RIVISTA POPOLARE 61 IjA TRAGEDIA PORT()GHESE Sarebbe assolutamente inutile e potremmo anche essere sospettati d' ipocrisia se manifestassimo troppo ca- .lorosarnente tutta la nostra indignazione per l'ultimo Tegicidio, di cui la stampa quotidiana si è largamente occ11pata e che ha ampiamente commentato. Nulla si sa del principe ereditario ucciso. Se fosse vero ciò che ora si narra e cioè che egli si sia vi vamen te opposto alla scelta ed al mantenimento al potere del dittatore Franco non poca simpatia di popolo dovrebbe seguirlo. Ma del resto nulla di eccezionale in ciò: Luigi Filippo di Portogallo avrebbe continuato il mestiere di tutti, o quasi, i principi ereditari. I quali , pare che ci tengano a stare in opposizione col Re regnante. Che dire di Re Carlo? Non potremmo ripetere se non ciò che scrivemmo altra volta di lui, quando non c'era alcun sospetto sulla fine tragica, che l'a.ttendeva. Egli era il vero tipo del cochon in graisse. Ora che è morto si cercano di mettere in evidenza i suoi gusti artistici; e la volgarità delle passioni e delle abitudini si cerca di gabellare come passione dello spo,rt Ma i porci da ing1·assare che avevano tutto il disprezzo di Napo leone I erano i Re costituzionali, che regnano ma non governano, esteriormente rispettosi della costituzione. Carlo di Braganza, in vece, negli ultimi tempi volle spiega.re la sua azione anticostituzionale brutalmente, apertamente. Volle essere porco; ma volle regnare e governare nel modo più assoluto. Si afferma, anzi che la ragione precipua che lo indusse a manomettere la costituzione vada ricercata nella critica severa che i deputati repub_blicani di Lisbona fecero alle sue troppo frequenti richieste di anticipazioni al tesoro dello Stato per coltivare i suoi sp01·ts. Noi non dobbiamo ragion~ per mutare il giudizio dato altra volta piuttosto avverso agli uomini che nel Portogallo si disptt tavano il potere per ambizioni personali e per interessi loschi; continuiamo, anzi a ritenere che il mondo politico portoghese sia corrotto. I soli repubblicani crediamo che facciano eccezione alla regola ; nè si sospetti che la passione politica si su~- gerisca di ammettere questa 6ccezione: egli è che tra i molti gioruali che abbiamo letto, e di ogni colore, solo contro i repubblicani non abbiamo trovato parole severe e ricordati atti riprovevoli. Ma non abbiamo alcun motivo per attenuare di una linea la responsabilità del fu Re di Portogallo, che non può essere diyenuto un galantuomo ed un re degno di rispetto, anche da parte dei repubblicani, solo perchè è stato assassinato. E l'ultimo atto di Re Carlo, che forse decise dalla sua sorte, fu veramente degno di severa punizione. Egli infatti con un recentissimo decreto soppresse gli ultimi avanzi d1 libertà dando effetto retroattivo ad una misura per la quale i reati politici vennero sottratti al giudizio della magistratura ordinaria. Pel suo dispotismo non ci sono attenuanti; ci sono invece delle aggravanti nel fatto che Edoardo d' Inghilterra, il tutore di fatto del Portogallo, lo aveva fatto avvertire dei pericoli gravi, ai quali esponeva sè stesso e il paese battendo una strada , che non aveva uscita legale; e l'avvertimento era stato comunicato dall'ambasciatore po~rtoghese in Londra, Marchese Da Soveral, come narra il corrispondente del Corriere della Sera (3 Febbraio) ( 1). Ce ne sono in vec~ pei regicidi, che hanno pagato colla vita il fanatismo politico che li sospinse all'assassinio del Re e del Priucipe ereditario. E su questo siamo lieti di constatare che nella stampa italiana, c' è una concordia raramente vista, rotta soltanto dalla indiguazione a freddo di alcuni conservatori e dell'organo ufficioso del Vaticano. La Corrispon-· denza romana, infatti , sarebbe stl¼ta la sola, se non si fosse trovata in compagnia del signor Guelfo Civinini del Corriere della Set·a, a giustificare l'opera. del Dittatore Franco e del Re che se ne serviva. Ma nel resto della stampa se si sono scritte molte parole di pietà e di commiserazione per la Regina Madre e per la Regina vedova - degne davvero di pietà ed anche di ammirazione - non ce ne sono state a difesa del despota coronato e del suo miuistro, che in ultimo ha dato prova anche di rara vigliaccheria. Rastignac nella T,ribima più giustamente e più sinteticamente degli altri ha espresso il giudizio sullé responsabilità dell'ucciso e degli uccisori. Egli si domanda « vendetta o giustizia? perchè: chi < era il ribelle, fra il Re ed il popolo ? > (< In questa lotta il giudizio non può élipenden:-come, del t( resto ld responsabilità - che dall'alto provocatore che la (( inizia e la rende possibile >>. « Donde partì l' atto provocatore, nel Portogallo? Dal Re (t evidentemente - e, quel che è peggio per un interesse tutto « suo personale, non per un fine politico ». I( Non si è mai visto nella storia un più grande sforzo per (< un più misero fine: eccitare il disordine nel paese per ten- « tare di mettere un po' d'ordine nel proprio bilancio: abo · « lire una costituzione, per non abolire una pietanza nel pranzo: <t fare una rivoluzione, insomma. per dare un acconto ai ere- ((d1tori propri e ottenere un rinuovo a11e cambiali. Questo (( Re che distruggeva il bollettino delle leggi per paura del (( bollettino dei protesti, non era forse più degno di una casa I( di correzione, che di una esecuzione? Ma pur troppo, il I( minorenne, che si era scelto un tutore nel Dittatore, volle (( seguitare a fare il tiranno sotto fallimento - senza ac- (< corgcrsi che, intanto, dalle vie, dalle case, dalle officine, dai (< campi sorgeva un creditore assai più formidabile di quelli (< che il ~ignor Franco tentava di tacitargli: un creditore che « non accetta dilazioni alle scadenze e non ammette rinvii (t alle sentenze: un creditore inesorabile come la morte, quando (( si presenta a chiedervi conto del potere che vi ha dato in « consegna, dell'autorità che -vi ha conferi,a, della forza che ((vi ha affidato, Il grosso discendente dei Coburgo e de i (( Braganza aveva troppo fatto il figliuol prodigo dell' altrui ((più che del suo bene - ed era fatale che nella sua prodi- << galità perdesse alla fine ingloriosamente la corona e la • I • vita ..... . (< E triste dover dire, dinanzi a una così tragica fine, che (da responsabilità del delitto, prima che negli assassini è nella «vittima. Ma non si fa l'apologia del regicidio quando si dice ( r) I giornali inglesi si so~o. ~~rettati a sm~~tire qu~sti con· sigli per non destare suscett_1b1l1ta- tanto pm _che 11Portogallo viene considerato come un feudo dell'Inghilterra. Ma la smentita trova tutti scettici.
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