Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 22 - 30 novembre 1908

600 R I V I S T A P O~PO L A R E si è formato assistendo ai soli esami di scienze politiche e sociali - diritto costituzionale, diritto internazionale. statistica, scienza delle fìnanze, ecomia politica - che molli giovani studiano malvolentieri perchè rite:igono, che tali materie d' insegnamento non giovino loro direttamente, nello esercizio quotidiano della professione. Credo anche opportuna una parola sul valore degli esami, come misura della intelligenza e dello studio dei giovani. Certamente il loro valore è molto relativo e son disposto ad associarmi alla critica spietata che degli esami ha fatto altra volta il prof. Pedro Dorado nella Cultura di Madrid. Ma è innegabile che nella generalità dei casi l' esame e il concorso sono i soli criteri, che permettono di apprezzare il valore intellettuale di un giovane. L'esame e il concorso non potranno servire per le eccezioni: ma non sono stati ancora sostituiti con qualche misuratore più sicuro nella generalità dei casi. Si deve, perciò, pensare a modificarli, a renderli più serii, non ad abolirli. Ora che cosa m'insegna la mia tredicinne esperienza di esaminatore ? Anzitutto questo: che i giovani in generale mancano di quella cultura generale che dovreobe essere impartita nella scuola media. Nulla ·di storia contemooranea, meno di nulla in geogratia, pochissimo nella logica , ecc. Spesso mi sono accorto che agli -~tudenti arrivava nuovissimo il nome di Darwin o di Spencer; qualche volta quello di Mazzini o di Garibaldi: le loro cognizioni sui fattori della nostra unità nazionale di ordinario si arrestavano a Carlo Alberto, a Vittorio Emanuele II, a Cavour ... In geografìa ho sentito cose enormi, inverosimili! Ignoranza sui vari compartimenti del regno, sulla loro popolazione, topografia, ecc., così pure sulle principalissime città. Qualche risposta figurerebbe bene in una raccolta di motti per ridere. Ne trascrivo a.Lune tipiche: il Portogallo è situato tra la Sviz.- z.,;rae la Germania ... l'Africa settentrionale è bagnata dal mar Baltico ... l'Argentina è la capitai.i degli Stati Uniti ... E Ì'.l quanto alle materie insegnate nelle Università? Senza timore di esa~erare o di calunniare affermo che dal 50 al 60 per 100 dei giovani, che si presentano all'Università sono meritevoli di riprovazione. Questa IPedia corrisponde alla media dei candidati bocciati al Concorso per uditore giudiziario. Di chi la colpa in questo altro fallimento? In piccola parte dei professori, che non insegnano o insegnano male. Quelli che prendono lo stipendio e non insegnano, a Napoli almeno, sono pochi. Alcuni insegnano male. Altri sono buoni insegnanti e pessimi esaminatori. Ma _non sono pessimi perchè non sanno formulare le domande, ma perchè dopo una domanda brevissima ed una risposta ancora più breve e quasi sempre erronea approvano con un sacramentale 18. Approvano per bontà d'animo, ar,- prcvano per non darsi la pena di trattenere per alcuni minuti di più lo studente; approvano perchè tengono conto delle raccomandazioni ... Questa delle raccomandazioni -- non generalizzo, ma mi riferisco all'Università di Napoli, che conosco - è un grosso guaio; talmente grosso, che l'amico e collega Nitti al principio di ogni sessione di esami avverte gli studenti, che saranno riprovati tutti quelli, che si faranno raccomandare. Si capisce che i raccomandati sono quasi sempre persone di buona condizione sociale: per un povero diavolo non si commuovono e non si muovono alti magistrati, baroni, commendatori, banchieri, deputati e senatori ! E il povero diavolo spesso ha qualche valida circostanza attenuante in suo favore, che manca ai raccomanda ti. I professori che approvano sempre per qualsiasi motivo sono responsabili del discredito della facoltà, dello scadi mento degli studi, dell'odio e delle antipatie che raccolgono gli altri colleghi che qualche volta disapprovano gli asini. + Si profìtta poco negli studi universitari, perchè poche sono le lezioni. Ciò che venne cantato su tutti i toni dagli avversari del miglioramento economico dei professori nello scorso luglio. Del fatto, pero, i meno responsabili sono gl' insegnanti. Si fanno poche lezioni perchè: i corsi cominciano tardi; le vacanze ufficiali sono vergognosamente numerose e vengono sempre anticipate e prolungate dagli studenti; gli e~ami, specialmente a Napoli, prendono molto tempo. C'è la cosidetta terza sessione di esame mantenutasi ipocritamente sotto altro nome, che rappresenta un perturbamento incredibile negli studi. A Napoli nell'ultimo anno scolastico è cominciata dopo Pasqua e si è prolungata sino alla metà di maggio l E al r 5 giugno comincia la sessione ordinaria .... E i tumulti degli studenti? Si ripetono periodicamente almeno due volte all'anno e provocano la chiusura dell'Università. Spesse volte sono stato costretto a sospendere la lezione dalla violenze materiale ; mai ho ceduto colle buone. Con vera soddisfazione e per sentimento di dovere dichiaro poi che mai gli alunni miei provocarono il ·tumulto: erano una ventin::i di studenti di farmacia, d'ingegneria, di medicina, che con un pretesto qualunque irrompevano nelle cattedre, rompevano i banchi, i ve.tri delle finestre, anche qualche apparecchio dei gabinetti tra grandi schiamazzi, con grandi applausi pei professori che sorridenti sospendevano la lezione, con molte insolenze contro quelli che resistevano e li apostrofavano. Questi tumulti vergognosi furono sempre l'opera di sparute minoranze; l'immensa maggioranza ha avuto il torto solo di non opporsi vigorosamente e ricorrendo agli argomenti persuasivi.. . per le bestie. In quanto ai pretesti per provocare i tumulti ce ne sono stati sempre di tutti i colori. Ne ricordo uno tipico: ruppero i vetri, gridarono, tumultuarono perchè volevano la riduzione speciale nella tariffa ... dei trams I Pour la bonne bouche aggiungo che negli ultimi due anni scolastici a Napoli per molti giorni non si fecero lezioni per ... mancanza di cattedre. E invano avevo per due volte protestato alla Camera contro un governo che lasciava cadente l'edificio universitario e pretendeva che professori e studcmti si riunissero in aule, nelle quali si correva pericolo di vita. Sono cose che sembrano inverosimili e sono semplicemente vere. + Per quanto poche le lezioni sarebbero sempre sufficienti per una mediocre preparazione agli esami... se gli studenti le ascoltassero o se, pur non frequentando l' università, studiassero a casa. Ciò che si può fare benissimo nella facoltà di giurisprudenza, che non ha insegnamenti sperimentali. Prepararsi a casa in quattro materie e mez.z.oali' anno, sulle ·1uali si deve subire l'esame in tre sessioni dovrebbe essere la cosa più facile di questo mondo se si studiasse un paio d'ore al giorno. E' forse soverchia la pretesa? Ma pur troppo moltissimi si preparano agli ~sami in uno o due giorni; lo confessano candidamente. Qualcuno si prepara assistendo agli esami degli altri. Tutti si preparano su certi inde':enti manualetti di poche pagine, che sembrano fatti apposta per non far capire nulla. Se il Mortara ha trovato da ridire sui Manuali che preparano ai con-

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