... RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Hirettore: Prof. NAPOl,EONE OOLA.JANNI (Deputatoal Par1amento) Esce in Ro1na il 15 e il 30 d'ogni. mese Italia ; anno lire 6; semestre lire 3,50 - !~stero : anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vitt01·io.Emanu,ele, n.0 115 - NAPOLI Anuo XlV - Nmn. 5 ABBONAMENTO POSTALE Roma, 15 Marzo 1008 SOMMARIO: GH avveuhuentl e ~Il 11omtnt: Noi: (L'anniversario di Giuseppe Mazzini - Modernismo escomuniche - Pel rincaro delle pigioni - Un'ammistrazione modello - La Corte dei Conti e l'azienda ferroviaria dello Stato - La grande infamia - Politica di odio - Le grazie dello Tsar - I cavilli del Giappone - Edmondo de Amicis) - Dott. NapoleoneColajannl: Vento di follia - Dott. TommasoSorricchio: Socialismo e cooperazione integrale -- Camillo Vaccaro: Le classi dirigenti meridionali e le riforme scolastiche - Angelo Crespi : Il cancro dell'Impero Brirnnnico (La questione delle razze) - Prof. AlessandroGroppali: Per un ricreatorio civile - Prof. EmanuelePisani: L'abolizione <lei Lotto pub - blico - Saverio Santià-Pichi: Di uno studio recentissimo su Giuseppe Mazzini - ltivista delle ltlvtst,e: La mora!e nelle opere di Oscar Wilde !Nuova Antologia) - Decadenza nazionale ( The Nation) -11 prossimo conflitto del Pacifico (Mercure de France) - Il deputato Keiz Hardie in un villaggio indiano (Modern 'l{_eview) - Il Papa e il modernismo (Windsor Magar_ine) - L'omicidio ingiustificabile nelle miniere americane (Engineering Maga,ine) - La rinascenza dell'unità irlandese (North American Review) - Recensioni. GLI Pr VVENIMENTI e GLI UOMINI L'anniversario di Giuseppe Mazzini. - Scomunicati erano già stati altri; e proibiti dal Santo In varie città d'Italia quest'anno si è co11nnernorato f'!I Uffizio sono stati dichiarati ia Rivista Nova et vetera Mazzini più solennemente del solito; con particolarità. ~t .... e n Giornale d'Italia. a Messina ed a Milano. Lasciamo da parte il valore reale, l'efficacia che nei Noi nulla pos~iamo ag~iungere di ?~stro e di nuov~ nostri tempi miscredentissimi può avere Ja scomunica: a quanto oramai vanno ripetendo am101 ed avversari sappiamo dal Rinnovamento che essa Jascia vivere; nostri. Ci piace soltanto riprodurre dall' e Avanti> del- è certo però che essa è un indice chiaro dei tempi· ed l' 11 marzo questo stelloncino: ha indubbiamente una grande efficienza morale. 'La- « Oggi, 10 marzo, l' Italia volge im pensiero alla sciamo anche da parte il fatto che tutte le nostre memo1·Ja del G'rande, che fu lo spirito animat01·e della simpatie sono sempre per i perseguitati, e che noi nostra 1·ivoluzione nazionale. vediamo sempre con grande piacere i veri studiosi e L' Italia? Forse no. T1·oppi italiani hanno paura portare la loro opera qual contl'ibuto ~11' umano prodi accostat·si al g1·ande spfrito che ebbe fremiti di ira, gresso; ma se vogliamo ragionare con un po' di logica e costante implacabile avversione per tutte le viltd e non possiamo fare a meno di ripetere che il Paµa pe1· tutte le transazioni. La gente se1·ia che dtlla rivo- ha ragioni da vendere. E' probabile che , in pectore, luzione italica fece una vigna per i p1·opri appetiti, l'ottimo Pio X si dolga che i tempi ( sempre questi ha alfri culti ed alt1·e devozioni. Mazzini è vestito di tempi miscredenti) non gli concedono di far lavorare fiamma, ed essa ha l'alucce di cm·ta pesta. un pochetto il boia; e non abbiano nessunissimo gusto __ e Ma il proletariato - il proletariato di cui Mazzini per gli arrosti in pubblica piazza; ma è certo però non seppe intende1·e intera la voce e la speranza-reca che Pio X recidendo dal corpo il membro malato, oggi ai suoi simulac,ri i fiori della 1·iconoscenza. Esso opera saviamente. sa che senza il mfrabile sforzo della rivoluzione ita- Chi non opera saviamente sono i modernisti, i quali l(ana , non sarebbe possibile oggi la sua lotta vitto- si ostinano a restare nella Chiesa 4egandone, o metriosa. tendone in dubbio, o discutendone i dogmi fondamene E sente anche una segreta affenità di spfrito col tali; le basi stesse del Credo e la ragion d'es.sere del grande genovese, però che nessuno meglio del proleta- Cattolicesimo. riato può intende1·e la bellezza di una aspettazione se- Poichè se non tutti i modernisti accettano le conrena, fatta di audacia e di sacrificio. dusìonì del LoislY, il quale è arrivato a negare la Tu sol -pensando - o ideal sia vero I divinità di Cristo ed a fare di lui un inconsapevole Finalmente! uomo di genio, tutti però - chi più chi meno francaAU'organo ufficiale del socialismo che forse ebbe mente - trovano logico dover rivedere i primi libri qualche pentimento mentre ,scriveva domanderemo: d_ella Bibb_ia_, t~·ov~no n~turale respingere l'afferma:_ cbi PIU' DI MAZZINI nei moment,i nel tempo, nelle zione. che 1 hbn d: Mose f~rono, realmente, dettati ~ircostanzein cui agiva, più che scrivere e pensare da D1~ ; trovano gi?sto resprngere molte_ d~lle_tante intese più intera la voce del proletariato? assurdità che la Chrnsa propone come articoli d1 fede. + Certamente ~oi_consi~eriamo che essi ~anno r~gi~ne, Modernismo e scomuniche - Finalmente, e che se la rehg10ne St sbarnzzasse di tutto 11 ciarvisto e considerato che i dissidenti non se ne vogliono pame tomistico e dogmatico che il lungo andare dei andare di buona voo-lia Pio X li mette fuori della 1:1ecoli,e le necessità del predominio politico le hanno Chiesa e lancia le ·:com 1 uuicbe. La prima - a tout imposto, essa assicurerebbe ancora per molti secoli la •eigneu~ tout hon-neur - è toccata all'abate Loisy. sua vita e la sua influenza nella società ; ma ricono-
114 RIVISTA POPOLARE sciamo altresi che non s!lrebbe più cattolica ; anzi a voler essere sottili si potrebbe dire che non sarebbe più neppure Cristiana; quasi quasi non sarebbl'j più religione, ma si trasformerebbe lentamente in sistema di etica, eretica per consegnenza, e giustamente condannata da ogni capo di religione. Difatti n0n il Papa solo respinge dalla Chiesa il Loisy; ma anche i protestanti si rifiutano ad accettare le conclusioni dell'acnto esegeta francese; come respingono energica.men te, concordi anche in questo col Papa, le critiche che alla Patristica muove fieramente il Tyrrel, del quale si dice, che farà. presto, come scomunicato. con1pagnia al Loisy. I modernisti gridano alla persecuzione, e si compiacciono in atteggianienti di martiri; ma francamente; perchè vogliono essi stare in paradiso a dispetto dei eanti? Essi negano ciò che per il Papa e per tutti i credenti è fatto fondamentale della religione ·cattolica; e non vogliono uscire dalla Chiesa: è natura.le che da una delle parti si voglia una. buona volta essere franchi. Potevano esiserlo essi '.ri rrel, •Loisy, Murri , come capi; non lo Lanno voluto; non debbono dolertii lo sia dunque il Papa. E' peccato però che l'esempio di coerenza, di lealtà, di logica venga da chi rappresenta il p_assato , contro ohi dovrebbe rappresentare l' avvemre. + Pel rincaro delle pigioni. - Continua dapertutto il rincaro delle pigioni; il rincaro meno giustificabile perchè tipicamente rappresenta quello che Henri George chiamò l'arricchimento non guadagnato e contro il quale tuonò maggiormente il Carnegie miliardario nel suo Vangelo della riccehzza. Contro questa tormentosa ingordigia dei padroni di casa c'è una proµosta nella Nuova Antologia (1 ° marzo) che vogliamo riprodurre benchè da parecchi quotidiani riportata. Eccola. In Irlanda un complesso di condizioni storiche avea creato per l'affiitto delle case rurali e della terra un disagio non diverso da quello che il rincaro delle pigioni produce a Roma. I proprietari aumentavano continuamente i fitti e sfrattavano coloro che non potevano o non volevano sottostare ai nuovi aumenti. Da ciò trassero origine l' agitazione e la Lega dei fi ttai uoli, i qual i chiesero le famose tre f, e cioè : equi fitti (fair rents) da determinarsi dal giudice; proibizione dello sfratto (fixity of tenure) per il fittaiuolo che paga va la sua pigione; libertà di snb-affitto (free sale). Siffatte domande dapprima considerate rivoluzionarie, finirono coll'essere accolte in parte con _la legge del 1870 e totalmente con quella del 22 agosto 1881. L'applicazione pratica di queste leggi fu oltremodo benefica: sopra 540,000 fittavoli ebbero gli affitti fissati dal giudice con un ribasso di oltre il 20 per cento, iu confronto di quello che prima pagavano. Ed oramai tutti i partiti costituzionali inglesi, dai conservatori ai liberali, sono d'accordi) nel ritenere che lo Stato abbia il dovere di proteggere i fittaiuoli irlandesi contro gli alti fitti che essi stessi producevano colla reciproca concorrenza. Orbene, io non vorrei neppure chiedere per i cittadini di Roma P delle ma~giori città d'Italia quello che il Governo ed il Parlamento inglese hanno fatto per i :fittaiuoli d'Irlanda; non proporrei che il tribunale sia autorizzato a rivedere i fitti delle case ed a ribassarli quando risultino esorbitanti. Mi limiterei a porre il problema in termini più modesti, ma non meno pratici. Data la fondazione dei nuovi istituti per le case , anche quando essi siano largamente dotati di fondi dal Governo ed in misura assai maggiore di quella finora proposta, occorreranno nou pochi anni prima che ossi abbiano un'azione sensibile. Provvediamo nel frattempo con una disposizione transitoria; a cominciare da oggi e per il termiue di dieci anni, l' inquilino abbia il diritto di rimanere nella casa che egli occupa, pagando regolarmente il fitto, che il proprietario ha denunziato all'agente delle imposte ali' effetto del!' imposta sui fabbricati. Cosi ogni inquilino ha la sic11rezza di poter restare per dieci anni nell'appartamento che ora occupa, senza alcun aumento di fitto. Non avremo un ribasso, ma per lo meno saremo garentiti dal rincaro! La legge dovrebbe applicar,:;i soltanto alle grandi città, superiori a 100 mila abitanti e per 10 anni. Essa potrebbe stabilire anche eq lle eccezioni a bene ficio del proprietario che volesse abitare personalmeu te. un determinate alloggio, ricof!truire a fondo la propria casa, ecc. Una siffatta leggina di pochi articoli dE.rebbe per dieci anni la tranquillità a mezza Italia e permetterebbe intanto al Governo ed ai Municipii di e,;cogi tare e di applicare dei provvedimenti idonei ad attenuare un malessere oramai acuto ed intollerabile. In caso diverso, ogni anno avre111011n nuovo amuento di fitti e si arriverà ad una condizione di cose ben peggiore dell'attuale. Non mi nascondo che la proposta urterà i nervi dei quietisti nostri; ma l' esempio dell'Inghilterra dimostra pure che i Governi che vogliono seriarnente porre rimedio al disagio sociale nou rifuggono dal ricorrere alle misure necessarie. + Un'amministrazione modello. - I giornali conservatori si ::,0110 data molta premnra nel!' indagare come i riformisti di Milano hanno ammini::,trnto il p:-t· trimonio Loria, cioè la Società wnanita1·ia; gli stessi giornali più volte hanno segnalato all'abominio l' aro ministrazione popolare del Comune di Catania. Per noi fanno bene gli avversari a criticare, a controllare severamente l'opera dei nostri amici ed affini; ma farebbero molto meglio a darci esempi di buona amministrazione. Si sa: le chiRcchiere, i precetti verbali, i consigli, le ammonizioni non edncano; solo i fatti e gli esempi educano. Questa è convinzione generale, anche tra coloro che non sJno profeHsori di peda~ogia. D'onde il motto popolarissimo i:!Ullacon ll addizione di Pad1·e Zapata che predicava bene e 1·azzolava male/ Tutto qnesto ci veno e in mente leggendo sul Corriere di Catania la Relazioue di un Regio Commis- -sario sulle condizioni dell' l8tituto Agrario Val di Savoia di Catania; Relazione che ci fece comparire timida, pallida, modesta la parola di Giuseppe De Felice che se ne occupò in una sua intf'rrogazione alla Camera dei Deputati. Noi non possiamo riprodurf'e quella istruttiva Relazione; ma ci limitiamo a. spigolare questo eloq 11entissimo dato: gli 11-diciamo undici- giovani sinora licenziati dall'Istituto, sono costati L. 61,265 l'ann<:1; ogni licenziato è costato in media oltre L. 15,500. « E q nesta cifra, dice la Relazione, diventa più che doppia se il costo dei giovani licenziati si voles8e riferire per lo stesso periodo 1901-1906 alle spese generali dell'Amministrazione. Nella perorazione della Relazione il R. Commissario dice: « Eccellenza I e Da quanto è stato ei:lposto succintamente e rapie damente nei miei scritti precedenti, pare possa dee sumersi, come in piccola e netta fotografia di un e vasto paesaggio, lo stato di fatto in cui trovasi lo e Istituto Val di Savoia. Molu circostanze, molti anedc doti, molti dietroscena, molti atti, molte deliber-azioni, « mandati, lavori eseguitiirregolarmente, ma che possoe no lJUre prestarsi a censure o a sospetti, come µossono « giustificarsi con ragioni di opportunità o di urgenza,
' ' • RIVISTA POPOLARE 115 e nonsi sono volutiricordare per la eonvinzione dello e scriven~e che, sostanzialmente, gli amministratori, « se sono stati deboli o incerti nella loro azione, non e possono essere attaccati nelle loro intenzioni. Lo e Rcopo di questa relazione non è quello di dm· punture e o di suscita1·epettegolezzi; è assai più alto; è quello ~ di dare all'E. V., ed eventualmente all'opinione pnbc blica, elementi di fatto inconfrove1·tibili per formarsi e un sereno giudizio, per avvisare a sicuri rimedi ed " ottenere al più presto quello che non si è potuto e ottenere finora, que!Jo che fu voluto dal testatore , e che è desiderio del governo, che è bisogno della proe vincia di Catania per il rapido sviluppo della sua e cre::iceute produttività. agricola ed ·industriale ,,. E' cniaro: attraverso alle bnone intenzioni di quelle perle di amministratori il Regio Commissario non vedrebbe wale che qualcuno anda~se a vedere il sole a scacchi ... Ma chi sono questi amministratori ? Monarchici o clericali della più bell'acg ua-di quelli che ricevono le benedizioni dal Cardinale FrancicaNava. E chi è il Regio Commissario che l'i ha cosi terribihnente bollati: Giuseppe De Felice? Giovanni A11teri Berretta? Altri popolari che devono vendicarsi del Cardinale Arcivescovo? Ah no! E' un monarchioo dei più convinti e dei più colti: Pietro Aprile di Cimia deputato al Parlamento italiano I + La Corte del Conti e l'azienda ferroviaria dello Stato. - Noll pochi giornali,. in questo momento di tempesta inquisitrice chiedono che si faccia una inchiesta non solo al ministero della Pubblica , Istruzione - nia anche sulla Corte dei Conti. La convenienza di questa Inchiesta, in verità, saltò fuori sin da quando la difesa Nasi osservò che certe spese non si potevano più contestare giacchè la Corte dei Conti le aveva approvate ... Ora se quelle spese erano ins ussis tenti, o criminose, o semplicemente irregolari era evidente, che la Corte dei Conti aveva mancato al proprio dovere approvandole. Questo il motivo, diremo cosi, episodico per la Inchiesta su quel maggiore organo dello Stato che alla fouzione di tutti gli altri presiede e che dovrebbe controllare tutte le spese pubbliche. Altri motivi antichi ed altri-più gravi e recentissimi ci sono per la Inchiesta. Fra gli antichi ricordiamo : la Corte dei Conti dovrebbe annualmente rivedere i conti delle amministrazion_iprovinciali; e non li ha riveduti per decine di anni ..... Quello più grave e più recente - fresco, fresco. Si parla tanto dellla cattiva gestione delle Ferrovie dello Stato. Presso a poco si tratta di controllare la spesa di circa quattrocento milioni all'anno ..... Ebbene in marzo 1908 la Corte non ha ancora esaminato i conti del primo anno di esercizio di Stato del 1905-906 l!I La cosa è enorme e dovrebbe richiamare l'attenzione del Parlamento. In quanto all' Inchiesta sulla Minerva , dalla quale abbiamo preso le mosse, una Commissione governativa è stata nominata; ma essa non poteva soddisfare l'Estn~- ma Sinistra, che la domandava parla.manta.re; e tale dovrebbe essere per dare tutti i desiderati politici e morali. La Camera, però, dietro proposta del Presidente del Consiglio, che non poteva dare torto a sè stesso, ha rinviato la mozione dell'Estrema ad un mese-cioè l'ha rigettata. + La grande Infamia. -- Non si può trovare altra frase per giustificare la legge di espropriazione votata alla fine di febbraio dalla Camera dei signori di Prussia contro i Polacchi. Non bastava aver tentato d'imporre una religione • che non è quella dei polacchi; non bastava aver voluto imporre la lingua tedesca ai figli della Polonia; non bastava l'aver speso centinaia di milioni per popolare con coloni tedeschi la parte della Polonia che toccò alla Prussia r.ella scellerata divisione del 1772... ora il governo di quei! pericoloso matto da catena che risponde al nome dell' Imperatore Guglielmo II, ha fatto votare dal Parlamento prussiano una legge di espropriazione forzata per dare ai tedeschi le terre dei Polacchi. Questa legge è appena degna dello Czar o di Abdul Amid... E nella Prussia civil,e è passata senza sollevare alcuna manifestazione di popolo... Nella Camera dei i;;g.uori la legge incontrò una opposizione più vivace che in quella dei deputati; nella prima 111 voti la respinsero e 143 approvarono la mozione finale di Adickes mentre nella seconda l' oppot:Jizionedei cosidetti liberali fu semplicemente ridicola. Ma nella Camera dei signori si vide il pericolo della legge. I grandi proprietari della Camera dei Pari disssero: e Chi ci garentisce che ciò che oggi noi facciamo contro i Polacchi domani i socialisti non li facciano contro di noi? ~ L'odie tibi cras mihi lo spaventò. Non hanno torto: quella legge è sopratutto un delitto nazionale e contro l'umanità; ma è anche un grande colpo contro il principio della proprietà. • Polltloa di odio. - Fortunatamente, e grazie specialmente al buon senso del pubblico e della stampa inglesi, il colpo tentato dai conservatori d'Inghilterra, e del partito della guerra Prussiano ha fatto fiasco. Non bisogna credere però che non lascia le sue traccie nell'opinione pubblica, specialmente Inglese. La rivelazione di una lettera di Guglielmo a Lord Teedmouth è stato un magnifico tentativo di seminare fruttifera e duratura zizzania. Infatti nessun popolo è forse tanto geloso quanto l' Inglese della propria marina e dei proprii interessi e diritti mo1·ali;e nessun altro popolo è altrettanto intollerante d' intromissioni straniere in questi interessi e diritti. Naturalmente venire a sapere che l'Imperatore Guglielmo ha scritto al ministro della marineria Inglese una lettera confidenziale nella quale, appunto, tratta cose di marina ed aventi rapporto alla marina Inglese , è stato un fulmine a ciel sereno. Sennonchè la provenienza della notizia ha messo subito sul .: chi vi ve • l'opinione pubblica. Il Times è il massimo organo conservatore: ed i conservatori vedono con grande astio e sommo dispiacere il progredire della politica liberale verso una. indefessa. opera di pace. Non già che essi - i conservatori-sieno partigiani della guerra. No; e specialmente poi in Europa e particolarmente contro la Germania , quantunque una certa naturale antipatia del popolo Inglese per il Tedesco la potrebbe rendere in certo qual modo assai tollerabile ; ma essi s~nno che , anche tenuto conto dell'antipatia il popolo Inglese vede di buon occhio le guerre coloniali , nelle quali è certo di non perdere niente; ma. guerre in Europa e con paesi aventi diretto contatto con l' Europa non ne vuole affatto. Il partito liberale, francamente partigiano di pace, ed in questa opera concorde e solidale con i più illuminati partiti politici d'Europa, secondando il desiderio pacifico del popolo Inglese, si crea una fortissima base di aderenze alla sua politica, e ciò nuoce ai conservatori i quali temono di non riuscir più a riafferrare il potere che fu loro tolto dai liberali. Di qui la esagerazione a proposito della importanza e del carattere della l0ttera di Guglielmo II, nella speranza che l'opinione pubblica fosse tratta a concludere che il governo liberale permette ingerenze estranee negli affari della marina inglese. Questo per il lato inglese e conserva•
.. .!.z::!:r-.. '= ~ 116 RIVISTA POPOLARE tore della faccenda. Il lato tedesco non è meno singo- è tale uomo che riesce a far parere ingenuità la più lare e caratteristico. sottile astuzia borgiana. Egli ha fatto grazia questa Da un certo tempo l'azione bellicosa dell'Imµeratore volta : oh I non ai nikilisti , no; uon a quel LebedinGuglielmo si va modificando. C' è ancora sì, di tanto tzeff che si è rivelato un vel'o eroe, ed intorno al quale in tanto, qualche brindisi a base di fanfara, o qualche i chiacchieroni d'Italia han menato una sfacciata gaz discorsetto pieno di fuoco e di furore bellico , ma i zarra di millanterie, non alla Sturre, non alla Ra8pntin, fatti dimostrano che brindisi e discorsetto sono isolati non alla Kazanskaja (la ìncogDita donna di Kazan), a nella azione del Kaiser, e se li mettiamo in rapporto nessuno degli uomini e delle donne che tentarono uccon le occasioni in cui sono stati pronunciati si vede ~ cidere, e non ucci!'jero, cowbattenti della più nobile e che erano richiesti tali e quali dal momento e dal :.lgenerosa delle cause. luogo; cosi come uno indossa ìa marsina in una serata No: non ha fatto grazia. a costoro; nè ai loro comdi gala ; e si sente in dovere di parlare di poesia in pagni di lotta, neppure alla J antcevskaia, la fanciulla compagnia di poeti, e d'~rmi e di armamenti a pranzo di 17. anni che dovrà andare a marcire la sua fresca con ufficiali. Man mano che gli anni passano il Kaiser gioventù, a seppellire i suoi entusiasmi per la libertà, diventa più riflessivo, ed anche i discorsi attenuano nelle traditrici miniere d'argento. Ess~ che voleva la loro sonorità. E che egli sia abituato a fare dei togliere un peso al popolo Russo, andrà a guadagnare, discorsi reboanti destinati a rimanere senza seguito e col suo dnro lavoro, qnalche bottiglia di sciampagna a senza effetto, se lo seppe il buon Kruger il quale ri- coloro che lo opprimono. No; egli, lo Tsar umanitario cevette un telegramma destinato ..... a non rappresen- della « Burletta per la Pace > non ha fatto grazia a tare che una dolorosa burla per i Boeri. nessuno dei ribelli. Tchajawskj impazzisce nella forDunque l'Imperatore Guglielmo, primo viaggiatore tezza di San Pietro e Pado e, Italiani o no, Caffi e di commercio del suo paese, ha capito q nello che tutti i Lemine, due giornalh1ti che hanno osato svelare ail'Ecommercianti sanno; cioè che per gli affari è necessaria ropa la ferocia delle carceri Russe hanno snbito la la pace. Ha capito che il vero dominatore, oggi, è quel tortura. No, a nessuno di questi uo:nini e donne dalla popolo che possiede il maggiore numero di mercati, vita purissima, a nessuno di questi Nicola II ha fatto e che riesce a conquistarli non già con la spada, ma grazia. Nondimeno egli ha graziato qualcuno: anzi sibbene con la superiore attività commerciale ed indu- molte persone; quindici, tutte in una volta. striale. Egli è diventato dunque, negli atti e nella Chi oserà dire, ora, che lo 'rsar è spietato? Neppnr politica, se non nelle parole, un pacifista. E questo noi - che pure non siamo persuasi della sua umanità - naturalmente non conviene al partito della guerra, for- neppur noi oseremmo ripetere le nostre antiche ditiss1mo in Prussia, poichè oltre agli adepti - ormai chiarazioni ... se i graziati non fossero quelli che sono. sgominati - della tavola 1·otonda ne possiede altri su In un ~iorno della estata scorsa a Teraspol, nel gol'onorabilità dei quali non si può dire neppure una verno di Odessa, un decreto del :S:aulbars, il generale parola, e che sono assolutamente fanatici della politica che sulle rive dello J alu foggi dinanzi ai Giapponesi Pangermanica. lasciando le trnppe cavarsela, o non cavarsela, come Il fiasco fatto dalle teorie pacifiste alla Conferenza potevano, un decreto di codesto eroe, sguinzagliò i cani dell'Aja aveva messo la gioia in cuore a questo par- dello Tsar attraverso la tranquilla città. tito, che il ravvicinamento Anglo-Germanico rattri- Il quartiere ebreo fu invaso, le botteghe saccheggiate, sta assai. le case messe sottosopra: le fanciulle furono violate _L'opera riel governo liberale Inglese e dell'Impera- ed i bambini sbatacchiati con la testa contro i muri, tore Guglielmo, sinceramente tendenti alla pace, erano e. sfracellati sul suolo. I giovani che volevano difenun bruscolo negli occhi a quel partito: di qui la· rive- dersi ucoisi ed i vecchi bastonati e torturati, dieci !azione della lettera destinata, nel pensiero segreto dei ore di pogrom, semplicemente. E s'intende in nome di propalatori, a riaprire quell'abisso fra i due popoli, Dio e per la gloria e la sicurezza dello Tsar: di quelche governo liberale, dal lato Inglese e Kaiser e com- l'ottimo Nicola di cui abbiamo detto sopra. Dinanzi marcianti, dal lato tedesco tentano di calmare. allo sdegno ed all'orrore della popolazione di Odessa, Grazia alla caima inglese, alla serenità della stampa alla quale, naturalmente, il Kaulbars non ebbe il coliberale, ed anche alle ferme dichiarazioni dell' Asquith raggio di resistere - ser.nbra che il coraggio non sia ai Comuni, del Landsdowne ai Lords la tempesta è la più chiara particolarità di codesto generale - alcuni finita nel bicchier d'acqua ; la lettera, privata, gio- pogromisti furono condannati. · viale, pacifica, è apparsa, ciò che era, una affermazione Lo Tsar gli ha graziati! Sia dnnque lode allo Tsar. di più del sentimento pacifista del Kaiser ; ma non Egli ha accettato la presidenza della e Lega del Pobisogna dimenticare che il vero pericolo alla pace, non polo Russo •; ha ricevuto in udienza solenne il capo proviene dall'irrequieto Imperatore ma bensi da coloro dei « Oento Neri > ha detto che egli vede in codeste - e non sono governanti, nè commercianti - i quali associazioni la difesa dei diritti della sua corona, coein una guerra avrebbero tntto da guadagnare e niente rente a se stesso egli ha graziato quelli che uccisero da perdere: reazionari e militaristi. per la sua causa ed in suo nome. Egli ha veduto in • + loro degli amici e dei difensori, dei carnefici più sbriLe grazie dello Tsar. - Noi abbiamo affermato più voi te che lo Tsar è crudele, è ipocrita, è feroce: ebbene siamo quasi tentati oggi di dare una solenne smentita a noi stessi. Ce lo perdonino i no8tri lettori, noi dobbiamo riconoscere che lo Tsar Nicola II è capace di movimenti umani, cede, qualche volta, agli impulsi generosi del cuore; ottimo Tsar, al nome d~l quale la baronessa Suttner fa gli occhi di pe:-ice fritto, e va in brodo di giuggiole, e perchè l' ottimo Stead si scalmanava, fino ad ieri , a pubblicare panegirici. Noi non abbiamo· fatto mai a Nicoltt. U l' ingiuria di crederlo o dichiararlo insensato. Noi non abbiamo mai accettato la teoria della follia del ree! ·1so di Tsarskoje-Selo ; come non abbiamo mai accettato la diceria della bontà di cuore , e della umanità; ma costui gativi di quelli eh' egli direttamente stipendia, e che opera con molta formalità nel!' isoletta del « muso di volpe » a Pietroburgo. E naturalmente gli ha messi nella possibilità di ricominoiare da capo. Lo Tsar dunque fa grazia: chi oserà ancora chiamarlo crudele? I cavilli del Giappone. L'incidente del Tatsu Maru non è stato, in fondo, che una occasione afferrata alla lesta dal Giappone per avere una ra~ione qualunque di pigliarsela con la Cina. Occasiòne ladra quanto altra mai, poichè il carico del Tatsu-maru era un carico di armi di contrabbando destinate ai ribelli, e la Cina lo ha sequestrato con tutti i diritti e tutte le ragioni. Da lungo tempo il Giappone spiava il u.wmento op-
...... RIVISTA POPOLARE 117 portuno, poichè da lungo tempo - da dopo la guerra in Mandchuria - il Giappone desidera far suo quel territorio che per il trattato di pace dovette restituire alla Cina. Questa, in realtà, l'origine della azione giapponese contro la Cina. Tempo fa il corrispondente del New York Herald telegrafava: « I timori di una gnerra fra il Giappone e l'America non hanno alcun fondamento. Il Giappone fa grandi preparativi bellicosi, ma questi sono diretti contro la Cina. Attualmente non vi è in apparenza alcun motivo di conflitto fra questi due paesi; ma l'occasione non tarderà molto a sorgere ~ . E di fatti l'occasione s'è presentata e assai presto: e con tanta maggiore baldanza il Giappone l'ha colta inquantochè è certo che nè Russia, nè Stati Uniti si metteranno dalla parte della Cina. La Russia perchè anche se volesse, non può; e perchè gli Stati Uniti n~n vogliono. Il possesso della Mandchuria è per il Giappone una questione vitale - come le Filippine, del resto, alle qmdi si può star certi penserà a suo tempo - tanto quanto il possesso della Corea che non non di nome, ma di fatto è diventato possesso del Mikado. I Giapponesi hanno enormi interessi in Mandchuria. Il gra11de paese, origine della schiatta che oggi governa la Cina, è nno dei principali sbocchi del loro commercio, è uno dei mercati a loro più favorevoli; ma il fatto che essi non possono possedervi come vorrebbero, non possono dettare essi la legge, ·e quindi debbono subirla, e, sovente, ostile a loro fà si che la Manchnria sia il grande desiderio di conquista di tutttt. la politica Giapponese. Dopo le vittorie sn la Russia credettero esservi arrivati; il trattato di pace mise molta acqua nel loro vino; ma non troncò le loro speranze , anche perchè gli sbarazzava dalla Russia, l'avversaria allora e veramente temibile. Ora essi trovano di fronte la sola Cina. ·E' probabile - la Cina è conscia della sua inferiorità militare, quantunque abbia saldissimo il concetto della propria dignità e della propria superiorità morale - è probabile diciamo, che la Cina ceda alle pretese del Giappone; ma non per questo lo scopo del Giappone sarà abbandonato: l'occasione, svanita ora, si ripresenterà un'altra volta, altre dieci volte, fincbe sarà la buona; e allora anche l'Inghilterra dovrà dire addio al traffico mancese, e forse anche al predominio rnarittimo su le coste asiatiche del Pacifico. E questa è in fondo la ' ' morale della favola che da lungo tempo il furbo novellatore Giapponese sta raccontando all' Euro1>a ed all'America. ♦ artistica e letteraria ai principi che avava a:lottati; e il libro non venne. E il libro non venuto ci fa amare ancora di più Edmondo De Amicis che non ce lo facciano ammirare i tanti suoi libri popolarissimi. Nor VENTO DI FOLLIA Era mio fermo proponimento di non intrattenermi più dell'affare Nasi, sperando che la grazia che verrà certamente appena la renderanno possibile l'ex ministro, gli amici ed ammiratori suoi con una prudente e decente attitudine, avesse chiuso questo increscioso e doloroso periodo della vita politica italiana. Ma il vento di follia; che spira in Sicilia e il vedere frammischiato il mio nome in tutta l'agitazione insana e criminosa pro Nasi, m'impongono a difesa mia, e nello interesse pubblico a tentare, tentare soltanto, come adempimenro di un dovere, con scarsissima speranza di successo - di richiamare aila ragione menti traviate, giovani ingannati ed illusi, che seguono un movimento pazzesco per ora e che potrà, lo temo, divenire criminoso. In quanto alle persone di malafede che soffiano sul fnoco, nessuno pretende convincerle; ma esse potranno essere ridotte all'impotenza dal ritorno alla calma delle masse inconscie ed esaltate. Sin da quando vidi frammischiati i principii politici, che professo e il mio modesto nome nei propositi, che vengono attribuiti ai Nasiani, sentii il bisogno di protestare. Non senza meraviglia, infatti, lessi alcuni giorni or sono nella Stampa di Torino che coi capitali forniti da un ricco cittadino di Trapani l'on. Nasi avrebbe pubblicato in Palermo un giornale inspirato ai principii federalzsti di Carlo Cattaneo, e divulgati nel!' isola da Colajanni. Francamente non mi piacevano le circostanze nelle quali venivano fuori il mio nome e il povero e tanto misconosciuto federalismo. Ci fu di più. Un rispettabilissimo cittadino di Riposto , il signor P. Di Salvo, in un giornale di Catania avendo nettamente fornr.!lata la proposta di promuovere nell'isola un'agitazione intensa in senso autonomista e per la elezione di 52 deputati autonomi"ti, dal Centro della Sicilia e da persona sotto ogni aspetto autorevole mi si scrisse pregandomi, scongiurandomi in nome dei miei precedenti e delle teorie da oltre quarant'anni professate, di mettermi a capo di tale Edmondo De Amicis. - Ogni nostra parola movimento autonomista. E questo amico non esitava nulla aggiungerebbe alla gloria e specialmente alla po- ad aggiungere che il momento era buono, e che la polari~à.·di Edmondo De Amicis Bcomparso cosl im- agitazione pro Nasi ci somministrava un buon preprovvisamente. testo che doveva essere abilmente sfruttato a beNotiamo soltanto la commemorazione fattane alla nefizio della propaganda autonomista. ~amera da Filippo T11rati : Egli commosse perchè era La qualità delle persone d'onde ~i partirono tali srnceramente commosi:ionel ricordare la testimouianza. proposte mi persuasero della gravità del movimento di solidarietà politica ed umana, che Edmond) De e non volendo che il mio n0me e i miei principii Amicis volle dare nel 1898 alle vittime della reazione servissero a coprire speranze e i)ropositi che non che stavano innanzi al tribunale militare di Milano. sono i miei, sentii il' bisogno e il dovere di maniNoi crediamo che il migliore elogio che si possa fare festare il mio dissenso. di lui sia ~uesto: egli fo un vero, un grande galantuo- Perciò dichiaro apertamente: 1° Lo Stato federale mo nella vita e nelle lettere-nessuna disarmonia tra quale lo intendo io non si deve e non si può conlo scrittore e l'uomo. fondere coll'autonomia regionista nel modo, in cui, Del suo splendido galantomismo daremo nna prova la intendevano i regionisti del 1848. 2° Ho dichias~mplicissima. Convertitosi alle nuove dottrine, per la rato più volte cogli scritti e nei discorsi , che pur via del sentimento, egli annunziò la pubblicazione di ritenendo immensamente preferibile il regime feun libro: il 1° Maggio, nel quale doveva esporre in derale, in questo momento non mi sembrava posforma. popolare i principii del socialismo. Chi meo-lio sibile, passare dall'unità a base di uniformità artidi lui poteva fare una pubblicazione che avrebbe 15 a- ficiale all'unità federale a base di varietà naturale, vuto un granr:le successo qualunque ne fosse stato il 3° Infine aggiungo che una repubblica siciliana non contenuto? , ,fi la vagheggiai mai, ma che l'ho desiderata sempre Ma Edmondo De Amicis non riusci a dare la forma. ' italiana - perchè prima di essere repubblicano, -
t 118 RIVISTA POPOLA RE in c10 seguendo i due maggiori maestri di tutti, Mazzini e Garibaldi - mi sento Italiano, e perciò pensai sempre - e in questo solo dissento da Cattaneo - che prima occorreva farè l'unità nazionale poi la repubblica. Molto meno oggi potrebbe sedurmi l'idea di una repubblica siciliana forse sognata dai politicians di Trapani, col pericolo di vederla presieduta da chi chiamerebbe come ministro della pubblica istruzione il più laido e sfacciato promotore della pubblica corruzione. Gli ultimi due punti della mia dichiarazione gli ignoranti e i disonesti potranno insinuare essere stati da me enunziati in questa e per questa occasione. Rispondono invece a convincimenti antichissimi. Sfido chicchesia a trovare un mio discorso parlamentare, una mia conferenza, un mio libro, un mio articolo in cui possono trovare un minimo addentellato che li contraddica. Esplicitamente affermai la precedenza assoluta dell'unità e deJla formazione dello Stato italiano alla repubblica in due solenni occasioni, commemorando i Centenari di Mazzini e di Garibaldi che di quella precedenza riecessaria, furono 1~più ~r:indiosa Rersonifìcazione: ~_In quanto alla d1fficolta, al pencolo sommo d1 passare oggi dall'unità al federalismo più volte vi ho accennato nella Rivista popolare, ho ripetuto il mio pensiero nel 1898 in Settentrionali e meridionali (pag, 43) e poscia in un discorso su~ Nord e sul Sud a Brescia, prima che sorgesse il caso Nasi e più da recente in un altro a Bologna, quando il caso Nasi era ac ·ssimo. I Dissi e ripeto che la trasformazione in senso federale, con un nemico interno forte e insidioso qual'è il clericalismo sarebbe tanto pericolosa quanto il cambiamento di fronte che durante la battaglia un esercito volesse compiere in faccia al nemico. _ E nessuno penserà che oggi il clericalismo non sia più forte, o più ardito e più intraprendente di ieri. ♦ Esaminiamo ora le manifestazioni del movimento pro Nasi, che danno alla Sicilia l'apparenza di un paese attraversato da un vento di follia devastatore ... Nel movimento c'è stata la tragedia e c'è la farsa, deve preoccupare, però, più quello che non si vede anzichè q ue!lo che si vede, e tutte le manifestazioni valgono come indici, come esponente dello stato di animo di una popolazione; poichè sarebbe una bugia l'affermare oggi che esse sono l' espressione di pochi esaltati o d1 o "'1.hi farabutti. No , il movimento è largo e profondo quantunque Nasi non sia più che il pretesto e la bandiera attorno a cui si raggruppano e si disciplinano tutti i malcontenti, dei quali esaminerò pure, brevemente, le ragioni. Che Nasi sia un pretesto esplicitamente me lo dichiarò l'amico di cui mi o cupai precedentemente. Ci fu la tragedia nel movimento Pro Nasi col povero ucciso nelle prime dimostrazioni di Palermo coi feriti ài Messina, col socialista assassinatù ba - baramente dal fanatico nasiano di Partinico. La farsa indecente si ripete oramai sulle colonne di qualche giornale, in qualche Consiglio Comunale, nelle pubbliche vie. Ricordare alcuni tratti di questa farsa stereotipata è dare la prova della follia, cui sono pervenuti elementi, che si dovrebbero supporre dotati di una certa cultura e che hanno occupato od occupano anche una elevata posizione sociale. Qualche lettore della Rivista, potrà anche procurarsi un momento di svago alla lettura di qualche brano di prosa nasiano, alla rievocazione di qualche episodio grottesco. A Nunzio Nasi da alcuni municipi dell'Isola è stata accordata la cittadinanza onoraria ; la presidenza onoraria gli venne da molte associazioni; alcune vie sono state sbattezzate e dal suo hanno preso nome; in qualche città all'annunzio della sua condanna venne proclamato il lutto cittadino; Luigi Capuana, un professore di Università, un letterato eminente, ma forse legato da particolari vincoli di gratitudine all'ex ministro, propone che Nasi venga eletto deputato in tutti i collegi di Sicilia; altri propone, che si rinunzi a tutte le decorazioni, perchè la Croce è stata resa sacra ..... da che in Croce fu messo Nasi ; dapertutto al grido: Viva Nasi I ha fatto seguito l'altro: Morte a Giolitti I ed in qualche luogo Giolitti è stato anche bruciato in effigie..... Nè sono meglio trattati i deputati che hanno domandato la grazia di Nunzio Nasi; ed aggiungo che ce ne sono di quelli che meritano il trattamento ricevuto. Sentite queste apostrofi e questi aggettivi al loro indirizzo, che si possono leggere nell'organo ufficiale del nasismo, scritti sul tema della grazia : « Il coccodrillo dopo avere sbranato, « con voracità d'antropofago, le sue vittime si dice « che senta intenerire le corde sensibili del suo « cuore e si metta a piangere sulla sorte delle sue « stesse vittime I Così la Camera dei deputati, così << non pochi membri dell'Alta Corte I » Coloro che hanno chiesto la grazia sono assassini, eunuchi, vilissimi impostori ...... fari sei bollati, Baiardi da pochade, turpi cancaneggianti.... Ed a costoro si dice: « Lasciateci nel nostro dolore, lasciate che Nunzio « Nasi marcisca nella reclusione, cui l'avete con- « dannato, lasciate che il popolo siciliano pianga « sulla sua perduta fede l 11 dolore è sacro: rispet- « tatelo "· Per la grazia c'è chi mostra molto disprezzo; e lo vedremo. Ma in ultimo altri si degna di accettarla ed esclama: « Venga , adunque, la « grazia I Essa dovrà conservarci la fibra poderosa « dell' uomo infelice, alla cui onesta riabilitazione « il popolo siciliano dovrà contribuire in una me- « ravigliosa, indimenticabile apoteosi.. ... " (1) E l'apoteosi, infatti, merita chi viene paragonato a Dreyfus, a Cristo, a Prometeo rilegato sul Caucaso perchè volle strappare una scintilla al firmamento di Giove I Ma tutto questo è forse il linguaggio di qualche ragazzaccio ubbriacato della rettorica più stupida? Ah I no. Sentite un vecchio cospiratore, un ex deputato, il Presidente dell'ordine degli avvocati di Messina, l'on. Perrone Paladini. Egli, solenne, dice a Nunzio Nasi: • Mentre tutti ti compiagono, io t' invidio ». • Ti proclamano martire, e sia ; ma al martirio segue la glorificazione » . « Ti dicono politicamente morto ; ed oggi (se tu lo voglia) sei più vivo di pria ». « Da ministro l'opera tua, nel mare magno della vita mondiale sarebbe scomparsa, come nell'oceano scompare la scia anche di un grandioso battello ,. (I Perseguitato, i tuoi nemici ti hanno consacrato alla celebrità ». u Ali' epico duello tra te e I' uomo di Dronero sono stati rivolti tutti gli occhi de' contemporanei: ringrazialo : per lui tu passerai alla storia. E la storia, giustiziere inesorabile, dirà come il tuo rivale per abbatterti dovette abbracciarsi ai socia - listi, chiamare in soccorso la gente sozza delle bolge Dantesche-concussionari, traditori, vendicativi, ingrati, barattieriasservire la Cam-:ra e il Senato, prostituire la stampa, ipnotizzare la giustizia li. (1) Il ricorso in Cassazione, che potrà essere l'ultima scena della farsa giudiziaria, ha disgust{l.to moltissimi deputati, che avevano sottoscritta la domanda di grazia.
R I V I S T A P O P O L 11 A R E 119 , Ergi la tua persona, offri sdegnoso i polsi al:e manette, entra con passo sicuro e fronte altiera nel carcere di Regina Coeli; purifica l'anima tua dal!' ambizione; studia, considera il ponderoso problema del!' unità d' Ital:a con I' autonomia amministrativa della Sicilia; ed esci ritemprato per vivere vita novella, e compiere la missione, a cui ti chiamano i tuoi concittadini ». 11 Non accettare grazia, sarebbe questa un colpo mortale. Accusato dalla Camera, giustiziti.to dal Senato, aggraziato dal Re, politicamc:nte saresti davvero morto. Rieletto deputato non riprenderesti mai l'antica dignità nella Camera, e nell'isola nostra svanirebbe il tuo prestigio , . « Essere o non essere, ecco il problema 11. Messina 29 febbraio 1908. F. Perrone Paladini. Non vi basta questo? Cerchiamo la lirica. Ecco qualche brano di un articolo di un altro ex deputato, l'on. Benedetto La Vaccara Giusti: « Consumatum est. « li grande sacrificio è consumato 1 » « I Calcanti hanno asseguito lo scopo : i Minotauri han di - vorata la vittim11 predestinata ! L' ampia tregenda è passata. Il Cristo, qui fecit redemptionem plebis suae, è asceso al Calvario. Irta la croce attende l'ostia innocente che dovrà insanguinarla; e il patibolo infame leva le braccia al cielo, per invocarne - come dice il i::oeta - la maledizione! ,. « Allato al giusto stanne, due ladroni. Barabba è libero, ma Gesù dannato. Il popolaccio fanatizzato, ebbro di ferocia inneggia il colpevole ed insulta I' innocente. Longino armato di picca è li pronto a vibrare la sua lanciata n. « Ecce homo qui fecit rr.demptionem plebis suae. Nella via crucis l' accompagnl:lno il sogghigno, la beffarda parola, il di· lc:ggio, la gioia pazza di fanatici persecutori 11 ! Continua l'articolo per due lunghe colonne su questo metro e con chiude testualmente: • << L'areopago condanna, ma il popolo assolve ; il Sette,1trione vitupera, ma Sicilia il suo figlio proclama innocente; i vili sghignazzano, ma Trapani piange I Nasi per poco tempo sarà un numero, ma l'avvenire ne fàrà un nume I Ne faremo l'apoteosi! • ♦ Dove arrivi la .follia, l' ignoranza, la sfacciataggine, la disonestà, l'amnesia, la logica e sopratutto la immensa sconfinata goffa ridicolaggine dei Nasiani, contro i quali non ha sentito il bisogno di dire una sola sillaba il Nume di domani, si rileverà da questi episodi. Un egregio avvocato ha scoperto che in Catania c'è una tendenza della monarchia ...... Sindacalista di cui l'organo ufficiale del nasismo è il rappresentante ...... Un altro egregio scrittore dello stesso giornale dichiara di « essere un grande adoratore « della monarchia sabauda, comunque il principio « dinastico non mi sembra procedere sincronica- « mente ai portati dell'umanesimo ..... (I?) » D2 questi logogrifi allegrissimi passiamo ad altre· motivazioni e ad altri atti....... A Giarre il Circolo Savoia si muta in Circolo Nasi. Lo imita il Circolo UniJJersitario Monarchico di Catania e bri.llantemente motiva: « Il Circolo Universitario Monarchico, riunito in solenne assemblea; t< considerando che la sentenza dell'Alta Corte di Giustizia abbia avuto l'intento di vi"lipendere tutta la Sicilia, piuttosto che di condannare un uomo, mostrando ciò che si macchina contro di essa da coloro che stanno al governo. « considerando che lo Statuto del Regno d' Italia , non può difendere un popolo dalle. offese vigliacche dei fratelli Nordici; « considerando che il tradimento del patto Statutario da parte di Autorità superiori, non può essere subito con supina acquiescenza _dai figli di coloro che votarono per l' unità italiana sotto la casa dei Savoia nella fiducia di un' era di pace e di libertà ; delibera « di mutare il titolo attuale del sodalizio, non più confacente alle tendenze unanimi dell'anima siciliana in quello di Circolo Univeraitario Regionalista Liberale». Siamo vicini alla repubblica in Sicilia? No; non si fanno che dei passi giganteschi verso il manicomio. Del resto non me ne sorprendo, perchè conosco la saldezza dei principi di certi monarchici della mia isola natia. Altra voi ta in una delle città dove ora più infuria il nasismo, solo perchè un partiro monarchico non ottenne il trasloco di un Prefetto inviso si capovolse in un circolo - monarchico, s'intende- il ritratto di Re Umberto, lo si mise a guardare il muro ...... e lo si fece servire da monumento ..... vespasiano. Si comprende perciò che questi singolarissimi monarchici. .. sindacalisti n udano responsabile Casa Savoia della· condanna di Nasi e scrivano che: cc essa si è macchiata del mostruoso delitto che ofcc fuscherà la limpidezza dei suoi leggenderari eroicc smi, e che chi pagherà le spese di tanta infamia cc saranno la monarchia e l' unità della patria ». Ancora un episodio allegi-o. A Porto Empedocle, in conformità d_el voto di Luigi Capuana , si proclama con entusiasmo la candidatura di Nunzio Nasi. Ma poi in una riunione, alla quale presero parte medici, avvocari, ingegneri la si ritirò e a coprire la ritirata si speculò questa incredibile motivazione: non si ritiene giusto combattere Gregorio Gallo, che era vittima della sopraffazione giolittiana e la cui ultima elezione era stata annullata per punirlo della sua deposizione, favorevole a Nasi dinanzi all'Alta Corte di giustizia...... Già: per quelli illustrissimi senza quella deposizione Gregorio Gallo sarebbe invecchiato artificialmente come il catiivo Marsala e avrebbe raggiunto i 30 anni prima dell'epoca che lo Stato civile col calendario, anch'essi vilmente antinasiani, indicavano. Orrore degli orrori neanche il tempo sarebbe più galantuomo r (1). Un altro tratto del resto perfettam~nt.e anodino. Lo stesso giornale dell:-i tendenza monarchica ..... sindacalista nel quale si sono annunziati gli schiaffi alla dinastia e alla monarchia un altro nasiano pubblica in bel corsivo questo elegante ed eloquente stelloncino: « Dallo sguardo fisso a terra, dal ghigno vile e ributtante, egli è il dittatore! Colui che tiene nel'suo pugno e Camera e Sena_to ; colui che fa traboccare, a suo beneplacito, le bilance della giustizia ; colui che tutto asserve e corrompe: questo uomo, io dico, è la rovina d' Italia I 11 « Più vile di Franco egli non sa assumere su di sè la responsabilità, ed odia i siciliani perc/zè un Siciliano lo costrinse alla fuga, non per aver rubato libri o mobili, ma per aver manomessa una banca intera ! Non ne possiamo più di questa dittatura che ci uccide lentamente ; non ne possiamo più di quest'uomo che vuole riabilitarsi del suo enorme latrocinio facendo condannare un [nnocente ; nò, basta per Dio! Il • « Figlio di Margherita, figlio del Re Buono e Leale, o Tu discendente del Conte Verde e del Conte Rosso : Te invochiamo o Re : Spezza Tu le nostre catene se vuoi risparmiare :l sangue effuso dei Siciliani che pur sacrificarono vita ed averi per darti il trono dei Cesari ». « Lungi da te quest'uomo nefasto che conduce il tuo reg110 alla rovina ! 11 Il Dittatore, si capisce, è Giolitti; il siciliano ·che lo costrinse alla fugaa quanto pare evidente, sono io. Ma il disgraziato storico-politico del nasismo di- ·(1) La Tribuna, l'organo di Giolitti, che , si è mostrato sempre benevole a Nasi , a proposito del manifesto sconclusionoto del comitato di Trapani , che sconsigliava la candidatura Nasi a Girgenti, un pò tardivamente domanda: « Dove « vogliono andare e a che mirano, questi sedicenti amici di « Nunzio Nasi? E' lecito inventare persecuzioni là dove non « ne esiste nemmeno l'ombra? L'elezione dell' avv. Gallo fu « annullata pe,chè egli non aveva raggiunto l'età voluta: per - questo e per null'altro. Si è dunque osservata puramente e • semplicemente la legge. » (numero del 9 marzo)
120 RIVISTA POPOLARE mentica questo piccolo particolare. Uno di quelli che nel 1893 si levarono contro di me fierissimi, ed a difesa di Giolitti; il quale in verità fu imputato di altre brutte cose, ma non mai di ladrocinio - , e mi derise come un Ravacbol che aveva lanciato una bomba di carta pesta, fu..... Nunzio Nasi. In memoria di quel ricordo della Banca Romana, quindi, l' on. Giolitti dovrebbe nutri re odio implacabile contro di me, viva gratitudine verso Nasi! (1). + Ho tenuto conto soltanto di ciò che si è pubblicato in giornali e ch'è stato firmato da persone più o. meno rispettabili. Non mi occupo delle esercitazioni poetiche in dialetto sicilano, nè degli anonimi; tra i quali stupidamente pazzesco e sconclusionato un manifestino, che fu distribuito largamente in Caltanissetta ..... senza che i cittadini avessero preso a scapaccioni coloro che lo distribuivano. Dalle manifestazioni succitate - e non tutte ricordate - risultano evidenti: 1 ° la sconfinata ammirazione verso il genio dell'on. Nasi; 2° l'odio altrettanto sconfinato contro l' on. Giolitti ; 3° un risentimento vivissimo contro il Settentrione, di cui l'on. Giolitti si ritiene come il mandatario. Non trovo da ridire sul primo punto. Padronissimi gl'individui, i municipi, i giornali, di paragonare l' on. Nasi a Dante Alighieri , a Dreyfus, a Cristo o a Prometeo, nonchè allo stesso Padre Eterno creatore del cielo e della terra. E' quistione di gusti ed io non ho il compito di difendere la loro serietà. E se gli eletto_ri di Sicilia dividono quelli entusiasmi per l'on. Nasi padronissimi anche essi di mandarlo plebiscitariamente a Montecitorio. Il danno sarà sempre assai limitato! Vanno seriamente analizzati gli altri due punti, per le conseguenze politiche possibili. Anzitutto si deve esaminare se e quali siano le responsabilità dell'on Giolitti, non perchè a lui interessi di essere difeso e molto meno perchè prema a me di difenderlo; ma perchè attorno al suo nome e contro di lui si raggruppano tutti i rumori e tutte gli odii, più che come individuo, come rappresentante di gran parte dell'Italia Settentrionale. Ed è questo il lato pericoloso del movimento visto benissimo dal12 Stampa di Torino, che un suo lungo articolo (2 Marzo) ba caratteristicamente intilulato: Come si preparano le agitazioni di oggi e le tragedie di domani. A questa marmaglia laureata, che in vari punti della Sicilia, tentando disonorarla e forse insanguinarla va predicando la guerra civile e lo s ·acelo dell'unità d'Italia, perchè l'Alta Corte di giustizia ha condannato Nunzio Nasi - ed io nell'articolo che seguì immediatamente alla condanna dissi in che cosa la sentenza era impolitica e poteva sembrare ingiusta - e perchè si suppone che Giolitti abbia lavorato e cospirato per conseguire tale condanna; a cotesta marmaglia non c' è bisogno di domandare se essi odiano l' attuale ministro dell'interno per gli episodi della Banca Romana o per le prime repressioni del movimento dei Fasci. Ah! no. A suo tempo questa illustre marmaglia non si mosse, non protestò, non criticò; forse applaudi. Applaudiva, come ricordai, Nunzio Nasi il Cristo, il Prometeo di oggi..... E la stessa illustre marmaglia che geme oggi per i quattro mesi di reclusione che Prometeo, se non fosse raffreddato, dovrebbe scontare non si commosse quando altri deputati ebbero appioppati ventine di anni di galera ed alcuni ne trascorsero non nelle stanze munite di comfort di via Modena, ma nel mastio di Volterra, nel reclusorio di Pallanza; non si commosse non mosse ciglio, non gridò, non protestò quando la Sicilia sotto Crispi fu insanguinata molto più che non lo fosse stata sotto Giolitti; quando lo stato di assedio venne proclamato, in tutta l'isola; quando i Tribunali militari distribuirono migliaia di anni di galera a tanti lavoratori onesti ed infelici. Oh ! allora, assai probabilmente molti dei protestanti di oggi assistettero plaudenti alle infamie, ai massacri, allo strazio inaudito delle leggi e della Sicilia e forse mandarono telegrammi di congratulazione a coloro che ne erano responsabili, e fecero atto di servilismo abbietto verso i prepotenti, verso coloro che conculcarono ogni diritto dei Si- (1) Vale davvero la pena d'illustrare questo episodio -della ciliani ed ogni pubblica libertà. Banca Romani\ per mettere a nudo la piramidale ignoranza o Ma si lascino da parte queste malinconie retrola grossolana malafede degli apologisti di Nasi, che in quella spettive e veniamo al caso d'oggi. pagina della nostra vita poiitica vorrebbero trovare le rngioni Nell'agitazione di oggi ci è un solo dato che ha dell'odio di Giolitti contro Nasi. parvenza di verità: si è condannato Nasi e· ci sono La Seduta del 26 Gennaio 1893 fu consacrata allo svolgi- altri ladri, altri peculatori, altri sperperatori del mento delle interpellanze sulla Banca Romana presentate prima O dopo l'arresto di Tanlongo, Lazzaroni e c._ arresti, pubblico den.Jro. Ma quando mai l' impuni~à degli è bene aggiungere, che avevano provato quanto io fossi nel uni avrà potuto servire a giustificare l'impunità vero denunziando i re~ti della Banca Romana. - Io- doman- degli altri ? davo la nomina di una Commissione d'Inchiesta parlamentare. E come in ogni caso può produrre di questi altri Nasi invece svolgendo la sua non solo considera la mia de- la glorificazione? nunzia del 20 Dicembre come una bomba alla Ravac.hol get- Ci sono uomini politici degni di processi e di tata tra le gambe del Ministero a solo scopo politico - e non condanna? Si facciano avanti gli accusatori ! era vero -; non solo respinse la proposta mia per l'inchiesta , h d d 11 · · ' d · parlamentare; ma difese in tutto e per tutto I' on. Giolitti. Nè s invoc i il prece ente e a 1mpumta 1 Ecco le sue testuali parole tolte dalla pag. s99 della Seduta Giolitti per la Banca Romana. Non· fu mai quidel 26 Gennaio 1893: ~ Io ho fiducia nell'on. Giolitti e sono stione d' imputargli a reato , tanto meno a reato pronto a dichiara,.Zo, E ho fiducia in lui perchè la sua buona comune , la sua azione ; e coloro che lo difesero, fede completa ,·isulta ancora più evidente dalle stesse assi sempre con entusiasmo contro i violenti e gius~i curazioni dei suoi recedessori; perchè la stessa nomina di attacchi nostri furono Nasi e i deputati della S1Tanlongo a senatore, di cui si è giustamente me,·avigliata cilia e del mezzogiorno. la pubblica opinione è o signori a mio giudizio una prova Tutto il resto é menzogna volgare, è c:-Jlunnia,_è , inconfutabile di questa buona fede... d d 11 28 Gennaio perciò alla fine della discussione di quell:} infamia, è tentativo scellerato i provocare Iinterpellanze si dichiara più che soddisfatto delle dichiàrazioni sordini. di Giolitti, che respingeva l'Inchiesta parlamenta,·e. E sempre Mentisce chi afferma che Giolitti volle l'accusa e favorevole all'on. Giolitti si dìchiarò in tutti gli episodi della la condanna di Nasi. Ciccotti, un socialista meriquestione della Banca Romana; e levassi fierissimo contro di dionale formulò le prime accuse; Bissolati un some il ~ luglio _per giustificare il voto favorevole. a Giolitti e cialista settentrionale dette ad esse contorno più contrario al mio emendamento sulla legge bancaria, col quale . . S . R' h' · T si chiedevano 74 milioni, invece di 55 per la circolazione del ;-preciso, . apor.ito- 1c~a , un m?n.arc, 1~0 ~lC~ iano Banco di Sicilia. In quella o;;casione solo 10 deputati sicilianif ~del ~ar~1to d1 Sonnmo sommrn1stro 1 pnm1 elevotarono con me nello interesse dell'isola. menti d1 prova.
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