Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 1 - 15 gennaio 1909

R I VI S T A PO PO L A k E 7 sul mercato, nei momenti della esaltazione, i titoli, che hanno in portafoglio; e quando lo scarico è avvenuto provocano il ribasso essi stessi-lesinando il denaro pei riporti o facendolo pagare troppo caro - per ricomprarli e realizzare vistosi guadagni, col più sfacciato aggiotaggio ». « E' necessario adunque che lo Stato intervenga per frenare lo slancio e l'ardimento nella speculazione delle nostre Banche, a tutela anche del pubblico che affida ad esse i propri capitali. « Se s'ingerisce delle Casse di risparmio, b cui azione è frenata dalla legge, può ingerirsi pure degli Istituti di speculazione ». « Anche quando si e parlato di fatti criminosi, come fodicano alcune inchieste giudiziarie eseguite a Genova ed a Milano, la speculazione disonesta è rimasta indisturbata per influenze politiche. C' e da sospettare che ci sia questa influenza pel fatto che la Banca commerciale su nove consiglieri italiani, ha sei senatori ed un deputato ; il Credito italiano ha due senatori ed un deputato ». « E' necessario, quindi, per ragioni politico-morali di diminuire il contrasto tra il regime di massima libertà, di cui godono gl' Istituti di speculazione e quello limitativo degli Istituti di emissione ». « Un provvedimento che s'impone è quello di restituire maggiore ampiezza agli Istituti di emissione, di accogliere i depositi e togliere i limiti imposti dalla legge bancaria del 1893 per favori re le banche libere di allora ch'erano ìl Credito momiliare e la Banca generale. « Ma non ostante questi freni, siccome gl'Istituti di emissione sono più sicuri, i depositi sono cresciuti di circa 109 milioni a 31 ottobre 1907 a l50,6 a 20 febbraio 1908. Ed è questo uno degli indici della paura che ha il pubblico e della sfiducia sulla speculazione ». « Il passato , perciò, ammonisce che si devono frenare gli Istituti liberi che colle loro speculazioni sono i veri fattori della crisi. Ma il governo invece di escogitare rimedi emette titoli ferrovia rii , per assorbire gli altri pochi risparmi, che restano sul mercato! « I provvedimenti opportuni sarebbero i seguenti: 1. Giovare alle industrie col liberismo , specialmente coll'abolizione del dazio sul grano, che scemerebbe il costo della vita ». « 2. Impedire che qualsiasi lstituto bancarit) investa i depositi a risparmio in imprese industriali. « 3. Obbligare le Banche di speculazione a pubblicare ogni sabato o in ogni decade la propria situazione in modo chiaro e sincero , col diritto nel governo di verificare l'esattezza delle situazioni ». « 4. Invitare le Casse ordinarie di risparmi e le Banche popolari a federarsi , per facilitare la circolazione dei risparmi da una regione all' altra nei momenti di crisi ». « 5. Favorire la corrente migratoria verso paesi dove la vita, la libertà e gli averi sono validamente garantite ». « 6. Far cessare gli attuali sperperi ferroviarii o per lo meno impedirne di maggiori ». « 7. Fare che lo Stato non chieda nuovi sacrifici al paese e nuovi crediti al mercato, evitando la emissione del nuovo titolo ferroviario ». II. Le osservaz10me mie saranno brevi. Mi associo pienamente alla cnt1ca severa che il frevisonno fa all'azione delle Banche private di credito - e tipicamente alla Banca Commerciale e al Credito Italiano - in favore della speculazione e riesce assai istruttivo il confronto tra le Banche trancesi e le italiane sulla parte assegnata ai riporti che rappresentano uno degìi espedienti più comodi per coloro che esercitano il criminoso agiotaggio. Per lo stesso motivo, però non sò dargli ragione del giudizio severo, che emette contro la legge bancaria del 1893 che pose freni ai depositi presso le banche di emissione. Quei freni erano necessari perchè gli Istituti che hanno in cassa molti milioni cercano impiegarli; e quando utili investimenti non t~ovano, si danno quasi per necessità alla speculaz10ne. Ciò aveva insegnato l' esperienza precedente. E le Banche private, in parte, alla deplorata speculazione, oggi forse si danno per investire comunque; depositi copiosi. Ciò spiegherebbe il fenomeno, non lo ginstificherebbe. La 'Rjvista sin dai primi numeri dello scorso anno biasimò aspramente esaminando le conseguenze ddla crisi americana, la gonfiatura borsistica dei titoli industriali e bancari, che doveva inesorabilmente cot1durre alla loro caduta. Anche ciò insegnava l'esperienza del periodo 1881-87. E' poi assolutamente contraria alla verità la spiegazione maligna che il Trevisonno dà della limitazione imposta dalla legge del 1893 ai depositi presso le Banche di emissione. « Si volle favorire il Credito Mobiliare egli dice ! » Ma il Frascara che lo rappresentava, anzi lo riassumeva, fu uno degli avversari più acerbi della legge bancaria del 1893 ed il Credito mobiliare, quando la legge fu votata era già fallito ! Esagera alquanto l'impartanza dei fallimenti come indici di una crisì prossima. Come, poi, la serrata dei cotonieri inglesi abbia danneggiato i cotonieri italiani e ne abbia provocato i fallimenti non so vedere. La serrata diminuendo la produzione inglese, invece, avrebbe dovuto giovare a1 produttori italiani. Non attribuisce il giusto peso alla· ripercussione della crisi americana sulla vita economica italiana e su tutto il gruppo finale degli indici di crisi, che si connettono al fenomeno della emigrazione e sulla industria dei trasporti. Tali indici si può essere sicuri che muteranno a misura che le condizioni della repubblica nord-americana miglioreranno. Invece sono di accordo con lui, e perciò col Pantaleoni che ne è il patrono, nel giudicare le conseguenze della sopraprod uzione del vino. Ma qnesto dato non induce al ravvedimento l'impenitente liberista agrario? Che CQSadovrebbero coltivare questi poveri diavoli di proprietari di terre ed i contadini se la vite è una sventura, se gli agrumi non vanno più , se il grano, dato il regime <li libera concorrenza non dovesse più essere coltivato? Dovrebbero darsi all'allevamento del bestiame? Ma pensì il Trevisonno, pensi il Pantaleoni, che allora, specialmente nel mezzogiorno e in Sicilia dove la pastorizia brada s'impone, che allora bisogna sfollare la terra dei suoi abitatori: i montoni dovranno magiare gli uomini ! Quali siano le grandi muncipalizzazioni, che in ltali:1. possano contribuire a generare la crisi, in verità , non so ; e amerei conoscerlo. In ogni modo bisogna protestare contro il significato che si da

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==