Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 21 - 15 novembre 1908

586 RIVISTA POPOLARE sono stretti contro di lei e continuerà a credere ciò finchè le daremo la rispcsta conclusiva, di mostrarsi desiderosi a concludere un patto nel quale essa pure debba entrare, coro· naudo il buon lavoro de~li ultimi dieci anni con una intesa, un trattato nel quale debba entrare essa· pure. La migliore base d'intesa sarebbe il mutuo patto di ridurre reciprocamente gli armamenti, aprendo così al mondo una nuova via verso la pace; ma se questo scopo, e queiato mezzo è troppo grande perchè non seguire il precedente del Trattato commerciale con la Francia concluso nel 1860 quanc10 lo spirito bellicoso era nel suo massimo fervore? Questo trattato non darebbe grandi vantaggi all'Inghilterra, cd anche la Germania non ne trarrebbe grandi lucri, ma politicamente avrebbe grande importanza poichè preparerebbe la via ad una intesa amichevole fra i due paesi come il trattato del 60 aprì la via alla entente cordiale oggi realizzata con la Francia. (Contemporai-y Review. + Charles Beadle:Una intervista con MuJ~l-el-Hafid Giungere fine a Mulai el-Hafid per ottenere la intervista che io ebbi con lui tre mesi fa, non fu cosa facile. Non era possibile non che ottenere, neppure chiedere un salvacondotto per giungere fino a lui, e fu necessario adoperare tutte le astuzie e tutti i travestimenti per giungere a Fez, fingendomi volta a volta a un mercante ebreo, o una donna, o un santone. Giunto finalmente a Fez potetti ottenere l'udienza dal Sultano. Egli è senza alcun dubbie un bell'uomo, con grandi occhi neri, vividi e sagaci, una bella barba nera ricciuta, e la pelle olivigna, con la fronte alta e gli zigomi forti; solo la parte inferiore della faccia, se mai, è debole. Particol~rmente io dLvetti notare la bellezza ~ elle sue mani e dei suoi piedi, dita affusolate ed unghie ovali. E' di media statura ben fatto ed agile. D~rante il discorso egli si rivela uomo di mente aperta, e mostra una assai chiara nozione della politica estera. Parlando della situazione presente, egli esprime l'intenzione di conoscere i debiti contratti del suo fratellastro Aled-ul-Aziz fino al tempo in cui Pgli. Mulai-el-Hafìd, fu proclamato Sultano. Egli ha dichiarato che intende sforzarsi -- non appena le Pote::nze le avranno riconosciute Sultano - ad ottonere che la Conferenza di Algeciras sia emenJata, ed intende di invitare le Potenze ed aggiudicare fra lui e la Francia ciò che a questa spetta come indennità di guerra. Il suo desiderio maggiore è di guvernare pacificamente il suo popolo per il bene del paese, ed agire il paese. non appena gli affari avranno ripreso il loro corso normale, e le tribu avranno messo ordine al loro stato, e l'ordine sarà ristabilito dappertutto, agli Europei ed alle imprese della civiltà, ed intende provare alle Potenze che non i soli Europei ed interessi di Europei devono essere sicuri al Marocco, ma altresì che il Marocc;) è capace di vivere e deve esistere come uno Stato indipendente. Gli inglesi sono stati gli amici del Marocco fino dai tempi di Mula i fdrees e non è naturale ne concepi• bile perchè alla Francia sia stata data così alta mano negli affari l!el Marocco. ~a conferenza di Algecir as non fu con - elusa col popo:o e nell' interesse del popolo Marocchino ma con Abd el-Aziz e contro di lui. Bisogna dunque che l'Europa la emendi nel senso di lasciare intatti ed illesi i diritti e la libertà del Marocco. Parlando del commercio egli si dimostrò espt:rto conoscitore del! e risorse e della necessità del paese ed assicurò che farebbe di tutto per svi1uppare e proteggere in dustrie e traffici ne1 suo paese. (Pall Mali M,.zga,rrine, Ottobre). ♦ Lord Milners Il valore delle tariffe preferenziali. - Nella Edimburgh Review si afferma che la tariffa di favore accordato al Canadà su i prodotti di ongtne Britannica è di nulla o piccolissimo valore. Per dimostrare quanto questa affermazione sia erronea basta osservare che durante i quindici anni precedenti lo sta bilimento della tariffa preferenziale il traffico di importazione andò sempre più declima ndo, mentre dipoi lo stabilimento della tariffa è andato sempre crescendo. Si possono prendere a confronto dodici classi di articoli di importazioni, e per i quali siamo in concorrenza con i paesi forestieri. È vero che dal 1898 al 1906 le importazioni daziabili dal Regno Unito, di queste dodici classi di articoli aumentarono fino a 224.70000 dollari, cioè il 135 per.,. cento mentre l'aumento degli Stati Uniti fu di 22490000 dollari cioè del 144 per cento, ma negli otto anni precedenti le importazioni del Regno Unito erano largamente e rapidamente diminuite fino ugli 8180000 dollari, cioè al 33 per cento; mentre le importazioni dagli Stati Uniti er11ro crrsciuti di 7470000 dollari, cioè del 91 per cento. È possibile che il grande aumento nel caso degli Stati Uniti sia arrivato a questo risultato in opposizione alla tariffa preferenziale, ma che nello ste~so periodo il commercio Britannico non mostrasse nessun aumento, o che l'aumento degli Stati Uniti non fosse tanto grande quanto poteva essere, questo non può es~ere spiegato con la esistenza della tariffa di favore. Se abbandoniamo per lln 'istante la superficialità delle osservazioni e ci diano ad una ricerca più minuta allora noi abbiamo la prova luminosa che in quasi ogni caso il cambiamento del corso nel traffico Ingle~e ebbe luogo nel , 897, quando la importazione Britannica ebbe, da prima, la tariffa di favore dagli Stati Uniti, a chi ebbe un maggiore aumento nel 1900 quando la tiiriffa protettiva fu sensibilmente allargata e fu messa in ooera contro tutte le nazioni estere. Mi sembra che la dimostrazione non potrebbe essere più chiara. È possibile ignorare questi fatti e le cifre rispondenti? La data dello stabilimento della tariffa rappresenta chiaramente uno svolta nella concorrenza fra il commercio del Regno Unito e quello delle altre nazioni estere. Quando, prima della tariffa, noi stavamo decisamente perden :io terreno, non abbiamo, con la protezione, riguadagnato il nostro posto. E dopo ciò si può lasciare che gli avversarii della protezione vadano a questi affetti cercando cause che si dimostreranno inadeguate. In conclusione la posizione generale del protezionalismo non è di essere, e di dovere essere sempre immutabile e fissa, e di dare semrre gli identici resultati. Quando le merci Inglesi sono in concorrenu con merci folestiere in qualsiasi parte dell'Impero su termini pid o meno eguali, anche una moderata preferenza alle merci Inglesi volge il mercato in favore di queste e la pone in condizione favorita di fronte alle coneorrenti. Quando esse stanno in concorrenza con piccolo ma assoluto svantaggio la tariffa preferenziale può neutralizzare lo svan - taggio e ripc.rtare le merci al valore eguale sul mercato delle merci forestiere concorrenti. Ma quando lo svantaggio è veramente grande, dovuto alla distanza o ad altre naturali cause di carattere preponderante, o anche dovuta alle abitudini, ed ai gusti della comunità che imparta nes!!>una tariffa di favore, che si può desiderare di vedere applicata potrà controbilanciare questo svantaggio, quantunque possa, in certi casi, mitigarlo. In altre parole, la tariffa preferenziale non può fare miracoli. Ma essò può esercitare tale influenza nel corso del traffico che sarà sempre bene fare alcuni sforzi, ed anche alcuni sacrifici per mantenerla ed estenderla. Io credo che sia venuto il tempo in cui i Libtro scambisti illuminati possono essere invitati ad ammettere questa vei ità, comi:: già alcuni di loro fra i più notevoli, e compreso fra questi l'attuale ministro delle finanze, hauno già ammesso. (Nineteenth Centu ry and after, Ottobre).

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