Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

100 RIVISTA POPOLARE {ione religiosa, anche senza richiesta e lasciando liberi di non intervenirvi quelli che non· la desiderano ». E questa è logica. Logica clericale franca ed onesta, che però non è seguita dai deputati cattolici in Parlamento, appunto perchè, in essi la politica può più della fede. L'inferno é lontano; ma la data delle elezioni é molto prossima: questa la suprema ratio, ♦ Ma - « Si deve al popolo una educazione morale: si deve insegnare al bambino a diventare uomo, e uomo di carattere e dirittura nella società ». Questo l'argomento principe degli avversarì della laicità della scuola. Ed è, in verità, un argomento non trascurabile. Ma può assolvere questo compito la religione? e, specialmente la religione cattolica? Chiunque parli da senno non può rispondere altro che no. Finchè l'ideale dell'uomo fu limitato alla speranza del bene da conseguirsi in un'altra vita pazientemente sopportando le pene, i dolori, le miserie di questo mondo, la religione bastò agli uomini, e non essi scrutarono quante verità o quanti errori fossero contenuti nelle affermazioni Bibliche, nelle decisioni e negli insegnamenti dei Padri della Chiesa, e quante ingenuità di fatti contenessero i Vangeli: per un uomo che affermava che non il sole si muove ma la terra v'erano milioni e milioni che credevano, affermavono e giuravano il miracolo di Giosuè. E quando la speranza dell'uomo era un pandiso di felici tù ; e gli uomini e le società accettavano come e::.empi dei più degni per il paradiso gli eremiti della Tebaide; l'insegnamento della religione bastava a loro, anzi era l'unico logico e possibile. Oggi non più. La grande massa degli uomini s'è guardata intorno ed ha veduto che. il paradiso può anche essere realizzato in terra : e la religione - e special mente la religione cattolica - che si è preoccupata principalmente delle anime e non dei corpi: che ha parlato sempre del bene e per il bene paradisiaco, si è trovata e si trova disarmata per frenare il desiderio dell'uomo a crearsi, comunque, il proprio paradiso in terra. • Se la Chiesa fosse rimasta Cristiana; se il Vangelo fos~e veramente la sua base e la sua guida, forse potrebbe essa dar luce agli uomini perchè vivano buoni nella società; ma la lettura del Vangelo, se questo non è spiegato dal prete, è proibita; ed il prete spiega il Vangelo avendo sempre in vista la supremazia temporale della Chiesa. La Chiesa e l'insegnamento di Gesù sono antitetici. Dunque? Dunque l'insegnamento morale non può venire dalla Chiesa. Essa afferma troppe cose che la ragione, il buon senso e la scienza dimostrano false ; essa comanda troppe cose che la nostra vita sociale, lo sviluppo del~e comunità odierne, il progresso fisico ed etico delle masse umane non consentono più. L'insegnamento morale, la formazione del c-arattere deve dunque partire da altri principi che non sieno il Mistero della Trinità, il Miracolo della Eucaristia; la Verginità di Maria, la Divinità di Cristo, la Infallibilità del Papa; e deve giungere a qualche cosa di più pratico e di più positivo che non sia la speranza del paradiso, o la paura dell'inferno dopo la morte. Con quale autorità può oggi la Chiesa affermare che ciò che essa insegna è verità, se dal suo seno stesso, -uomini che le si dicono ancora attacati e fedeli, si levano ad accusatori e denunciatori dei suoi errori? Con quale autorità può la Chiesa dichiarare essere essa la sola che abbia diritto d' insegnare agli uomini la conoscenza ~ei :nist~ri su:- blimi della vira e dell'essere; se quei m1sten stessi che essa pone a base della sua ragione di essere sono combattuti, negati in parte, accettati solo coi:n~ simboli (mentre essa li dichiara realtà) da uomm1 che essa stessa non osa espellere violentemente dal suo seno perchè li sa onesti, diritti e puri, e forse più vicini alla verità di ciò che essa non sia? Con qual dirittQ può essa dire: credete a me: se le sue verità son dimostrate menzogne dalla scienza? Se alle affermazioni della scienza essa non aa opporre altro argomento che b. scomunica (la quale non conclude niente) o che l'appello alla fede cieca e muta: il credo quia absurdum di Tertulliano? Certamente c'è nel Vangelo l'insegnamento morale ma per poterlo fare accettare ag~i uomini i! Papa, lui primo, dovrebbe abbandonare i paramenti ricchi di gemme, il palazzo splendido cti arti, le pretese politiche, potere e ricchezza per diventare il pastore umile, l'ultimo degli uomini nell'essere-;. il primo dei mortali• nella bontà. Ma la Chiesa non può cessare di essere cattolica'! non può neppure abbandonare le pretese politiche: se Gesù tornasse al mondo il papa dovrebbe sco:. municarlo; poichè egli sarebbe un sovvertitore della Chiesa. Ora con qual diritto la Chiesa pretende educare in nome del Vangelo? Eppure si deve un insegnamento etico al popolo. ♦ Si suol dire la scuola laica è sinonimo di scuola atea. Io penso piuttosto che la scuola debba ~ssere agnostica. Vi sono cose che, per ora, non sappiamo: la scuola, parlo della elementare, non ha bisogno d'insegnarle. Dio esiste? Forse. Fors'anche, no. Per ora questa é una questione che rimane nell'~mbito delle discussioni filosofiche ; anzi è ancora nmast~ alla metafisica: a che pro' mettere nella mente a! bambini una cosa di cui non siamo certi? che puo • essere discussa? che può essere negata? E perchè cercare di formare il loro carattere in base a quella presunta esistenza? Quando le contradizioni fra fe~e e scienza saranno diventate insanabili nella mente dei bambino fattosi uomo, voi avrete altresì creato uno scettico. Questo è. il pericolo vero, per la società. Lo scetticismo. La fiducia in Dio non radica profondamente nei cuori degli uomini. Per un Poverello d'Assisi voi avete cento ribaldi quando la paura dell'inferno è scossa dall'anima, e la speranza del paradiso è svanita. Dunque non educazione religiosa ; ma sì educazione morale. Su questo dovrebbe aprirsi il dibattito, e non in Parlamento soltanto ma nel paese. La nostra scuola è deficiente di tutto. Essa è bene l'esempio del caotismo che domina e regna nella coscienza sociale. I maestri non sono atei e non sono credenti; e non sono neppure agnostici. La religione attuale è l'arrivismo nelle città, l'interesse subdolo nelle campagne. Eppure fino ad oggi nelle nostre scuole si è insegnato il catechismo. Ma gli uon_11n1non sono oggi, migliori di quel che erano cinquanta anni fa, quando nelle scuole del Piemonte e della Lombardia il Catechismo non s'insegnava. Forse, il potere educativo della Chiesa non è abbastanza forte da servi re di freno alle nuove forme di male che lo sviluppo sociale crea fra gli uomini e nella società. Questo è, realmente. Insegnare la religione vuol dire infondere nell'anima umana una serie di credenze che non dovrebbero essere distrutte. Si suol dire: la Fede é il conforto nel dolore: sì; come l'ebrietà è l'oblio della pena. Ma bisogna che l'uomo affronti dolore e pena senza ubbrfacarsi e senza

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