Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 3 - 15 febbraio 1908

82 RIVISTA POPOLARE anzi ne prescinde perchè non riguard1:1 1in complesso di mezzi e fini, ma una serie d'indagini o di fatti che richiama l'opera e il dovere di tutti. Nè è escluso il caso che ad opera com piuta governo e assemblea, distratti da altre cure, non occu pino più oltre dei risultati della inchiesta, che può credersi pensino offensiva al prestigio del governo, come avvenne di quella sulla marina da guerra iniziata con tanto entusiasmo e caduta così presto in obblio. Quando parvero minacciati gli ordmi Jdlo Stato da I gruppo socialista, era agevole la raccolta dei faci'i difensori delle isti tuzioni; ma quando il problema socialista diventò problema sociale, riconosciuto come grave ed urgente anche dagli spiriti più temperati, doveva seguirne una stasi , per non dir<:; una confusione. negli antichi gruppi distinti solo di posto, secondo che fr s ero a favore o contro il governo. Frattanto continua anc.orn la stessa tendenza comuPe che distoglie da ogni problema politico o lo sopprime o lo rinvia per tacito accordi di tutti, quasi consci che si debba esaurire questo pniodo preliminare, inteso ad inchieste, processi, conti, tariffe, stipendi. Persino la questione coloniale, che un tempo suscitò vive lotte e spinse agli estremi di una larga espansione prima e di un ritiro indecoroso poi, rimase assopita o meglio assorbita nella comune indifferenza. Frattanto il paese segue la sua via : lavora e produce, e indifferente all'agone politico, si raccoglie intorno alle banche, alft: borse, ai mercati, alle officine. 11 corpo sociale prevale sul corpo elettorale, come questo sulla rappresentanza. Leghe, sezioni, federazioni di classi rivendicano , indirettamentc e senza interposte persone, diritti e benessere. el primo impt:to della riscossa, contrastano l'esercizio dei pubblici poteri, vogliono batter monete, far leggi, infliggere ostracismi e condanne ; è la forma embrionale che segnò ovunque il risveglio dell'anima popolare. [stinti , pregiudizii, bisogni , intt:ressi si confondono e perturbano. Spetta a1 poteri costituiti non comprimere ma dirigere e r.:golare : il governo autocrate o prigioniero conculca o capitola, perchè ha intorno a sè come freno e difesa classi dirigenti e partiti. Mancano questi n"lla Camera perchè non sono nel Paese o viccvrsa ? La loro ragion d'essere è nel le vive sorgenti dt Ila vita sociale, o nelle forme e vicende della vita parlamentare. E' ri..:erca degna di studio. Oggi più che mai lo spirito industria le può alleviare il di. sl:lgio, dare la ricchezza, ma non basta a far grande la nazione, libero e forte lo Stato. Avviene nei pc,poli come negli individui : l' interes:-e affina le attitudini ma induce l'adattamento. L'esuberanze di alcune facoltà pro:luce l'atrofia in altre. E non i mezzi termini, il mez20 carattere, le mezze coscienze possono crear-e un partito. Dal presente stato transitorio, può, deve uscirsi. I meccanismi finanziarii, amministrativi muovono cifre non animi : gli organi elettorali t- parlamentari irrigidiscono le funzioni automatiche di voti e di leggi. Le organizzazioni di classi sviluppano la vita economica non la pratica. 11 grande principio di solidarietà cht: informa l'odierna società non può fermarsi a questi mezzi, richiede centri vivi di azione che trasformino le idee in propositi, tcndenze, costumi, leggi: e sono i partiti. Inutile rimpiangere nomi e storie vccchie: e non si temano ostacoli e pregiudizii; ,littature che in tempi mediocri rappre sentano meno il predominio di uno che la serviliià di molti; tirannidi di plebi che;, sia comunque, vogliono essere sempre governate; onnipotenza del quarto stato che ha sempre biso gno del terzo. L'0stacolo è in noi: sotto a questa superficie levigata e grigia esistono germi di vita novella d'onde può sorgere virtù di uomini, bontà di cose; e vorrei dimostrarlo in altra occa• sione, convinto che; in uno Stato libero non é possibile esista senza partiti un governo. (l<assegna contemporanea t O gennaio). ♦ Il coloniale: A polog·la della politica colontale. La i•enetrazlone cmctfica ( 1). - Considero la coloniz zazione come U11 '<'pera necessaria alla quale nella misura :!elle mie forze ho sospinto la Francia ; ma nella colonizzazione non sono menomamente interessato. Combatto le idee sostenute dal signor Sabatier in questa stessa rivista, pcrchè le credo contrarie agli interessi collettivi, come è facile dimostrare. li letto nel quale dorme il signor Sabatier è di acacia o e.li palisandro, e questi sono legni che non si trovano sulle colline di Montmartre - essi vengono dalla Costa d' Avorio o da altre foreste tropicali. li sopone che adopera ogni mattina è fatto coli' olio di Arachide, che viene dal Senegal. La lane dei suoi vestiti è un prodotto dell' Australia. li cotone della sua camicia è stato coltivato in Egitto. Il cuoio delle sue scarpe appartenente ad un bove che pascolava sui r.ampi _del l'America. li ciocco latte che prende ogni mattina discende dalle piante di cacao del Gabon o del Venezuela. li pepe con cui condisce i suoi cibi germogliò nella Cocinc111a. Il caffè col quale termina il suo pranzo è fornito d;ill' isola di Bourbon o dal Bresile. Lo zucchero che lo dolcifica, se non è di barbabie tota, è stato estratto dalle canne raccolte a <:uba o alla Guadalupa. Le miniere della Francia da gran tempo non danno oro e argento e le monete che egli ha in tasca sono state coniate coi metalli dell'Africa o dell'America. Il caoutchouc che si aJopera nelle strade e per tanti usi è un prodotto del Congo o delle Amazzoni. Così in tutti ~I' istanti della giornata il si gnor Sabatier dà la sua adesione alla politica coloniale , nel modo più preciso, usando senza scrupoli dei prodotti coloniali. Il signor Rouanet che ha nel!' Humanitè, la specialità di presentare la colonizzazione come un brigantaggio fa come lui. E tutti gli uomini del nostro tempo fanno come loro. Se la colonizzazione è un brigantaggio, l'onestà non im porrebbt; a Rouanet, ai socialisti di astenersi dal consumo dei prodotti coloniali? Se essi non se la sentcno di rinunziare ai prodotti coloniali il semplice buon senso imporrèbbe di farli astenere dall' insultare coloro c.he loro li procurano ? Con qual diritto s' indignano di una operazione ai benefi1.i della quale prendono parte? Con qual diritto trattano da briganti i coloni, di cui essi sono i complici ? Essi diranno che dbtinguono tra il commercio libero, che è uno scambio pacifico e volontario e la colonizzazione che è lo sfruttamento (exploitation) di un paese fatto da una razza straniera, che s' impone sempre colla violenza alle razze au • tòctone. Con ciò essi eliminano la loro responsabilità. Non c'è infatti, esempio nella storia di un paese tropicale. che si sia messo in valore da sè stesso. Tutti, senza eccezione, hanno avuto bisogno di passare sotto la direzione di una nazione europea per entrare nel ciclo della nostra produzione ; ogni mercanzia tropicale portata in Europa è il prodotto dt.lla colonizzazione. E infine quando i cinesi vogliono protestare contro ! 'esclusione di cui li colpiscono gli Stati Uniti, essi boicottano i prodotti americani ; quando i polacchi vogliono vendicarsi della ( 1) Diamo tutta la parte generale di questo int<:;ressante articolo, di cui l' on. Colajauni riproJuss~ un brano nella 'l{agione. Tralasciamo la rnrte speciale che si riferisce al Marocco. la Redrt{ione

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