Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

86 RIVISTA POPOLARE e che ha, ora, malgrado le tendenziose notizie di fonte francese, quasi intieramente perduto il suo regno. Mulai Hafid ha chiesto di trattare pacificamente con gli Europei, e ne ha dimandata la neutralità nella sua lotta contro il fratello. La Francia continua, e ciò in omaggio dell'atto di Algesiras che le conviene , a riconoscere come il vero sultano Abd-el-Aziz. Ma l'Atto di Algesiras è stato stracciato dalla spada, e Abd-elAziz è stato deposto dai suoi stessi Ulema. La buona politica insegnerebbe o a trattare con Mulai-Hafid o a rimanere neutrali spettatori della lot.ta per trattare poi col vincitore. Ma questo non conviene alle mire subdolamente conquistatrici doll' Europa: essa aiuta Abdel-Aziz perchè sa che Mulai Hafid sarebbe meno corrivo di lui a sacrificare la indipendenza del proprio paese; ed è appunto questa indipendenza che, malgrado le proteste, l'Europa sogna di togliere al Marocco. E' naturale dunque che le nostre simpatie sieno tutte per i Marocchiui, i quali, in fondo, vogliono quello che noi volevamo prima del 21, del 48: del 59; essere liberi da~la invasione e dalla oppressione straniera: poco importa poi se questa oppressione e questa invasione si esercitano e procedono in nome della civiltà. ♦ Verso la conseguenza logica. - Lo st11pore destato dalla tragedia di Lisbona, la fuga di Franco le parole umili e Hommesse con le quali il Re Manuel si abbandonava neJle mani degli uomini, che il giorno avanti Re Carlo ed il suo Dittatore mettevano fuori della le~ge, fecero, per un istante, tacere i risentimenti dei partiti: le tombe aperte parvero invocare su la travagliata monarchia portoghese la tregua di Dio, e sospendere il corso logico, fatale degli avvenime~ti. Per breve ora però. E forse opportuno ricordare brevemente alcuni avvenimenti. Il Parlamento Portoghese era diventato un'assemblea di affaristi : potevano e ~prepotevano le clientele; Re Carlo aveva bisogno di denaro , o, almeno, di chi gli pagasse tutto o parte dei suoi debiti. La politica del paese era alla mercè di svergognati mercatori per i quali tutto era vendibile e comprabile, dai voti alle leggi; dalle coscienze ai diritti. E nondimeno questo Parlamento si ribellava al Re: non, intendiamoci bene, per un senso di nobile pudore, non in nome dei diritti del popolo offesi, ma perchè l'in gordigia del Re superava in vastità ed energia l' ingordigia del Parlamento. Nella ribellione, tutti ne convengono, i soli onesti e sinceri erano i pochi repubblicani. E Re Carlo trovò Franco. Trovò Franco che gli pagò parte dei debiti, annullò il Parlamento, governò con la violenza, Dittatore pa~zo, non avveduto uomo di Stato. Trovò Franco che parve l' uomo eccezionale della eccezinalissima situar.ione. Gli conferi pieni poteri e lasciò che Franco lo menasse ..... alla morte. Ma i parlamenti sono oggi gli stessi che erano ieri: gli uomini che, fuggito Franco, sono toruati ad avere nelle mani il potere con quegli stessi ingordi per far fronte ai quali Re Carlo chiamò Franco: è naturale che le cose riprendano il loro fatale andare ... verso la repubblica; quantunque il Malagodi nella T1'ibuna dichiari che di proclamarla non e' è bisogno, perchè i repubblicani sono già i padroni. Poichè sarebbe stupido nasconderlo; e sarebbe da ciechi non vederlo; il solo partito che, oggi, dia speranza al Portogallo di poterlo trar fuori dal pelago ove l'hanno cacciato le ingordigie dei parlamentari, i vizi di Re Carlo e le pazzie di Franco è solo il par-· tito repubblicano. Oggi il partito repubblicano sembra aver disarmato innanzi al giovine Re Manuel; non e esatto. Il partito repubblicano aspetta il momento opportuno, il momento che gli eventi gli stanno maturando. La situazione finanziaria non è affatto migliorata - nè poteva migliorare - per la morte di Re Carlo; la disorganizzazione dei partiti che la tragedia parve, per un istante, fondere in uno solo perdura. I repubblicani chiederanno, ora, il suffragio universale; intanto osservano ciò che fa la monarchia. Si metterà su la via delle concessioni ? e Morirà onoratamente " ha detto il capo del partito repubblicano-Bernardino Machado: resisterà alla volontà del popolo che è in magggioranza repubblicano? < Allora si avra la sollevazione ». ha detto aucora il Machado. In nn modo come nell'altro il Man Techel ,. Phm·es della monarchia Portoghese è stato , ormai•, scritto nei destini della nazione, e i fatti di ieri pre:_ parano l'avverarsi della profezia domani. Il Portoga11o ha bisogno di pace e la pace può essergli data soltanto dalla forma repubblicana: questo sentono tutti, in Portogallo ; primi di tutti quegli stessi ministri della monarchia che al Machado hanno chiesto la cooperazione alla loro opera di governo. E, bell'esempio di sicurezza e di fiducia nell' inevitabile avvenire, il Machado l'ha concessa, .Forse la monarchia portoghese ha compreso che è più dignitoso e bello morire onoratamente. Al Portogallo noi lo auguriamo. ♦ Un morto di più - Non sarà certamente 1rnvero cadavere di più che i giudici del tribunale militare di Pietroburgo avranno aggiunto a quelli che intorno a Port Arthur e nelle pianure Coreane e Manchesi fecero i Giapponesi; ma nel simbolo e per la legge è un morto di più : il generale Stoess0l. Il fenomeno è interessante e vale la pena di essere notato. I russi non furono vinti perchè così doveva essere, data la disonestà della burocrazia e la disorganizzazione di tutti gli uffici della guerra, ma furono vinti perchè Stoessel fu un vile : e perchè a Kuropatkine i Giapponesi non dettel'O il tempo di mandare ad effetto i suoi bene architettati piani. Non parlano • delle batterie vendute dal Granduca Nicola per adoperare in suo prò il ricavato; non parlano dei rifornimenti spediti ..... s11lla carta e non arrivati mai a destinazione; parlano della sfortuna toccata a Makaroff, della viltà di Stoessel, e della intempestiva fretta giapponese. Naturalmente questo e il fatto di tutti i vinti: e pare che il potere dello Autocrate di tutta la Russia non possa essere altro che un potere di morte. Vero è che Stoessel sarà graziato; ma per la legge egli è un sacrificàto di più, alla insana mania di po-- tere di Nicola II. Di q nesto pavido sire che non può scegliere ormai per simboli personali che la forca o la fa.Ice: lo strumento del boja o quello della morte. Intanto i terroristi non depongono le armi; tutt'altro. L'ultimo complotto, che è andato fallito, dimostra che la p11.cenel paese non c' è5 nè aµpareute, nè reale. Questa bupina terza Duma che non osa parlare nè agire : che sembra legata mani e piedi, in preda di quella frazione che riconosce per proprio legittimo capo il capo dei Cento Neri; questa Duma. <li servi non riesce a trovare una parola ch'essa µoHsa lasciare come ricordo di sè alla storia. E paaserà ignominiosa. Gli uomini che la compongono, in massima parte hanno perduto di vista l'obbiettivo pel quale la Duma sorse ; hanno dimenticato cotupletamente quali circostanze strapparono all'Autocrate la promessa della costituzione, che non è stata mantenuta; e la convoc-azione di quel parlamento della Russia che è diventato, oggi, la caricatura del parlamento del popolo. E' dunque logico che i rivoluzionari riprendano il loro posto di combattimento; e che alla propaganda contro lo Tsar e la sua burocrazia, si unisca la propaganda contro la Duma dei servi: tale i rivoluzionari russi chiamano questa terza D11ma. E la polizia - come ogni polizia di reazione, come ogni polizia al servizio della violenza - facilita es8a stessa la organizzazione dei comp!otti, i suoi agenti si

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