Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 5 - 15 marzo 1909

126 RIVISTA POPOLARE della verità, perchè materiata di inutile ingiustizia e di dannoso equivoco , la leggenda che finora ha circondato come un cerchio di ferro e segnato come d'un marchio d'infamia e che appena ora accenna timidamente a squarciarsi qua e la - la leggenda, dico, che ha circondato la Piccola Italia americana )>. « Così anche, una siepe di rovi preclude l'ingresso a un hortus conclusus dove si crede non vegetare altro che rospi ed erbacce, mentre poi nel fatto q~alche altra cosa c'è: un fiore che attende la sua primavera >>. « Se non vogliamo veder il male che c' è, (come troppo spesso d'altra parte non vogliamo poi destare in noi le buone energie del nazionalismo, dell' individualismo civile e pratico, dell'attività alacre e sana) possiamo ficcar la testa sotto l'ala compiacente della rettorica e del facile scetticismo e pretendere che il male non esiste perchè non abbiamo il coraggio di guardarlo in faccia, e che il bene sta tutto in casa d'altri perchè preferiamo ammirarlo la anzichè che destarlo e praticarlo e riconoscerlo in casa nostra quando s' è visto che una tale attivita e un tale riconoscimento portano seco l'obbligo di una certa qual responsabilità personale e civile. Ma la rettorica alla quale, sia in fatto di male che di bene, di constatazioni pessimiste che di xenofilie inerti, degne solo di anime tributarie (e tanto più vergognose per le giovani energie d' Italia quanto più si affermano e si scatenano·nel più vasto mondo gli attivi e fattivi orgogli nazionalisti e imperialisti degli altri), la rettorica alla quale già troppo ignavamente e a lungo indulgemmo e indulgiamo, (per il maledetto vizio che abbiamo di ammirare altrui senza agire per noi, e di conservare, mentre siamo così pronti alle scialbe adorazioni dall'estero una fallace suscettibilità d'amor proprio interno che ci fa confondere le oneste confessioni e dichiarazioni dei nostri guai col delitto di lesa patria e di alto tradimento), questa rettorica troppo spesso vede roseo là dove più si addensa il nero, e ombre dove una qualche luce di speranza pur brilla. Quindi è che se il giudizio americano intorno alla colonia è per molte parti e per molte ragioni incerto e malforme, per molte altre ragioni e parti è incerto e malforme anche, sulla colonia, il giudizio deH'Jtalia. Quello che anche e specialmente in fatto di ccproblema italiano )) dobbiamo perseguire e volere , è una austera coscienza da parte nostra del nostro danno e della nostra vergogna dov'è, per corregger l' una e respinger l' altro se si può, o almeno perchè in noi se non altro non si perpetuino errori, illusioni ed incoscienze che dalla leggerezza han fatto presto a trasmodare nella colpa; da parte altrui un giusto apprezzamento dei nostri meriti, specialmente in materia d'immigrazione poichè anche nella più triste colonia c'è tale e tanta virtù d'onestà, d'energia, diciamo pure d'eroismo, da redimere in larga parte il danno e la vergogna, mentre che il danno e la vergogna dura ». « Ma per ottener questo, bisogna prima abbattere la siepe. Diciamolo francamente , la realtà è triste. Ed è ben poca nella vita coloniale in sè e per sè la luce ideale , se pur ve n' è alcuna apparente, che questa triste realtà redima e conforti. Il valore della silenziosa tenacia e della irriducìbile costanza con cui la miseraglia amorfa e ancora onesta prosegue la sua via e che finirà, io credo , col convincere anche l'inesorabile A, 1erica, noi lo vediamo quando siamo riusciti ad isolarlo idealmente dalle altre manifestazioni della vita e della psiche c?loniale odia sua troppo spesso dubitosa esplicaz10oe ». « ll disprezzo che per troppi americani nel nord identitìca i' Italiano nella miglior ipotesi col tipo del cittadino undesira~le, sporco, straccione e mascalzone, nell' ipotesi meno benevola del criminale della peggiore specie che unisce la mala- fede allo impulso della brutale malvagità; quello che per troppi americani del sud accomuna ancora l' italiano al negro, e non dico altro, non è pur troppo senza una qualche ombra di fondamento, se non nella piantagione e nella farm, certo nei bassi fondi e qualche volta anche nei livelli, diremo un po:o più alti, della città. Non sempre si disprezza l'italiano per preconcetto o per pregiudizio, ma perchè molti Italiani, purtroppo, hanno associato sè e l' Italia nella mente e nella opinione pubblica con le forme più abbiette della extra-legalità e della corruttela pubblica e privata ». « Tanto vero, che si cercherebbe forse invano una forma p,1rlamentare per descrivere adeguatamen te certi elementi che negli Stati Uniti forse anche più spudoratamente che in altri paesi d' immigrazione infamano colonie in cui sono pure tante_ buone energie e tante oneste e semplici coscienze e, sia pure, incoscienze, se non ci avesse pensato il padre Dante con un verso famoso, quello che finisce : - « ... e simile lordura. ccOnde, quando il cittadino estraneo agli intrighi e agli imbrogli e peggio, protesta, e trascende alle enormità e alle ingiustizie dei giudizi complessivi e inesorabili, e a tutta l'Italia piccola e grande fa colpa delle colpe di quei tali, bisogna, è vero , rinfacciargli prima i mascalzoni e i mestatori indigeni e dirgli poi che impari a distinguere fra italiani e italiani, ma la reazione e la ribellione non possono essere nè così sincere, nè così violente, nè così persuasive, nè così sicure, perchè un fondo di triste verità nella condanna, c'è ». E la Bernardy conchiude: ccDappertutto, Dio ci aiuti, si fa male e bene ; dappertutto si erra, si folleggia; dappertutto c'è da perdonare e da essere perdonati. E quelli che rimproverano alla piccola Italia il suo voto venduto , son quelb stèssi che sarebbero infelicissimi se non potessero comprarlo; quelli che sparlano della sua criminalità, della sua malafede finanziaria , del suo low standard e via dicendo, hanno al loro attivo le cronache giudiziarie più brutali, la stampa più gialla, la corruzione poF tica e civica più spudorata, i fallimen ti più colossali che siano al mondo: sono essi stessi - coscientemente o incoscientemente a noi non tocca indagare ora - gli ospiti e i fautori di questa gravissima condizione di cose , sicchè ogni discussione dei relativi meriti e demeriti, ogni rio-. facciare di mutue colpe e agitare di reciproci dispregi. sarebbe, a ogni modo, vertenza di galeotto a mannaro. ccMa ogni più grigia •nube è foderata di sole; e come gli americani si risentono quando si constatano_ in loro quelle cose, così han diritto la piccola e la grande Italia sotto la grigia nube alla loro parte di sole. Ascoltiamo, ascoltiamo piuttosto , tutti, americani e italiani, prosseni e meteci, au-

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