RIVISTA POPOLARE 403 Verso l'Antropoli ! (Una pl'ofezia di Giovanni Bovio) Se ~•umanità non è una pura astrazione , ma un organismo concreto, deve avere la sua vita etica ... Ogni sfera euca deve :lvere la sua giurisdizione .... Quindi la necessità dell' Antropoli, della città giurisdizionale, della Cosmopoli , della Citta Terrena dove non si è nè greco o barbaro, nè caucaseo o mongolo, nè giudeo o cristiano; ma s1 è uomo e si dice con dignità invidiabile: < Homo sum et ius humanum est mihi ! » Bov10: Fil. Drit. Cap. D'intorno all'opera di G. Bovio pare la scienza accademica abbia fatta quella congiura del silenzio che Schopenha ver lamentava per i suoi libri. Ciò forse perchè il proclamatore del « naturalismo matematico • aborrendo dalle sinagoghe filosofiche imperanti , si erse sdegnoso solitario sulla vetta luminosa del suo pensiero, sulla qua.le gli arrivava pure tanta vasta eco della coscienza contemporanea , malgrado egli pre ferisse su di essa conversare spiritualmente con gli spiriti magni di tutti i tempi. Così Bovio non potè sfuggire al destino che investi tutti i fieri spiriti solita rii affidanti, come Vico, la loro fama ali 'ala fiammante del loro genio non agli adoratori delle chiesuole. Solo qualche spirito bizzarro - che abbeverò la. sua giovinezza pensosa alle fonti intellettuali ddl'opera boviana, pervaso fra tanta miseria di pensiero dalla nostalgia delle grandi concezioni - svolge an :ora le pagine radiose in cui , sotto i piu puri atteggiamenti classici , vibra una possente modernità di pensiero che preoccupa fatidicamente l'avvenire. I modernissimi considerano le concezioni e le forme del1' opera boviana - incomprese , quando non saccheggiate - risonanze di vecchi tempi, visioni deliranti di metafisici. G. Bo vio, contemporaneo dei venturi , attende ancora chi lo riveli. Squillerà l'ora in cui - dis,olti dal s~le della critica disio teressata, come nebbie, parecchie delle tante costruzioni filosofiche sti{e liberty - le pagine del Bovio s' irradieranno di quella luce intellettuale che rifulge dai libri imperituri dei popoli. A quest'opera di rivendicazione devono concorrere coloro i quali hanno il dovere e i mezzi di non fare ammuffire le idee dell' Ultimo degli Umanisti italiani nelle vecchie ed errate edizioni partenopee, presentandole in veste tipografica più nitida e più alla portata del pubblico. I parricidi intellettuali, come gli altri, rimangono senza scusa dinanzi alla storia. Orbene n<-n dividano tale taccia almeno coloro che si chia - mano figli spirituali del filosofo, coloro che si proclamano a lui più che consimguinei ; perchè devono la nascita del loro spirito al suo più generoso sangue cerebrale, ai germi fecondatori delle sue concezioni ; perchè essi stntirono come rigenerare ogni giorno la loro coscienza sotto la sua poderosa fecondazion~ intellettuale, fermentante dalla cattedra alla tribuna, dal libro profondo al gesto nobilissimo. • La nota culminante dcli' ingegno di Bovio era quella rara genialità che egli richiede allo storico il quale deve avere « intelletto di filosofo per annodare i fatti nella legge di causalità e fantasia di artista per rianimare la vasta necropoli dell'umanità » (1). Intelletto eminentemente italo greco, come Bruno , Campanella , Vanini , Vico , egli accoglieva nelle sue concezioni ciò che egli dice parlando del « Genio Meridionale >>,la potenza speculativa del filosofo vibrante nella evocazione rappresentati va dell'artista. Perciò la sua mentalità era fatta per quelle ampie sintesi storiche che - rivelandogli con l' intuito meraviglios_:> i rap porti profondi delle complesse vicende umane - facevano di (1) « 'Dottrina dei partiti politici in Europa >L lui un filosofo della storia: e l'approfondimento ddla sua opera dirà domani se i suoi vol~mi potranno collocarsi con decoro accanto a quei g'ganteschi indagatcri dell' ani ma storica che furono Tucidide, Tacito , Machiavelli, Vico, Herder , Hegel, Tainè, Marx, Macaulay. Egli non scrisse ex-catedr(! opere di filosofia della storia. Ma la sua Filosofia del Dritto , . la sua Storia del Dritto, completatesi ndle sue centinaia di dis :orsi, .di opuscoli, assorgono ad un vero corso di filosofia clt:lla storia ; giacchè la conquista del Dritto - cioè del pensiero giuridico esplodente vindice dai bisogni della natu,-a umana - è l' afflato concitatore delle evolu{ioni storiche. La storia umana non culmina forse nella lotta pel dritto? + Ora un recente fatto getta una luce evocatrice su quella concezione fatidica, un' utopia dalle parvenze paradossali , in cui, si può affermare, si appuntino tutte le intuizioni storiche del filosofo pugliese. Ess8 si twva formulata nell' ultimo capitolo della « Filosofia del Dritto >> che tratta dello « Stato Int ~rr.a,ionale •. In esso la sua chiaroveggenza storica affisa l'estrema vetta delle ascensioni umane, là dove l'uomo-il simbolico Prometeo, incatenato alla rupe per aver strappata la fiamma al cielo, il secolare Edipo che sentì rinascere in sè la terribile sfinge di cui aveva solo formalmente divinata la parola dell'enimmalà dove, insomma, l'uomo attingerà la sua equa,ione con sè stesso, integrando il concetto del cittadino antico, degradante dal romanus sum alla schiavitù statale, col concetto dell' individuo medioevale, disceso dal cavaliere errante e dall'eremita al masnadiere da st_rada o peggio al cavaliere d'industria delle banche (1). Ma Bovio ravviva , integrandola , la visione apocalittica di Hugo e di Cattaneo , di Mazzini e di tutti i grandi utopisti salenti da Platone a Cristo , da Tommaso Moro a Tommaso Campanella , sino ai titanici agitatori dell' internazionalismo operaio. Egli sente spezzarsi la crosta di odio che fasciava il nostro pianeta. Di sotto a questa crosta di livori di razze e di religioni. di gelosie di stati e di classi, I' occhio del filosofo sociale sente fermentare una nuova coscienza storica che si è andata evolvendo attraverso le sue sempre più comprensive organizzazioni co1lettive , ascese dalla· famiglia al comune, dallo stato alla nazione, alle alleanze più vaste, preannunziate da molteplici sintomi culminanti nei tribuna li federali che_ muovono verso organamenti permanenti, stabili. Nel crogiuolo vulcanico delle millenarie vicende civili si è andata elaborando la coscienza dell'Umanità. Così questa darà domani la federazione universale dei popoli in cui si affermerà « la suprema ragione umana che, fattasi collettiva, dopo aver dato la Chiesa , l' Ateneo, lo Stato, incalza la Chiesa e lo Stato per una evoluzione decrescente, alzando l'Ateneo » (2). La chiesa andrà « degradando verso la libe,-tà dei culti , in correlazione di quella dello Stato che perciò « tenterà di eliminarsi come funr_ione coercitiva interna, tendendo verso forme sempre più libertarie, come potenr_a esterna, livellan• dosi nelle federa,ioni internar_ionali: invece l' Ateneo salirà in proporzioni sempre più ascendenti, unificandosi , come potere geocentrico, per conquistare quasi il poteri! dello Stato e della Chiesa. Insomma l' Uman:tà, affrancandosi dalla compressione teocratica del domma e da quella statale della legge scritta, volge, almeno come tende;: ·:n, verso quella società retta, secondo i principii scienti(ici , dai sapienti della Republica di Platone, ma anche di quella Città del Sole del Campanella, (1) V. Storia del Dritto, Prefazione agli Scritti letterarii. (2) Filosofia del Dritto.
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