Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 9 - 15 maggio 1908

RIVISTA POPOLARE 239 e la scaldate, scoppia: ci avete tenute per tanto tempo zitte, che ora ..... 1J è giusto: le donne che per tanto tempo tacquero, hanno parlato ..... e bene. Debbo notare un fatto non senza la sua importanza. Nel Congresso erano rappresentate non solo le varie classi sociali; ma anche le varie tendenze politiche: dalla aristocratica, alla proletaria; dalla studente e la professionista alla operaia; dalla cattolica, non clericale, alla socialista, alla anarchica; dalla Contessa Spalletti, a Rosa Cova; dalla signorina Labriola a Rosa Genoni, dalla Contessa Pasolini, e Maria Roesler-Franz e Adelaide Coa ri , a Linda Malnati, alla signora Maiggioni Griffìni , ad Anita Pagliari. 11 Congresso assunse, dunque, Gno dal principio, una fisionomia tutta sua, al disopra e al di là delle passioni politiche e delle divisioni sociali. Le donne avevano da discutere interessi più alti e più vasti di quelli che si suol discutere nei congrèssi maschili. Fino dal primo momento fu facile vedere che le donne avevano da fare qualche cosa cui noi non abbiamo pensato, e non pensiamo fare, e vogliono farlo, e per farlo si sono valorosamente preparate. Esse non si sono poste di fronte all'uomo-questa è una sciocchezza detta da chi, seguendo i lavori del Congresso, si dimostrò incapace di capire qualsiasi cosa -, non si sono schierate femmine contro maschi, intendendo rinnovellare sotto nuove forme la tavola delle Amazoni; hanno dimostrato che accanto all' uomo esse possono fare molte cose eh' egli non fa, o non fa· bene: ed hanno anche avuto cura di ben dimostrare che ciò che egli fa male, lo fa non per innata malvagità o stoltezza dell'animo; ma bensì perchè egli non sente, e non può sentire certe ne- <::essità, certi fatti, certi fenomeni , come esse non ne sentono altri. La donna, per esempio, non sentirà mai l'ardore battagliero dell' uomo (e gli uomini, e mi duole dover dire anche io, dettero di questo loro ardor battagliero, un deplorevole saggio in una seduta del Congresso); come l' uomo non proverà mai la profonda tenerezza della donna per il bambino, nè l'amore di lei per la casa. Ma la casa e il bambino, e tante altre cose ancora, dipendono da leggi; sono fatti della vita sociale; poichè la donna non dovrebbe, essa appunto-che meglio sente - presiedere allo svolgimento, alla educazione , al migliore assesto di questi singoli fatti nella società? Costruendo la legge l'uomo parte, generalmente, da una premessa teorica quasi sempre giusta ed informata al desiderio di giovare alla comunità. Sennonchè sovente accade che il legislatore non si rende conto esatto dello stato della cosa su i.:ui legifera, e la legge appare disadatta o monca: più spesso ancora il legislatore non crea, col regolamento, lo strumento perfetto a far ben funzionare la legge ; talvolt.1 poi , la sanzione della legge è inefficace, e troppo spesso si avvera-e sovente per incuria del legislat~re stesso nel predisporre gli elementi difensivi della legge - troppo spesso si avvera il detto popolare: « fatta la legge, trovato l'inganno JJ. Naturalmente i nuovi partiti popolari; il novo sviluppo economico del paese; l'intervenire di grandi masse di cittadini nella vita pubblica con lo estendersi della influenza economica socialista e repubblicana nelle falangi del proletariato, ha portato molti elementi di correzione alla legge: le riforme sociali molti ancora ne accennano ; ma nè tutto ciò basta , nè tutto ciò è perfetto, anzi ; anzi le nuove leggi si dimostrano più delle antiche necessitose di ritocchi, di revisioni, di nuovi regolamenti e congegni atti al loro perfetto funzionamento. La premessa però rimane sempre teorica; e troppo spesso la pratica è il rovescio preciso della teorica. Le donne sono ven_ute al Congresso armate di pratica. Esse hanno dovuto fino ad ieri, agire e per forza di cose all'infuori di ogni influenza politica. direi quasi di ogni influenza sociale. Nella loro opera in difesa dei minorenni, in prorezione dei vecchi, dei bambini, dei deboli, maschi e femmine, esse hanno dovuio agire sempre fidando unicamente su le loro forze : su stesse. In ciò che è loro ìnfluenza e loro azione sulla educazione, nella assistenza. ne!la beneficenza; esse hanno dovuto imparare a fare da sè: hanno dovuto dunque constatare ed imparare per pratica, quasi eseguendo in anima vili i loro esperimenti, quante e quali sono le deficienze e !e inutilità delle nostre leggi; e quali e quante leggi sono necessarie a migliorare gli organamenti della nostra previdenza e di tutte le riforme sociali. Hanno anche imparato, sempre per pratica, quali sono i danni della loro soggezione morale, economica, giuridica; e si sono presentate al congresso armate di tutto punto per suggerire, proporre attuare i rimedi. Nè con vane parole, o puerili e sentimentali discorsi, ma dispiegando una profonda. e chiara nozione dei problemi sociali dei quali venivano trattando; una profonda e sicura cultura economica e sociale. Basta pensare un'istante alle relazioni, e specialmente a quelle delle Sezioni ove si trattavano temi onesti rapporto a problemi economici, le sezioni di Assistenza, di Igiene, dilmigrazione, e che furono presentate al Congresso, e che vi furono lette·e discusse. Da quelle relazioni e dalle discussioni risulta chiarissimo un fatto; questo: che la donna è più atta dell' uomo a legiferare ed operare su certi speciali problemi. Ne le questioni d'igiene, di arte applicata all' industria, di protezione delle donne e bambin~ degli emigranti, della maternità, della educazione, le donne hanno portato un contributo cii studi, di osservazioni, di proposte delle quali bisognerà bene che ìl legislatore tenga conto. Nella sezione di Assistenza e Previdenza si sono agitati problemi sociali gravissimi, e la critica delle leggi attuali in tutte le sezioni è stata vivace ; le proposte di emendamenti, di miglioramenti alle leggi su la assistenza, la benetìcenza, la previdenza, sono state numerose e largamente vagliate e discusse, mentre le relazioni sono là a provare una operosità e maturità di spirito eh~, da uomini, non potrebbe essere offerta maggiore. Le relazioni su e Assistenza ai minorenni » della signora Omboni, su la ccCassa di assistenza e previdenza per la maternità i1' Roma >J di Donna Alda Orlando, su la << Riforma degli Istituti di Beneficenza » dalla Dott. Lydia Paet: quella su la ccUnificazione degli Istituti di Beneficenza J> della signora Devito Tornasi ; quella su le << Mutualità scolastiche >J della signorina Roesler Franz, quelle su « Il problema Jella disoccupazione» della signora Alelaide Coari, che portò al congresso la sua esperienza di organizzatrice di lavoratori, essa che rappresentava la Federazione Lombarda delle Leghe operaie; ed ancora le interessantissime relazioni della sezione di Educazione, e di quella Giuridica, questa con la « Ricerca della Paternità » della signorina Labriola e della Dott. Paolina Schiff; con la ccCorruzione dei minorenni >J di Eva de Vincentiis, con un ampio studiu di Valeria Benetti su la « Donna nella legislazione Italiana » e quella con le relazioni su « La cultura necessaria alla donna nella famiglia JJ 1 e su « L'insegnamento religioso » diedero prova non solo della profonda cultura femminile ma le discussioni che ne seguirono dimostrarono altresì una insperata maturità di spirito, invero sorprendente, se si considera quanto e come e da quanto tempo la donna Italiana sia stata tenuta lontana da ogni negozio pubblico.

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