524 RIVISTA POPOLARE stici e di pagare nuovi maestri. Ma i bilanci di molti comuni, barcollanti tra deficit più o meno grandi, non possono aggravarsi di nuove spese quindi non si bada a chi va o non va a scuola e la legge sull' istruzione obbligatoria finisce col fare ridere. Ammesso pure che il municipio voglia fare il sacri-. fìzio di qnalche migliaio di lire, chi sarà quel sindaco che imporrà ai padri di mandare i figli a scuola senza tirarsi addosso odii personali, che potrebbero dargli grattacapi? Vi sono nel!' Italia meridionale , specialmente neipaesi dell'interno, di coloro che hanno una grande avversione alla scuola e non intendono in nessnn modo mandarci i figli: su èostoro semplicemente i carabi nieri o multe gravose potrebbero ave~e efficacia. Non dico poi, che se Ai parlasse loro di scuola antirelig·iosa, nessuno manderebbe 1rn figlio a scuola : fortuna che sono pochi coloro che comprendono la parola laica. Da ciò può vedersi benessimo che i municipii sono nella impossibilità di fare osservare la legge sull'istrnzione obbligatoria. Intanto la Sicilia e la Calabria tengono il primato dell'analfabetismo fra le altre regioni d' Italia. L'Italie poi tiene il primato tra le altre nazioni. Eppure si fanno tanti cong:-essi, si chiacchiera tanto e non si giunge mai a qualche -cosa di concreto. Si dovrebbero fare più fatti e meno parole. G. RuNDO Rimpatri e partenze L'emigrazione è un fenomeno naturale e non può regolarsi per virtù di leggi e regolamenti. Ma fu avvertito giustamente da molti, specialmente da Augusto Bosco, che il diffondere negli emigranti una più chiara conoscenza. dei fatti e dei mercati di lavoro eviterebbe molta perdita di energia, dovuta all'ignoranza ed all'incoscienza dei singoli individui che compongono le correnti migratorie. Oggi un altro fenomeno, il rimpatrio, moltiplica l'importanza di questa verità. Il rimpatrio è indice dì errore di direzione il collocamento all'estero non si compie perchè l' emigrante ha sbagliato strada. Non è saturità di territori, chè per fortuna la terra non è ancoratutta occupata dagli uomini, nè ogni paese basta a sè stesso, ma è difficoltà di collocamento nei paesi verso cui si dirigono, spesso ciecamente gli emigranti. Le cifre elevatissime dell'emigrazione transoceanica dicon chiaro che le cause economiche determinanti non son venute meno, e la diminuzione d'emigrazione, tra il 1906 e il 1907 (dì cir ·a 30000 dalla sola Sicilia) può far supporre che causa dì scoraggiamento sia stato il rimpatrio; che, cioè, le cause determinanti l'emigrazione perdurino, ma il rimpatrio agisca in senso limitativo. Le statistiche segnalano una diminuzion; dell'e- • migrazione per l'Argentina maggiore che per gli Stati Uniti, mentre l'Argentina non è travagliata da aicuna crisi: le notizie di crisi negli Stati Uniti, l'ignoranza che fa dell'America un sol paese, ha ridotto il numero degli emigranti per l'Argentina. Ora la ìimitazione che non viene da cessazione o riduzione delle cause d'emigrazion(non può dirsi beneGca. D'altro canto mentre i rimpatri aumentano, le cifre dell'emigr..izione si mantengono elevatissime Verso gli Stati Uniti, non ostante tutto si dirige la più forte corrente emigratoria. Gli Stati Unitj del Nord specialmente, i cui mirabili progressi nella riccht:zza son tanto suggestivi, continuano ad essere per noi il principale centro d'attrazione e si parte continuamente, anche a costo di far fronteindietro appena giunti. E la madre patrfa attende che l'ammaestramento venga dalla prova! Infa tt1 solo nel primo semestre di quest'anno si è avuta una diminuzione delle partenze per gli Stati Uniti. La delusione dei poveri rimbalzati comincia ad ammaestrare e frenare gli altri; ma pochissimi si danno vera ragione delle difficoltà sopravvenute, i più restan sempre col piede alla staffa : basta una falsa eccitazione per spingerli sull'oceano. Intanto le cifre riportate dalla « Tribuna» (13 luglio) dicono che nel primo semestre 1908 mentre dagli St...ti Uniti è aumentata l'eccedenza dei ritorni, dal Plata, dal Brasile e di altri paesi d'America invece si verificò una diminuzione di rimpatri. Questi Stati, agricoli e di ancora scarsa popola· zione riescono quindi aà attirare nel loro territorio un maggior numero di immigranti; è a supporre non per migliore ! ratta mento ad essi fotto, ma per effetto delle difficoltà di collocamento negli Stati Uniti. Tutto ciò conferma che il collocamento dei nostri connazionali avviene tuttavia in modo incostante, spesso attraverso grandi difficoltà e disagi, appunto perchè gli emigranti non hanno, prima di partire, una vera meta suggerita da cognizioni dei paesi transoceanici; salvo lo scarso numero di quelli che emigrano per richiamo di parenti, di amici - prezioso frutto dello spirito di fratellanza - la gran massa è determinata tuttavia da suggestione o con• tagio psichico, provocati da esempi di gente arri.:- chita, da denaro arrivato in pae5e, da eccitamenti interessati, da notizie false o falsate. Di quanto danno siano 1.. 1uesti rimbalzi dell'emigrazione sarebbe fuor d'opera dimostrare: è troppo evidente. Si lamentave dc:11Bosco che in Argentina talora mancarono i mietitori e talora erano in numero soverchio, si lamentava dico, l'incostanza di questo mercato internazionale del lavoro, ma adesso diviene allarmante. L'emigrazione ed immigrazione n pide , ben regolate secondo il bisogno di braccia dei vari paesi temporanee, periodiche per il tempo e nella direzione della richiesta del lavoro sono il massimo beneficio che possa operarsi: il rimpatrio per insuccesso, per mancato collocamento è il disastro. Non solo i rimpatrianti non mandano o portano in patria alcun risparmio ( mentre il risparmio è stato il maggior beneGcio o meglio il maggiore dei pochi compensi dell'emigrazione: dei 400 milioni di risparmi in Italia nel 1907, • la Sicilia godeva 28 milioni) - ma rimettono le spese e-spesso quel che è più la salute per i disagi del viaggio e della ricerca affannosa di lavoro, oltre ai danni economici e morali delle famiglie e la diminuzione di mano d' opera nei paesi di emigrazione. Se le leggi d'assistenza degli emigranti in patria fossero state davvero efficaci, un tale fenomeno non potrebbe lamentarsi. E' sbagliato il momento psicologico per agire convenien1:em~nte sull'emigrante e nel di lui interesse. La legge e le società protettrici d' iniziativa privata sono riuscite a togliere molti inconvenienti nei porti d'imbarco, forniscono anche informazioni e notizie, ma quando già l' emigrante ha stabilito la sua direzione, che non muta neppure se le notizie sono scoraggianti, giacchè più valgono in lui spe• ..
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