Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 18 - 30 settembre 1908

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e S.cienze Sociali Hirettore: Prof. NAPOLEONECOLAJ.tNNI (Deputato al Par1amento).. Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Jt,a,Jia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero; anno lire 8; semestre lire 4,~0 Un nm;1ero separato Cent. 30 Amministrazione: C01·soVitto1·ioEmrmuele, n.0 115 - NAPOLI A11110 Xl V - Nnna. 18 A~BONAMENTO POSTALE Uoma, 80 Settembre 11)08 SOMMARIO: Hli avveulmentl e gli uomini: Noi: La crisi ddl' Avanti e della Ragione - l Congressi so - cialisti di Firenze e di Norimberga - La nostra rappresentanza all'estero - Le manovre tedesche in Alsazia - Questioni ardenti in Inghilterra - Il Congresso delle Trade's Uniona a Nottingham - Il Congresso Eucaristico a Lendra - I socialisti inglesi e la di fesa nazionale - Contro la malaria - La Rivista : Produzione ed esportazione di frumento (La situazione presente e i pericoli futuri) - Dott. N. Colajanni : Unità federale e autonomia separatista - C&mlllo Supino: D<'po il Congresso della Resistenza di Modena - Augusto Graziani: Dopo l'ottavo Congresso Nazionale delle Società dì Resistenza - France1co Clccottl: Dal Congresso di Modena a quello di Firenze - Lo Zotico: La maggioranza e lo sciopero - Sperimentalismo Sociale (Il ritorno alla terra in lnghilterra) - Francesco Fera : La lingua italiana in Egitto - ltl vista delle I ti viste : Della inotilità della riforma protestante (Mercure de France) - L'Armata della Saiute in Russia (Reviews oj Reviews) - La politica di economia al Giappone ( The Spectator) - Le vere cause della guerra Giapponese (Mac- Clure Maga,in) - Dopo i recenti insuccessi della municipalizzazione _,(Rassegna contemporanea - li nuovo •protezionismo austr~liano (Revue politique et parlementaire). Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine. Dirigere, fino a tutto ottobre, lettere e vaglia al Dott. Napoleone Colajanni, Castrogiovanni (Sicilia). GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI La crisi dell'Avanti e della Ragione.- L' organo centrale del partit0 socialista e quello neonato deJ partito repubblicano sono in crisi. Fra le due crisi e' è qnalche punto di contatto, perchè in fondo l'uno e l'altro soffrono di anemia. Dell'Avanti si è discusso a luogo nel Congresso di Firenze e noi non vogliamo occuparcene perché non ci sentiamo per motivi politici e personali di assumerne le difese; e non vogliamo per motivi di delicatezza, aggravare le critiche , eh; sono state fatte aspre dai compagni. Nulla ci rivelarono di nuovo queste critiche perchè le sue deficienze pecuniarie e tecniche erano notissime; ma fatte palesi, senza veli e senza reticenze, hanno fatto meglio risultaro il ciarlatanismo di éerte asserzioni ultra-guasco niche, direbbe la buonanima di Antonio Pellegrini. La Ragione, I' organo del partito repubblicllno, che non ha ancora un anno di vita , è in crisi perchè si è ritirato dal la sua Direzione Arcangelo Ghisleri ; e questi si è ritirato perchè ali 'accettazione della direzione aveva posta come condizione sine qua non la sottoscrizione e il versamento di L. 200,000; e sinora non ne furono versate che metà. D'onda il pericolo di morte non lontano; e Ghisleri non ha voluto farla da becchino Noi ci addoloriamo vivamente dello allontanamento del Direttore della Ragione , perchè da 30 anni giusti lo conosciamo e lo amiamo per ]a fermezza delle convinzioni politiche, per la conoscenza che egli ha degli uomini e delle tradizioni del partito repubblicano, per la larghissima cultura, per la grandè rettitudine, per la semplicità della vita; ma non sappiamo da~gli torto. Se il partito vien meno ai suoi impegni egli non può essere tenuto a sacrificarsi in una impresa, che avrà ritenuta inutile. D'onde per l'Avanti e per la Ragione la deficienza dei mezzi pecuniari , che li travaglia? Il fenomeno è se~plicissimo: il gran pubblico non compra i due giornali , uon solo perché non ne divide le idee politiche che sostengono , ma sopratutto.: perchè li trova tecnicamente deficienti : non trova 'in essi tutte le condizioni dei giornali moderni , la ricchezza e freschezza delle notizie telegrafiche e fonografiche, la trattazione competente delle quistioni speciali, i romanzi di grido in appendice, le varietà divertenti ecc. E per questo motivo molti socialisti e molti repubblicani comprano il giornale antisocialista e monarchico anzicchè quello del proprio partito. L' analfabetismo delle masse , tra le quali sono o meglio dovrebbero essere più numerosi i socialisti e i repubblicani fa il resto. Cosi si crea un circolo vizioso: il giornale del partito non può tecnicamente gareggiare coi giornali moderni perchè gli mancano i mezzi; e i mezzi gli mancano perchè il giornale è deficiente. Non ci sarebbe che un mezzo per romperlo : far sorgere sin dall' inizio un giornale tecnicamente perfetto e tale da potere gare~giare colla Tribuna , col Giornale d' Jtalia, col Secolo, col Corriere della Sera, colla Stampa , col Giornale di Sicilia , col Re,to del Carli1w ecc. Ma occorrerebbero all'uopo ben altro che le L. 70000 chieste dall',4vanti e le 100,000 che vuole versate il Ghisleri. Tali somme il giornale repubblicano e quello socialista le consumerebbero in un anno. Molti milioni non sono bastati a rendere attivi La Tribuna , e il Giornale d' Italia ; e la T1·ibuna per vivere bene è si dice, passata nelle mani della Banca Commerciale ..... dopo avere ingoiato i milioni di Maffeo Sciarra. Ma i milioni non si possono raccoglierà tra repubblicani e socialisti! SA questi, però, avessero un poco più di fede e di abnegazione potrebbero spendere un soldo al giorno e mantenere il giornale del loro partito : basterebbe un sigaro di meno o un decimo di litro di vino in meno al giorno per assicurare la vita dell'Avanti e della Ragione per quanto tecnicamente malfatti. In quanto alle notizie telegrafiche e telefoniche, se non sono in condizioni di comprare due giornali àd una volta, potranno leggerli in cento lt1oghi. I repubblicani e i socialisti dovrebbero pensare che gradatamente il loro giorn~le si trasformerà e risponderà alle esigenze moderne a misura che se ne coniolideranno le basi economiche. La maggior parte dei

478 RIVISTA POPOLARE giornali monarchici attivi - e non eJonomolti - che sono 0ggi tra i meglio fatti erano deficieotissimi al loro inizio. Ma i repubblicAni e i socialisti italiani sono dotati . di scarsissimo spirito di sacrifizio: questa la verità vera e non rassomigliano , che ben poco> ai socialisti tedeschi. che nella stampa hanno oramai uoa sorgente, che fliin enta co~iosarnente la cassa del partito Uu' ultima osservaiione. Iu Francia perchè ci fosse un giornale socialista. tecnicamente mediocre, La petite republique, esso dovette nascere e vivere come speculazione ..... cnpitalistica. Ciò che A. poco a poco ne trasformò l'indol<> R cnlht trnsformazione ~vvenne l'rn;;cita dal g;, ma le di J anrèH, di Ronanet ecc. prima ed indi aocbP ri1wlla del Gerault-Richard, ch'era p11re un socialista di ma.Ilica molto larga. Arnilcflre Cipriani fu brntalmente cacciato. Jaurès, Rousnet e altri veri socialisti, gli unificati, fondarono L' Ilumanitè; ma questa vivacchia come l'Avanti e come la Ragione; come vivacchierl'lbbero Il Gi01·nale d'Italia , La T1·ibiina senza i milioni di Sonnino di Bastop;i, per l'uno, di Maffeo Sciarra ed ora della Banca Commerciale, per l'altra ... I giornali monarchici, infine, possnno Rempre contare sui fondi seg'reti e sngli in1·erti del Congo ..... e di altre colonie industriali e comrnerciali. I giornali repnhblicani e soci::ilisti non devono , non possono e non vogliono c0nt.i1·e RU tali risorsf' ! Un'ultima osservazione. T~eonina Bissolati nello interesse del part.ito lia fotto il sacrificio di tornare alla Direzione dell'Ava11ti; non vorrà imitarlo ArcAng;elo Ghisleri restando alla direzio11e d<>lla Ragione? Ce lo auguriamo e lo auguriamo al partito rep11bblicano, + l Congressi socia'lsti di Firenze e di Norimberga. -Souo.stati molt.ì e molto intAressanti i congrPssi che si sono tenuti nel mese di settemhre; e di alcnni di essi si occupa hr~amf'nte Ja riviRta in q nAsto stesso numero. Oµ:gi i lE>ttori troveranno due articoli di due illustri economisti, il GrazianidPll'Università di Napoli ed il Snpino dell' Univrrsità di Pavia, sul Congresso della resistenza in Modena; di Francesco Ciccotti sul Congresso socialista di Firenze , ai quali, come sempre, lasciamo la più completa libertà di giudizio. Dei congressi scolastici, di quello internazionale sulla cooperazione rurale ci occuperemo nei numeri succPssi\'l. Noi, intanto, non possiaµio fare a meno di esprimere sinteticamente il nostro pensiero sui due Congressi più , recenti e che mRggiormente hanno rir.hiamata la pubblica attenzione : sul Congresso socialista di Firenze e ·sull'altro parimenti socialista di Norimberga. I socialisti italiani riuniti a Firenze banno consacrato la definitiYa sep~razio.no ufficiale del socialismo dal sindacalismo µiii o meno rivoluzionario ed attraverso alle rflciprorhe accuse hanno dato sepoltura all'integralismo !?egnando il trionfo del riformismo. A Firenze, i11t,anto, si ebbe un nmoristica inversione di ciò che si aveva avn to nel prPeeden te Congresso. Mentre ~irima trionfò il rifo1·mismo camuffato da integralis_mo a Firenze trionfò l'intngralismo camuf. fato. da rifornismo, al primo trionfo non seppe fare buon viso il 'l'urati ; al secondo si ribellò il Morgari. Noi non nascondiamo affatto le nostre simpatie antiche pel conten11to economico e pel metodo del riformismo; aggiungiamo che non esiteremmo a stare in tutto coi riformisti se q nesti rinunziassero teoricamente, come vi rinunziano quotidianamente coll'azione pratica, al prognimma masfimo, ebe s'impernia sul dogma della proprietà collettiva. Per noi questa sarebbe desiderabile; ma llOD osiamo affermare che sia posRibile e che verso di es.,a marci fatalmente l'umanità. Si poteva credere a questa tendenza molti anni orsono - e vi abbiamo creduto anche noi; - ma molti fatti e più esatti dati stati8tici contraddicono oggi. Dai riformisti ci separa inoltre il loro scetticismo politico, malamente maRcherato da qualche altra platonica affermazione repubblicana. In quanto allo scetticismo non possiamo che associarci in tutto e per tutto ali' apostrofe sdegnosa di Mon!ari contro il soverchio riso o sorriso di Turati e di Treves, t,roppo meschinamente giustificato dal primo. Noi stessi abbiamo ammirato dal l_atoest~- tico il !:!Orriso. che talora rasentn lo scherno, d1 Turati; ma moralmente e politicamente lo crediamo disastroso. La violenza delle discussioni e delle accuse tra i socialisti ha fatto molto piacere ai monarchici ed ai conservatori, che hanno proclamato prossima la fine del partito socialista italiano, che come Saturno mangia i suoi figli. Il paragone stantio non poteva mancare l Ma tra monarchici, pel metodo e pel contenuto, non sono state altrettanto violente le discussioni e le accuse reciprorhe? E, purtroppo, la monarchia in Italia non è ancora morta. Cosi non morrà, per quanto possibile i regressi parziali e temporanei, il partito socialista it,aliano, perchè rimane sempre viva la ·quistione sociale. Dai voti e dalle discussioni del Congresso rileviamo quei-ito curioso particolare. I più intransigenti si mo• strarono, come altre vol~e, quelli meridionali, che sono i più deboli e· i più scadenti come compagine. Chi non ricorda le centinaia e le migliaia di voti sui candidati socialisti nelle Puglie? In successive elezioni e dopo breve tempo, si ridussero a decine di unità a Bari. E' un socialismo cioematogrRfico ... I socialisti meridionali, capeggiati da 1rn uomo di alto valore intellettuale, il Sai vemi ni , si sono pure mostrati i più ardenti nel propugnarè la causa del suffragio universale; ed è proprio nel mezzogiorno che esso darebbe i più acerbi risultati. Del Congresso dei socialisti tedeschi in Norimberga ci occupii:imo soltanto per rilevare che in Germania come in Italia, c'è una q nistione tra Nord e Sud anche in seno del disciplinato partito socialista. C'è antagoniFlmo· compl~to, intrinto tra i socialisti meridionali d'Italia e quelli di Gormania. Tra noi, come abbiamo avvertito, i soeiAlisti del mezzogiorno sono i più intransigenti, i più rivolnzionari; in Germania, invece, i meridionali gnidati dal Von Vollmar, sono i più moderati e darebbero dei punti ai riformisti di Milano e di altre parti. Il socialismo tedesco. o meglio ]a sna direzione, secondo un giornalista italiano, il Cabasino Renda, corre un pericolo: quello di essere reso turbolento e semi anarchico dalla chiesta domanda delle donne socialiste di avE1redue .rappresentanti nella Direzione del partito, dopo che la legge fatta passare dal Bulow consente alle donne di far parte delle associazioni politiche. Da noi ne fanno parte da che ci sono associazioni e le donne talora nel partito sono state elemento di ordine : Argentina Altobelli è una convinta ed efficace riformista e fa parte della direzione del partito. Oh I la pretesa influenza del sesso e del fattore geografico !... Nel Congresso di Norimberga la pretesa dei socia1 isti meridionali, che si riserbano il diritto di votare i bilanci venne sconfitta; ma i socialisti meridionali per bocca di Seglitz dichiararono che avrebbero continuato lo stesso a vota.rii ... Oh I la pretesa disciplina tedesca, che deriva dalla razza!... + La nostra rappresentanza all' estero. - Ce ne siamo occ11pati diverse volte; ed ultimamente per lnmeggiare la condotta del Marchese Imperiali a Costantinopoli e del Cvosole generale italiano a New York. Lo s0andalo Sacco-Aliotti ci costringe a ritornare brevemente sull'argomento. Si sa in che cosa consista e si sa ché il Sacco dal ..

RIVISTA POPOLARE 479 Tribnnale di Parigi è stato condannato sia pel tentato ricatto, sia per l'aggressione contro l' Aliotti consigliere dell'ambasciata italiana presso la Repubblica francese. Non c'è da ridire sulla condanna del Sacco, che dall'insieme dei fatti e· delle discussioni apparisce poco simpatico; ma le coòsiderazìoni del Procuratore della Repubblica e le motivazioni della s~n-tenza mettono in pessima luce l'Aliotti. Le nne e le alt.re ribadiscono il severo giudizio dato dalla stampa italiana contro un diplomatico che fa da sensale e in cui si può sospettare anche un contrabbandiere. Non è davvero cosa umiliante per una nazione il sentire squalificati da un tribunale straniero i propri rappresentanti all'estero? Si dice che l' Aliotti tornerà in Italia e riprenderà posto tra i funzionari della Consulta; ma noi vorremmo sperare - e la speranza nostra è scarsissima - che egli , invece, fosse mandato a casa sua ad esercitare il mestiere di mediatore, che per lui forse riuscirà pecuniariamente più profic110e libererebbe l'Italia da un òiplomatico , che ha compromesso seriamente la dignità della sua rappresentanza, ♦ Le manovre tedesche In Alsazia. - Veramente il Kaiser non è stato fortunato. Scelta l'Alsazia ouale terreno di manovre, riuscendo cosi a fare alla Francia un dispetto che certamente non sarà dimenticato, ha trovato modo di provare eh' egli è tanto cattivo capitano quanto inabile pittore, stonato cantante , maldestro artefice, inesatto storico e sballato filosofo. Nessnno dei competenti nell'arte di massacrare il prossimo ha lodato l'imperatore per la sua condotta delle manovre. E' evidente che quel formidabile istrumento di distrnzione, che è l'esercito tedesco preciso come un orologio, esatto come un bilanciere, disciplinato come un formicaio è monco del cervello che lo renda atto a servire allo scopo per il qnale sembra organizato. L'imperatore ama la coreografia: s'egli non fosse I' imperatore di Germania , sarebbe certamente un magnifico organizatore di spettacoli teatrali; e alla coreografia ha sacrificato lo studio della verità, e tutto fa credere che alla coreografia egli sacrificherebbe in una vera guerra il suo esercito; la vittoria e il sno paese. Ciò è buono a sapersi, per quanto - sia disperso il malo augurio - potesse essere utile il ricordarlo. E queste manovre hanno anche dimostrato che non c'è niente di peggio del comando di un autocrate, chè tale, in queste manovre, si è rivelato il Kaiser. Egli ha ordinato, ha disposto e comandato, ed i competenti hanno conchiuso, che dopo due o tre battaglie ordinate, dispost~, comandate a quel modo l'esercito tedesco non esisterebbe più. L'imperatore non ha tenuto alcun conto delle nuove condizioni nelle quali sarebbe combattuta una guerra ai nostri giorni; sem, bra che la guerra Russo-Giapponese non gli abbia insegnato nulla. Memore della tattica di Moltke nel 1870 egli ha mandato le grandi masse della- sua cavalleria contro i reggimenti di fanteria disposti in quadrato; ha mandato enormi masse di fanteria, contro le batterie d'artiglieria ed ha assegnato la vittoria ai cavalieri, od ai fantoccini senza tener conto che cavalieri e fantocciui sarebbero stati distrutti prima di poter arrivare a contatto diretto con i nemici , se si fosse trattato di vera guerra. Le armi attuali , la rapidità del tiro , la polvere senza fumo, gli shrapnel , le granate sono oggi tanto differenti e su_periori da ciò che erano nel '70 che una ripetizione delle medesime situazioni è assoluta.mente impossibile. Ma il Kaiser guerriero ha voluto che le medesime situazioni, e la medesima finzione si ripe• tessero. C' è chi disse , e qualche giornale inglese lo ha anche stampato , che questo metodo di manovre è soltanto una finta per ingannare possibili nemici; ma chi si lascerebbe pigliare a. questa malizia cucita di filo troppo bianco ? Le grandi manovre non si fanno per far vedere agli altri come si è capaci di fare ma sibbene per studiare, vedere e provare quale sar~bbe il miglior modo di battere l'avver::iario su certi terreni e date certe condizioni. Le finte per ingannare gli altri si risolve:-ebbero in un inganno fatto alla propria educazione militare, e di ciò l'imperatore di Germania non può essere accusato. Egli parte da un concetto antiquato della guerra, cioè dalla possibilità dell' attacco ad arma bianca, o a breve distanza: ora questa possibilità è la eccezione nel nostro tempo, o è tutt'al più, come nella guerra Russo Giapponese, il corollario d'una azione precedente, e per giungere a questo corollario gli Enropei non sono da tanto; l' indifferenza dinanzi alla morte non è carattere dei popoli Ariani. Dì queste manovre, tanto strombazzate, che co~a dunque rimane? La conferma della incapacità dell' Imperatore ad es3ere un grande capitano; ed un dispettuccio alla Francia. Due cose mes~hine. + Questioni ardenti in Inghilterra. - Un rimprovero assai grave, e in fondo giusto, è mosso al governo liberale da ogni ordine e partito di cittadini in Inghilterra. Si dice: sono ormai più di due anni da che il governo liberale promise che darebbe, in qualche modo, un'assetto alla quistione dei disoccupati ed invece siamo ora al punto di prima. In verità la situazione è peggiorata; e la impotenza del governo dinanzi a questo doloroso e gigantesco problema è manifesta. Ed è forse un torto farne carico al governo; certamente fu, del governo liberale, errore gravissimo il promettere troppo leggermente che sarebbe stato risoluto un problema che è, da anni, il cancro roditore dell'Ingbilterra. La questione dei disoccupati è complessa eri. ha, in Inghilterra, un carattere tutto diverso da quello che assunse sul continente ed in America. La disoccupazione, in Inghiltfrra, consta di elementi molti disparati, ed è appunto questa varietà nei tipi che la compongono, che ne rende difficile l'estirpazione. C'è prima di t11tto il tramp. Corrisponde, soltanto in parte, al tl'imardeur francese, al vagabondo, classico, Italiano; con que.:ita differeuza che l'Italiano ed il Francese sono operai, hanno un mestiere e non lavorano perchè preferiscono la libartà e la miseria, l'avventura e la pena delle strade maestre. Il tramp è, invece, figlio della strada. Suo padre e sua madre, forse anche i nonni, furono tramps. ~, nato sul ciglio d'un fossato, sotto l'arco d'un ponte, accanto ad una siepe. Piccino ha viaggiato l'Ingilterra portato dietro le spalle della madre, in un sacco; grandicello ha rubacchiato quà e là, abbandonato solo in una grande città, o nell'aperta campagna; uomo ha vissuto di tutto fuori che di lavoro; non ha conosciuto nessuno dei comodi o dei beni della vita, neppure l'abitare due giorni nel medesimo luogo. Porta in se i germi della tubercolosi , ha sul volto le macchie dell'erpete, e spesso su la pelle le ulceri della sifilide. La miserabile vita lo ha indebolito, i geilitori gli hanno lasciato una eredità di clorosi cosi che egli è assolutamente inadatto al lavoro; lo volesse anche non può lavorare; gliene manca la forza fisica, e forse la sua non volontà di lavorare non è che il resultato della sua stessa debolezza muscolare. E i t1-amps sono qualche ,centinaio di migliaia. Il rimedio? .J ohn Burns, il ministro del lavoro, e ora del commercio dichiarò che ce n'è uno solo: fare fra loro una selezione, i bambini ed i più giovani mandarli in qualche colonia, dopo aver loro accordato per un periodo di tempo un regime fortificante, e lasciare che la morte liberi il paese del rimanente. Ma questo rimedio per la spesa che comporta, per la difficoltà della scelta, per le recriminazioni che solleva è parso inattuabile. Si é dunque rimasti al punto di prìma. I tramps ci_'.sono,.e poichè qu~st'anno la raccolt&.del luppolo, che otrre per un certo tempo lavoro a parecchie diecina. di migliaia di loro,

480 RIVISTA POPOLARE è andata mala, essi si assembrano a migliaia e spalleggiati e un po' anche guidati dai socialisti danno l'assalto l>lle cattedrali, come hanno fatto a Glascow, e giorni fa a Manchester, fischiano i principi reali in visita, e minacciano passeggiate notturne per Londra, passeggiate che sottintendono saccheggio. La polizia imprigiona, bastona, )i per lì disperde: ma il male rimane, anzi i tramps crescono spaventosamente di numero. Ci sono poi i disoccupati veri, i veri operai senza lavoro. Essi sono i più infelici ed anche i più pericolosi. In fondo il tramps non è scontento della sua vita, ne brontola e la maledice, ma non fa nulla per migliorarla, nè potrebbe del resto poichè egli non ne conosce altra, è un essere a parte nella eoeietà, un prodotto delle leggi, della costituzione, del carattere Inglese, e dello sviluppo che l'industrialismo ebbe poco meno di cento anni fa. L'operaio, invece, il vero disoccuputo ha conosciuto una vita mena misera, anche l'agiatezza; spesso, si fa commesso di magazzino o viaggiatore di commercio. Sente la ingiustizia ed il peso della. sua situazione e si ribella; con tanta maggiore energia si ribella quanto più egli fu abile la· ,voratore, ed ebbe un mestiere che gli concesse, per un periodo di tempo, una posizione rispettata. Quà le vie principali, le piazze, gli squares sono invasi da una folla di miserabili i cui abiti portano le traccie d'una non molto antica decenza ed eleganza, le cui maniere sono di uomini educati, che ebbero contattì più alti che non quelle dei tramps. Essi sono i commessi di negozio, i viaggiatori di commercio, i camerieri di trattaria (inglesi), i giovan di studio che arrivati alla età di 45 a 50 a11ni sono cacciati, perchè considerati vecchi ed inabili, dai loro posti che altri, giovani destinati alla medesima sorte, occupano a loro volta. Essi sentono l'ingiustizia di tale trattamento, sentono quanto c'è di crudele, di feroce, di bestialmente egciista in questo sistema che li priva del pane quando non sono più in età di cambiare mestiere ·ed banno dato ad un padrone o ad un ramo di attività i loro anni più giovani e il meglio della loro energia. Al congresso del.le Trades Unions è stata votata un invito ai membri del parlamento perchè con una legge provvedano a por fine a questa ingiustizia che aggrava il male della disoccupazione; dal cantò loro questi, che sono i soli e veri disoccnpati, minacciano. Vi sono poi gli operai che le grandi crisi industriali buttano sul lastrico: i cotonieri a Manchester, i coltellinai a Sheffiield, i meccanici a Glascow, ben presto un grande numero di birrai a Londra, e proprio ora i calzolai a Leeds. Fra questi i socialisti e l' lnde- ~endent Labour Pa1·ty reclutano la loro legioni battagliere. Sono essi che agiscono con ma,g,giore violenza. nelle dirrostrazioni E vi Aono poi gli Hooligwns. cioè i teppisti, la ranaglia che I' Enst End di Londra, clie Amsat, che i quartieri miserabili delle grandi città vomitano ogni giorno nel centro in cerca. di furti da commettere , o di disordini cui prestare una mano. Tutti questi elementi costituiscono quel terribile problema che è la dissocupazione Inglese. Si rimprovera il governo che non vi pone rimedio: ma come potrebbe ii governo trovare nna via di accomodamento a una tanto enorme matisa di spostati? 20 mila a Glascow, 35 mila a Monchester, 14 mila a Leeds, più di 120 mila a Londra, sempre più di 10 mila in ognuna delle grandi città Inglesi. Naturalmente il governo cerca di dare e far dare qnà e là dei sussidii: 500, 1000, 7000 sterliue, goccie d'acqua nel mare: dopo il male è peggio di prima; chi ebbe rimane scontento, chi non ha avuto ha l'ira del negletto ; e contro tutto ciò il governo, ogni governo, è impotente (1). ( 1) I Giornali hanno annunziato che il ministe::ro della guerra inglese, Haldane, vuole porre:: rimedii alla temuta straordinaria disoccupazione del prossimo inverno invitando disoccupati validi ad arruolarsi nell'esercito. Ci sembra un canard ridicolo. Del resto il governo liberale non si interessa molto della questione: promette, dà qualche soldo, tutela l'ordine e tira avanti badando a menare in parte la legge che rischia di farlo cadere; il famoso e Licensing Bill :.. Un nostro redattore ha contato nello spazio di due chilometri, tanti ne corrono da Regent 's Park Road a Portland Station, quattordici spacci di bevande spiritose e birra. Questo numero non è nè una eccezione, nè una esagerazione; è il numero normale dei Publwhouses in un simile percorso in strade frequentate e popolari. Naturalmente in Regent 's Park. Road non ce ne sono ma in Portlancl Street cc n' è qualcuna di più. Ora il governo considera che di questi spacci di bibite ce ne sono troppi, che essi rappresentano un inrentivo all'alcoolismo che abrutisce la popolazione Londinese e ha presentato la e legge su le patenti • il e Licensing Bill •. E su questa legge i Conservatori ed i Lords intendono dare battaglia al gabinetto liberale. Ed hanno qnalche fondata speranza di vincere. Il consumatore Inglese considera. due fatti, e fa una questione di principio; i fatti questi : 1° la riduzione dei « publichouses • diminuirà. la produzione della birra, ciò che aumenterà la disoccupazione, già grande: 2° la riduzione dei « publichouses • renderà difficile e scomodo alle famiglie il provvedersi di birra, non sarà più possibile bere e l'erario risentirà la perdita grave del dazio e della imposta su la birra. Manifesti, caricature, opuscoli, diatribe di conservatori bf\ttono tutti su questo duplice chiodo; non dicono che la riduzione non si farà che lentamente che in capo a 25 anni i publichouses saranno diminuiti soltanto di 2/8 e che è soltanto in capo a 50. anni che saranno diminuiti della metà, poichè cosi dispone la legge. La questione di principio è questa: Io, dice il consumatore Inglese, pago allo Stato una grave imposta su gli alcools, ed una assai notevole su la birra, bevo, come , quando e quanto mi piace. Vanamente il goVE\rnodimostra, a furia di statistica, che i danni dell'alcolismo cresco'no di· anno in anno : su le questioni di libertà l' Inglese non transige, ed i conservatori, che lo sanno, si preparano a dar battaglia. al governo su questo terreno e forse anche a vincere: con quanto vantaggio· del paese non sappiamo; tanto più che il Reform tariff, il protezionismo, è, per ora , il loro costante pensiero. _ E quanto vengano apprezzate qneste obbiezioni contro il Licensing Bill ce lo ha appreso l'ultimo co~ mizio di protesta in Londra, cui presero parte 300,000 cittadini con 20 tribune, 100 bande musicali e migliaia di bandiere l ♦ Il Congresso delle Trade' s Unlons a Nottingham. - Durante lungo tempo, da subito dopo l' abolizione del Riot Act e del Oonspfracy Act che impedivano le organizazioni •operaie fino a circa dodici anni fa, lb Trades Unions ebbero molta cura di evitare di prender parte, come entità costituite, alla lotta politica. Organizazioni puramente ed esclusivamente econc,miche consideravano che la loro azione doveva svolgersi al di fuori di ogni influenza politica, e sdegnarono perciò, come corpi costituiti, di prender parte alla lotta elett'Jrale , e fino ad trn certo tempo fa, non si preoccuparono neppure se v'erano o no dei membri operai , o dichiaratamente rappresentanti di operai , al Parlamento. Naturalmente ogni membro delle Tra.de Unions votava sia per il candidato liberale sia per il conservatore a seconda eh' egli apparteneva all' uuo o all' altro di questi due partiti. Il partito socialista « Social Democrat Federation • non aveva e non ha credito alcuno, nè influenza fra gli operai. Sorse l' e lndependent Labour Pa1'ty ~ specie di partito operaio il quale cominciò a so3tenere l'idea dei deputati operai in parlamento. Le Trades Unions

RIVISiA POPOLARE 481 non vollero , ai princ1p10 , aver nulla a che fare con < l' Independent > e Keir Hardie, Tom Mann - ora in Australia - Pete Curan furono eletti al difoori, e si potrebbe anche dire a dispetto, delle potenti organizazioni operaie; le quali continuavano a ritenersi abbastanza forti a difesa del loro carattere economico per potersi disinteressare della lotta politica. Ms venne l'affare della e Taff Vale. Railway » e le Trades Unions furono obbligate a convenire che la tattica puramente economica non bastava più. I sindacalisti ed i semplicisti Italiani farebbero bene a studiare quell'affare, perchè ne ricaverebbero una buona· e spassionata critica della loro teoria. Le Trades Unions si persuasero che bisogna va b~ttere una nuova strada, non perdettero il tempo in vane diatribe. Dichiararono che bisognava pigliassero posto nella lotta politica , che avessero i loro rappresentanti, i loro porta parola in parlam€nto. Naturalmente il partito socialista tentò far del suo meglio per accaparrarsi il movimento; ma il partito socialista Inglese patisce d'un vizio d'origi11e, è Marxista. , per conseguenza comunista. E il comunismo è una teoria che il popolo inglese non capisce affatto, anzi, non solo non è tale da essere capita ma è diam~tralmente opposta al carattere , allo spirito ed al temperamento del popolo inglese. Il partito socialista falli dunque nel suo tentativo e dovette cedere il passo all' < lndependent Labour Party> il quale appunto per il proprio carattere, e per le sue tendenze era pronto ad accogliere la dichiarazione delle Trades Unions ed • a servirle. Bisogna bene intendere che le Un.ioni non hanno fatto una adesione aperta quale partito politico; ma al Congresso di Birmingham, qualche anno fa, dichiararono che avrebbero portato i loro candidati alle elezioni : e difatti quando le elezioni avvennero i candidati delle Unioni furono presentati e furono uomini qell' « Independent » o liberali che avevano chiaramente dichiarato di 8ostenere il programma presentato dalle Unioni; programma che è poi il minimo delle richieste del Partito Operaio Indi pendente. Salito al potere il partito liberale , grazie an...:he ali' aiuto delle Unioni, queste sperarono che il governo si met• terebbe su la via delle riforme sociali. La pensione per la vecchiaia , il < Land natinalisatica bill >, la promessa riforma dei sistemi di educazione: tutto ciò va bene; 111anon è tutto: non solo non è tutto, ma non indica neppure che il governo liberale intende mettersi su la via di mantenere le proprie promesse. Quindi le Unioni, e ciò malgrado che nel 1906 il g0• verno liberale abbia fatto passare il e Trade Uni011, dispute act > in forza del quale una Unione HOn può essere processata, per danni , in caso di sciopero, le Unioni diciamo fanno ora opposizione al parlamento liberale e sovente convergono i loro voti sul candidato conservatore, o indeboliscono con la loro azione il can - didato liberale uelle elezioni parziali. Questo lo stato di fatto prima dell'attuale congresso. E tale è rimasto anche dopo', poichè le risoluzioni definitive saranno prese al prossimo congresso di Ipswich, se pur tuttavia il prossi_mo congresso non sarà , come alcuni predicano,. il funerale dei congressi tradunionisti, per il fatto che la direzione suprema e la politica delle Unioni sa anno passate nelle mani dell' « lndependent Labour Party». E' opportuno- notare però che malgrado l'astensione dei ferrovieri (100 mila organizati) assistevano all'att.nale congresso 520 delegati rappresentanti 214 Unioni con 1778000 lavorat0ri. Naturalmente la questione della pensione per la vecchiaia non è stata negletta. Il congresso ne ba riconosciuta l'utilità; ma un voto è stato emesso perchè ne sieno abbassati i limiti d1otà (ora 70 anni) ed aumentato il valsente della peusione ( ora un mas8imo di L. 7,90 la settimana). Due questioni importantitisiwe vi sono state discusse: la prima a proposito dei disoccupati , e la seconda a proposito della , ormai famosa » lotta contro la Camera dei Pari. La prima questione è una delle µiù gravi che agitino l' Inghilterra, in q11estomomento. Ne parliamo particolarmente altrove. Al congresso è stato votato un ordine del giorno dimandante una legge che metta un freno al disimpiego dei commessi ed impiegati quando non c'è contro loro altra ragi:rne clie quella della loro età. Al tempo stesso il governo liberale è stato aspramente censnrato perchè a proposito dei •disoccupati non ha matenuta una sola delle tante promesse fatte quando assunse il potere. La seconda qnestione ha rapporto al tanto combattuto < Licensing bill », Anche di questa parliamo dettagliatamente più oltre. Qui è opportuno notare che il deputato S1.iackleton, presidente del Congresso, ha dichiarato -- e la dichiarazione è stata ct1.lorosamente applaudita , che se i Pari si ostinano a di fendere a fare gli intereRsi dei birrai; non è il caso di dolersene, poiché questa campagna segnerà la fine della esistenza della « Camera de: Lords >. Opportuno è notAre le parole , applauditissime, del consigliere Gribble uno dei leaders dell'attuale movimento dei disoccupati. « Noi dobbiamo, egli ha detto, incutere il terrore dell' no:uo, nei nostri legislatori ». Il che, considerato ancbo in relazione con gli ultimi avvenimenti e i disordini dei disoccupati dà a questo congresso un carattere di energia ,· che è mancato ai precedenti congres:si della 'l'rades Unions. E questo carattere gli viene dal fatto che le Unioni cominciano a trovare inofficaco la tat.tica degli scioperi, ed asso lutamente insufficiente la sola azione parlamentare. Forse sta per giungere ai socialisti del continente, una lezione pratica di tattica, dai non socialisti d' Inghilterra. + Il Congresso Eucaristico a Londra. - Il Cardinale Vanrrntelli, legat10 Papale al Congresso Eucaristico è di ritorno a Londra. In verità egli può rallegrarsi dall'opera dei cattolici Inglesi i qnali proseguono con balda sicurezza al Romanizzazione della, ormai completamente degenerate, Chie:m Anglicana. Quello che in Emico VIII era stato calcolo e patto d'uomo reso furibondo della passione erotica; oiò che, più tardi, era stato sforzo volontario d'una nazione desiderosa di pregare a modo suo il suo Dio, e che costò a Maria Stuarda e a Carlo I la testa, agli Irlandesi la terribile conq tiista Cromwelliana, e I\ molti protestanti della prima ora la tortura e il rogo; oggi nel trionfo del cattolicismo aiutato dal ritualismo Inglese, si è completamente perduto di vista. L'antica severità del primitivo culto protestante si è perduto, i « ritualisti » hanno introdotto ne]Je pratiche della Chiesa Anglicana qnasi tutto ciò che è particolare alla idolatria della Chiesa Cattolica, il culto della Vergine, le preghiere ai Santi, la confessione, la penitenza, e le cerimonie spettacolo.se. Il Congresso Eucaristico è stato una buona occasione per una rassegna di forze della popolazione cattolica inglese, e della influenza che queste forze possono esercitare, tanto nella politica, quanto nella vita sociale del paese. E si i:Wnoudite, al congresso, astiose allusioni, punto velate, a.Ila condotta della Francia nella questione della 8eparaz1one, e si apertamente fatto voto che il Papato torni all'antico splendore temporale. Chiara l'allusione non è vero? Bisogna ricordare che l'Inghilterra è il paese classico delle libertà. pubbliche: libertà nelle quali la legge garentisce il libero sviluppo, dentru limiti fissati dalla legge stessa. Ebbene, i cattolici, non appena si sono sentiti a bastanza forti, ed è stata in questa occasione del congresso hanno tosto cercato di defraudare, di disprezzare la legge. Volevano portare a pas:5eggio fuori di chiesa, il Sacramento nel giorno della grande processione.

482 RIVISTA POPOLARE E ciò è proibito dalla legge. Naturalmente amarcivescovo di W estminster il governo ricordò la legge. Bai;tò perchè gli organi favorevoli ai cattolici strillassero alla persecuzione, e poichè i congressisti ed i loro capi, non escluso il Duca di Norfolk, assumessero atteggiamento di martiri. Martiri, in verità, a molto buon mercato. Tuttavia non è ciò che può preoccupare. Quella di cui è doveroso tener conto, è il fatto che questi cattolici che ieri lasciavano che il Papa parlasse e decretasse per loro, oggi si uniscono, si intendono e forrnolano francamente, in congre~si e riunioni, i loro voti apertamente e francamente reazionari come hanno fatto in questo Congresso Eucaristico. La processione permessa, o proibita, i 25 mila bambini processionisti luogo l' « embamkment »; anrhe le cortesie al Cardinale Vannutelli, e l'ordine qal giorno contro il giuramento dei Re dell'Inghilterra sono ·m piccolo incidente di fronte al fatto più grande e contro il quale sarà gioco forza reagire, che i cattolici oggi • si accordano in una linea di cendotta unica contro i liberali e lo spirito progressista del nostro tempo. E questo è il pericolo grave per la civiltà. e la libertà che - a chi osserva attentamente - è stato rivelato dal Congresso Eucaristico. + I socialisti inglesi e la difesa nazionale. - H ilt-Vh.mwo nel nu11,ero pre~edente l' 1ruµortauza delle dichiarazioni di Hyndmann sulle pre,babilità di una guerra tra la Germania. e l'Inghilterra; alle quali aveva dato risalto la proposta della coscrizione forzata di un altro deputato socialista. Tali idee sono divise anche dal Blatchford. Ora in difesa di questa corrente, ch'è la negazione assoluta dell'herveismo, ed un poco del pacifismo internazionalista della vecchia maniera, sorge anche nn altro notissimo socialista inglese, :1 Qnelch, Egli scrive nella Iustice, la rivista più nota del socialismo inglese : « Al::uni dei nostri amici sembra che credano che il solo mezzo per assicurare la pace è quello di chiudere gli occhi sui fatti più evidenti, d'ignorare gl' insegnamenti della storia; di pretendere che i preparativi di guerra che si fanno dapertutto sono delle semplici illusioni e non esitano ad adottare delle pietose riwluzioni che riaffermano questa verità universalmente ammessa, che le classi operaie di Germania e d'Inghilterra, non hanno alcuna ragione di animosità e sono interamente favorevoli alla pace ». (( Tutto ciò è interess1rnte e commovente ma è tanto poco pratico quanto il voler impedire un ecclisse a colpi di tam tam e come il voto degii utcposti francesi nei Congressi in• ternazionali, coi quali si dichiara abolita la guerra. La guerra non è stata acolita e non sarà abolita sino a tanto che ci saranno delle cause di guerra non ostante le dichiarazioni dei sentimenti pacifici delle classi lavoratrici. Le cause di guerra sono inerenti al regime capitalista ». I.! Il sistema cap1talista è basato sul fatto degli antagonismi e da questi sorgono naturalmente k guerre e i conflitt1; il solo n,odo ptr evitare le guerre non è quello d' ignorare i fatti e le condizioni, che le generano; ma di guardarli con calma, esaminando come essi possono essere mudifi.:ati ». Ecco dello spirito veramente pratico e positivo all'inglese. + Contro la malaria. - Segnaliamo: 1 ° una pubblicazione dell'illustre Prof. Celli, l'apostolo infaticabile nella lotta contro la malaria, nella quale si rende conto dell'azione esercitata dalla Società contro la malaria.. I risultati sono davvero confortanti; poichè mentre la crescente diffusione della cura chinicani e della profilassi farmaceutica e meccanica ha ridotto la mortalità per malaria a poco più di 4000 con una riduzione di circa il 60 °/ 0 in pochi anni d'altra parte l'erario ha. guadagnato circa due milioni daccbè c'è l' azìenda del chinino di Stato. Tra pccLi anni se le bonifiche si faranno dove sono necessarie e si continuerà nella lotta la mortalità per malaria farà rientrare l'Italia nel no- 1 vero delle nazioni civili, che l'hanno vista scomparire del tutto. 2° una monog1·afìa accompagnata da un magnifico cartogramma lei D.r Paolo Maltese nella quale s'illustra la distribuzione della malaria, nel territorio del Comune di Salemi. Questa monografià fu premiata dalla Esposizione agraria di Palermo. Il Maltese è un benemerito in questa lotta. NOI Pro~uziea~nc es~ortazionc ~i frument (La situazionepresentee i pericoli futuri) A conferma di tutto ciò che abbiamo rilevato nei due precedenti numeri onde spiegare il caro prezzo dei cereali in Italia e altrove è venuta una pubblicazione nel 'Bollettino di legislazione e statistica dotanale e commerciale, che porta la data di Maggio 1908 , ma che ci è pervenuto nei primi di Settembre. Il Bollettino raccoglie in unico articolo come negli anni precedenti tutte le notizie sulla produzicne e commercio dei cereali in varie. contrade distinguendo i paesi esportatori da quelli importatori, Noi nel riassumerlo ci occuperemo, tra i cereali. del solo frumento. Paesi esportatori Ungheria. - Media produzione del quinquennio 1902-906: Quintali 45,509,00; produzione del 1907: quint. 32,800,000. L'ufficio di st. agraria prevede un migliore raccolto nel 1908 ; ma non del tutto soddisfacente. Le esportaz~oni del 1906-907 iurono fortissime e di gran lunga superiori a quelle del decennio precedente. Le esportazioni di frumento raggiunsero 478,430 quintali; quelle di farina 760,093 qu. Nell'anno successivo 1907-908 invece vi fu una fortissima diminuzione: in sette mesi, dal 1 ° Agosto 1907 a 29 Febbraio 1908 si esportarono: grano qu. 7,723; farina 286,663. . 'R_ussia. - Nei governi che producono maggiori quantità di frumento il raccolto fu molto deficiente nel 1907; questa éondizione fu resa più grave dal fatto che la scarsa messe del 1907 segui ad altre annate scarse. D'onde una diminuzione nella esportazione del 1906-907 sull'anno precedente di oltre il 40 °/0 ; di oltre il 31 °/ 0 dal 1° Luglio 1907. al 30 aprile 1908. Romania.-« La restrizione nelle coltivazioni, e, più ancora, lo scarsissimo rendimento dei campi diedero alla Romania nel 1907 raccolti tanto bassi da restare quasi senza esempio nella storia della sua agricoltura ». Queste le parole testuali dell'articolo del Bollettino, nel quale si constata ci1e il raccolto del 1907 fu inferiore del 50 °/ 0 a quello medio 1902-906. 'JJulgaria. - Nel 1907 raccolto inferiore del 40 °/ 0 a quello dell'anno precedente, ch'era stato copioso; esport,1zione diminuita di circa il 25 °/ 0 • Serbia. - Situazione un poco· migiiore di quella dei due paesi preceden.ti; ma produzione nel 1907 sempre inferiore a quella del 1906. 1urchia. - Mancano i dati statistici; ma i provvedimenti del governo - divieto di esportazione da alcuni vilayet, franchigia o riduzione del dazio di importazione in altri - bastano a rivelare il cattivo

RIVISTA POPOLARE 483 raccolto. Il Ministero ungherese di agricoltura calcola la deficienza al 35 °/ 0 • India britannica. - Nel 1906-907 aumentò la superficie coltivata; ma diminuì la produzione sull'anno precedente; aumentò sulla media del quinquennio. « Riguardo al raccolto della camp:1gna 1907-908 si hanno notizie di molto peggiori». Dimjnui l'area coltivata e diminuì sensibilmente la produzione; non si attende che 7 o 8 decimi della produzione precedente. Enorme la diminuzione ne2lla esportazione tra il 1905-906 e il 1906-907: di oltre il 62 °Jo. Si calcola un lievissimo aumento di esportazione nel 1907-908. Stati Uniti. - Diminuzione nella produzione del 1907 di oltre il 13 °/ 0 • Ma il 1906 aveva cbto un raccolto eccezionale per qualità e quantità. Le esportazioni nel 1906-907 furono più considerevoli di ~uelle dell'anno precedente. Raccolto previsto del1 89 secondo il sistema dei numeri indici americano nel 1908 pei frumenti vernini. Canadà. - Raccolto del 1907 inferiore di oltre il 21 °/ 0 su quello pre:edente. Argentina. - Uno dei pochi paesi, eh' ebbe un sensibile aumento, del 29 °/0 , nella produzione; cui corrispose un aumento dell'esportazione di circa il 20 °fo. Si prev~de che durante il 1908 l'esportazione possa raggiungere circa 4 milioni di tonnellate; è stata di 2,680,000 nell'anno 1907. Australia. - l{accolto molto al disotto nel 1907908 di quello del 1906-907; esportazione del 1907 alquanto intériore a quella del 1906. Paesi importatori Austria. - Nel 1907, a differenza dell' Ungheria, ebbe un buon raccolto. Media produzione del decennio 1897-906 qu. 13.034,500; 1906: 15,854,341; 1907: 14,252,632. La diminuzione ci tu solo, rispetto all' anno precedente. Ci fu lievo aumento delle importazioni dall' Ungheria : da 5,453,903 quintali nel 1906 a 6,339.798 nel 1907. Germania. - Fra il 1906 e il 1907 ci fu diminuzionc nella superficie coltivata a grano vernino e dell' 11,7 °/0 nella produzione: 460,239 tonnellate in meno. L'import:azione di frumento ch'era stata di 25,171,553 quintali nel 1905-907 discese a 22,090,413 nel 1906-907. Invece l'esportazione di farina fu in aumento notevole. Francia. - Il raccolto del 1907 fu soddisfacente: in aumento sugli anni precedenti. Era stato di 88,807,331 quintali nel dec,ennio 1897-906 ; fu di 101,69j,263 nel 1907. Buono si c1lcola il raccolto _del 1908. Nel 1906-907 ci fu aumento d' importazione sull' anno precedente : da 1,811,153 a 3,856,660. Certamente a causa della minore produ4ione dei cereali inferiori. H~ poca importanza l'esportazione: diminuita da 26000 quintali a circa 5000 dal 1906 al 1907. Gran '13retagna e Irlanda. - Il raccolto' del frumento fu uno dei più bdli nel 1907 in quanto a rendimento; ma siccome la superficie coltivata a cereali diminuisce continuamente perciò la produzione del frumento ch'era stata di 7.577,305 quarters (quarter = 290,79 litri) nel 1906 discese a 7,006,000 nel 1907. L'importazione (al netto della esport:1zione) ch'era stata (in farina e frumento) di centweights ( un centweight = K. 50,800) 197,856,100 nel 1906 aumentò a 109,047,900, nel 1907. Svezia. - Piccola diminuzione nelle produzioni locali. Spagna. - Forte diminuzione nella produzione tra il 1906 e 1907 : eh 35,245,685 quintali a' 26;932,628. . Anche nella importazione ci fu fortis~in11 diminuzione: da circa' 8,508,000 quintali nei 1905-906 2,200,000 nel 1906-907. Come spiegare i due fenomeni in contrasto? Forse per l'aumento del dazio sul frumento o sulla farina. Aumentò notevolmente l'importazione di granturco. Ci fu sostituzione di genere alimentare? Ci occuperemo dopo dell'Italia; qui riportiamo il riassunto e il bilancio tra i paesi importatori e i paesi esportatori: , Import. o esport, Consumoannuo Riserva a 1. agosto Deficienza Produzione1907 1906-907 1907 nel 1907-908 (Milioni di quintali) Paesi importatori . 252,32 156,89 Paesi esportatori. . 6o5,55 161,17 Totale generale . . . 859,87 - Questo è il calcolo del m1n1stero ungherese di agricoltura; ma il '13ulletindes Halles di Parigi crede meno lo sbilancio forte. Il Bollettino riferisce i calcoli di molti altri statistici. Differiscono tutti; ma tutti ammettono la scarsa produzione del 1907 ch'è portato con una minima diminuzione del 5,2 °/ 0 dal ministero argentino e dal massimo di \1,8 % del l{uhland. Il più autorevole, l'ufficio della statistica del Washington la porta al 9,6 °/ 0 • Intanto si cominciano a pubblicare i calcoli nelle produzioni del 1908. Dall'Economista Européen (11 settembre 1908) si rileva· che in Francia il raccolto non è stato soddisfacente e che la grande maggioranÙ- dei rapporti sono sfavorev~li. Il mi426,02 9,5 2 I 67, I 5 474,75 33, 10 I 27,05 - I 900,77 42,62 Defìci t 40, 10 nistero di agricoltura ungherese nt1ene che nei raccolti europei - compresa la Russia asiatica e la Turchia - ci sia , di fronte al 1907 , una minore produzione di 5 milioni e 200 mila quintali; uguale dei paesi non europei a quella precedente. L' Economiste Européen, tenendo conto degli stocks esistenti e dei bisogni mondiali ritiene che questi possano esserè soddisfatti. Però se nello scorso anno con maggiori riserve, a causa del copioso raccolto del 1906, i prezzi furono elevatissimi nel 1907-903, non è fondato il timore che crescano nel 1908-09. Quest' apprensione c' è nel mercato. P·erciò "in quasi tutti i mercati al lieve rib:isso che si era osservato alla fine di agosto e nella prima setti-

484 RIVISTA POPOLARE mana di settembre è succeduto un aumento più marcato in data dell' 11 secondo il bollettino del1' Econ.Eur. e del 12 sett. secondo il Bollettino del ministero dell'agricolturaitaliano. Fra "i due bollettini c'è solo una contraddizione pel mercato di Berlino : quello italiano segna un ribasso da 27 a 25,15 per quintale e il francese un aumento da 24,84 a 25, 10. Ed ora eccoci all' Italia : Italia. - Produzione media del quinquennio 1901 190 5 ettolitri 57,327 ,09; 1906 ettolitri 62,185,419; 1907 ettolitri 62,565,873. Queste cifre dicono di quanto sia aumentata la produzione italiana - anche sugli anni migliori, cioè snl quinquennio 1870-74. Ma disgraziatamente l'aumento notevole nella produzione si ebbe sino al Lazio. • Nel mezzogiorno tutto, in Si,ilia e in Sardegna ci tu notevole diminuzione. • La pro4uzione complessiva di tali regioni ch'era stata di 24,277,738 ettolitri nel quinquennio 1901 1905 discese a 21,323,324 nel 1906; a 19,763,212 nel 1907. Era circa il 44 °/ 0 del totale nel quinquennio; discese a meno del 37 °/ 0 nel 1907. Le previsioni sui dati del Bollettino devono divenire fosche, foschissime, guardando a questo prospetto, in cui sono riferiti quelli del raccolto del 1908, e eh' è stato pubblicato dalla Tribuna (24 Settembre): Produzione Produzione Produzione Regioni media anno 1907 anno 1908 anni 1901-907 Ettolitri Ettolitri Ettolitri , Piemonte. 4,874,900 6,249,500 4,551,200 Lombardia 4,964,000 5,383,800 5,050,800 Veneto . . 4,659,000 6,631,800 6,476,300 Liguria . 364,200 402,900 36 I ,300 Emilia. 8,013,200 10,394,200 9,932,000 Marche-Umbria. 5,620, I 00 5,636,000 5,657,700 Toscana 4,178,000 4,947,goo 3,896,900 Lazio . 2,945,000 3,156,500 2,600,000 Merid. Adriatica 7,546,300 6,702,600 4,922,600 Merid. Mediterr. 6,339,200 5,112,400 2,882,900 Sicilia. 7,77o,9oo 6,346,900 5,960,000 Sardegna. 1,552,500 1,601,300 847,000 Regno. 58,827,300 62,565,800 53,138.700 Il giornale ufficioso di Roma pubblicò queste notizie - nientemeno I - per rassicurare il pubblico; e5se invece giustifii.:ano pienamente l'allarme; specialmente pel me"zogiorno, per la Sicilia e per la Sardegna. La produzione di tali regioni nel 1908, dun~ue, discese al ~7 °/0 dal totale! D onde la forte differenza nel prezzo tra i mercati del settentrione e quelli del mezzegiorno , che per le ragioni esposte nel nùmero del 15 agosto non si possono eliminare - anche per la deficiente organizzazione commerciale del mezzogiorno. Si elevano molti dubbi - g!ustamente - sulle nostre statistich~ del-la produ:done agraria ; ma che nel 1906 e 1907 ci sia stato un forte aumento sul quinquennio precedente emerge chiaro dalla torte .diminuzione nelle importazioni. Le importazioni che nel periodo luglio 1905 maggio 1906 erano state, di 1,006,156 tonnellate discesero a 957,173 in quello 1906-907 ; precitarono a 299,006 nel 1907-908 ! Cioè subirono una diminuzione di oltre il 71 °/0 sul primo anno ; di oltre il 68 °/0 sul penultimo! Questa enorme diminuzione nella importazione non potè essere tutta compensata da'.l' aumentata produzione ; c'è stata con molta probabilità, esaurimento delle riserve e, contrazione nei consumi. Intanto perchè si comprenda meglio la •ripercussione che doveva esercitare sul mercato italiano il deficiente raccolto di alcuni paesi esp<?rtatori avvertiamo che nel 1905-906 sop~a 1,288,980 tonnellate importate 1,164,497 le importammo dalla Romania e dalla Russia; sole 36,561 dal!'America settentrionale e 24,233 dall'America meridionale. Nel 1906-907 sopra una totale importazione di tonnellate 1,090,981 dalla Romania e dalla Russia importammo 925,738; 149,090 dall' America settentrionale e 1,328 dalla meridionale. Questo serve a dimostrare l'enorme importanza che ha per l'Italia la esportazione dal Mar Nero e la sua chiusura ! Intanto si avverta che la diminuzione delle importazioni è venuta principalmente a danno dei grani teneri e non dei duri , che servono per le paste; e che è di poco diminuita l'entrata dei grani per importazione temporanea, che servono allo stesso uso, come risulta da questo confronto: « Importazione per consumo : grano duro . grano tenero Da agosto 11.daprile 1907-08 1906-07 Difereo&a Tonn. 206,172 407,136- 200,96-4 • 35,4 28 465,3 28 - 4 29,899 « Importazione temporanea : .. grano duro . grano tenero Da agosto ad aprile 1907-08 1906-07 Diff'erenu Tonn. 81,008 95,575- 21,829 )) 41,300 19,471 + 21,829 « La diversa misura della diminuzione del grano duro importato o definitivamente o temporaneamente può spiegarsi, non con un corrispondente minor consumo di paste in Italia, ma per il fatto che il grano duro è materia prima indispensabile nei casi in cui le paste devono essere conservate più a lungo e assoggettate a traversate per mare , e quindi il suo impiego per il prodotto destinato all'esportazione sì impone, mentre quando si tratta di prodotti destinati a consumo più vicino al giorno della fabbricazione, il grano tenero può essere in buona parte sostituito a quello duro senza danno per la bontà del prodotto. Questa sostituzione è stata specialmente incoraggiata nella corrente stagione dal maggior distacco esistente fra i prezzi del grano duro e quelli del grano tenero ; i primi, trattandosi di prodotto estero , crebbero anche in Italia in relazione alla situazione del mercato mondiale dei grani ; i secondi, invece, influenzati all'interno dall'abbondanza della produzione italiana, non seguirono integralment~ il movimento di ascesa sui mercati italiani». ('Bollettino pag. 276). Un ultimo dato che ci spiega meglio la ragione I

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