RIVISTA POPOLARE 63 piedi, la .RepubLliea, antepuuendo il dovere dell.i coscienza al dovere della disciplina. La minoranza repubblicana in questa Camera è di quattro membri, ma essi, non patteggiando cou gli avversari, ed essendo tutti di una speccbiata probità, fanno del lavoro per quattrocento. Si discuteva la riforma della legge di contabilità pubblica. Prese la parola il repubblicano Alfonso Costa: denunciò le confusioni che esistevano in tale riforma, ed esigette che tutti, alti e bassi, presentassero i loro rendiconti. e Il re, disse, ba dichiarato alla Società Geografica che vi. è necessità di un'amministrazione onesta. Ebbene dia per primo l'esempio il re stesso, che non ha ancora pagato al paese le anticipazioni fattegli dal Tesoro sulla sua lista civile ,. . Intervenne il presidente, avvertendo il depu_tato che non era lecito parlare del re; ma il Costa, impassibile, continuò il suo discorso. * - Si deve dare conto chiaramente e subito di queste anticipazioni. E quando tutto sarà liquidato, capitale e interes~i, i galantuomini dovranno dire al monarca che fece ciò: adesso, signore, andatevene dal Portogallo , per non obbligarci , seconda la legge a mettervi in carcere •. Si scatenò allora un tumulto terribile. Il presidente e Ja maggioranza, sul le furie, in vi tarono Costa a riti_ rare Ia frase, ma questi invece soggiunse ad alta voce: « Luigi XVI aveva fatt0 meno abusi del signor Don Carlos, eppuro la s11a. testa rotolò dalla ghigliottina ,. . Da q11el momento la confusione divenne caos. La maggioranza, in pifldi, nrlava da ossesso; le tribune applaudi v1rno, e il presidente le fece vuotare. Il presidente decretò l'e-Jpulsione del Costa, uscendo dai limiti del Regolamento, e allora, inv,3ce dei quattro depntati repubblicani, protestarono i con!Servat,)ri dissident,i. Per espellere prima il pubblico, poi il deputato Costa fu chiamata la forza armata. Un plot011edi cacciatori, al comando di un capitano·, sale alle tribune. Il capitano, che riceve ordine verbale di sgombrare, dichiara ca! :no e cortese che non lo farà se non dietro ordine scritto del presidente. Mentre vanno a cercare la lettera, il capitano CO· manda: Fissi! e i soldati si allineano immobili. Quando arriva l'ordine, il ca.vitano lo legge attentamente e si dispone a compierlo, ma intanto h gente ba abbandonato le tribune. Allora si chi~de al capitano che entri nel l'aula della seduta e stn1 ppi dal suo sca11no il deputato ribelle. Il Costa, tranquillo e circondato dai suoi tre colleghi vedendo i soldati li arringa: Soldati, voi sapete che non avete diritto di mettere la mano sopra un rappresentante della nazione! Antonio de Almeida grida con voce tonante: e Soldati ricordatevi che siete cittadini, e quì, davanti a questo affronto e a queste ignominie , proclamate la Repubblica. Scen.di1:1,moin piazza, e voi con altri soldati, io colla voce, a.ttraver.:iando la città, riscatteremo la dignità della patria e la libertà del popolo >. Alfonso Costa esce accompagnato dai suoi tre amici e da varii deputati di Sinistra cbe si associano alla sua causa. Dietro marciano i soldati gravi e siienziosi, ed à accompagnato a casa sua. Frattanto la Camera si aduna e il presidente J uan Franco stigmatizza gli e sfruttatori del popolo >. L' Almeida, con voce tonante pronunzia una filippica contro la monarchia e termina dicendo che al momento in cui arriverà la libertà e sulla nave dell'ostracismo vilipeso e disprezzato, partirà il signor Don Carlos, questo delinq nente reale che non ha saputo nè onorare uè amare un paese che lo tollerò tanto tempo con mansuetudine cosi mal ricambiata ,. . L'effetto causato nella Camera fu cosi terribile, che il presidente non pensò di pronunziare la espulsione contro Costa. Riavutosi, la pronunziò contro il terzo deputato _repubblicano Braga che si era alzato per stigmatizzare il regime monarchico. Il casoRan-zDiiGiorgio OSSIA modernismo eantimodernismo nell'esereito (i) Il problema militare odierno è costituito da due grandi ordini d'interessi da tutelare e da soddisfare. Uno riguarda la saldezza della potenza militare d'Italia, l'altro riguarda gli interessi personali, le condizioni economiche e morali di una cospicua parte dell'ufficialità e dei sott' ufficiali. (2) Il primo si presta sovratutto alla discussione obiettiva e alla trattazione ampia e serena (bene s'intende, fino a che il bisogno dell'azione non si • impone). Il secondo invece è tale da rinfocolare fa. cilmente tutte le passioni e tutte le debolezze umane; e può anche dar luogo a dolorose sorprese, se manca ad esso l'opera di tutela e di provvidenza adeguata. Un uomo, seguendo le orme di un venerato Maestro, Nicola Marselli, si è assunto il compito, anzi la missione, di discutere il problema militare odierno, portarlo innanzi al tribunale della pubblica opinione ed invocarne la soluzione pronta e radicale: Fabio Ranzi. Egli che, per un decennio ed in collaborazione con altri valorosi scrittori (3), aveva sperimentata la insufficienza e la inefficacia dei libri, degli opuscoli e degli scritti sopra Riviste mensili e quindicinali , ritenne che, al suo fine e alle esi- ( r) Nel numero scorso della ".R__ivista avevamo annunziato che ci saremmo occupati del caso Ran 1 i Di Giorgio ; ed oggi precisaménte sotto questo titolo pubblichiamo un articolo -; ma non è il nostro. Ciò che pensiamo lo diremo nel prossimo numero. La nostra parola in quanto alla quistione personale potrà esst:re serena perchè se è vero che col Di Giorgio abbiamo avuto una vivace polemica, non è meno vero che noi lo riteniamo un ufficiale di grande va !ore morale pel quale sentiamo una grande simpatia; e nella quistione nazionale siamo forse più di accordo col Di Giorgio, che col Ranzi e col nostro ottimo Altariva; e per lo aspetto economico della medesima, infine, il nostro pensiero forse non riuscirà gradito a nessuno dei tre contendenti: nè al Di Giorgio , nè al Ranzi, nè all'Altariva. (2) Vedersi articolo sul u Prc.,blema militare n ne! fascicolo n. 1 corr. anno di questa Rivista. (3) Tenente Colonn. Domenico Guerrini , Generale Marazzi ed altri.
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