia egli promise di promuovere una inchiesta per mezzo dei procuratori generali onde sapere se e' è pericolo sociale nella molteplicità di questi matrimoni illegittimi derivanti dalla ignoranza delle donne e dalla ostilità del clero e promise che avrebbe presentato il disegno di legge desiderato dall'on. Mura tori se si convincesse della esistenza del pericolo sociale. Noi non sappiamo ciò che risponderanno i Procuratori generaìi. Probabilmente essi , anche in buona fede e senza lo spirito di reazione attribuito loro dall' on. E. Chiesa , risponderanno negativamente. Egli è che sulla molteplicità dei matrimoni illegittimi il ministro non deve chiedere informazioni ai magistrati, che non hanno obbligo di conoscerli non essendo denunziato alcun reato; ma ai demografi. E l' on. Orlando avrà risposta esauriente da un suo collega dell'Università di Roma, dal chiarissimo Prof. Benini. L'insegnante di statistica e demografia in un acutissimo _studio pubblicato molti anni or sono ba dimostrato esaurientemente che nelle provincie che facevano parte dello Stato Romano, dove è innegabile l'ostilità del clero, i matrimoni illegittimi, cioè soltanto religiosi, sono assai numerosi. 11 rilievo viene fatto quasi ogni anno nel volume sul Movimento della popolazione. In quello del 1905 a pag. XLII troverebbe anche indicate le discussioni avvenute in seno dalla Giunta centrale di statistica ed della Commissione per la statistica giudiziasia. Aveva ragione il ministro rilevando una interruzione dell'on. Chiesa, che dal numero delle nascite illegittime colla equivoca argomentazione del post hoc ergo propter lzoc, non si può indurre quello dei matrimoni religiosi. Se, però, egli facesse le opportune ·discriminazioni regionali troverebbe la conferma chiara e netta della dimostrazione data dal Benini. hcco qua: i nati illegittimi in Italia nel 1900-904 furono appena il 5,73 °/ 0 • Ma la percentuale sale ll 9,10 nelle Marche, a 12.50 nell'Umbria; a 16,87 nelle Romagne, a 19,67 nel Lazio. E queste sono per lo appunto le province che facev:ino parte dello Stato pontificio dov'è tradizionale il solo matrimonio religioso. Per convincer:;i ancora più che queste cifre enormi di nascite illegittime sono il vero prodotto dei matrimoni religiosi formiamo al ministro la controprova. Eccola: per 100 illegittimi o esposti nel periodo 1903-905 la legittimazioni in media nel Regno furono 36,1; discesero a 14,9 nella Lombardia e salirono a 53,1 nel Lazio, a 58,4 nell'Umbria, a 59,1 nelle Marche, a 61,6 nelle Romagne. Dopo di che siccome conosciamo la lealtà del1' on .. Or~ando e contiamo sulle sue promesse noi siamo sicuri, che egli quanto prima vorrà presentare il disegno di legge sulla precedenza del matrimonio civile. + Più i11teressante, più grave, fu la qu1st1one sollevata da Eugenio Chiesa nel suo forte discorso sulle corporazioni religiose .. L'importanza, la gravità, l'urgen2a della questione deriva dal fatto eh~ in Italia si va ricostituendo la manomorta e che 1 frati pn,ndono in mano l' ~ducazione dei . nostri figli informandola a quello spirito di reazione e d'intolleranza fanatica, eh' è caratteristica della Chiesa di Roma, la nemica perpetua dello Stato italiano e di tutta la civiltà moderna. Di fronte a questa ne,nica il deputato repubblicano giustamente invocò il dilemma di Macchiavelli: i nemici si devonv o vezzeggiarli o spegnerli. • In questo J1kmma, egli s<ggiunge, c::v1dentementl- il go,-

RIVISTA POPOLARE verno dell' on. Giolitti e del suo guardasigilli , ama la parte meno tragica : v ;zze~giare i nemici ». Vediamo l'entità del pericolo.~ Il censimento del· 1882, disse l'on. Chiesa, dava 7,191 frati e 28, 17l monache; quel'o del 1901 frati 7, 292 e monache 40,25 r; e 1'annuario e.;clesiast1co del 1909 frati 8,494 e monache 41,643, oltre le migliaia di pr( fesse ». « Vediamo come gli enti combattenti, le corporaz;oni si raggruppa.,o e troviamo che essi compaiono in due forme spedali di efficienze: monasteri e istituti di educaziont: ; ll (( I mt nasteri maschili erano nel 1901 , 95 r ; nel r 909, 1203; monasteri femmi~ili 2605 nel 1901; 2668 nel 1909. Istituti di educazione maschili, retti da frati, 441 nel 19u1 , 542 nel 1909; femminili, 901 nel 1901; 1493 nel 19-9. senza contar~ Roma, dove vi sono 173 monasteri maschili e 189 femminili, oltre gli Istituti di educazione che eta essi d pen dono. Totale dunque, nel 1901, 3556 monaateri; nel 1909, 4 332; lstitut i di educazione diretti da rdig1osi nel r 90 1, 1342, nel 1909, 2078. • « Più del doppio : invece si vanno chiudendo gli istituti di educazione laici e di Stato ». « E quando si osserva che le leggi evt:rsive dal 1866 al 1873 hanno soppresso in tutto 17 19 corporazioni e adesso abbiamo 4332 monesteri, non può dire il Governo: sono indifferente, lascio passare ... « A Firenze vi sono 44 conventi maschili e 80 femminili , a Genova 26 comunità maschili con 66 case, 11 comunità femminili con clausura con 16 case; e 55 congregazioni o istituti affini con 184 case, solamente nella diocesi di Genova. « E vi sono anche tre case di gesuiti, del quale ordine parleremo appresso •. « Milano ha anch'essa 50 congregazioni con 95 case. Venezia ha 14 conventi maschili e 33 femminili , fra questi due di nuove suore francesi, le quali appena arrivate h11nno aperto scuola e ricreatorio; ed un istituto delle dame dd Sacro Cuore, anche esse proibiti come sono proibiti i gesuiti, i quali hanno acquistato dall'arciduca .ereditario d'Austria (buona compagnie. !) un palazzo ed un magnifico lotto di terreno di undicimila metri quadrati, che sono una rarità per Venezia dove si ha tanta fa,ne di case. « A Brescia (cito i numeri più salienti) nove monasteri maschili e 77 femminili. Ed allora si vede come si sia una in - fluenza politica anche in questa org1rnizzaz1one monacale femminile per le irradiazioni, per i legami che vengono da essa e che dànno poi per risultato di veJere buttati fuori dalle urne i migliori uomini che rappresentano l'antico pensiero laico in questa Camera. Bologna 16 conventi maschili e 51 femminili, Napoli 27 maschili e 10 femminili, Torino 35 maschili e 51 femminili; Padova col famoso vescovo combattente Pell1zzo ha niente• meno che 86 comunità religiose femminili, 16 monasteri maschili, 1 I conservatori, e mi dice qualcuno di là che la diocesi di Treviso, per es<'mpio, è uno stato pontificio ! » I! A Roma non ho mai visto tanti fratt come in questi tempi: I colleghi non avranno dimenticato un caratteristico specchio che -pubbli ò il giornale La Vita; e forse ne avrà fatto oggetto in quella indagine anche l'on. minist, o •· (( Ma vede, qut noi abbiamo un altro mal seme: las-:iato da qudle leggi imperfette, come accennava il c0l1ega Fera: le 67 case genera1iz1e che hanno sede in Roma e dalle quali dc:- rivaoo poi i 361 monasteri che diceva pocanzi ,. • ~ Ma i gesuiti, on. Orlando, i gesui1i hanno qui otto sedi o1tre la casa generalizia in via di San Nicolò da Tolentino. C h1 mai pensa oggi d'applicare loro la legge piemontese del 25 agosto 1848, che non è abrogata e cht: potrebbe bene es sere t:sresa anche a Roma nostra? perchè quella legge imped1va non solo ogni convento di gesuiti, nun solo obligava, entro otto giorni dalla pubblicazione della legge, ad ogni gesuita a denunziare all'autorità politica il proprio domic11io, e ad ogni non regnicolo ad espatriare, entro quinctic1 giorni; ma conteneva questa proibizione che ripeto esattamente: , E' vietata ogni sua adunanza (dell'ordine dei Gt:suiti) in qualun que numero di persone>>- « Ora i ge:::uiti sono dappertutto; hanno stab1l1menti pub blici dappertutto, e non mi mt:rav1gl•erei che le recenti elez1cn1 ne avessero portato, sotto mentita veste, qualcheduno anche qui ». ~ Onorevole Orlando , questo è lontano dall'ideale della terza Roma di Mazzini. Io vedrò controllati questi fatti (non ne dubito) dalla sua inchiesta. Ci sono un1icici istituti di t:dU· cazione maschi:i; trt:ntadue educantati e convitti; undici istituti d'istruzione maschili; dodici istituti religiosi; cinquanta i:,tituti d1 bt:nefict:nza, ammaestrati da frati e da monache • venucinque astli infantili (in Rvma sola) amministrati da frati e da monache; e la nostra Italia ha asili d'infa.1zia solo in 2 176 comuni su 8,274 comuni dt:l Regno. Sono 3,314 gli asili pubblici e privati, leggi re1ig1osi, asili che sono tum tn mane di munache e frati, perchè i comuni, depauperati dallo Stato, nC'n sanno come provvedrre c:ssi al!' 1stru1.ione dei nostri figlmoli, e lasciano a queste mani che ne torturano e ne comprimono il cerebro, fin dalla loro tenera età n. • Che dire, dell'invasione ,aratter1stica nell'eJuca~1one fem minile, per parte di relig ose? Nel 1904. !'on. Piochia, sottosegretario di Stato, in seguito ai deplorevoli fatti ddl'iscituto femminile Seghetti a Verona, orJinava ai provveditori d1 esercitare una severa ed assidua vigilanza sugli istituti i,Jrivati di educazione. Ma con quali mezzi? Non si hanno nemmeno le notizie precise sul numero degli istituti. I gesuiti stanno an..:he a Milano; e vi hanno fondato l'istituto Leone Xlll; ed a Mi.. ]ano c'è il collt:gio di Sa11Carlo; c'è 11CJllee-io di S. Ambrogio. Ci sono poi istituti diretti dalle Mantel1att:, dalle Orsoline, dalle Canos~ine e dalle Giust:ppine. Nel Collegio Reale ed in quello della Guastalla; che sono gli unici collegi laic,, ci sono 150 allieve; me:ltre le monache hanno nei loro istituti piu di tremila allieve ». • Il problema si pone nettamente: insegnamento di Stato, di diritto del:o Stato o dPdizione di ques·o inseg11ament, alle: congregazioni religiose. Per..:hè 10 St11to !èOVrdnoe laico non ha più la sua podc:stà rappresemativa, unicamc:nte dallo sct:ttro d'oro e dalla corona gemmata; la pod,stà dello Stato laico sta sopratutto nella azione della sua ducaziune e di formazione dei cittadini: questa è la prima base ed anche la più bella corona di uno Stato ». « Ma dalla kgge Coppi no del I 867 noi ci siamo arretrati: lo Stato non v,gila e non opera su questa edu-:azir ne manchevole e pericolosa degli Istituti di educazione, come possiamo convincercene quando pensiamo che quei Salesiani, di cui si molciplicano e;li Istituti in Italia hanno una storia d'Itaiia, la storia di don B"sco e non in una eJiz1one antica , ma del 1907. Ebbene per i Salesi11ni la storia d'Italia finisce nel 1859 con queste parole: t< Tuttavia l'ingrandimento dt:gli Stati SarJi con la Lombar -lia fu assai demolito con la cessione di Savoia e Nizza fatta alla Francia del nostro Governo: in s1m1li tempi altri fatti compievansi in Toscana, a Parma, a Modena e nella Romagna, di poi a Napoli ed in Sicilia, i quali, per la loro gravità e perchè troppo ,·ecenti. si Jebbono nmettere ad altri tempi, e prima di potane parlare imparzialmente secondo Vt:rità )). « Ora vi può essere un Governo, il quale dia il suo benestare a questi insegnanti ndle scuole d' 1ta ia che così rovinano le sue tradizioni ed i! pensiero dt:i giovani? • « A Varazze l' istruzione pubblica è athdate in mano a frati e a monache che vi hanno il loro tornaconto: se là vi fosse un libero pensatore non avrebbe modo di fart: istruire i suoi figliuoli, da~•poichè il prefetto, uno dt quei prefetti che sono a cuore dell' on. Giolitti, ha permesso che un comune come quello di Varazze, si lavasse le mani dall'obbligo d"impartire la istruzione mediante 6 mila lire date ai Salesiani, lasci,rndo ad essi ed alle monache ct' istruire i fanciulli • · , E questo non è un caso isolato , onorevoli colleghi. Ad A1·ona I' istruzione superiore è incomplt:ta , governata dai Fi - lippini e l'istruzione femminile è impartita t:sdus1vamente da monache che sino a poco tempo fa erano monache di clausura ed obbliga vano le bambine ad entrare in qud monastero di clausura per ricevere l'istruzione! • « Or bene ad Arona, poichè si è ricordato questo luogo, ho osservato uno degli alt ·i cararteristici fatti dc:plorevoli di que - sto prepotere delle corporazioni religiose. Le scuole tecniche femm nili han.,o per profrssore delle Oblate e I' 1st1tuto tecnico dd e monachJ, e là vi è un laboratorio di lavori fc:mminili, dove le allieve pagano per imparare dal filo ali' ago; pagano ed i lavori vengono venduti con la rèclame unica del genere dell'assoluzione at compratori li. « Ora questo industria,ismo degli ordini religiosi è una delle forme più odiose con le quali esse si aftè:rmano e si attacciano nelle speculazioni li. « Finchè speculano sul cuore di cioccolato di Maria Vergine o altrimenti è affart: se mai, che riguarda, (rerchè sono molto indulgenti, a questo rigu&.rdo, gti agenti fiscali) riguarda, !;O· munque il fisco, ma quando queste congregazioni femminili, soprattuttu, diventano sul mercato speculatrici e speculatrici del lavoro meno retribuito, come quello del lavoro donnesco ed esercitano una concorrenza illecita perchè fanno lavorare delle fanciulle per niente, o per ben poco; io dico che questo stato di cose deve preoccupare un Governo che abbia a cuore l' elevazione anche di queste piccole industrie femminili , . , A questo industrialismo delle monache si aggiunge l'opera

K1V1SlA PùPOLAKt 259 di aguzzine , che esse prestano quando sono chiamate neg!i stabilimenti industriali: per domare delle buone lavoratrici e per domarle nell'anima e nel corpo •. « Ora vi fu un momento in cui fatti ignominiosi parve che nel paese ,,otessero più che ve1ti o trentll anni di propaganJa antklericale; ma poi venne il fatto che, neppure di fronte a questi gravi incidenti, chiamiamoli così, il Govt:rno affdmasse la sua vo1ontà dt p01-re una buona volta fino a qu<!sti termini•. « Certamente esi:rc1tano forme di assistenza e di previdenza ma voi sapete che non è piu questa l'assistenza e la previdenza moderna, la quale si forma sopra ben a,tri sistemi che 11011 sia la Jiatribnzi mt: dei soccorsi al convento ~. I( C' è un punto in cui la leg0 e potrebt.,c colpire in modo non dubbio quèste congregazioni ed è dove esse esercitauo, palc:se o nascosta, frode alla legge stc:ssa n. , intanto acccnnero onorev0l1 co1Lgh1 e onorevo•e ministco allc1 quest,one ben nota delle frodi pie, deplorate pt:r tutti, fu:>rcht! per l' inJitferenza dd Governo. a mt:no che non vengano dati' inchiesta quei provvedime:1ti che tutti ci auguriamo 11. , A chi chiedeva in questa Camera se esiste, per colpire le frodi pie, una legge, l'on. Ronchetti ministro allora (11 maggio 1904) rispondeva: no, e se occorresse (egli era come l' onorevo1e Orlando, ministro d1 fiducia allora dell'on. Giolitti) se occorresse, non esiterei a farla; ma bastano, dtceva egli l'articolo 829, l'art. 1055 dc::l codice civile e l'art. 28 delta legge 19 luglio 1874 •. « Per eludere le leggi le congregazioni smobilizzano; ed io mostrerò ali' on. Orlando delle Istruzioni formali comparse sulla rivista La Civiltà Cattolica del 13 fcbbraio 1906; istru• zioni dirt:tte (Jice l'articolo della Civiltà Cattolica) a d1fèndere il patrimonio delle Congregazioni rd1giose contro persecuzioni posllibili allo stato attuale: della legislazione ». « E seguono lt: istruzioni : 10 la eliminazione delle forme tontinarie e I' adoziùna delle intestazioni individuali o in comunione; 2° la re\T1sione ddle intestazioni attuuh; in modo che gli intc:stati abbiano la capacità eco,1cmira d1 possc:dc:re; 3° la misurata e graduale smob·llzzazione ddla proprietà, sia mediante venJtta, sia mediante mutui ipotecari da coot1·9rsi con istituti pubblici; 4° la trasmissione per ate, di ultima volontà prefc:rib11mente a personc: che abbiano il possc:sso di stato laicale, salve le debite ~aranzie; 5° che si suggeris<.:a la costituzione di società anonime pt:r compera l'acqu,sto, la rivendita, la costruzione d1 stabili ad uso civile, nelle quali le pie assoc:iazioni rossano conft:rire i loro capitali immobili e mobili da convertirsi in ticoli al portatore ». I( ,:ome vedt: la Camt!ra, si tratta di un piano preciso che l'inchiesta del 1904 avrebbe dovut_, prevenire». • Un piano che tuttavia non può sempre Vt!rificarsi, sccond'l i desideri di quegli uomini che ~overno.no le congrt:gazioni rtligiose. Per un fatto umano dirò cosi: la proprieta collettiva è quasi una necsssità pu queste congregazioni è il premio a coloro che vi si dc!bbono iscrivere, premio di assicurazione, l'esca, la pania pt:r attrarre, è 11 moJo, la ragione per cui s'iscrivono nuovi frati e nuove monache •· Vi sono è vero, capitali presso le banche, ..:apicali venuti per qud rigagno1etti cari all'on. Luzzatti e che fanno capo a qulllcuna delle grosse banche di Roma con granJe pericolo della no.tra economia , . • Perchè, se questa gente ritirasse domani, improvvisamente questi depositi cospicui potrebbe mettere in seno imberazzo le industrie e i commerci nostri. Bisogn,:1provvederci per tt:mpo onorevole ministro ». • Per mio conto, aspettando l'Inchiesta del ministro di grazia e giustizia, IH! ho fatto una piccolissima nella mia città cd ho trovato negli stab l,menti religiosi e nelle case occupate da monache e frati, degli indizi curiosissimi •. • Ad esempio, sopra 95 stabili a M.lano , quasi la metà è intestata a donne. I negozianti, quando vedono sopra una ditta il nome di una donna, dicono: qui e' è sotto un fallito. Quà invece c' è sotto una congregazione •. • Dunque nomi di donne : benedettine , orsoline , religiose del Buon Pastort:, suore della venerabile Capitano , suore di Betlcm, figlie della carità J1 San Vincenzo, sut re di Maria Consolatrice, risiedono in stabili che t:Jgurano proprietà di don.ne. Le nomino (faccio per illuminare l' inchiesta Jt:I guar- •das1gil1i) •. • Onorevoli colleghi, grattate e troverete sotto i nomi delle donne la congregazione ». • lncendo solo far notare come si ricorra ad un artificio per sottrarre la proprietà religiosa dalle mani del fisco; p!!r esempio, parlando sempre Ji \11lano dove ho potuto fare quel pò di inchiesta che potra disre elementi anche a quella del pro. curatore del Re, è tipico e caratteristico il posseaso di reti'. giosi maschi su monasteri femminili; così le figlie della carità di San Vmcenzo hanno per proprietario del loro stabile u n tal Guanella don Luigi e consoru e le suore di Mana del 1 a ProvviJeaza in altro stabile hanno pt:r proprit:tario sempre lo stt:sso don Luigi Guanella , eJ è tipico anche il possesso di case dove risiedono m0oasteri per parte di notorii aristocra tici cler,cali come Lurani-Cernuschi e i Gallarati-Scotti •· l< Tanto le! suore d1 carità di Vercelli per la loro casa Ji Milano in via Vntoria (guardate combinazione), quanto in un altro punto della città , le suore di S. Elisabetta hanno per proprietari lo stesso Lurani Cera use hi Agostino. Così anche la Compagnia di Gesù che ha la sua si;:de in Corso Porta Nuova a Milano, ·e non la dovrebbe avere, ha per proprietaria una socit:tà anonima Gallarati-Scotti e compagni che noi sappiamo essere una dede farni~lie più cleri<.:ali della città •· \( Faccia le stesse ind~g1ni a Roma, 0·1orevole ministro, e troverà delle cose strabilianti e se lo farà speriamo che agirà conformemente alle cose strabilianti che avrà trovato; perchè egregi collegh1, abbiamo inteso pochi giorni or sono lamentare in que&ta Camera come m questa Roma capitale esista un d1fc:tto grave di abita·zioni. Ebbene, ecco qui delle altre indicazioni util, , . • Nel monastero della Polveriera esistono solo cinque mo• nache in un palazzo con un vasto giardino dove potrebbao es~ere alloggiate almeno ottanta famiglie; le poche m0nache G1useppine occupano un ambiente di cinquemila metri quadri il c1.sidt:tto monastero dei Santi, ridotto a non più di sei suore invade per ottomi!a metri quadrati di spazio con un 120 camere a sua disposizione, così il monastero dei Santi Domenico e s=sto con gli accessori occupa ottomila metri quadrati con cinquanta ambienti; altrettanti ambienti ha il monastero delle monache Turchine che si gode ottocento metri quadrati di supt:rfic1e e via dicendo •• 1t Vedete duuque che sono bene informato e quindi lo potrà essere meglio di me l'onorevole -ninistro il quale potrà concludere che nelle 361 case monacali che esistono in Roma mettendo 1n media cento amb1ent1 per una, potrebbe avere a disposizione 36,000 camere che farebb<!ro assai più c?modo ai cittadini che Don alle congregaz1011i religiose •. I( Ma vi sono altri fdtti di altro g~nere e non meno caratteristici in m11tt:na •. « A Viterbo (potrebbe informarcene l' on. Canevari, deputato di là) e. Viterbo, fra -i tanti, esiste un monastero, detto della Visitazione, o, volgarmente, d.:lla Duchessa. nel quale si trovano poch>ss1me monache, fra cui una p1etesa santa che serve mirabilmente alla specuìazìone e che vanta amicizie nelle alte sfert: e tutto si crede per lei possibile •. e Essendo le monache ridotte al numero legale. il mona - stero doveva esseri: dimesso dal Governo al comune a tt:rmini di legge. Avvic:ne la dimissione e la lntennenza di finanza esigé la imposizione a carico Jel comune di oneri g, avissimi e così invece di facil,tare qu.::sto 10grt:sso del comun.; in un palazzo suo (pt:rchè è tutta roba del popolo questa delle monache e dei frati), ch.edt:va al comune per questa cessior,e, la conservazione Jet a ch1c:sa al culto, la presa in cons~gna e manutenzione degli arredi sacri, la conservazione delle mona cne fino ad t:Stinzione delle ml!des 11ne•. 1 A1lora si trovò un compiacente Consiglio comunale, il quale disse: prendersi quella vecchia bicocca di monastero con tanti pesi, come vuole I' Amministrazione dd culto, mai più I C ·era bello e pronto un compratore, ed era il vescovo, il quale esibì trt:ntamlla lire della bicocca e il Consiglio approvò». , La Giunta amministrativa, per vero dire, cassò. Allora il vescovo della bicocca offrì cinq uem1la lire di p ù t: il Consiglio votò, malgrado una vivace protesta della minoranza, la quale avvertiva esservi illegalità ed inopp,ortur.ità, d1 vendere edifici monastici a compratori, che notoriamente intendono in essi conservare istituti dalle. leggt: soppressi •. , Ho citato questo caso alla Camt:ra perchè deve pronunziarsi ancora la G unta amministrativa e pachè spero che il caso mt:nzionato, piccolissimo tra tanti, serva di guida a quei magistrati amministrati vi •. i Non piaceva molto a Sant' Agostino il soverchio acquisto narra Fra Paolo Sarpi, anzi apertamente diceva che le eredità debbono essere lasciate ai propinqui ed agli affini, piuttosto che alla Lh1esa. Ed infatti anche rifiutò delle eredità lasciate alla ch,eaa sua. Sì, ma queste sono cose che acca• devano a Sant' Agostino e non a<.:cadono a nessun altro se non forse ad Amik11re Cipriani. Oggi g:i agostiniani e le agostiniane sono invece tra i forti possesson di case e di stabilimt:nt1. li fatto è che la proprietà è pt!r noi degna di rispetto quando è frutto del lavoro; ma, quando è frutto di mt:nJicità quando è frutto dei raggiri, d1 cui ho narrato le formcle, non

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