Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 19 - 15 ottobre 1908

R I VI S T A P O P O LA R E 525 ranze o illusioni destate da suggestione o da immorali sollecitazioni. Il momenlo psicologico per agire seriamente a formare nei candidati all' emigrazione una decisione cosciente é anteriore al distacco dalla famiglia, dal paese, alla _via ~ru~is. tr~ l',u.no e l'altro uf'.licio l?er i passaporti ed i biglietti d imbarco, anteriore dico alla determinazione di partire. Le notizie· ed informazioni dovrebbero continuamente propagarsi in tutti i Comuni che danno maggior contributo all' emigrazione da Uffici stabili, che potrebbero formare oggetto di cariche pubbliche gratui_te~ da affid_ar~iai più _cospic:1i•e coml?et~nti cittad1m, sorveghat1 e duetti dagli Ispettori viaggianti, già istituiti (ma ~n n~~ero assa_i li~i~ato) ~ qµali dovrebbero essere i veri 1nterpetn dei b1sogm degli emigrati e protettori degli e~i~ranti. Da tale ufficio con conferenze , con bollettini e sopratutto coi consigli caso per caso, dovrebbero farsi conoscere periodicamente le condizioni ordinarie e straordina rie dei diversi paesi d'immigrazione, i salari le condizioni di lavoro, il costo dei mezzi di sussistenza, le condizioni igieniche, le disposizioni di tutela dei vari Stati. D'altro canto, poiché gl' interessi degli Stati di immigrazione e di quelli d'emigrazione s'incontrano occorre l'azione del governo per ottenere nel Brasile ed in altri Stati garenL,ie sul trattamento dei nostri connazionali, per rendere sempre più rapidi i mezzi di trasporto e di collocamento , per fare che l'emigrazione vada trasformandosi sempre più in temporanea e spandano più celeremente serie cognizioni intorno ai mercati di lavoro transoceanici , come avviene attualmente nell' Italia settentrionale per i paesi d' immigrazione europei. Tutto ciò al fine non d'impedire l' emigrazione, che, lo abbiamo premesso, è fenomeno naturale, e non si può, ne si deve ostacolare in modo qualsiasi anzi, ripetiamolo, il rimpatrio, agendo da ostacolo è perciò stesso più nocivo; ma di dirigerla in tutte le vie e regolarla in modo che questa gran parte della nostra forza, della nostra vita nazionale, non s' infranga fra gli strettoi della imprevidenza. Almeno questo è nostro dovere sino a quando, risoluti i problemi economici che sono causa dell'emigrazione, non riusciremo a conservarci ed utilizzare tanta energia umana, che si spande pel mondo. GUGLIELMO CRESCIMANNÒ VELARDITA Nota. A questo articolo del Velardita invocante provvedimenti in gran parte realizzati dall'insidia :o Commissariato per l'emigrazione facciamo seguire le notizie precise che ci fornisce il Commissariato da Gennaio a futto Agosto 1908, che servono a dimostrare meglio ciò che l' A. ha affermato. Nei primi otto mesi del 1908 dai porti italiani e dell 'Havre sono partii ti per paesi transoceanici 81,115 emigranti (di cul 5328 stranieri) così distinti per paesi di destinazione: 42,913,per Stati Uniti 31,076 pel gli Plata, 6,500 pel Brasile, 626 per altri paesi. Nei primi otto mesi del 1907 il numero degli emigranti transooeanici partiti dagli stessi porti era stato di 284,564 (di cui 16,171 stranieri) così distinti per paeii di destinazione: 237,977 per gli Stati Uniti, 37,716 pel Plata, 8,112 pel Brasile, 759 per altri paesi. L'emigrazione transoceanica è quindi diminuita nei prim I otto mesi del 1908 di 203,449 in confronto coi primi otto mesi del 1907. Invece nei primi otto mesi del 1908 il numero di emigranti transoceanici italiani sbarcati nei porti italian fu di 200,099 così divisi per paesi di provenienza : 154,298 dagli Stati Uniti, 35,926 dal Plata, 9,136 dal Brasile., 739 da altri paesi. Fra questi emigranti sono compresi 473 respinti subito dopo il loro arrivo od in seguito dagli Stati Uniti d'America in forza dellé leggi locali sulla i 11 migrazione e 526 1 considerati indigenti, percJlè rimpatriati dalle Autorità Consolari o dalle S1cietà di Patronato, con big!ietti a tariffa ridotta. Di questi indigenti ritornarono dagli Stati Uniti 2729 , dal Plata 106 I, dal Brasile 1425 e dal Centro America 46. Nei primi otto mesi del 1 ~07 il numero degli emigranti italiani sbarcati nei porti italiani e provenienti dalle Americhe era stato di 99,828 così divisi per paesi di provenienza : 49,853 dagli Stati Uniti, 34,704 dal Plata, • 14,481 dal Brasile, 790 da altri paesi. Nei primi otto mesi del 1908 si è avuto quindi in confronto coi primi otto mesi del 1907 un rilevante aumento nei ritorni dagli Stati Uni ti, La eccedenza dei ritorni dagli Stati Uniti fu di 104,445 e dal Plata di 1222; dal Brasile e da altri paesi d'America, invece:, si verificò una diminuzione di rimpatriati italiani, cioè di 5345 dal Brasile, e di 51 da altri paesi di America. Ladelinquenza collettiva in C labri Psicologia dell' ambiente E tocchiamo ancora una volta il tasto doloroso ... Non che ci sia nulla da aggiungere all' acuta e profonda disamina che di questo nostro terribile male ha fatto l'on. Napoleone Colajanni; il quale, correggendo infiniti errori, ha mostrato su quale detrito storico e in mezzo a quale ambiente oolitico sociale nacque e si sviluppò la ma 1a pianta; ma gli è che non mi sembra inopportuno ribadire il chiodo ora che in questa mia Calabria, come rivelano anche certe sintomatiche notizie di cronaca, il male accenna a rincrudire..... - Non io descriverò, ne' brevi termini di un articolo, la genesi e lo svolgimento storico di questa forma tipica di delinquenza che è la mafia; a me basta dire quel che essa è nel momento attuale in Calabria e particolarmente nei paesi di montagna, de' quali molti son segregati dal consorzio umano per mancanza di una strada; a me basta notare le grande influenza dell'ambiente sociale e del contagio psicologico sullo sviluppo della mala vita e mostrare quanta colpa abbia il governo il quale non sa o non vuole adottare i rimedì che potrebbero sradicare dalla nostra regione la vecchia cancrena della delinquenza organizzata. ♦ Già l'abbandono completo in cui son lasci3te queste nostre sventurate contrade dal governo centrale, la poca rettitudine de' regi funzionari, ha prodotto nell'animo di queste popol::!zioni la più grande sfiducia nella giustizia che non sa proteggere i deboli dalla prepotenza de' forti. Il Governo! lo Stato l la Legge! Dove son dessi ? Le nostre popolazioni vedono lo stato come un mostro lontano, misterioso e onnipotente, cui bisogna piegarsi per necessità come a una forza brutale; lo vedono. attraverso l'agente delle imposte e a tutti gli strumenti d'oppressione morale ed economica, sempre pronto per sorreggere i potenti, sempre tardo o assénte per aiutare e difendere gli umili. Ed è perciò naturale che tutti si debbano piegare, volenti e nolenti, a un altro potere più vicino, più esigente, più temibile; è logico che tutti i de-

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