Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 15 - 15 agosto 1908

lllVlSTA POPULARE 405 zione delirante di un metafisico. Il filosofo della storia preconizzava la realtà. L'opera di quei lavoratori inter~azionali che, in nome della umanità, ( 1) con la minaccia della suprema sanzione deJ:a scvranità popolare affermantesi al disopra della sovranità per dritto divino conquistano il diritto di proclamare la pace e la guerra, già attribuzione della sovranità medioevale del dir:tto divino; i tribunali permanenti interna,rionali (2); la gara di solidarietà universale divampante dinanzi agli immani disastri tellurici o U,:ì'l&ni-; (3) tutti questi fenomeni erano per la mente del fi. lo ;e. o i fulgori luminosi della grande alba. . St lto la schiuma sangu:gna del delirio epilettico degli armam :r.ti formidabili, strumenti molochiani di quelle guerre di CD'.Jqu;sta, stimatizzate per manie chilometriche dal Novicow, n ,, chè di quelle sorde, ma non meno feroci, guerre di tarifle delle plutocrazie statali sotto la schiuma livida delle antipatie di razza nonchè dei rancori di classe: sotto questa schiuma di odio la pupilla lummosa del filosofo vedeva che, nell'immane ci-. giuolo incandescente della storia, andava fermentando la nuova cosciPnza umana, l'anima mondiale che dovrà un giorno affermarsi nell' Umar.esimo che va tanto oltre la Cosmopolitia storica e cristiana. In esso il novello Adamo potrà proclamare, nel lirismo chf! l'astro giovanile di Giovanni Bovfo dava al suo Leon,rio. Oggi la pt'ima volta è nato Adamo, Di sè medesmo e dal suo fianco tragge L'Eva non se,,va, la bellissima Eva Non pngna di Caini I E i io mi accosto, Da lei non invitato alla pomosa Arbore. occulta e ti pomo i.o cibo, e il pomr· Mi nuìtisce. . • . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . Scetler·ato Non son di me nascendo. Allo mi parla La maestà dell'uom, allo lo sdegno, L'onestà dello spiro non dt fuori Alitato nel fango, ma dal vivo Di sita ragion di se maestro e donno ... Vasto Himalaya, prosti·ati A me, tuo re volente: Ren11asolcarmi accostati Fulmine obedientP: Lave dei monti ignovimi Fren di mia man avrete, Le curve alle co111ete Nei cieli io scrivp1·ò. Le stille, i semi gti atomi Ud,·an le mie parole; Vedrommi a te,·go l'aquila Entro le vie del -sol, Al raggio, all'ombra, al tu,·bine Destino è li cenno vero: Il mio destin son io: Mi penso, affermo e sto. 'E' la glorificazione di Promedeo, che , asceso al Palladio dell' Antropoli, frante le catene. schiacciato l'avvoltoio del domma eh~ per tanti anni gli divorò il cuore, squassa nell'e:ra la fiaccola vindice::I E' la vittoria del nuovo Adamo che disdegnando il voto di Ieova o di lovìs pater, si fa artefice del suo destino~ s1rappando dall'aibero della scienza il pomo fatale additatogli dalla libera compagna del !òUO cuore,. dalla sua ispiratrice possentè, dalla curiosità scientifica, tentata dal pensiero ribelle. conquistando ed aggiogando le leggi cosmiche al suo volere, dal fulmine alla lava, dai semi germinativi alfe piogge fe::condatri.i. E' il carme secolare di Edipo, che riacquista la luce, dopo essere stato accecato per aver voluto, secondo i sacerdoti, compiere opera incestuosa, denudando la sfingica madre comune per strappare, ucciso, l'animo dommatico dall'utero profondo della natura, la parola del grande (1) B'.)vio I socialisti e la guerra (Pungolo 19:>3). (2) Filos. Drit (3) La Geologia e il genio Meridionale. problema I E' il poema trionfale dell'uomo che, svelati gli arcani dell' universo, si ricrea da sè , col suo spirito redento, al di là delle paurose cosmogonie mitologiche. E' il credo del fi.. • losofo che - ferratosi alla scienza nova di Vico(1), capovolgendo, come Marx, il ciclo del divenire hc:geliano col fare ascendere 11 processo evolutivo dalla natura all'idea animatr·ce della storia - glorifica il pensiero vindice che, uscito vittorioso dalla sfingica natura, plasma il nuovo mondo umano , anima le nuove istirnzioni civili. E' l'apoteosi d'una grandiosa concezione filosofica: la quale raggiunge le vette del lirismo, in cui pare di sentire ventare il furore eroico di Bruno che spezza i cicli tolomaici per inseguire la bestia trionfante fuggente per gli spazii infiniti ririschiarati dagii innumerabili mondi;- in cui pare di vedere divamparl! il sogno di Campanella ascendente verso la Città del Sole I + Passarono nella storia periodi storici in cui sorsero città mastodontiche, quelle che il Vanderwelde chiama città tentacolari , ' nelle quali si river ;Ò come F anima del tempo. In Babilonia Ninive, Tiro, Persepo 1i, Atene, Rom:i, Alessandria Bisanzio' I J Bagdad, Madrid, Parigi, Londra, Nt:w York, Calcutta, confluirono in diversi tempi come le fiumane dei diversi popoli. . Ma qudli non erano gli oceani che raccoglievano le acque dt tutte le fiumane per poi restituirle in onde più pure: erano le cloache massime in cui sboccavano tutte le sentine della ddecazione morale del tempo. . ~~elle immani città erano le capitali dei regni di conquista: 1~d1~1 mustruose di :11ostruosi ecatombi di popoli. Ingigant1tes1 con la violenza, dovevano rovinare sotto 1' urto di violenze più formidabili. _ I di_vers~po~o~i esano uniti a quella capitale non Jallo spirito di sohdarteta, ma dalla catena del servaggio. Essi si doveva_no lancia~e - ieri col gladio di Euno e di Spanaco, domani con la haccola di Genserico - contro quel1e capita'li che per t:s-,i era la testa dc:!la terrificante piovra dissanguatrice. La Metropoli del mondo umano si.rà invece la terra in cui i popoli si sentiranno liberi nella solidarietà affratellatrice e non schiavi atfrenati in una unica ossessione di vendetta. E' la conquista scientifica del continenti rimasti inesplorat delle energie fisiche e psichich1:, non la conquista della violenza che costruirà la grande Cap. tale morale , lì nella terra in cu assorge simbolicamente, come centro di tutti i ;palazzi, dedic,ati ~li~ conquiste _nella natura , nel pensiero e nella storia, I Ed1fic10della Pace mternazionale. Questa è la Coamopoli verso cui tende il mondo, civile ! Si finiranno, nella grande lotta contro la materia inerte, nella conquista dei segreti della natura, tutte le lotte fratricide f . ra popoli e fra classi. Non più popoli invasori e popoli tributarii· non più caste sfotta trici e plebi asservite alla gleba O al salari/ L'aristocrazia del pensiero non rifulgerà che nello stato orga. nato nella legge del lavoro in cui ognuno lavorerà per tutti e tutti pc:r uno. Giovanni Bovio accolse e studiò la grande idea umana _ più che attraverso i rigidi postulati della produzione studiati daglt economisti - attraverso le leggi della storia indagata dai filosofi. La socializzazione della produzione e del prodotto per lui è un mezzo , non un fine, per ascendere verso l'Umanesimo che involge e svolge tutti i problemi sociali, dal problema dei ventre, a quello del cervello e del cuore, dai problemi economici a quelli intellettuali ed etici. Se egli si urresta sospettoso dinanzi le materiali interpretazioni economiche della storia che negano, per gli esagerati, la (I) Vedi V1co su ila Metafisica della men te umana proçedento secondo il nascimento delle cost'.

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