Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 21 - 15 novembre 1908

576 RIVISTA POPOLARE Rumelia ama<lodana, se non il dominio diretto, certo l'egemonia. Su quali elementi etnici e religiosi dovremmo contare per realizzare tale sogno imperialista nessuno sa vedere. Dovrebbe essere il Montenegro il punto di appoggio ? L'Italia se confidasse nel microscopico per quanto ardimentoso staterello, rassomiglierebbe a 1 obia che voleva vuotare il mare con un guscio di noce. E i serbi del Montenegro neppure s'intendono coi serbi della Serbia ! Dovremmo contare sugli albanesi? Ma per quanto ci siaoo dei rapporti tra quelli d'Italia e quelli di Turchia, si sa c.he gli albanesi musulmani, in maggioranza, sono fedelissimi, come ci ha detto l'Amadori Virgili, all'Impero ottomano; i cattolici volgono tutte le loro simpatie verso l'Austria. Egli stesso ce l' ha appreso deplorando la politica filoalbanese dell'Italia (pag. 905). Comunque, anche se la Greci1 volesse diminuirsi sottoponendosi alla nostra egemonia, pel caso che ad essa si volesse far capo per ]a realizzazione del sogno imperialista, si può essere sicuri che non solo non potremmo assicurarci tale risultato senza una guerra vittoriosa contro l'Austria-Ungheria; ma che nemmeno i nostri possibili alleati--la Francia e l'Inghilterra specialmente-ci ainterebbero a creare una situazione a buse di privilegi e di facilitazioni speciali pel nostro paese. La preoccupazione poi di vedere arrestato il nostro sviluppo economico se la Turchia europea non divenisse una speciè di nostra colonip, è semplicemente ridicola. Tutta quanta 1a Turchia europea per la superficie e la popolazione non ha affatto la importanza che le si vorrebbe attribuire; è piccola tale importanza sopratutto perchè gli abitanti sono poveri e passeranno anni ed anni prima che la loro forza di produzione e di consumo raggiunga le proporzioni dei popli civili. Certamente non sono affatto disprezzabili gli scambi degli Stati colle loro colonie; ma sono di gran lunga superiori, assolutamente e proporzionalmente quelli cogli altri Stati indipendenti. Il Belgio e la Svizzera non ebbero mai colonie, e il foro sviluppo economico è superiore, proporzionalmente alla superficie e al numero dtgli abitanti, a quello della Spagna e della Francia che furono o sono ricche di colonie ; la Germania ha visto sviluppa re rapidamente tanto da divenire la temuta ·rivale dell' Inghilterra, i proprii commerci e la propria economia, senza che le colonie abbiano esercitato alcuna influenza nel fenomeno; la stessa Inghilterra, la più ricca di colonie, non conta su queste pel suo primato commerciale, tanto che il programma di Chamberlaine sulle tariffe deferenziali tra le colonie e la metropoli, fu combattuto vittoriosamente colla osservazione, che esso favorendo gli scambi colle colonie perderebbe molto di più in quelli cogli Stati indipendenti di quanto pottebbe guadagnare negli altri colle proprie dipendenze. L'Italia colla Turchia autonoma e che non ci accorda privilegi e facilitazioni speciali, c:ome le vorrebbe l' Amadori Virgili, ha sviluppato abbastanza rapidamente i propri commerci, in proporzioni maggiori del suo commercio totale (1). Il presupposto dello stesso scrittore che la merce segue la bandiera, storicamente è erroneo. come è .dimos rra to da I la Politica coloniale di Co laian ni; come è dimostrato dall'inglese Flux in un interessante studio, che nelle parti essenziali venne riprodotto in questa stessa 'l{jvista. In questi ultimi tempi a questo presupposto è stato accordato un maggior valore, specialmente per lo esempio dello sviluppo degli scarn bi tra la Francia e le sue colonie , sopratutto coll'Algeria. Ma questo vantaggio è costato alla vicina repubblica qualche centinaio di migliaia di uomini e parecchi miliardi, che le avrebbero assicurato ben altri più benefici risultati se fossero stati risparmiati. In quanto all'intluenza delle colonie l'Italia ha visto due casi tipici, che tolgono valore a tale presupposto. In Egitto ha visto considerevolmente aumentare le esportazioni, dopo che tale regione cadde sotto il predominio altrui (2); in Tunisia col protettorato Francese si asserì che sarebbe cessata la immigrazione italiana. Ebbene: ci erano appena 15 mila italiani nel 1881 quando la Reggenza era quasi autonoma; crebbe la nostra emigrazione verso la ,ì:iedesima subito dopo la occupazione francese, tanto che oggi vi sono circa 100 mila italiani! Sotto questo aspetto, adunque, non c'è da temere in alcuna guisa la soffocazione conomica qualora la Turchia europea subisse vicend~ politkhe tali da escludere la concessione di facititazioni spe· ciali e di privilegi all'Italia. A noi basterebbe ottenere la porta aperta ; e in questo solidale col nostro sarebbe l'interesse di tutto il mondo. In quanto a dominio politico come fattore di sviluppo economico e di rapporti commerciali non bisogna dimenticare un precedente classico. Quando le coloni~ inglesi del Nord-America si proclamaronoindipendenti, i fautori deJla guerra in Inghilterra predicavano che il commercio britannico sarebbe stato colpito a morte e che il porto di Liverpool avrebbe potuto chiudersi ... C' è bisogno di rilevare che i fatti hanno <lato la più colossale smentita alle previsioni? Stati Uniti e Regno Unito, non legati più da vincolo politico alcuno hanno, visto reciprocamente sviluppare gli scambi commerciali in proporzioni tali, che sarebbero sembrate semplice- ( 1) Eccone la prova : IMPORTAZIONIIN ITALIA (Migliaia di lire) 1892 1906 Aumento + Diminuz. - Turchia Europea 26,011 38,411 + 48 °/o- » Asiatica 5,584 17,087 + 205 » Commercio totale 1,173,392 2,566,733 + 118 ,, ESPORTAZiONE DALL'ITALIA (Migliaia di lire) Aumento+ 1892 19 06 0 . . 1mmuz. - Turchia Europea 15,244 li Asiatica 3,081 Commercio totale 958,186 (2) Ecco le cifre eloquenti: Importazioniin ltalia 69,734 + 357 °/o, I 3'8 I 3 + 348 » 1,929,466 + 101 li Eaportazlonl dall'Italia migliaia di lire 1892 1906 Aum. + 1892 1906 A~m. + Dim. - D1m. - Egitto 18,543 15,766 - 14 °lo 10,715 61,765 +476 °/0 La !ieve diminuizione nelle importazioni è largamente com• pensata dallo enorme aumento nelle esportaz:oni d 111' Italia in Egitto.

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