RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Hirettort,: Prof. N APOL}JONliJ COLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni !nese I t,alla : armo lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre Un numero separato Cent. ao lire 4:,50 ~mministrazione: C01·so Vitt01·io Ema,nnele, n.0 116 - NAPOLI An110 XCV - Num. 21 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Novembre 1H08 Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine. Dirigere , lettere e vaglia al Dott. Napoleone Colajanni, Napoli. SOMMARIO: GII avveulmentl e J{ll uomtnt: Noi: Un nuovo e grave scandalo giudiziario - Il congresso postelegrafico. Proposta di riforma dei servizi. La crisi interna. Le confessioni di Turati - L'incognita coloniale - Cose russe: La Russia Costituzionale - La situazione interna in Austria - Presidente e Imp~ratore - Il trionfo dei Trusts - La politica estera Inglese - La Rivista: Il problema balcanico - Lo Zotico: La voluttà ddl'aut0 - denigrazione - Dott. Umberto Brunelli: Pd miglioramento delle condizioni dei medici condotti - ltivista, delle ltlvist,e: La doppia cittadinanza studiata nei rapporti fra l'Italia e l'Argentina (Rivista coloniale) - Dopo un anno di crisi norJvamericana (L' E· conomiste fran.çais) - Il duello anglo-tedesco a Washingten (idem) - Il debito delle grandi cìttà (Riforma sociale) - La santa ferrovia Maomettana (World•s WorkJ - Gli spauracchi reciproci (Contemporary Review) - Una intervistu con Mutai al-Hafid. (Pali. Mail. MagaHine) - li valore delle tariffe preferenziali (Nineteenth Century and after) - l disoccupati inglesi (Courrier Europeen.1. GLI f\VVENIMENTI e GLl UOMINI Agl•i am1·c1d·ella "R1·v1·sta 1 !Corte di Appello d1 Palermo è avvenuto questo gra- '" fil vissi ~o incid~n ~e , che riferiamo dall' Ora e che non Rinnovian10 a tutti vivissima la pre-i ha bisogno d1 essere comment~to:. . . . • . • • ., « Il P. M., appellante, ha svolto 1 mot1v1 d1 appello e mentre ghiera dt procurarci nuovi abbonati e 'I (( stava per leggere una lettera del copia lettere, l'avv. Li Dvnni, buoni indirizzi di abbonabili. J nuovi II dif~nsore d<:11i'mputato Maglio , con voce riguardosa , ha . . . « chiesto al signor Proc. Gen. se la lettera fosse quella per abbonati pagando anticipatamente per (( cui fu ordinanza del Tribunale di non potersi leggere, ed un anno ( L. 6 00 ) riceveranno gratis la « a~endo i_lP;oc. Generale ris_pos~oaffermati_vamente, .'' avv. . . . '· . « L1 Donn1 nspettosamente s1 nvolse al signor Presidente, 'RJ,vista da oggi sino a tutto D1cen1bre 1909. « facendo notare che non può leggersi la lettera se prima non Chi procura un abbonato riceverà libri ( sia revocata l'~rdinanza del Tri~unale, facendo ~otare eh~, i 1 . d. · , d ll CD; . « per altro, l'ordrnanza non puoss1 revocare per che non p•·oec opusco i i propneta e a J.\JVtSta per , testata nè impugnata. lira una . chi ne procura due riceverà a ' A qu~sto f!Unto si ~l:r_òl' avv. Michele File ti'. inve~ndo ' . , contro rl Primo Presidente comm. ~a:r_:rella , dicendo che sua scelta una di queste opere: CoLAJANNI: « egli fu favoreggiatore di tutti gl'imputati di q"esta causa. Il Socialismo ( L. 4 00 )· Pel dazio sul <Jrano « Il signor President~ a_dalta .ed _i7'peri?s_avoce richiamò . ' . ' b ~ al dovtre l' avv. Fzletl e lo mvtto a rttirare le parole e per la economianazionale ( L. 3,00 ) ; La • dette, ma nessuna for1.a umana ha potuto trattenerlo, Politica coloniale( L. 3 00 ) • CICCOTTI : At- « a~endo. i~sistito nelle pa~ole d~tte_ ~. . ' ' . F1n qui il verbale, ma v1 ha d1 pm. traverso la Svizzera (L: 3,00) ; ch1 ne pro- All'invito del Presidente, infatti, il Fileti 11011 solo non ritirò cura tre oltre una delle cennate opere il giudizio la_nciato contro il comm. P. ~hzzel_la' ma rispose . . , . . . . . che (( non diceva cose nuove, ma cose già scritte e stampate avrà du1tto ad un altra hra dt hbn e d1 in memorie presentate alla Corte di Cassazione e che l'Alto opuscoli . chi ne procura quattro o più consesso non aveva per nulla c~n_surato le frasi da lui ado. '. . . . pera te per condannare deplorevoli rnframmettenze ». potrà chiedere o Latini ed Anglo-sassoni Ali' avv. Francesco Parlavecchio' giunto ali' ultima ora (L. 6 00) 0 i due volumi di Sociologia q~ando il pandemonio_ regnava con _grave scandalo ?el_ pub. . .' . bhco, e proponente d1 non dar atto m verbale dello incidente Criminale (L. 13,00) dt COLAJANNI. spiacevole, il File ti, forte delle sue ragioni, rispose che « teN on si ha diritto ai premi se gli ab- neva fosse. consacrato testualmente quanto egli , con ragione . . . . e con coscienza, aveva affermato ». bonamentt non vengono pagati antlc1- Al Presidente che insisteva perchè le parole lanciate contro il Primo Presidente della Corte di Appello fossero ritirate , il Fileti rispose : patamente. + Un nuovo e grave soandalo giudiziario. Circa due anni or sono accennammo a certa sentenza onesta della Corte di Cassazione di Palermo, che cassa.ndone un'altra della Corte di Appello sul fallimento Faravino aveva stigmatizzato fieramente il magistrato inferiore. Discutendosi la causa in sede di rio vio nella (( Ordinate pure il mio arresto, nè vi preoccupate del!' as • « senza dei carabinieri, poichè mi costituirò volontariamente; « ma insisto su quanto ho detto ». La causa continua , noi occorrendo torneremo ad occuparcene dopo la sentenza. Si afferma anche che l'nvv. M. Fileti siasi recato presso la P. G. a confermare quanto ebbe a dire in udienza a carico del comm . .Mazzella.
56J RIVISTA POP OLA RE Sino a questo momento s1 ignora se quest' ultimo abbia sporto querela contro l'avv. Fileti. + Il congresso postelegrafico. Proposta di :riforma dei servizi. La crisi lntePna. Le confessioni di Turati. - - Si è tennto il secondo Congresso della Federazione postelegrafica in Firenze ed è riuscito di non poca i1nportanza per vari motivi: per una eccellente relazione del D.r Campanozzi sui servizi postali, telegrafici e telefonici; per la constatazione ufficiale della crisi interna eh' era gia nota; per le confessioni dell'on. Turati. La relazione Campanozzi è la parte che interessa veramente il pubblico ed è divisa in tre parti : 1.0 La separazione dei servizi postali ed elettrici, ponendo alla dipendenza degli ultimi quelli telefonici e radiotelegrafici. Il relatore crede che la riforma non importerebbe un maggior onere finanziario per lo Stato, credenza che noi riteniamo di buona fede, perchè conosciamo l'uomo, eh' è funzionario intelligente tanto quanto galantuomo, ma che riteniamo illogica ed antisperimentale. Ci saprebbe additare il Campanozzi una sola riforma organica cho non ha importato nna maggiore spesa? E non è logicamente prevedibile che lo sdoppiamento del servizio debba importare aumento nel personale? 2.0 Il ribasso della tariffa telegrafir,a riducendo il telegramma tipo di 10 parole a 50 centesimi. E' questa una riforma assai desiderata, che il relatore ritiene come un impegno d'onore da parte del governo che la promise come corrispettivo dei 25 milioni accordati dalla Camera nel marzo 1907 per ampliamento e miglioramento dei servizi. Ma anche su questo l'egregio relatore s'illude affermando, sebbene prudentemente, che la riforma non importerebbe alcuna perdita. L'aumento nel numero dei telegrammi e la ricluzione a metà del prezzo dei medesimi certamente per molti anni cagionerebbe una perdita di parecchi milioni allo Stato; perdita che sarebbe aggravata dall'adozione del tantieme cioè della conpartecipazione dei telegrafisti nella quale il Campanozzi vorrebbe vedere un espediente per intensificare il lavoro degli impiegati ed indurli alla maggiore economia possibile. L'esperimento della riduzione della tariffa postale in Francia nulla ha insegnato al relatore? E non conosce egli la stoffa dei propri compagni. ? Essi risponderebbero alla concessione del tanUème con un ineremeuto di sabotage ... Ma tant'è : la riduzione potrebbe adottarsi perchè siamo in marcia accelerata verso il disavanzo e milione più mi-• lione meno poco importa. Del resto il servizio telegrafico eh' è quasi dapertutto passivo si può essere sicuri che impedirà almeno che si levi il grido : il teleg,.afo ai teleg1·afici I 3.° Ci associamo quasi incondizionatamente alla terza parte che potrebbe essere considerata come esorbitante. Il Campanozzi vi si occnpa di quella che chiama politica p1·otezionista, che riguarda i se1·vizimarittimi sovvenzionati, i 1·iscatti telefonici, il patriottismo sottoma1·it10 e la penet?-azio'l'l.epacifica. E' severo il relatore pel ministro, che colla sua po1 i tica ha fatto disertare le aste da parte della compagnia di navigazione. Ma in verità la responsabilità più che del mirnstero è della Commissione che studiò i servizi marittimi e del Parlamento che approvò lo schema delle nuove convenzioni. Ha ragione proponendo che i servizi marittimi dal Ministero delle Poste passino a quello dei Lavori pubblici; ma traspare dalle sue parole la tendenza Htatizzatrice, che mette paura. L'esperimento della statizzazione ferroviaria ci ha disilluso, spaventato e ci ha fatto pentire amaramente di avere sostenuto per oltre 20 anni con entusiasmo l'esecizio di Stato. Quasi quasi scorgiamo un rimedio nella soluzione iniquamente camorristica, dal punto di vista degli interessi dello Stato e dei contribuenti, che hanno speso sei miliardi nelle costruzioni ferroviarie, di regolare le fe1·rovie ai fer1·ovieri ! Chiudiamo q11esto riassunto della relazione colla giusta deplorazione del privilegio deila gratuita trasmissione dei valori concesso al clericale Banco di Roma: quello cioè, di cui ci siamo occupati nel numero precedente e che s1 rifiutò d'issare la bandiera nazionale in Alessandria di Egitto il 20 settembre ... Nella Relazione non abbiamo visto un cenno pel miglioramento della condizione dei paria dell'amministrazione, cioè dei fattorini rurali, che ricevono stipendi di fame e non godono del diritto alla pensione. Male! Accanto a qnesta relazione, che contiene altre proposte notevoli e fa fede della competenza tecnica del Campanozzi, c'era la Relazione morale di Tu rati sulla vita della Federazione e clie ha dato luogo a vivacissima discusione, perchè nella organizzazione e' è una crisi e c'è una quistione morale. Una quistione morale? Già: l'Alati riconosci11to da tutti come un galantuomo e che ha reso non piccoli servizi alla Federazione è colpevole di avere avuto un ..... co11oquiocoll'on. Mira e di avere scritto una let,tera di rammarico ad un altro galantuomo, che era stato ingiustamente criticato nel giornale della Federazione ... Pel -grave delitto l'Alati ottenne le attenuanti pei suoi ottimi precedenti. La discussione costituisce una prova del fanatismo settario e vergognoso dei postelegrafici. Che cuccagna sarà pel pubblico quando la poste e il telegrafo saranno dei posteleg1·afici ! Filippo Turati ba raccolto larghissima messe di applausi da parte dei postelegrafici al presentarsi e quando ha parlato: applausi meritatissimi in quell'ambiente e che avrebbero potuto tramutarsl in fischi da parte dei contribuenti, Egli ha parlato splendidamente, come sempre e si è ritirato dalla Presidenza. I motivi della grave determinazione li espose in una intervista coll'Avanti. Il principale è questo: si è accorto-un poco tardi in verità-che c'è incompatibilit.à tra la funzione di deputato che deve curare gl'interessi collettivi e quelli di Presidente di una organizzazione corpora ti visti ca eh~ ha i mpep;nato una lotta collo Stato. E nelle dimissioni ha insistito non ostante le manifestazioni veramente commovente che gli vennero da. tutti i congressisti. Egli ha dichiarato poi che vuole dedicarsi al miglioramento delle condizioni di tutti i funzionari. Avviso ai contribuenti ... Ali' ultima ora sappiamo della sospensione inflitta al Dott. Campan ~zzi ed il suo deferimento al consiglio di disciplina. Non sappiamo se nella relazione concorrano gli estremi per l'applicazione della legge sullo stato giuridico degl' impiegati. Sappiamo però - e del resto in questa stessa Rivista ce ne occupammo di proposito - che ciò che riguarda il Banco di Roma è vero, ed è un' indegnità compiuta per favorire i cle ricali. + L'Incognita colonlale.-11 Cadetti , governatore della Somalia ha mandato il suo notiziario di agosto, settembre ed ottobre; e da questo diario un fatto si rileva, chiaro come luce di sole ; noi siamo lontani dal possedere pacifiC'amente la colonia. Non abbiamo , è vero, contro di noi un nemico numeroao ben armato, determinato come furono un tempo gli abissini ; non siamo in uno stato di guerra guerreggiata che ci obblighi, ed al tempo stesso ci dia diritto ad occupazioni sconfinanti la nostra colonia; ma abbiamo da affrontare e vincere qualche cosa di peggio: il brigantaggio dei Dervisci e l'azione bellicosa, forba e violenta ad un tempo, del Mullah. E questo è il male che conviene sradicare al più presto perchè ceia l'incognito grave
RIVISTA POPOLARE 563 della situazione. Noi non sappiamo se la colonia ci sarà mai, economicamente, molto utile; anzi ci permettiamo, per ora, di dubitare dell~ tanta vantata utilità e fertilità della Somalia. Il Benadir non è l'Eldorado, non è neppure un paese in massima parte fertile. Ma siccome una, anzi due zone fertilissime vi sono e ne potremmo ricavare certi vantaggi, siccome, politicamente, cotesto territorio può esserci utile, e siccome ormai ci siamo e non si ha il coraggio di venircene via, vale la pena prendere le misure necessarie per rimanerci, e rimanerci con vantaggio e decoro. In Africa, e su le popolazioni africane hanne prestigio e diritto a dominio i più forti: le popolazioni si fanno amiche e rimangono fedeli di quelli che possono sevei:amente, fieramente colpirie; o che, promettendo loro protezione, assicurano loro il tranquillo sviluppo dei loro commerci, la pace dei ]oro mercati, la sicurezza dei loro villaggi. Riusciamo noi a far qnesto? II diario Carletti sembra, in ultima analisi, dire di no. Noi battagliamo si, qua e là, a difesa di tribù e popolazioni che ci sono arniche ma non con molta efficacia, e questa nostra insufficiente azione ci scredita invece di avvantaggiarci. Il Mullah tende insidie, brucia villaggi, sconfina e razzia carovane. i Dervisci fanno altrettanto. La nostra colonia è formata a Nord ed a Sud da orde d1 predoni ben determinati a non lasciare in pace le tribù protette da noi, le qua.li tribù potrebbero da un giorno all'altro stancarei di far la parte delll\ verga fra il maglio e l'incudine : e allora ? Questa è l'incognita. Fintanto che le tribu Migiurtine, Gheladi, Obbia e le altre del nostro possesso e protettorato ci rimarranno fedeli - e ciò sarà per tanto tempo quanto ci troveranno il loro tornaconto - la situazione sarà, più o !!leno felicemente, sostenibile; ma il giorno in cui la fedeltà di queste tribù ci venisse a mancare, noi potremmo dire tosto addio alla nostra colonia del Benadir. Fino a quando le tribù fedeli· troveranno il loro tornaconto nel serbare a noi la loro fedeltà? Questa dimanda forma il complemento del1a incognita. La guerriglia contro il Mullah, le scaramucce contro i Dervisci non sono una tale azione che possa valere a debellare per sempre gli irreconciliabili avversarii. Gli Inglesi hanno trovato mezzo di spingere il Mullah, a raziare il nostro territorio, liberando cosi il loro della sua presenza : a noi rimane il compito di vincerne, le trnppe, non solo, ma di impadronirci della sua persena, e finirla una volta per tutte con questo temibile patriota africano. Poichè il Mullah è il Robin- Hood, il Ghiao di Tacco dell'Africa Orientale. Egli vuole fuori ~li stranieri dal suolo africano. Si può dargli torto? Dal punto di vista della giustizia e del diritto certamente no; ma poichè le condizioni create dalla nostra occupazione del Benadir lo cacciano fuori della costa geografica e politica - malgrado il trattato che, grazie alla solita e ben nota intelligenza dell'on. Tittoni, io ba fatto sultano - è assolutamente necessario che egli e la sua potenza scompariscono da1la faccia del- !' Africa. Ma per riuscire a questo intento ci vuole molto di più che brevi incursioni, e saltuarie guerriglie quali si praticano ora dallejnostre"colonne~volanti, al Benadir. E' una campagna in regola che occorre; campagna per la quale sono inevitabili danari ed uomini molti. Il risultato poi ne vale la pena? Menelik ha trovato mezzo di essere lasciato in pace dal Mul1ah, mettendo frb. se e I ui una larga zona di territorio deserto ; gli Inglesi tengono in rispetto il Mullah facendogli di tanto in tanto duramente sentire che essi sono i più forti; ma intendiamoci bene nè Menelik, nè gli Inglesi sono assolutamente al sicuro delle imprese del brigante nero. Solo egli ha più facile preda nel territorio Italiano, e fra le tribù amiche degli Italiani. E' naturalmente egli le razia a nord, mentre i Dervisci le razziano a sud ; tutto ciò è sempre a dispetto delle nostre guerriglie e delle nostre incursioni. E' naturale che a lungo andare, se non protette e difese meglio, quelle tribù si alieneranno a noi; e allora? Valga o non valga qualche cosa il nostro possedimento africano, doverlo perdere perchè non abbiamo saputo o voluto a.gire doverosamente, sarà, in ogni modo, amaro assai. Ma, o agiremo energicamente; o avremo vanamente speso tempo e denaro in quei possedimenti. + Cose russe - La Russia Oostltuzlonale.- Delle cose interne della Russia da pare :chio tempo non ci occupiamo. Oggi riprendiamo la trit:ite cronaca riproducendo da uno degli ultimi numeri della Revue queste pagine, grondanti sangue. e La situazione politica si riassume nelle esecuzioni delle qnali Tolstoi ha dipinto tutto l'orrore nel suo vibrante manifesto del 13 giugno. Si esiliano, si torturano, s'impiccano, si fucilano coloro che pensano che tutto non va nel migliore dei mondi nella Russia e che hanno l'audacia di dirlo. « Col ferro e col fttoco ! Tale potrebbe essere la divi sa tratta da un'opera del Sienkiewicz, delle famose bande nere che, avendo alla loro testa personaggi notevoli hanno creato il partito politico fallacemente detto dell' Unione dei veri russi, allo scopo di soffocare le proteste popolari e di organizzare i pogroms. e Dal 1906 fino all'aprile 1908 , 3500 sediziosi furono condannati a morte dai tribunali; 2680 tra i quali 10 donne , furono impiccati o focilati per ragioni esclusivamente politiche in questa Russia dove « fino a questi ultimi tempi, la pena d, mo,·te non era riconosciuta dalla legge I ~. Nel 1907 su 11.066 condannati, 2442 lo furono ai lavori forza tì (444 per una durata iadeterminata, e 1978 per 18.714 anni), 413 alle colonie forzate, 3311 a 2771 ann(di carcere; 1041 a 2376 anni d'internamento; 981 a 1427 anni di fortezza ; 779 a 128 anni di prigione semplice e 427 a 949 anni di battaglione di disciplina. Ecco i motivi di queste condanne : Penadi lavori morte forzati Partecipazion~ a moti (compresi gli scioperi) 207 805 Movimenti agrari 2 39 Partecipazione ad una organizzazione politica 55 628 Terroristi politici 686 384 Partecipazioni ad espropriazioni . 61 2 443 Terroristi agrari. 75 87 Giornalisti. Totale per condanna 1637 2386 Colonie forzate Altre Totaleper pene motivo 123 1862 2997 2805 2846 258 1392 2333 14 173 1257 I 5 92 I 162 2 24 187 174 175 413 65'.l'.2 10958 In febbraio 1908 in Mitawa in Curlandia 2 pe1:sone furono condannate a morte per essersi impadronite preeso un proprietario di 25 kopeki (60 centesimi); un altro aneha a morte per aver rubato un orologio di 7 rnbli (L. 18,55) I La percentuale per categoria dei condannati a morte è la seguente; è tolta dal giornale P1·avo (Diritto): Contadini . .. 42 per 100 Operai 28 > Cittadini. . . 13 > Militari . 5 > Studenti. . . . 4.5 • Prigionieri rivoltati . . 3 > Funzionari e professori liberali . 1.5 > E si ignora la cifra delle esecuzioni alle qual i pro• cedette senza forma di giudizio la polizia. L'anno scorso a Sebastopoli si titrapparono le unghie ad alcuni accusati per costringerli a far confessioni.
564 RIVISTA POPOLARE e A Riga, a Varsavia si torturarono prigionieri fino alla morte. Non si erano avuti esempi di simili ecatombi, anche sotto Pietro il Graude, dopo I vano il Terribile, vale a dire dal XVI secol >. * * e Si fu particolarmente crudeli nella repressione interdicendo formalmente ai magistrati, per mezzo del ministro della guerra, di assolvere prevenuti. L' ukase contenente tale ordine era così concepito: Segretissimo- Al governatorecapo... del Distretto di... S. Jl1. l' Imperat01·e ha inca1·icato il Minist?-o della guerra di dar ordini a tutti i gove1·natori di applicare rigo'rosamente e senza alciina eccezione, la nuova legge r;ei tribunali marziali. Col01·0 che non osserveranno tale ordine ne sm·anno 'responsabili di fronte a B. M. stessa. I capi di cm·po dovranno fa1·e il passibile perchè i telegrammi di clomanda di grazia non siano indirizzati allo Cza1·. 26 agosto 1906. Firmato Il Luogotenente generale Pawloff Colonnello Zwonnikoff • e Nello spazio di due anni più di 2 milioni di persone furono imprigionate ed esiliate (1) benchè Stolypine abbia dichiarato ~a W. Stead che ignorava il numero dei condannati... "Eccone la prova. Secondo documanti raccolti dal ministero della giustizia il numero dei prigionieri, solamente incarcerati nelle prigioni dello Stato, era al 1 ° marzo 1908, di 167.830 ben che il nomero dei posti dispouibili in queste prigioni non fosse che di 107.138. La prigione di Kiew che contiene solo 690 posti chiude oggidì 2207 persone; quella di Depr con 804 posti ne rinchiude 1610; quella di Ekaterinoslaw con 324 ne ospita 94:3. E c' è il proposito di aprfre , quest' anno stesso da 25 a 30 mila celle I « Mal concordano queste intenzioni colle reiterate affermazioni di pacificaziono, d'inalterabile serenità del popolo russo di cui il governo russo è prodigo con particolare compiacenza verso i giornalisti di tutti i paesi? E null~ diciamo dei contadini, maestri ed altri, chiusi perordineldella polizia nelle kholoduayas (camere fredde) dei 600 mila villaggi rus::ii ! Siccome ogni accusato subisce al minimo quattro mesi di prigione, si comprende come la cifra di due milioni di carcerati, per due anni, sia ancora molto al disotto della verità. Il mini~tro dell'Interno, ha stabilito, secondo le notizie fornite dal Dipartimento della polizia, la 8ta.tistica degli esiliati dei governi del centro della Russia dal potere amministrativo, indipendentemente dagli esiliati con decisione giudiziaria. Nel 1907 il numero degli esiliati amministrativi aumentò del 60 °lo su quello degli anui 1905 e 1906 e quello degli esiliati cou sentenza di tribunale del 31 °/ 0 . Il 1 ° gennaio 1908 si contavano 74 622 esiliati durante l'anno precedeute dei quali 1'88,2 °lo per ragioni politiche. E molti governatori di provincie ignorano il numero dei loro esiliati o Jo diminuiscono! ·+ La situazione Interna In A.ustrla.-Le dimissioni del gabinetto presieduto dal barone Beck, met.tono in luce la situazione interna del]'Austria che mentre con la sua fedifraga azione mette a socq uadro la diplomazia Europea, è tra vagliata, al!' interno, da una terribile crisi nazionalistica. La politica estera. (1) Questa repressione più che attenuarsi, aumenta di rigore. Il numero dei condcnnati ai lavori Jor 1 ati si accresce ogni mese da 200 a 300. non entra per niente, e non è per niente mutata o influenzata da questa crisi di gabinett0 : jl barone d'Aherenthal rimarrà al sno posto, e le cose Austria• éhe, rispetto all'Europa, continueranno a svolgersi nel modo di prima. A successore del Beck è designato il barone Bienerth. Egli cercherà di conciliare i vari interessi di razza che si nrtano nel parlamento e più ancora neWimpero Austriaco. Una. delle questioni più ar~enti, e delle più spinose è la questione universitaria, nella quale si trovano schierati di fronte, Italiani e Tedeschi, Croati e Sloveni, Czechi e Boemi; è una questione di lingue e di razze che travaglia da lungo tempo l' Impero , e non è facile possa essere composta. D'altra parte vi sono anche questioni di partito che si collegano a questa : i cristiano-sociali, per esempio, non sono anco1'a riusciti a dimenticare, e tanto meno a perdonare al Beck di non avere in fierito contro il noto Proc. Wahrmund ; gli studenti tedeschi di Praga sono furiosi per le persecnzioni che essi debbono subire; senza contare che Triest ni, Trentini e Tirolesi, Croati e Italiani, Tedeschi e Czecbi, hanno ognuno dì queste popolazioni iuteressi an tagonistici a quelli delle altre. Giorni fa erano Tedeschi e Sionisti che a furia di legnate cercano di risolvere una questione universitaria da lungo tempo sospesa. Riuscirà il Bienerth a mettere d'accordo, ed a far procedere pacificamente di pari passo tutti questi interessi contrari i? Si dice di lui, quello che, del resto, si ciisse del. barone Beck al suo avvento: egli è abile, conciliante, conscio di tutte le necessità e le difficoltà del suo paese : i suoi cooperatori, designati fin d'ora, sembrano dover dare garanzie alle diverso frazioni dell'Impero di buono ed equanime governo; ma qlleste sono le intenzioni, e tali erano anche qnelle del Beck: il difficile è tradurle in atto, visto che a conteutare Pietro, governando l'Austria si scontenta Paolo e via di seguito. Intanto è opportuno fare una osservazione su la quale dovremo I una volta o l' altra tornare. Si è detto tante volte: il moaaico dell' Impero austriaco si sfascerà alla morte del vecchio Imperatore. Questo potrebbe darsi , ma sembra più µrobabile che ogni Stato troverà in un suo assetto speciale, la via ed i I mezzo di comporre nna sola e salda compagine di tutte le popolazioni dell'Impero Austriaco. E questo assetto per essero stabile non potrebbe essere che quello federale; il solo che dovrebbe e po• trebbe dare garenzie di uguaglianza all' elemento italiano dell'Impero e minore intraprendenza conquistatrice agli istinti e agli interessi deìla dinastia degli Absburgo. + Presidente e Imperatore. - Dicono i monar - cbici, che, tutto sommato tra repubblica e monarchi a non e' è differenza sostanziale ; che anzi la seconda presenta i vantaggi delle stabilità. Ma dimenticano con noa sveltezza funa1ubolesca. i danni , talvolta co· !ossa.li, della eredità. Negli Stati Uniti il capo dello Stato è elettivo ed abbiamo assistito giorni or sono ad una lotta asprissima per la nomina del Presidente. Certamente alcuni epiimdi di questa. lotta uon sono piacevoli; nè può suscitare alcltn entusi~smo la corruzione che sarà stata esercitata dai grandi fr"'sts in favore di Taft come venne esercitata nel 1904 in favore di Roosevelt. Ma il risultato finale non cessa di essere eccellente : alla suprema carica che negli Sta.ti Uniti non è semplicemente decorativa, venne uominato il Taft che rappresenta una somma di qualità adatte alla elevata funzione e che rispecchiano fedelmente le passioni, le tendenze, gl' interessi , i pregi ed anche i difetti del popolo che deve rappresentare. Nel conto abbiamo anche messo i difetti; ma in verità nemmeno gli avversari più atroci del neo-eletto hanno trovato da ridire sulle qualità personali di Taft , che nella sna condizione di ministro della guerra ha mostrato di
RIVISTA POPOLARE 565 essere accorto ed onesto e che come pacificatore delle Filippine ba. dato prova di tanta .equanimità e di tan~o tatto da renderlo soltanto perciò degno della Presidenza. Solo i cavalli , che sono da lui montati trovarono e troveranno da lamentarsi pel suo peso considerevole ..... Uno sguardo all'Impero di Germania - il migliore tra gl'Imperi. Il padre di Guglielmo 2° godette fama di soldato valoroso, di uomo onesto ed anche liberaleper quanto può esserlo un ~mperatore. . . Ma l'eredità non garent1sce la trasmiss10ne delle buone qualità; e il Tartarin dello Sprea forse dal padre non prese che la degenerazione cancerigna. La quale prima di manifestarsi n~lle sue forme tipich~, manifeste e localizzate, probabilmente ha colpito 10 una forma insidiosa, diffusa e latente le cellule cerebrali. D'oude quello squilibrio mentale, che per i lombrosiani della politica è stato scambiato in un eccesso di adulazione servile per genialità. (1) Delle manifestazioni pazzesche di Guglielmo 2° dacchè egli è imperatore ci siamo spesso intrattenuti e siamo oggi, che è venuta contro di lui l'ora del c~-ucifige, sincera mente orgogli osi di non avere avuto m~i per lui una sola parola di ammirazione. La Blague _mar!~ tanesca, la vanità di femminuccia volgare, la rrnnacc1a. perpetua di sterminio contro tutto ciò che sa di den:iocrazia e di socialismo - fortunatamente non seg111ta dai fatti e nemmeno dai tentativi,-il misticismo frlitesco, l'onniscienza ostentata, il culto per l'arte più grottesca, la protezione ai protagonisti della Tavola Rotonda dai quali era guidato ... ci avevano sempre destato nausea o pietà. Solo l'affetto che ha per la famiglia ci suggeri qualche sentimento di benevolenza. Ma quando questo Imperatol'e miserabilmente pazzo dette il saluto al fratello e ai soldati tedeschi , che partivano per la Cina per portarvi la civiltà (l?!) e li consigliò a ripetervi le gesta degli Unni, noi sent!mmo tutta l'indignazione cbs si deve provare da ognt galantuomo contro la barbarie, contro l'impudente scelleratezza. Lo seguiamo da alcuni anni nei suoi ripetuti tentativi di provocare una spaventevole guerra eurorea e l'avversione nostra per questo Imperatore sfuggito al manicomio si è centuplicata. L'ultimo atto compiutoJa famosa intervista col collaboratore del Daily Teleg1 aph ha segnato il colmo dell'infamia sua, della sua petulante leggerezza. Egli sperò suscitare malumori tra la Francia e la Russia, rompere l'entente tra la repubblica francese e l'Inghilterra e raggiunse, fortunatamente, lo scopo opposto, L'aspetto politico della sporca àelazione del!' Imperiale Tartarin, sia dal lato della politica interna, siada quello della politica internazionale è stato ampiamente lumeggiato dalla diEicussione avvenuta nel Reichstag germanico; n1a c'è un lato morale, che ci piace di esprimere colle parole di uno scrittore italiano temperato per quanto colto e che conosce a fondo l' ambiente tedesco. Andrea Cantalupi, lo scrittore in discorso, dice nel monarchico Mattino di Scarfoglio, dopo avere esposto i lati politici dell'avvenimento: < Ci sono anche i lati morali. Ha essa rivelato, la e pubblicazione del Daily Telegraph , un momento « simpatico nella vita internazionale dell'Impero? Cer- " tamente no. I tedeschi, idealisti impenitenti , non « possono ammettere come cosa bella che un giorno il e loro Sovrano incoraggi col telegramma a Kruger le e resistenze del Transwaal all'Inghilterra, e il giorno « dopo elabori per suggerirlo a lord Roberts, un piano « di guerra contro i transvaaliani; i tedeschi non pose sono ammettere come cosa grande che la Germania (1) Mt!ntre correggiamo le bozze di stampa leggiamo in un giornale francese - e perciò sospetto - che si abbiano seri timori di pazzia in Guglielmo l. 0 « abbia respiuto il piano della Francia e della Russia « contro il Regno Unito , non per simpatia verso di e questo, ma perchè non le veniva assicurato il chiesto e sufficiente compenso; i tedeschi non possono ammetc tere come co3a degna che questo compenso la Ger- « mania abbia veduto nella garenzia, anche da parte « della Francia, del suo possesso del!' Alsazia Lorenl-1.j e i tedeschi non possono ammettere come cosa eneo- « miabile cbe la storia di questo contratto fallito venga e rievocata per farsene un merito verso l'Inghilterra ». e Nou si tratta di Realpolitik; si tratta di malriuc sciti scambi da markthalle. TentRrli e poi crearsene e un merito! Proclamare, sotto forma di rivelazione, e al Rogno Unito: io non mi sono prestato, nel 1900, e ad assalirvi alle spalle semplicemente perchè coloro e coi quali avrei dovnto assalirvi non volevano sborc sa.reni i trE:1ntadanari che io avevo domandat0 per « aiutarli ! Saper a memoria tanti versetti della Bibc bia; invocare ad ogni quarto d'ora Dio onn~potente, « appartenere al paese dove Kant fondò ogni morale « s11ll'imperativo categorico del dovere e _al p_opolo.c~t e F;cbte vaticinò gli splendidi poi r,agg1unti ~estrn_1; e far tremare periodica.mento l'Europa con la mmaccia « di una preparazione milit_are for1!1idabi~e e ~o~ met « tersi così bonariamente rn mamcbe di camicia da- < vanti a un giornalista di Londra, vantarsi di a~cuui « momenti deplorevoli di debolezza , e con la mco- « scienza propria di tutti gl'impulsivi, anche se co7o- « nati , farsene un merito per guadagnare un sornso e d'oltre Manica l ,. e No questa non è la politica e, nella politica non « è , non può essere la morale del popolo tedesco. e Queste non sono nè anche sempr~ , per _fort~n8: del " mondo, la politica e la morale dei piccoli, dei disar- « mati dei deboli che molte volte llanno dato alla ' ' h' « storia beu altri esempi. Queste sono macc 1e pas_- c seggere in un cielo luminoso, e col~i eh~ ~n uno dei e tanti momenti di assenza del proprio spinto ha ere- « duto di fotografarle come poco meno che attesta~i e di gloria ha senza dubbio, tradito 11n'altra volta 11 ' I • l « pensiero e il sentimento del propno popo o ». Ecco perchè l'atto di Guglielmo 2° nt31la stampa mondiale non ha potuto trovare difesa nemmeno nella stampa austriaca, che in questo. moment~ dovrebbe essergli più devota; ecco , perche nel Rezchstag. non c'è stato un solo svergognato, cbe abbia o::iato d1fen · derlo ; ecco, perchè lo stesso O~ucell_iere Bulo_w parlò non in difesa del suo padrone unpenale, ma m nome degli interessi supremi della Germania ..... Egli, l'~mperatore , è sceso tanto in b~sso che, un grande_ g10rnale si è astenuto dal pubblicare un altra sua mtervista perchè ne ha sentito pietà e non ha volut? aggravare la sua situazione e quella della Germ~ma ! . Siamo partiti da un confronto eh~ s?a.tunsce dai fatti tra Repubblica e Impero; e la grnstiz1a del confronto tutto a vantaggio della prima ~a trovato la sua piena approvazione nel Reichstag: I vi ?J.~serm~nn, che prese primo la parola, da buon 1mperud1sta, vivamente deplorò l'intervista _imperiale. so~ratutto p~rchè somministrava un' arma a1 repubbhcam contro 1 Impero. E i deputati - conserva.tori , progressisti, radicali nazionalisti ..... - applaudirono. s\ dice che da quest'ultimo episodio un b~ne verrà: l'Imperatore verrà messo sotto tutela, sar~ ridotto all_a condizione di porc en graisse e v_errà rnangura~o. il vero regime parlamentare con relati va responsabilità ministeri ale. Dubitiamo forte che ciò avvenga , -i-,erchè ci pare inverosimile che il più ciarliero dei Sovra.ni , che si crede investito del potere dalla Divina provvidenza si lasci mettere la museruola. Un Re, nn Imperatore non rinunzia alle proprie pr~roga ~ive_se no~ vi ~ costretto dalla forza o dalla mmacma d1 una rivoluzione. Ma se ciò avvenisse non sarebbe questa la condanna
566 RI::VItS•T A POPOLARE ~ . - delle istituzioni monarchiche? Non sarebbe una spesa di lusso spropositata quella della Germania che spanderebbe almeno cinquanta milioni all'anno per godersi come capo dello Stato un degenerato, cui si è dovuta applicare la camicia di forza? Di fronte a questo benefizio assai problematico, c'è un pericolo grave molto più probabile. Un giornalista sensazionale, monarchico reazionario, ha osservato che la Francia ride dei fiaschi diplomatici della Germania, che si seguono e si rassomigliano e soggiu uge che i Tedeschi sono irritatissimi e si sentono umiliati; vistisi impotenti sul terreno della diplomazia essi vorrebbero prendersi la rivincita su quello delle anni. Chi sa? Forse il giornalista, che scrive da Berlino, ha ragione. E non è l' Imperatore che ha detto nella intervista famigerata che egli solo vuole la pace e rhe i suoi sudditi vogliono la guerra? Forse questa è la sola verità. parziale che egli abbia detta. Comunque, questo pauroso stato di a11imo dei Tedeschi non sarebbe che il prodotto delle istituzioni monarchiche. • Il trionfo del Trusts. -Nel precedente stelloncino viene rilevato in questo stesso numero tutto ciò che di buono può presentare l'elezione presidenziale americana in contrasto coll'ereditismo imperiale monarchico; ma noi abbiamo il dovere di rilevare i lati brutti della lotta elettorale per la Presidenza della repubblica americana in sè stessa. Se mai fosse stato necessario un fatto di più a dimo• strare come il partito repubblicano ed il governo repubblicano degli Stati Uniti sieno, malgrado i reboanti discorsi del Roosevelt legati mani e piedi ai Trnsts, lo intervento del Rockfeller in favore di Taft ha co:-npiuto questa opera. Nel fervore della lotta, i grandi magnati dei Trusts si tenevano quatti, quatti pensando e sperando che i loro affari sarebbero stati fatti dal partito repubblicano senza il bisogno ch'essi scuoprissero il loro gioco. Difatti sarebbe stato molto comodo , per lorQ, che il nuovo eletto avesse l' aria di essere sincero nella sua lotta antitrustista quanto ne av_eva l'aria il Roosevelt; ma la campagna serrata éd ostrnata del Bryan , e le rivelazioni brutali dello Hearst, alle quali , sia pur controvoglia, il Roosevelt dovette assentire, avevano scosso un po' la posizione sicura dello sfiatato campione dei repubblicani, ed allora i Trust, buttata via la maschera , sono corsi alla riscossa. Rockfeller dichiarò che il candidato repubblicano è il migliore dei candidati ; Rockfeller parlò per tutti i magnati della finanza americana ; ebbe la approvazione dei Morgan, dei Gould, dei Vanderbil t, degli Schwab, degli Harriman , degli Astor, di tutti insomma i miliardari che acciuffata per i capelli la repubblica degli Stati Uniti la prostituiscono alle loro voglie. Rockfeller ha parlato per tutti, magnificato Taft, e Taft è stato eletto. Se la sconfitta del Bryan non avesse nessun altro significato, è chiara la rivelazione e i Trust hanno essi , e non Roosevelt e il suo gabinetto, governato l' America, e che essi e non Taft ed il gabinetto che egli si sceglierà continueranno a governare l'America. Ma la sconfitta del Bryan porta altresi con se, come conseguenza logica, il falliwento del partito democratico e perciò la completa assenza di controllo su la amministrazione del partito repubblicano. Ormai i Trusts possono tranquillamente badare ai loro affari. Per dar della polvere negli occhi ai gonzi di tanto in tanto q 11alche trusts sarà. condannato alla multa di qualche milione di dollari , che non pagherà , come lo Standard oil C.y non ha pagato la multa di 125 milioni alla quale fu condannata per abusivo ed ilJegale eserc1z10 delle sue facoltà. Nelle elezioni passa te una qrnnde parte delle spese fu sostenuta dai Trusts; in gueste elezioni i Trusts sono scesi in campo apertamente dando denaro e procacciando voti, dichiarando che biso.o-na, per il bene del paese , votare per Taft. Natural~ente una nuova opposizione si forma, quella del partito socialista : ma non è ancora abbast~nza forte. Gompers, il famoso presidente della Federazione operaia è stato trascinato nella caduta da Bryao. Indipendenza degli elettori socialisti del vot0 dei _quali, contrario a Taft, egli si dichiarava e rit~neva sicuro ? No: semplicemente debolezza: i loro voti non bastano a spostare la situazione ; non dimeno è probabile che sieno essi che raccolgano l'eredità del partito democratico e se non alle prossime elezioni, a quelle successi v~ si avranno molte probabilità di riuscita per i 1 candidato socialista. E' vero che allora , avverrebbe qualche cosa di veramente serio agli Sta~i U~iti, v~sto che i Trusts non sono disposti a lasc1ars1 togliere dalle mani il governo repubblica~o che ~ -. m~lg~·a.do e a dispetto delle commoventi d1chiaraz1oni d1 d1smteresse e di lealtà - intieramante a loro soggetto. + La politica estera Inglese. - Nel. ba~c~e~to d'insediamento del Lord Mayor di Londra 1_1 ;11rn1s.,ro Asquith ha pronunziato un discorso ~otevol!s~1mo per il tono che lo ha caratterizzato. Il pnmo mrn1stro Ino-lese ha dichiarato che le nubi che ora offuscano il ~ielo politico Europeo saranno presto ~iradate, ~he l_a situazione è delicata ma che rn tutti è unanime 11 proposito ed il desiderio di uscirne s~nza _las~iars~ trasportare a risultati gravi. Questo è 11desid~r10 di tutti meno che dell'Austria la quale dopo essersi ~ene prepa.rata ad ogni eventualità s'è pr~sa l~ ~osma e l'Erzegovina lasciando che gli al trì ch1acch!er11;1t0a_n~o quan_to può loro far piacere. Ed in propo~1to il. m1mstro Asq uith ha parlato. Sennonchè a chi studia. co!1 P.ttenzione il discorso si rivela subito un passaggio 11 quale, malgrado l'ottimismo, potrebb~ anche rappresentare 1rna velata, minaccia. A proposito della recente annessione e della dic~iarazione d'indipendenza della Bulgaria egli ha detto: e Relativamente ~Ila q~est~one della Bulgaria e della Bosnia ed Erzegovma,. l ~tt_itudine del governo inglese è sempre sta~~ ch1anss1ma. L'Incrhilterra si basa sull'accordo stabilito fra le potenz; nella conferenza del 1878. Essa afferma che i trattati internazionali non possono esser 1:11odifi~atdi a uno dei firmatari senza il consenso degli altn e ta! principio deve essere applicato anche al trattato d1 Berlino. Le modificazioni apportate a questo trattato debbono, per esser valide, essere accettate dalle altre potenze compresa la Turchia ~. . Questo potrebbe anche implicare il fallimento della proposta conferenza se l'Austria si ostina a volere cbe della annessione nella conferenza stessa non se ne discuta; ma se ne prenda soltanto atto. Asquith ha anche fatto sentire che egli non è sicuro che la pace nel mondo non sia turbata ; e per ogni eventualità, egli ha dichiarato : è bene che la superiorità navale dell' Inghilterra rimanga immutata ed indiscussa. I! ministro Inglese è stato misurato e circospetto; alcum dicono ottimista; lo è difatti per quelli che non ne conoscono il temperamento. L'ottimismo nello Asquith è questione di carattere non di ragionameuto, e, dato il carattere di lui, il discorso non rivela affatto che la situazione in Europa sia scevra di pericoli e forse immediati. Nondimeno è bene sperare di no; ma, meglio ancora è di tenersi parati agli_:eventi. L'amicizia nuova del!' Inghilterra e della Russia che ha giovato grandemente alla Francia in questi ultimi giorni a proposito dell'incidente di Casablanca fl delle assurde pretese tedesche, è una dimostrazione lampante che l' Inghilterra pur tendendo alla pace e volendolo si prepara alla guerra. La politica estera dell'Inghilterra si rivela dunque tutta sotto una luce sola : non provocare; ma neppur tollerare provocazioni, serbare fede piena alle amicizie , ma intanto provvedere ad essere
.. RIVISTA POPOLARE 567 contro tutti il più forte; saggia ed intelligente politica, che i nostri ministri degli esteri farebbero bene a meditare , ed anche ad adottare . tanto quanto lo per~ettono le forze del nostro e:3erc1to e della nostra ma:-rna. NOl Il problema balcanico 1. Nel momento in cui il problema balcanico è entrato nella sua fase più acuta e più pericolosa per la pace europea in una modesta citt~ _d~lle Puo!ie e da un coraogiosissimo editore si è 1mz1ata la pubblicazione di O una 73iblioteca italiana di politica estera con un o-rossissimo volume dell'Amadori o z· Virgili consacrato alla Questione rurneliota e la po itica italiana (1). In questo primo volume son~ esposti tutti i <lati del problema; nel secondo sara esposta la politica orientale delle grandi potenze e con particolarità quella orientale dell' Italia. . . . L' Amadori-Virgili , che colle sue notizie arn va sino alla fine del 1907, si è affrettato a pubblicare questo primo volume per la continua mobilità dell' oggetto del suo studio. La mobilità è tanta, che certamente correggendo le bozze di stampa del se-: condo volume, gli avvenimenti che si sono svolti accanto al campo della Rumelia, nella Bosnia Erzegovina e nella Bulgaria, e cne dovrebbero far parte della politica delle grandi potenze, sono stati cosi fulminei e cosi imprevisti, che lo costringeranno a modificare e mutare qualche sua previsione ·e qualche suo apprezzamento. Non si creda, però, che _la mobilita stessa dell'oggetto renda inutile lo studio dell' Amadori-Virgili. Tutt' altro. . La documentazione è tale, che da un lato spiega l'azione delle potenze, e sopratutto della Bulgaria; dall'altro, ritenendo definitiva la soluzione della parte del problema , che si riferisce alla Bosnia, all'Erzegovina e alla Bulgaria, con o senza la Conferenza, proposta, temuta o avversata, dalle potenze, rimarrebbe insoluto quello della Rurnelia - sotto la quale denominazione l'autore comprende la Macedonia, la Vecchia Serbia, l' Epiro e l' Alb.rnia - sul quale l' Amadori Virgili ci fornisce preziosi e copiosi elementi , per dimostrarne la grande complessità, la enorme difficoltà, la quasi impossibilità di scioglierlo inspirandosi a giustizia e sperando di assicurare pace e tranquillità alla regione in discorso. Questa regione non è tanto vasta, nè tanta popolata - si e no sorpassa la popolazione della Svizzera - da potere spiegare le preoccupazioni del1' Europa e le ambizioni degli Stati limitrofi per appropriarsela o esercitarvi una indisputata egemonia; ma la incertezza del suo assetto politico, religioso e sociale è sufficiente per provare che quando un'aggruppamento di abitanti non è assurto a Stato autonomo , a nazione indipendente esso è causa permanente di perturbamento politico, è pericolo grave di guerre, le cui conseguenze superano enormemente, spaventevolmente, la importanza della causa, che potrebbe generarle. ♦ Non è facile riassumere un volume di oltre mille (1) Bitonto. Premiata Casa Ed. N. Garofalo, 1908. Un voi. in quarto di 1005 pagine oltre 5 cartogrammi fuori testo. L. 15,00. pagine, nè di seguire fedelmente il pensiero del1' Autore; bene ha fatto, quindi l' Editc1re ad aggiunoervi una breve esposizione in francese delle tesi ~viluppate in esso dall' Amadori. Tale esposizione, allargandola in qualche punto, riproduciamo i!ltegral mente , risèrbandoci a dare dopo i dettagli, che dimostrano la enorme comple~sit~ d~l pr~blema rumelioto, a _co~11me_nta!ele asp1raz1001 dell autore dal punto d1 v!sta 1,ta:lrnno, che lasciano intravvedere quello che c1 dara 1l secondo volume - se pur verrà; e noi ci auguriamo, che venga - sulla politica orientale dell'Italia. . « Nella Rumelia, dice l' exposé des theses, non s1 riscnntrano in forma perfetta tutti gli elementi di una nazionalità. Non vi sono al tre vere nazionalità, che l'ellenismo e l'islamismo; e ciò per molte determinanti storiche e sociali ». I singoli elèmenti, che contribuiscono, tutti o in parte - la razza, la linoua, la religione , la contiguità geografica , la sto~ia la tradizione, la costituzione politica ecc.- nella l{umelia sono dissociati e in contraddizione manifesta. Cosi act esempio i Pornacki costituiscono una numerosa tribù di greci islamizzati; nell' Epiro i Kutzowalacchi sono greci di razza e di ~entiment~ e parlano albanese; vicino ad Elascona 1 V~llahad~ sono turchi, che parlano greco; altrove abitano 1 Vlahovci, valc1cchi slavizzati; villaggi interi parlano due lino·ue il o-reco e lo slavo. In quanto alla reo , o 1· . ligione, ad esempio, gli Albanesi sono catto 1c1, ortodossi e musulrnani ; i patriarchisti sono etnoorafìcamente Serbi, Kutzovalacchi, Greci; i Bulg~ri ~ono esarchisti, della Chiesa Bulgara unita, cat~olici e anche protestanti. Per la geografia si osservi che le denominazioni Macedonia, Albania non hanno per sè stesse alcun valore , non cor:ispond~ndo a nessuna precisa significazione. In fatti esse nspondono a cose diverse, se si considerano o dal punto di vista etnoorafico-storico o da quello geografico o eia quello O politico-amministrativo turco. ~d. i confini mutano tra di esse: non solo, ma le lrnntazioni stesse oeoorafiche storiche, ed etnografiche h o ' sono oggetto delle più varie discussioni (pag. 24-27). In tanto aggrovigliamento non era possibile, che soro-esse il sentimento nazionale, ch'è la vern base o delle nazionalità, secondo Renan. I due aggruppamenti, che più viva hanno l'impronta nazionale, il musulmano e l'ellenico hanno come fulcro l'uno la fede relioiosa e l'altro la cultura e la storia; ma non riuscir~:io a fondere e ad assimilare tutti gli altri per la stessa lotta , cui furono costretti tra loro e per la mancanza di contiguità geografica. Di fronte alle due nazionalità vere, la musulmana e l'ellenica, si trovano i gruppi amorfi, a nazionali. Lo Slavo è un gruppo caratterizzato sopratutto dal suo carattere negativo: è un gruppo che non ha altro di comune che il sentimento antiellenico ed antimusulmano. Il gruppo albanese, etnicamente omogeneo, è paralizzato dai suoi contrasti religiosi, specialmente dall'antago~isnw_ tr~ l'Islam e il cristianesimo; ha di comune 11 desiderio fermo di conservare i propri privilegi _nel regime ottomano ed. il senso opportunistico , che lo guida in tutto. « Vi sono infine, gli amorfi, gl'indecisi, gli ~ndrogini della politica, che vivono in ogni villagg10 e che col loro numero rendono pesante ed isolato qualsiasi movimento politico, fino a che non ha potuto
568 suggestionarli, e farli entrare nella sfera della propria azione un altro gruppo». In questo ambiente e in queste condizioni hanno potuto sviiupparsi le propagande de~li_ Stati B~lcanici limitrofi, che hanno saputo serv1rs1 della situa• zione indioena etnica e sociale. Non c' è una nazionalità; ~1a ci sono i partiti: il rumeno, il serbo, il greco , il bulgaro ecc. Su questi partiti hanno influito ed influiscono gli Stati vicini per mezzo delle propagande artificiali, che si sono svolte nella forma scolastica e religiosa e in una forma violenta d'importazione esteriore. L'importazione più violenta e più attiva è stata quella della Bulgaria; la quale ha provocato, come legittima difesa, la controazione analoga dell' ellenismo e del serbismo. L' artificiosità politica della propaaanda ritrova la sua più grande espressione nella propaganda rumena, che non riusci, però, a staccare i Kutzovalacchi dall'ellenismo. Esaminando imparzialmente le statistiche turche, greche, bulgare, serbe e rumene si a_cq~ist~ la co~ - vinzione che in quanto a numero 1 Greci sono 1□ maggioranza tra i cristiani della Rumelia e nell'Epiro,-che non è un paese albanese,-nei Vilayets di Salonicco e di Monastir ( eccettuati i villaggi settentrionali). I Serbi prevalgono tra i cristiani nel Vilayet di Kossovo ; mentre i Bulgari prevalgono nella parte orientale di Kossovo e nei paesi settentrionali della Macedonia ( 1). I partigiani del rumanisn:o (che. non si d~ve confondere coi Kutzovalacch1) sono 1n numero rnsignificante, malgrado il denaro speso e l'appoggio dell'Austria, che trova in essi, coli' aiuto di Buka rest, un elemento fedele alla sua politica. Intanto i Musulmani sono in numero elevatissimo; egli Albanesi prevalgono da Vallona verso il Nord, in tutto il Vilayet di Scutari e in una parte dei Vilayet di Kossovo e di Monastir. Socialmente, nelle scuole, nelle attivita intellettuali, religiose ed economiche l' ellenismo prevale tra i Cristiani. Politicamente il Musulmano ha delle preferenze per l'ellenismo; l'Albanese tosco è amico. degli Epiroti greci; e i Serbi si avvicinano ai Greci per difendersi dalle violenze e dalle pretenzioni bulgare. , Tutte le attuali lotte rumeliote trovano la loro eccitazione violenta nella situazione sociale ed economica tradizionale in mezzo alle diverse razze, che hanno subito una specie di divisione del lavoro sociale; e nella cattiva amministrazione ottomana. I partiti politici sono delle soprastrutture più o meno artificiali di questa situazione sociale; migliorare questa situazione e l'amministrazione significa pacificare l'ambiente; e ciò senza ricorrere all'autonomia politica e militare locale, domandata dalla sola Bulgaria, per annettersi nel!' avvenire tutta la Macedonia. L' Amadori Virgili, quindi, giudicava buono il programma di Murszteg, che mirava al miglioramento della situazione sociale, escludendo espressamen te le autonomie inutili e pericolose. Le riforme avrebbero potuto dare alla nazionalità ed ai pqrtiti della Rumelia una coscienza civile. Il riformismo (1) Le recentissime elezioni nella Macedonia e nel Vilayet di Adrianopoli hanno d1ato, contro le affermazioni del?' Ama• dori, una sensibile maggioranza ai Bulgari, benchè combattuti dai Turchi. POPOLrA RE "' rumelioto non avrebbe cancellato le tendenze dei cristiani verso gli Stati vicini; ma avrebbe eliminato l'urgenza, la violenza sanguinosa e la confusione attuale. Il costituzionalismo ottomano avrebbe la medesima funzione. • L' Amadori Virgili si rntrattiene :1 lungo sulla politica orientale dei. diversi Stati B~~canici; studiandone gli elementi nella l~r? P?htlca generale internazionale e nella loro politica rnterna. Questa politica in generale si riassume nella spinta reciproca del fatto altrui e del timore del fatto a~trui_. Le finalid bulgare sono per una Bulgana nnnovellante la tradizione di S. Stefano attraverso ali' Autonomia Unitaria Macedonica: solo mezzo per assorbire paesi non _bulgari, _che e. ri~~cito alL~ formazione e alla funz10ne dei Comitadus bulgan. La ingarbugliata situazione in_terna ?ella Bulgaria spinse i suoi di versi partiti ad intensificare, come d1versivo, l'azione politica al di fuori. . La Rumenia, alle dipendenze di Vienna e d1 Berlino, rappresenta nei Balkani una politica sub1ola , accorta e tenace. Per la sua dipendenza da Vienna e da Berlino della politica di Bukarest si deve considerare come un grave errore il rumenofilismo sentimentale italiano. La politica del piccolo Montenegro è la più chiara e la più direttamente continuata; conta sull'amicizia della Russia, dell'Inghilterra e dell'Italia e mira all'incremento del gruppo etnico serbo. In ciò concorda pienamente coli' az_ioue della Serbia~ che si e spiegata in senso naz10nale staccandosi dall' Austria e stringendosi alla Russia. Lo scopo comune l'avvicina al Montenegro; ma gl' interessi e i sospetti dinastici creano ed alimentano diffidenze e debolezze, perchè a Cettigne si sospetta che i Karageorgewitch vogliano riunire Serbia e Montenegro scacciandone i discendenti del principe Nicola. Il neo-serbismo è considerato come la forza, che potrà polarizzare verso Bolgrado tutte le forze jugo-slave della Bosnia, del sangiaccate di Novi-Bazar e di Kossovo. • La posizione nei Balcani <lell' ellenismo non e data solamente dallo Stato greco, ma piuttosfo dalla nazionalità ellenica diffusa in tutto l'Oriente e unita attraverso il legame religioso del Patriarcato ecumenico. Lo Stato di A.tene e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli sono le due forze che collaborano per la resistenza di fronte gli avversari e per la futura grandezza dell'Ellenismo. « Serbia e Grecia , dice l' Amadori Virgili , non domandano nel presente niente altro che lo Statu quo, per evitare le violenze bulgare ; ma esse affermano i loro diritti nazionali e domandano per lo avvenire non una autonomia unitaria alla maniera bulgara,' m,\ la divisione de!la ~u 1 melia in. zone di influenze tra le diverse naz10nal1ta che v1 hanno diritto ». « Quale l'interesse dell'Italia? Quello di favorire il neo-serbismo al nord dei Balcani occidentali ; e l'Ellenismo al sud, eliminando un rumenofilismo, che serve aali interessi esclusivi dell'Austria; e eliminando in b mezzo agli Iralian_i la credenza e la fiducia in una forte unità naz10nale albanese, che non esiste e che ci ta distaccare dagli Stati Balcanici già formati e organizzati e per questa rngione
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