Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 7 - 15 aprile 1908

174 RIVISTA POPOLA RE anche perchè si svolgono fra uomm1 ed organizazioni potenti , evolute e conscie della loro potenza e delle loro responsabilità sociali. La serrata dei proprietari parigini è capitanata dal Villemin, grosso e notissimo appaltatore di costruzioni, anzi il più forte fra gh appaltatori parigini, e gl' industriali, quasi tutti, lo hanno seguito nella sua mossa contro il sindacato dei muratori. ~J' la classe propri~- taria che, finalmente organizatasi, intende fronteggiare le rivendicazioni degli operai a loro volta potentemente organizzati. Gli operai, dal primo grandioso sciopero dei manovali nel 1888, hanno sempre continuato la ascensione lenta dei miglioramenti nel loro lavoro, aumenti di paghe , diminuizione di lavoro , riconoscimento della loro organizazione, conquista di altri diritti minori. E fin'ora la classe padronale non si era trovata male dei miglioramenti degli operai. Ma un fatto nuovo è intervenuto : una forte crisi nella industria edilizia. Molti cantieri a Parigi erano chiusi già da sei settimane, da due mesi e più prima che il 6 p. p. gli appaltatori dichiarassero la serrata. Visto che dinanzi ad una minaccia di riduzione di paghe gli operai non intendevano dichiarare lo sciopero-che avrebbe aiutato gli industriali a superare la crisi , rovinando i lavoratori - la federazione dei costruttori della Senna ha chiuso i cantieri. Gli operai non se ne sono molto allarmati. Essi conoscono le condizioni dei proprietari, e là dove possono - poichè n()n tutti gli appaltatori hanno aderito alla serrata - lavorano. N aturahnente il Villemin ha uno scopo, che la Confederazione Generale del Lavoro, ha lnmeggiato subito in un manifesto. Il Villemin ed il Sulè sperano che la serrata rovinerà molti dei piccoli appaltatori , che sono il bruscolo negli occhi ai grossi industriali, e faciliterà a questi ultimi la formazioue di quel trust che è, nel loro sogno, la grande arma contro la organizazione operaia ed il mezzo di accaparrare tutto il mercato edilizio del dipartimento della Senna. Gli operai, conosciuto il gioco, non ci si prestano. Le organizazioni che per il loro carattere hanno rapporti con le costruzioni prenderanno misure atte a sostenere la passiva resistenza degli operai alla serrata. E già hanno votato i soccorsi in denaro .,Jr lo stabilimento di cucine comuniste a. favore dei serrati. Questi dal canto loro evitano ogni tumult.o, ogni atto , ogni violenza , anche parziale , che possa dare origine ad una qualsiasi repressione che spezzerebbe l'accordo dei lavoratori rendendo cosi possibile la vittoria dei proprietari. Gli operai diamantieri d' Anversa. hanno fatto essi lo sciopero : ma la ragione economica è la stessa che ha provocata la serrata padronale a Parigi , la crisi nella industria dei diamanti. I proprietari delle taglierie intendevano diminuire i salari dei loro operai, adducendo a pretesto la recente crisi, che è stata, in verità, asprissima. Sennonchè il periodo duro è passato e gli opera.i non intendono pagare essi lo scotto dei cattivi affari con perdite sulla loro mano d'opera. I facchini carbonai di Genova sono mossi dal medesimo desiderio di non eeisere sacrificati nella lotta economica; ed i minatori del Belgio hanno cominciato a sospendere il loro lavoro per un giorno la settimana a fine di non aumentare lo stock del carbone in depo· sito. Aumento che provoca poi le grandi crisi delle quali i proprietari profittano per tentare di togliere, e togliere agli operai i miglioramenti da loro con tanta pena realizzati. La nuova fase della lotta economica si accenna dnnque in questo senso: grandi organizazioni padronali ed operaie che si pongono di fronte, e mirano non più all'interesse immediato ; ma a conquiste a lunga sca- ,denza ed a mantenere intatti i diritti acquisiti. , Fino ad ora la lotta operaia si limitò alla organizazione ed alla conquista di miglioramenti immediati; aumento di salari, diminuizione di ore di lavoro, affermazione e conquista di diritti. Ora, la lotta diventa più alta, ed ha finalità più lontane ma più radicali. E q ·iesta lotta è combattuta dalle orgauizazioni più evolute, e finanziariamente, più forti non solo; ma anche al difuori di ogni tendenza ed ingerenza politica. Ciò che è, evidentemente un fenomeno nuovo nella lotta sociale, e degno di studio, poichè non bisogna dimenticare che le • Tr·ade- Unions Inglesi che per I ungo tempo adottarono e seguirono la tattica a-politica; sembrano ora volersi mettere su la via dalla quale le organizazioni operaie del continente tendono ad allontanarsi; mentre che i proprietari che fino ad ieri combatterono isolatamente, e con l'aiuto dei soli governi, gli operai; ora si coalizano ed hanno I' aria di volere lasciar da parte l' aiuto dei governi per ricorrere al1' arma, forse più efficace, deila pura lotta economica. Il che doveva essere segnalato. + Le riforme nella Macedonia. - Dnnqne la faccenda delle due proposte , la Inglese e la Russa, che parevano il'reconciliabili, è ormai definita. Il libro bianco pubblicato dal Ministero degli Esteri Inglese, constata che i due progetti s'integranv. Naturalmente, da gente pratica, gli Inglesi si preoccupano del denaro. Nè l'osservazione è superflua. Fiuchè non ci saranno mezzi per pagare il grosso contingente di truppe che la Turchia mantiene in Ma~edonia, le truppe stesse, dovendo vivere sul paese, saranno nn elemento di disordine. L'Inghilterra propone che garantita dalle potenze Europee !'.integrità della Macedonia e la sovranità della Turchia su questa provincia, la Turchia stessa ritiri la maggior parte delle sue truppe, e che il compito del mantenimento dell'ordine sia affidato ad un più numeroso corpo di gendarmeria , a quel corpo che sarà, ora, in successione al generale De Giorgia comandato dal Rob: llant. Là dove l'Inghilterra insiste sul mantenimento delle sue proposte è a proposito della riforma giudiziaria, che la Turchia non ha compiuto e non ha alcuna intenzione di compiere. Naturalmente gli A11striaci gelosi di ogni possibilità di preponderanza Russa nei paesi Balcanici caldeggiano l'accettazione della nota Inglese nella sua prima redazione , redazione che le potenze no11 in tendevano accettare. Tuttavia. la questione finanziaria, com' è prospettata dall'Inghilterra, dà molto a pensare. La Macedonia è, per natura, un paese povero; lo stato di disordine sul quale ormai da più di venticinque anni si dibatte l'ha. impoverita ancor più. Bande Greche, Bulgare, briganti Macedoni, soldati Turchi vi si danno costantemente battaglia, e chi paga lo scotto di tutte le ire e di tutti i conflitti è la popolazione Macedone. Su tutto questo Hilmi poscia, il bravo generale turco, sempre disposto - da buon fedele del Corano- a dar ragione ai ladroni cenciosi eh' egli comanda , contro i coni infedeli all'opera de' quali mette ad ogni istante bastoni nelle ruote. Una volta, molto tempo fa, fu ventilata l'idea di fare della Macedonia un principato quasi indipendente, ma l' idea era troppo bella e d'altronde la Turchia mal s'adatterebbe a .vedersi crescere intorno gli indipendenti alla reale autorità del Sultano. La nota Russa che accetta l'aumento della gendarmeria , che propone la creazione delle guardie rurali, e suggerisce la istituzione della Commissione delle finanze, e la estensione dei poteri agli agenti civili, ed agli agenti aggiunti della gendarmeria, dovrà forzatamente essere integrata dalle proposte inglesi , a proposito dei mezzi per pagare soldati , agenti , ge~- darmi e guardie rurali. E l'Inghilterra , che vede 11 vero ostacolo alle riforme , nella voluta spilorceria turca insiste su questa parte della sua nota , men tre per tutto il resto, conviene di essere d'accordo con la

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