Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 21 - 15 novembre 1908

80 RIVISTA POPOLARE il nostro proposito di criticarli e di combatterli quando vedessimo da essi disconosciuti i nostri legittimi interessi, pensiamo, come ha detto l'amico Montuoro, che non dovrebbero esistere interesssi antagonistici fra Medici e pubbliche Amministrazioni, perchè vogliamo sfatare le accuse d{ una preconcetta, sistematica ostilità che noi mai pensammo, perchè non siamo cosi stu - pidi da non capire la necesRiM dei rapporti coi pubblici poteri, rapporti che vorremmo nell'interesse nostro e del servizio sanitario quanto più cordiali , tanto è vero che non negammo mai la nostra lode a chi se }'E,ra meritata, tanto è vero che proprio noi proponemmo alla Lega dei Comuni quel progetto d'arbitrato che dovrebbe togliere ogni forma d'asprezza e di rappresaglia ai possibili conflitti. . Ad assumere attitudini di battaglia noi fummo trascinati da uno Stato intollerabile di cose pel quale solo a noi tra tutti i 1avoratori venivano peggiorate le condizioni di vita quanto più si andavano allargando il campo e la responsabilità dell'opera nostra; da quel sistema della lunga p1·omessa coll'attender corto di cui si è usato contro di noi fino alla provocazione; da qnel sistema di toglierci con uua mano quello che ci si concedeva coll'altra come si è verificato cou l'ultima legge sanitai·ia e relativo rPgolamento, cbe son vennti ad accrescere la decorazione del velario legista ti vo d:etro cui continuano ad intristire i veri attori del te~tro igienico sanitario ed i pochi e grami vantaggi sono stati annullati dalla farisaica interpretazione degli al ti consessi dello Stato e della inapplicazione per parte degli altissimi comuni complici, le autorità tutorie. Ora q ueato stato di cose deve finire perchè sè èjvero che noi siamo i più umili di grado del grande esercito della salute non siamo nè i meno necesl.'.fari nè i meno benemP-riti, perché le eonquiste della scienza che Si oprigionano dhi laboratorii e· dalla cattedra daranno tanto maggiori frutti quanto più elevata sarà la condizione di roloro che ne devono applicare e diffondere in ambienti refrattarii alla propaganda della civiltà. E si è perciò che volemmo attorno a noi voi tutti colleghi delle altre categorie sanitarie da.I Prof. di Università ali' umilfl, dolorante levatrice, uniti tutti con noi (ospitalieri, liberi esercenti, veterinari, farmacisti) nella comunanza della missione e nella solidarietà delle rispettive agitazioni per un miglior trattamento ora inadeguato_-per tatti. E volemmo pur voi, o lavoratori del braccio qui presenti, voi che alla questione igienica sanitaria siete i più interessati, siccome quelli che alla morbilità ed alla moralità date percentuali cosi maggiori alle altre classi sociali: voi che siete anr.he direttamente interessati ai nostri migliorarnenti di classe perchè voi non avete la scelta del medico e avete la vostra salute affidata a uoi che appunto perciò siamo chiamati i medici dei poveri. Ora noi non disdegneremo, l'ho già detto altre volte, quest'ufficio che ha nella i;ua umiltà tutta la sua grandezza, non ripudieremo questo titolo che è il nostro vanto e la nostra gloria perchè non vi è niente di più socialmente alto di quello di attendere alla sahte di coloro che colla loro forza-lavoro sono i fattori di tutte le conquiste di tutti i progressi della civiltà; ma vogliamo e con noi voi dovreste volere il trattamento che ci si fa sia pari alla gravità del l'opera nostra. Se voi voleste meglio tutelate la vostra salute dovreste volere diminuite le enormi circoscrizioni delle condotte, che ci impediscono di attendere alla cura dei nostri malati colla sollecitudine e colla frequenza che noi vorremmo: dovreste volere abolita la condotta piena dove le.esigenze di cr ]oro che possono pagare il medico distraggono dalle cure di chi il medico non vuol pagare: dovreste volere voi che sapete che cosa è lavoro , che fosse meglio assicurata la tranquillità delle nostre famiglie. E dico dov1·este perchè lmr troppo vediamo : ancora. nella vostra classe una grande incoscienza nel valutare l'opera nostra e le nostre condizioni di vita. Io con dolore ho letto su un organo ufficiale della nostra or· ganizzazion0 l'accusa a noi di lauti borghesi, noi, che dagli stipendi di fame che un coraggioso Prefetto della vostra isola denunciò come un onta della civiltà: andiamo dopo diciannove anni di studii e 25 di servizio in pensione con una lira e quaranta al giorno. N è ve ne facciamo gran carico. Se quel vostro giornale ha potuto stampare che i miglioramenti ai Medici Condotti si risolvono in aggravii indiretti pei lavoratori si è che nella nostra classe manca quello che il Di Vestea chiamava benissimo coscienza igienica, e cioè un saldo convincimento di quel che sono i fini, i mezzi, i risultati della mo'.foroa tera.pia preventiva; coscienza igienica che manca non soltanto in voi ma in tutte le altre classi sociali anche le più alte ; coscienza igienica che la nostra Associazione ha per fine di creare, allargare, approfondire colla più attiva partecipazione alle battaglie della vita pubblica dalle quali troppo rimanemmo assenti e dalla quale non ci deve distrarre la paura di una coraggiosa politica, di quella politica che è un bisogno anzi un dovere per tutte le collettività che hanno interessi da difendere, missioni da espletare che non vogliono vivere parassi tariamen te sull'orgall;ismo sociale o che non vogliono essere co~e foglie morte trascinate dalle grandi correnti della vita pubblica., quando invece queste correnti potrebbero derivare e incanalare ai fini di quegli interessi e di quelle aspirazioni. Quella medicina che colla progrediente scoperta delle cause delle malattie, ha rivoluzionato la terapia e fu cbitimata da Guido Baccelli medicina pnlitica., non può avere sacerdoti apolitici: quella medicina che fu chiamata cousigl tera del legislatore deve a vere sacerdoti che vogliono l' intera applicazione dei dettami della rinnovata scienza in un radicale rinnova.mento della vita sociale, deve avere sacerdoti che non possono contentarsi di veda re rimodernati gli stabilimenti di cura o moltiplicati i teatri della loro attività coi ,sanatori, coi pellagrosari, cogfi istituti dei deficienti, coi mani• comii criminali; ma che sapendo come gli inquilini di questi tristi istituti sono in grandissima parte espressiono delle dolorose condizioni in cui vive la grandissima parte delle classi lavoratrici devono volere tutto quel cumulo di radicali riforme economico-sociali che tolgona alla società l'onta e il pericolo di fare degli

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