Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 5 - 15 marzo 1908

.. RIVISTA POPOLARE 133 ~IV15T A DELLE 1'1Vl5TE Gio,·gio Barini : La morale nelle opere di Oscar Wllde. - Si è parlato di una protesta di signore napoletane contro la rappresentazione della Salo me di Oscar. W ilde mu sicata da D. Strauss. Manca ogni ragione di protesta. Infatti, prescindendo, per un momento, dalla questione mo raie, è strano si voglia trovare offesa alla religione in un dramma in cui tradizione e sentimento religioso son trattati con ogni rispetto, non soltanto, ma anche quasi apologeticamet'te. L'aspra figura del Battista, indomabile nella sua austera selvatichezza, pensante, parlante, agente soltanto sotto l'impulso possente della fede, per la quale tutto sprezza, sorge e sta incrollabile come roccia granitica, di fronte alle persecuzioni e alle seduzioni ; egli vilipende a gran voce i I peccato, e saluta con entusiasmo l'avvento di Cristo. Uua sola volta, ma per poco, la sna voce assume una intonazione mt:no violenta: allorchè offre a Salome una speranza di salvaz:ione nella parola di Gesù; però, vista la indifferenza della impudica fanciulla per la redenzione promessale, la maledizione prorompe ancor più fiera dalle labbra vermiglie del profeta : quelle labbra che la morte sola potrà dare in balia dt:l mor boso ardore della figlia di Erodiade. E la mostruosa fanciulla è punita della perversità sua, schiacciata sotto gli scudi vendicatori dei soldati di Erode. Sarebbe ridicolo trovare un argomento in favore della protesta, nelle dispute di ebrei, saducei, farisei e nazzareni in materia religiosa: sono accenni di carattere storico, intesi a dimostrare le agitazioni delle menti e delle coscienze, che si ripercuote nell'animo di Erode atterrito dal fantasma minaccioso dell'ignoto. E' poi anche strano voler vedere un nemico della religione cristiana, o, meglio, della confessione cattolica, in uno scrittore nelle cui vene scorre san~ue che evidentemente abbonda di originari elementi cattolici, i quali ribollono e trasudano talvolta a traverso la epidermide prostestante. E' bensì vero che egli aveva cantato con nobile slancio Giuseppe Mazzini, il triumviro della repubblica romana: « E' scomparso, questo ultimo e caro figlio dell'Italia, che, essendo uomo, è morto per la causa di Dio, e le sue ossa riposano in pace. Oh I custodiscilo, custodiscilo bene, mia Torre di Giotto ( r), giglio di marmo nella città dei gigli; non permettere ai torbidi capricci della tempesta di turbare il suo sonno; ... giam~ai più possente vincitore ascese i gradini del Campidoglio nei tempi trascorsi, in cui Roma era veramente Roma, perchè la libertà procedeva al suo fianco come una sposa, e alla loro vista il pallido Mistero fuggiva, gettando un grido acuto, fino nella sua cella, trascinando un vegliardo che stringeva delle chiavi arrugginite: fuggiva fremente di terrore a quell'eterno scampanio che suona i rintocchi dell'oblio sulle dinastie defunte, e finalmente cadde giù come l'aquila ferita sotto il turbine, quando il grande triumviro penetrò fino nel cuore sacro di Rom·a. Ei conosceva il cuore sacrosanto e i colli di Roma: egli strappò la immonda lupa dalla caverna del leone, ed ora riposa nella morte ... <<••• Che le nove sorelle scordino un istante il loro mo• desto regno per piangere su colui che, per risuscitare gli uomini, accese nel più grandioso dei santuari di Roma la face di Maratona, e portò I' ardore del sole fin sui piani dal sole dimenticati. « ... Rialzate la testa, o poeti che durerete eterni. e voi, trombe d'argento, lanciate p;ù fieri squilli : perchè la cosa (r) Oscar Wilde credeva che Dante fosse sepolto 111 Santa Croce. vile che fu l'oggetto dell' odio suo resta strisciante nella s~a nera tana, solo con Dio e con memorie di peccato. << E pure, che vale essere tornata alla sua caverna, a questa madre distruttice delle prostituzioni imporporate? ... Se una sola stella, come torcia fiammeggiante, brilla nel cielo, la in giusta luce del giorno la soffoca senza indugio, e nessuna tromba di guerra pu~ò render la voce della passione alla muta polvere che un giorno era Mazzini! La doviziosa Niobe aveva i figli per consolarsi degli strazi che pur nella pietra soffriva, - ma l'Italia I... Qual giorno di Pasqua resusciterà i suoi figli, che ndn erano Iddii, e pur hanno sofferto? Quali piedi andranno senza errare fino alle mille pieghe del loro sudario? Quali occhi limpidi li vedranno in carne ed ossa? Oh! disperder le pietre di su i loro sepolcri, e baciare le rose sanguinanti dette loro ferite, per amor di Lei, della nostra Italia, nostra madre visibile ! La più santa di tutte le nazioni, e la più triste, per la sua bella causa il giovant> calabrese cadde nel giorno d'Aspromonte, lieto il cuore, che in un secolo in cui Dio si compra e si vendt:, un uomo si trovasse morente per la libertà ! 11 Nobili parole, anche perchè vergate da colui che, mentre dichiarava nutrire amore grande alla libertà e sentimenti repubblicani, affermava non aver simpatia di sorta , per coloro lt: cui mani sacrileghe piantano la bandiera rossa sulle barricate nelle vie, senza difendere una causa giusta, e che sta• bilirebbero il regno dell'ignoranza li. Però la vista di Roma e lo spettacolo delle cerimonie del culto cattolico modificano profondamente tali impressioni di una mente fervida e mobile: dopo la udizione del Dies irae nella cappella Sistina, egli esclama: No, Signore, non è cosi. li candore dei gigli in primavera, i malinconici boschetti d'o. livi o la colomba dall'argenteo petto mi rivelano più chiara - mente la tua vita e l'amor tuo, che non queste fiamme ross e e questi colpi di tuono, coi loro terrori ~. A Pasqua, (< le trombe d'argento risuonarono sotto la cupola, il popolo con religioso rispetto piegò a terra le ginocchia, e io· vidi portato sulle spalle degli uomini, come qualche divinità, il santo Signore di Roma. Come un sacerdote, aveva una vesta più candida de Ila schiuma del mare: come un re, era cinto della porpora regale: tre corone d'oro sorgevano ben alte sulla sua testa. Circondato di luce e di splendore, il j)apa tornò alla sua abitazione. Il mio cuore volò lontano lontano lontano nel passato, attraverso il deserto degli anni, verso un uomo errante sulla riva di un mare solitario, che cercava invano un luogo ove riposare. - Le volpi hanno la loro tana, ogni uccello il suo nido, e io, io solo, debbo errare senza riposo, i piedi sanguinanti, e bere col vino la amaritudine delle lacrime ». E se, tornato in patria, trova che il suo Tamigi è più santo che non Roma; se gli dei pagani• gli sorridono ancora, tuttavia la Madre di Dio nQn cessa di e~sergli cara. Nt:i due anni della pena atroce, in cui duramente ebbe a scontare i suoi peccati, e della quale vedeva il termine quasi con paura (perchè « per quanto siano orribili i morti che escono dalle loro tombe, i vivi che sorgono dalla tomba son o anche più orribili))), in quei due anni egli pensò e scrisse De profundis, il libro del dolore, il meraviglioso libro che av - vince l'animo nostro e ci fa fremere ad ogni pagina, ad ogni periodo, ad ogni parola: e quel libro è tutto pervaso da un sentimento cristiano, libero da impacci confessionali, profondo ed eloquente. In questo ultimo libro (dopo De profundis scris - se soltanto La ballata della prigione dt Reading), come nelle prime poesie, un'aura di religiosità rivela in Oscar Wilde un credente. Avranno forse base più solida gli scrupoli di coloro che si inalberano di fronte alla proclamata immoralità di tutta l' opera letteraria del!' Wilde stesso, compresa Salome? Generalmente la gran massa del pubblico vuol vedere un

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