216 RIVISTA POPOLARE pellenza dei motivi e del peso delle circostan.ze determinanti I' azione ; e vi si giunge alla conclusione , che la conoscenza di tutt' una folla di fenomeni tra psicologici e psicopatici che possono , nella pratica forense , influire sull' apprendimento, sun' interpretazione, sulla manifestazione e sulla formulazione della verità , è indispensabile al giudice popolare , co;ne al magistrato di professione, come ali' avvocato patrocinante: chè se la malafede o l'idiozia decisamente degeneratrice d'un imputato o d'un teste sono talvolta ed a prima giunta evidenti per tutti , non è altrettanto agevole penetrare in una coscienza normale o quasi normale , e scoprirvi tutte quelle sottili alteraz:oni e trasfigurazioni del vero , che possono in - durvi le più misteriose suggestioni esteriori , Io spirito imitativo che in molti rimane dall' atavismo scimmiesco , le mille illusioni che l'intelletto eJ il sentimento subiscono al pari del senso e della memoria, l'istinto, talvolta persino inconscio, della menzogna od almeno della stilizzazione ed ornamentazione della realtà. ~ « Là v'è patria, dove tutti indistintamente gli esseri umani che la costituiscono 1accian parte di essa liberamente e spon taneamente, parlino o non parlino la stessa lingua, professino o non la stessa religione, abitino vicini o lontani territori; e là v'è patriottismo, dove tutto ciò che si pensi e si operi non costituisca in alcun modo una qualsiasi lesione o attentato ai diritti di esistenza , di territorialità e d' indipendenza di una qualsiasi gente , sia questa civile o barbara , ct' identica o di diversa naziona'ità, rappresentanti il più progredito Stato o viva in isparse tribù , . Ctsì Eduardo Cimbali nel suo libro TRA L'ANTIPATRIOTTISMO DI HERVÉ ED IL PATRIOTTISMODEGLI ANTIHERVEISTI ( Roma, editore Lux): ed io sottoscrivo di gran cuore : il patriottismo è come il liberalismo: non si è liberali nè patriotti davvero, se non si ama la libertà e la patria di tutti come la nostra medesima; se si pretende di fare dell'una o dell'altra un mono• polio per noi ; se si cade nella stupida e malvagia contraddizione di pretendere l'obbedienza e la disciplina da altri, rifiutandoli! noi a chiunque; se si vuole noi, per esempio, conquistar gli eritrei o i somali, mirare a Tripoli o ali' Albania, mentre efremiamo e ci arrovelliamo vedendo gli austriaci asserragliar a Trento e a Trieste, i francesi in Corsica, glt svizzeri al di qua dalle Alpi, gli inglesi a Malta .... In quanto ali' Hervé , il Cimbali lo compatisce , come uno che voglia e chieda , nelle attuali condizioni del mondo , il suicidio della patria propria; ma tutti i sentimenti di sprezzo d'orrore li ser--oa per gli antiherveisti patriottardi. che vorrebbero ogni giorno della patria loro mettere a duro cimento ed a rischio immediato la quiete, la prosperità, l'onore, l'esi. stenza medesima , per il bel gusto di attentare ali' 1;;sistenza, all'onoré, alla pr0sperità, alla quiete delle patrie altrui; tra il suicida e l'omicida, francamente, dice il Cimbali, io detesto e perseguito più volentieri e di cuore il secondo. Ed io, anche: e tanto più, soggiungo, che qui si tratta appunto d'un omicidasuicida, cioè d' un pazzo furioso pericolosissimo, che, a quel che pare , nell~ sciagura comune che invoca e che pr.:ivoca, non hn nulla da compromettere più, nè da perdere. li che non toglie , natumlmente , che abbia torto marcio anche I' Hervé: giacchè il militarismo francese eh' egli vor. rebbe soppresso anche a costo di veder preda dello straniero la patria, diventerebbe allora appunto più vasto, potente, terribile e sfruttatore, sotto un'altra e più odiosa uniforme: e le vittime più immediate e malmenate ne sarebbero precisamente coloro ai quali l' Hervé predica la renitenza alla leva, la diserzione e lo sciopero : i lavoratori : i quali cesserebbero d'esser soldati francesi, soltanto per diventare soldati tedeschi, od inglesi, o italiani , o spagnuoli : bel gusto ! La verità e la ragione sono da un' altra parte : sono nella nazione armata , e fortemente armata , ma solo per difender la propria compagine liberamente costituita , i propri confini naturali, le genti che a lei si sono unite spontaneamente, che le si sono strette con solidi e cari vincoli d' interessi , di bisogni , di sentimenti , d' aspirazioni , di fedi comuni ; sono in quel patriottismo, se occorre, anche nobilmente negativo, per cui gli svedesi seppero, in un momento surrerno e decisivo per la storia del!~ penisola scandinava, rassegna rs: a I distacco dei fratelli ribelli, i norvegiani, dalla patria comum: , mentre avrebbero potuto benissimo astringerli con la forza all' unità secolare ; ed in quello, pure, dimostrato dagl' Italiani ciopo il disastro di Adua, quando dissero ai loro governanti criminosamente guerrafondai « Ora basta I », e tentarono e sperarono di chiuder per sempre l' èra delle violenze contro i pretesi barbari ed i supposti indifesi. Dopo , naturalmente, si ricominciò: ma non fur0no i patriotti, certo, che lo vollero: perchè la patria nostra nr.·n è mai stata lungo il Mar Rosso nè sull'Oceano Indiano. Del VANGELODELLAVITA, di F. W. Forster, io ho parlato già. or è un anno, nel n. 15 aprile del 1908 di questa Rivi• sta_, quando n'è uscita la prima edizione italiana: ora che se ne pubblica la seconda (Torino, S. T. E. N.) non mi resta che a compiacermi del meritato successo di cui essa è la prova , e ad avvertire che questa, divisa in due volumi, riesce più maneggevole e comoda, e che il traduttore, L. E. Bongioanni, l'ha riveduta in confronto con l'ultima ristampa tedesca 1 curandone una più assoluta fedeltà ali' originale Led arricchendola dei nuovi passi che nella sua « Ltbenskunde >> aveva intanto introdotti l'autor~. SA~T' ISIDORO(Torino, Lattes) è il patrono di PaperagliaDora ; e Giovanni Faldella narra nel suo nuovo grosaoci e manzo, la preparazione, la celebrazione, gl'tncidenti comi rotrag ci, e l'epilogo giudiziario della molto movimentata festa di questo santo: i personaggi sono tutti gli abitanti del paesuccio subalpino , cominciando dal suo deputato e terminando con l'ultimo straccione; e tutta la rustica, piccola, frivola, stupida vita del borgo vj s'agita dentro, compresa la politica: anche là clericali e frammassoni , repubblicani e monarchici , panciuti borghesi e socialisti furibondi, aristocratici inamiadti e de mocratici banali: :ma tutti con le idee contraffatte e contratte e rattratte dal piccolo ambiente e dalla meschina mentalità, esposte con ispietato umorismo d'analisi dall'autore, che di quei pae si è nativo, e che ci vive, credo, pressochè tutto l'anno, e che quindi li con.o-,ce a fondo. Nulla, infatti, della letteratura re. gionale odi~rna è più tipico rispetto al luogo a cui si riferisce, di questi racconti del Falde\la: e nulla, meno di essi, sarebbe trasportabile, anche con profondi rimaneggiamenti, in un am• biente diverso. Il largo uso del dialetto, non solo nella parte dìa1ogica, e nei nomi e nei nomignoli degl' innumerevoli per sonaggi, ma anche dove parla l'autore, la cui prosa è zeppa di radici, di costrntti , di modi di dire e di pensare schietta - mente ed ingenuamente piemontesi, come , del resto, lo è di sicilianismi quella del Majorana di .:ui parlavo in principio; le parole, le frasi, le sentenze, le citazioni lombarde, francesi, spagnuole, latine, che intarsiano tutto il libro, e che rapFresentano gl'inr.esti mentali subìti fuor del paese dai reduci dal1' emigrazione temporanea per cagion di lavoro o di studi; il tritume dei pensieri , dei discorsi, delle azioni di tutta questa gente eterogenea , incoerente, fatua , pettegola, insoddisfatta, maligna , incosciente ; e infine lo stile personale dell' autore, così originale , così bizzarro, così inimitabile ; tutto ciò fa di lui e d'ogni opera sua qualcosa che resta fuori di qualsivoglia classificazione , e che lascia forse il critico , alle volte, ·più
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