106 RIVISTA POPOLARE esse, semplicemente, che non sono un gran che, e che non aggiungo,o proprio nulla alla fine prosa dell' umorista sardo. A COLPI DI SPILLOè un ron'anzo (Napoli, Pierro) che Cesira Amendunl-Tropea dichiara essere in vendita a btmeficio dei superstiti della immane sciagura calabro-sicula: commetterebbe dunque una mala azione chi lo giudicasse severamente e con puri criteri d'arte: meglio darne semplicemente notizia: i buoni, lo compreranno. VKRSO IL MISTERO, di V. Crescimone, (Caltimissetta, tip. dell'Ospizio) è una lunga dissertazione psicologica e filosofica, con, qua o là, qualche rado e vago accenno di narrazione romantica: l'autore è senza dubbio persona intelligente e colta; ma il libro é massacrante: per reggere alla lettura, si dovrebbe ricorrere a frequenti iniezioni di caffeina! QUELQUESPOÈSIES À t40N ~~BÉ sono Ì versi d'una madre (M.me Marie Neiwit: Torino, Casanova), infatuata, come tutte le buone mr.mme, della sua creatura: ma non contengono un'idea nè dicono una parola, che qualunque mamma non abbia le mille volte pensata e detta per il suo bimbo o per ia sua bimba, specialmente se unici. I CANTI DELL'ALBAE DELLASERA,di Erinni ( chi è, co~tei, che si compiace d ·un così truce pseudonimo?) sono stampati a Torino dalla S. T. E. N. e non mi pìacciono neppur essi. E neppure IL CANZONIEREp,oesie educative di J, landa Ben clvennl (Palermo, Sandron). Poesie educative? che è questo? Con decreto di qual data, Apollo è stato creato Regio Prov • veditore agli Studii? Da quando in qua, le Muse si sono fatte maestre giardiniere o professoresse di pedagogia e morale? Infine, ecco LEONARDODA VINCI, poema drammatico in quattro atti, di Marino Moretti e Francesco Cazzamlnl: magnifica edizione di Baldini e Castaldi, Milano, illustrata con tavole fuori testo da C. F. Zanelli. Ebbene, coraggio: neppure questo n_ii va. Ma vi pare I Nientemeno che Leonardo! Ci vuol altro I Vi ricordate, come strapazzai il buon amico Lanzalone per aver condotto sulle scene Garibaldi? Ne son pentito per il peccatore, cui voglio moltissimo bene, e più ora, che un'atro:,e sventura lo ha colpito; ma non per il peccato, eh' è imperaonabile. E non ho, naturalmente, alcuna ri,gione per essere più ind_ulgente coi c!...:e giovani valenti, colpevoh di quest'altra non meno irriverente profanazione. Chieti. MARIO PILO KIVIST A DELLE. ~IVISTE Ruini e Turati: Il falllmento della organizzazione statale Italiana• - Nella sua tragica violenza, il terremoto ci ha insegnato molte cose. Eccone alcune : I. che l'uomo è lupo. L' unica organizzazione perfetta, che sia sbucata fra le macerie e le morti in cospetto delle gallonate insufficienze, è stata l'organizzazione del delitto e del furto. Pensate, ora, a certi ideali, non dirò anarchici, ma ~indacalisti di organizzazione spotanea di interessi, senza e contro lo Stato. L'interesse di ogni ceto è il furto sugli altri. Noi dobbiamo essere, noi riformisti (socialisti, o no), i conservatori di Stato; nel tempo stesso che ne vogliamo mutare il congegno ; 2. perchè questo congegno, come è oggi, s'è rivelato, ali 'urto di una grande s9rpresa, insufficiente ed inetto. La burocrazia, da quel1a militare a quella civile -- in una parola, la macchina dello Stato - ha fatto fallimento. Fermiamoci su questa constatazione, che alle prime nottzte non vo1evamo credere, per un senso di dignità. Ma ora è troppo certa. Non è soddiafazione, ma sconsolata amarezza, ciò che proviamo nel vedere confermate le critiche nostre, le accuse nostre contro l'assetto burocratico. Manca qualcosa, molto nel movimento. C'è etata una grande masse di forze sperperata; k forze elementari non sono forse mancate; chi non ha seseguito col cuore gli eroismi dei poveri fanta,cini e di tanti oscuri contro la morte f ma ciò rende più atroce il risultato finale. le agonie di decine di giorni, di decine di migliaia di vittime, che si sarebbero potuto salvare. Una prima naturale spiegazio:1e colpisce, i capì. Anzitutto è loro la colpa. Ciò che più è mancato è la testa , che non ha saputo utilizzare i mezzi, ha arrestato i soccorsi per for malità miserabili davanti la banchina divelta, ha lasciato cader di fame superstiti e salvatori, mentre i viveri abbondavano nelle ~tive. La p;anta •Uomo non scarseggia a basso , ma a certe altezze buro::ratiche sembra non alligni.• Ma, e sia detto senza attenuanti per le deficienze :in alto, che vanno colpite, sarebbe un miracoto che tutto fosse buono e vigoroso fino ad un cert0 livello, e piu su degc:nerasse nella capacità e nella grandezza. No : la colpa è di tutti, giacchè è del sistema. Un fatto colpisce, dolorosamente, nello sconvolto 11ccorrere dei soccorsi. 1 comandanti di nave, i capi ufficio, gli ufficiali hanno sempre sulle labbra la parola : (( non ho ordini ». Non è il cozzo di soverchie e diverse iniziative, di energie tutte in azione; è l'ignavia; l'inerzia, l'attender ordini, il mancare di ini1iativa. Tipici i casi del Capo Stazione di Resina che non soccorre nel 1906 le vittime del Vesuvio perchè non ha ordini; e questo stesso Capo Stazione tro\'ossi nel r 908 u Firenze e ritardò di 24 ore la partenza della scuola dei mt"dici militari sempre perchè non aveva ordini! Oh la maledetta parola I Eccolo il gran mostro della burocrazia, che divora forze ed impulsi, annienta l'individualità, crea gli automi. L'_abbiamo detto tante volte, e ci avete accusato di retorica. E retorica ancora, dopo quelle decine di migliaia di morti. morti perchè nella macchina burocratica c'è qualche cosa che non va? Il disastro ci ammaestra a continuare nell'opera tenace di rinnovazione nella vita amministrativa e d costringe a vedere se, nel fallimeuto della burocrazia c'è anche, almeno virtualmente, una parte di nostra responsabilità, Quando io penso all 'assur-do dei controlli pesantisssimi che stremano il movimento amministrativo e ne fanno il regno della diffidennza, mi chieggo se non vi abbiamo contribuito anche noi, impiegati riformisti coi nostri atteggiamenti concreti. La burocrazia, oggi, è l'orgsnizzazione della diffidenza e del so- .. spetto, nella sua espressione più estrema. Per paura che avvenga il menomo abuso, si elevano barriere di riscontri e di altri organi, e si impedisce di fare. Un solo esempio: e' è al Tesoro una Sezione che deve riscontrare, e rivedere le spese di giustizia:_ nell'anno scorso ha procurato ali' Erario un ricupero di tremila lire in tutto, mentre vi sono addetti, o ne dipendono, quaranta funzionari, pagati con una media di quattromila lire l'uno. Che sperpero enorme tutto lo Stato odierno! Ebbene mettiamoci la mano sul pettto. E confessiamo che, nel nostro movimento, alcune correnti di sistematico sospetto, di scredito, di insinuazione contro tutto e tutti, conducono lo gicamente al la moltiplicazione assurda degli ingranaggi odierni. C'è stata, r;'è forse nell'anima italiano, la fobia del succhionismo. Tutti succhioni ! Patenti di moralità possono dispensarsi solo dalle esagitazioni energumene di qualche organizzazione. Un certo vento di ferrismo in ritardo agita, anche oggi, le nostre file. E noi dobbiamo reagire. Avanti, in prima linea, nella lotta per la riforma. contro ogni miope persecuzione di Governo! Non bisogna esitare,
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