Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 21 - 15 novembre 1908

RIVISTA POPOLARE 577 mente pazzesche se fossero state preannunziate nel 1776 ! Esclusa la preoccupazione economica, che si vorrebbe connettere all'eventuale aspetto dei Balcani sotto la egemonia altrui e colla costituzione di altri Stati autonomi a noi poco simpatici, perde molto valore nel momento storico attuale l'aspetto strettamente politico del problema. Certamente sarebbe assai desiderabile sotto tutti i punti di vista, che il problema orientale si risolvesse conformemente a giustizia e in guisa che ci fosse una grande Serbia, una Grecia più potente per territorio e per popolazione un nuovo Stato albanese autonomo e che tutti guardassero all'Italia con simpatia. Ma lo svolgimento di avvenimenti in senso opposto, per quanto sgradito, non deve essere considerato come un pericolo naziol]ale. Per giudicare senza esagerazicni le eventuafità future bisogna guardare alle condizioni attuali. Esse nell'Adriatico non sono afìatto favorevoli all'Italia, perchè a noi mancano basi di operazione navale , che possano con trobilapciare la posizione formidabile che ha l' Austria con Pola, colle Bocche di Cattaro, con tutte le isolette dalmate, che offrono rifugi sicuri alle navi e punto di appoggio per 1110lestare e insidiare le nostre. Anche se Antivari e le coste albanesi cadessero sotto il dominio diretto dell' Italia - ciò che è del tutto inverosimile - il guadagno sarebbe poco. Si può deplorare che la geografia e la storia non ci siano state favorevoli; ma non possiamo far sì che nell'Adriatico sia distrutta la condizione delì' Austria, che vi possiede posizione .geograficamente migliori e popolazioni slave di molto più numerose delle italiane. Dobbiamo augurarci che gli avvenimenti balcanici si svolgano, anche colla nostra efficace azione politica, in guisa da non accrescere la superiorita attuale dell'Austria; ma se questo, malauguratamente non si avverasse non avremmo ragione di temere o di disperare per ]a nostra esistenza nazionale. Un ricordo può essere opportuno. Dai trattati del 1815 venne fuori un Impero Austriaco che esercitava l'egemonia sugli Stati Italiani, oltre il Lombardo-V cneto su cui esercitava dominio diretto. L'egemonia venne rinforzata dalla reazione del 1849. Ma gli ulteriori avvenimenti distrussero i trattati del 1815 e le conseguenze della reazione del 1849: l'Italia eh' era una espressione geografica divenne uno Stato indipendente. Se domani tutta la penisola balcanica cadesse sotto l'egemonia austriaca, sarebbero cresciuti i fattori della sua debolezza, perchè tutti gli Staterelli, che le starebbero attorno non potrebbero che guardarla di malocchio e favorire tutti i torbidi interni e gli antagonismi etnici che la dilaniano già. Il trattato di Berlino e qualunque altro che potrebbe assicurarle maggiori vantaggi a data ora saranno lacerati e probabilmente sulla penisola balcanica la Rus:,ia eserciterà la stessa azione che la Francia esercitò nella penisola italiana. Questo insegna la storia contemporanea; alla quale si deve guardare se si vuole essere positivi. Guardare imperialisticamente a Roma antica ed a Venezia regina dell'Adriatico è semplicemente un sogno irrealizzabile; è una follia da cui devono tenersi lontani i politici e i filosofi della storia e che bisogna lasciare a Gabriele D'Annunzio. La Rivista La voluttà dell'auto-denigrazione Fa il giro di giornali qrotidiani e di giornali settimanali un articolo di Lino Ferriani, che aveva richiamato la mia attenzione sin da quan lo lo lessi la prima volta: e che sento il dovere di opp11gnare ora che vedo accettato come una specie di vangelo. Il Ferriani, eh' è un alto magistrato a riposo nell'articolo : Le cifre del dolore e che meglio si denominerebbe: Le cifre dell'e1·rore mette s0tto gli occhi degli Italiani i dati sull'analfabetismo, sulle spese per l' istruzione, sulle spese militari e sugli omicidi, - anzi sugli assassini! - in vari stati di Europa; dai quali dati risulterebbe che la posizione dell'Italia è tristissima, è peggiore anche di quella delltt. Spagna e della Russia. Ora devo constatare con vivo dolore che quasi tutti i dati statistici sono semplicemente fantastici, per non adoperare un aggettivo più aspro; o sono sbagliati grossolanamente nel senso di mostrare peg:- giore la situazione dell'Italia, eh' è di già abbastanza tris te. • Comincio dalla correzione delle cifre dell'·analfabetismo, che il Ferriani dà per la Svezia e Norvegia, Olanda, Svizzera, Inghilterra, Germania, Francia, Austria, Russia, Spagna e Italia. Non si dice se la percentuale degli analfabeti sia per 100 abitanti di ogni etd; ma in ogni modo sono tutte sbagliate: in più quelle per la Svezia e Norvegia, Olanda, Svizzera, Inghilterra, Germania - cui assegna il 18 °lo di analfabeti I - Francia e Italia ; in meno per l'Austria, per la Spagna e per la Russia Intanto avvertiamo che di molt.i stati i censimenti non danno le percentuali degli analfabeti di ogni età e l'analfabetismo si può misurare dai coscritti 6 dagli sposi, che non sanno leggere e seri vere. Si approssimano al vero le cifre per l'Italia;- ma sono sempre sbagliate. Il Ferriani dà il 51,20 di analfabeti per 100 ab:tanti. Ma i censimPnti italiani distinguono la percentuale tra gli abitanti di ogni età e tra qnelli da 6 anni in su. Ora il 51,20 °lo del Ferriani non corrisponde nè agli uni, nè agli altri : tra gli abitanti di ogni età gli analfabeti nel- 1901 erano il 56 °/ 0 ; tra quelli da 6 anni in su il 48,5 °/0 • Non sono meno vergogn.')sameb te sbagliate le cifre dei bilanci per le spese per la istruzione e per quelle militari. Non si dice di quale istruzione se tratti; ma sospettiamo che si riferisca a quella primaria.· O per la istruzìone totale o per la sola p1·imaria i dati sono sempre errati. Intanto noto che per la istruzione si danno due cifre diverse. In un primo prospetto sotto il titolo: Bilanci Istruzioni ecc. Bilanci Spese Milita1·e, all'Italia assegna 0,92 °/o del bilancio totale per l' istruzione e fa seguire questa cifra da un punto ammirativo; seguita da un' altro punto ammirativo è la percentuale delle spese militari , il 46,40 : la più alta nel mondo. Poi segue un altro prospetto nel quale ali' Italia per l' istt-uzione senza alcun punto ammirativo viene assegnato il 2,79 °fo. Si sarebbe indotti a ritenere che nel primo prospetto

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